Porgi l'altra guancia |
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Un film di Franco Rossi.
Con Bud Spencer, Jean-Pierre Aumont, Terence Hill, Lorenzo Piani, Jacques Herlin.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- Italia 1974.
MYMONETRO
Porgi l'altra guancia
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Padre G, e Padre Pedro contro il marchese Gonzaga.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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mercoledì 14 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PORGI L'ALTRA GUANCIA (IT/FR, 1974) diretto da FRANCO ROSSI. Interpretato da TERENCE HILL, BUD SPENCER, ROBERT LOGGIA, JEAN-PIERRE AUMONT, MARIO PILAR, JACQUES HERLIN, MARIA CUMANI QUASIMODO, RICCARDO PIZZUTI
Nel 1890 un misterioso padre G. e padre Pedro de Leon, sacerdoti cattolici, sono in missione presso un villaggio caraibico dove, anziché convertire gli autoctoni al Cristianesimo, permettono loro di perpetrare le proprie tradizioni e li aiutano, anche con i cazzotti, a difendersi dai soprusi del marchese Gonzaga, signorotto locale intenzionato a sfruttare quanto più può le mercanzie dei popoli nativi dell’America Centrale per rivenderli a prezzi maggiorati sul mercato, gestito con un monopolio incontrastabile. L’azione dei due missionari non è ben vista, oltre che dal proprietario terriero sopracitato, nemmeno dalle alte sfere della Chiesa, più vicina alla politica di sfruttamento esercitata da Gonzaga. Quando poi i due preti passano dalle parole ai fatti, il marchese si oppone prepotentemente e li fa trasferire in un’altra missione sotto il suo diretto controllo. Naturalmente tutto ciò non è benaccetto dalla coppia di coraggiosi e maneschi sacerdoti, che decidono di battersi per far riconoscere la validità del proprio lavoro. Padre Pedro scoprirà poi che il suo collega biondo e occhiceruleo non è un vero ecclesiastico: in prigione, rubò la tonaca ad un sacerdote autentico e decise di tenerla, visto che tutti, in abito talare, lo rispettavano. Nonostante queste ed altre complicazioni di portata non indifferente, i due uomini trionferanno sui propri persecutori. È uno dei tanti film che consacrarono la coppia Hill-Spencer al rango di campione d’incasso più regolare degli anni 1970, e una delle perle della loro cinematografia in combutta, la quale conta in totale diciassette pellicole, di cui sedici nel ruolo di duo protagonista. L’ambientazione nel passato (un tocco magistrale e genuino voluto proprio dal regista) non cambia le carte in tavola al divertimento generale e alla leggerezza narrativa che trasuda dalle scene, coadiuvati entrambi dalle colluttazioni non violente dalle quali è possibile identificare inconfondibilmente la simpatia inesauribile di Girotti & Pedersoli, che mostrarono chiaramente di detestare quel genere di cinema che promulga l’efferatezza come proprio marchio di fabbrica, ad uso e consumo degli spettatori meno tranquilli. Ad aggiungere bravura e apprezzabilità a questa commedia agreste e tropicale al tempo stesso è il competente artigianato di F. Rossi (che cinque anni prima aveva diretto l’adattamento televisivo de L’Odissea di Omero, con Bekim Fehmiu protagonista), regista italiano che avrebbe diritto ad una rivalutazione e ad una fama sicuramente maggiore, per l’eccellenza direttiva, la maestria nello stile compositivo e lo sfruttamento sapiente nonché arguto di una sceneggiatura già di per sé straricca di spunti interessanti, battute fulminanti e situazioni grottesche che però evitano prudentemente di sfociare nella volgarità o nella farsa fine a sé stessa. Bravi anche i personaggi di contorno, con un J. Herlin (recentemente scomparso) nella parte del vescovo all’apparenza conciliante e magnanimo ma in realtà avido di potere e protervo; un R. Loggia perfetto nel ruolo dell’antagonista di turno, nella fattispecie un indiscriminato magnate indifferente ai problemi razziali e interessato esclusivamente al lucro sfrenato; un M. Pilar, che nei film della coppia ha sempre recitato parti importanti, a suo perfetto agio nelle vesti del criminoso mercante che rivende al decuplo i prodotti che compra dai lavoratori caraibici. Enorme successo popolare, e giustificato dall’atmosfera spassosa e felice che questo diamante neanche tanto grezzo emana come vapore da una pentola a pressione.
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