Clara è una madre di famiglia degli anni 70, e come tale per la propria famiglia dà il massimo. E' costretta ad alzarsi presto ogni mattina per andare a lavoro , in una fabbrica a Milano, perché il marito si è incidentato ad una gamba e sta a casa. Quindi tutto è sulle sue spalle. Vive insieme ai suoi figli, al marito stesso , alla suocera e al cognato, in una casa fatiscente perché il nucleo famigliare si è ivi trasferito dalla Calabria in cerca di fortuna. La donna , fin dalle prime scene, viene mostrata nel suo aspetto molto sciatta, come se avesse perso la sua femminilità , stanca, quasi a mostrare come il matrimonio abbia schiacciato la sua bellezza e l'abbia ingabbiata nelle sue responsabilità di donna .La prigionia è evidenziata anche dall'ideologia culturale calabrese che vede il marito e suo fratello controllare la donna. Il quadro relazionale che si evince è quello di un matrimonio pieno di doveri , tra cui quello di non opporsi al marito, geloso, manesco e prepotente. Clara rappresenta tutte quelle donne di un tempo sacrificate, quelle per le quali la mentalità non ammetteva cambiamenti sociali. Purtroppo Clara , per quanto sia una stacanovista, non ce la fa più e per tanto, un giorno decide di recarsi dal dottore che le fa capire che ha bisogno di una tregua dal lavoro. Malgrado il marito non voglia , decide lo stesso di partire per Sondalo, un piccolo comune della provincia di Sondrio dove la mutua la manda in cura nel Sanatorio lì presente. Qui si apre per Clara un momento felice. Un vero momento per sé stessa. Qui lei non deve più pensare ad accudire , ma c'è chi si prende cura di lei. Tutto il tempo è per lei. Già la stanza in cui alloggia mostra il contrasto evidente rispetto alla situazione temporaneamente abbandonata. I colori lo evidenziano. Se ricordiamo la casa di Clara era sudicia e buia. La stanza in clinica profuma di pulito ed è ariosa, linda e splendente. Addirittura riesce a trovare il tempo anche di leggere, insomma vive una vita nuova. Qui si fa delle amiche, inizia ad uscire con loro, prende confidenza con la sua nuova e fantastica realtà che sta vivendo. Clara si sente così liberata intimamente da innamorarsi di Luigi, un operaio incontrato mesi prima dalla mutua. Luigi è molto preso , vorrebbe un futuro dalla donna ma Clara gli fa intendere a malincuore che non può, che il divorzio non se lo potrebbe permettere, che non può venir meno ai suoi doveri di madre, non potrebbe mai abbandonare i suoi figli; invece gli dice apertamente che vuole continuare a vivere quella loro storia senza chiedersi nulla, senza dover per forza pensare al domani. Ha bisogno di questo perché sa che prima o poi quel sogno finirà. Ed infatti quel giorno arriva . Arriva con tutta la sua bruttura. Clara è guarita e deve ritornare a casa. Non ha il coraggio neppure di salutare il suo amore. Prende il treno e la vediamo lasciare per sempre quella parvenza di vera vita che avrebbe meritato. Che dire? La regia di De Sica è impeccabile, per le riprese, le inquadrature, la capacità recitativa degli attori. Vediamo una piccola parte in cui recita il figlio Cristian, al quale sarà data la possibilità di chiudere il film con una canzone bellissima e delicata scritta dallo stesso.
[+] lascia un commento a marina »
[ - ] lascia un commento a marina »
|