gianni lucini
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sabato 17 settembre 2011
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curiosità del cast
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Stando a quello che c’è scritto sulle prime schede di lavorazione Viva la muerte… tua era originariamente intitolato I due di El Paso. Come spesso accade ai western all’italiana al momento di arrivare nelle sale il film ha cambiato titolo. Non è una novità, visto che anche il lungometraggio che con il suo successo dà inizio all’epopea, cioè Per un pugno di dollari, durante la lavorazione cambia titolo a ogni spirar di vento. La leggenda poi racconta che il primo regista scelto dalla produzione sia stato Sergio Corbucci e che solo in un secondo momento l’incarico sia passato a Duccio Tessari. Il film, all’epoca in cui arriva nelle sale, viene accolto con curiosità per varie ragioni.
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Stando a quello che c’è scritto sulle prime schede di lavorazione Viva la muerte… tua era originariamente intitolato I due di El Paso. Come spesso accade ai western all’italiana al momento di arrivare nelle sale il film ha cambiato titolo. Non è una novità, visto che anche il lungometraggio che con il suo successo dà inizio all’epopea, cioè Per un pugno di dollari, durante la lavorazione cambia titolo a ogni spirar di vento. La leggenda poi racconta che il primo regista scelto dalla produzione sia stato Sergio Corbucci e che solo in un secondo momento l’incarico sia passato a Duccio Tessari. Il film, all’epoca in cui arriva nelle sale, viene accolto con curiosità per varie ragioni. La prima è che segna il ritorno di Eli Wallach al western italiano dopo essere stato Tuco, il “brutto” de Il buono, il brutto e cattivo e Cacopulos de I quattro dell’Ave Maria. La seconda ragione è la presenza accanto ai due protagonisti maschili di Lynn Redgrave, un’attrice che oltre a essere la sorella di Vanessa Redgrave, in quel periodo compagna di Franco Nero, ha già all’attivo film come Georgy svegliati che ha avuto la nomination all’Oscar e ai Golden Globe.
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gianni lucini
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sabato 17 settembre 2011
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alla rivoluzione non servono maestri
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Forzando un po’ la storia raccontata dal romanzo “The killer from Yuma” scritto da Lewis B. Patten, una delle penne leggendarie della letteratura western, la storia dei due farabutti che vengono liberati per dare una mano alla rivoluzione introduce alcune novità nei codici di quel filone del western all’italiana che innesta pistoleri e avventurieri vari in una delle tante fasi rivoluzionarie della storia messicana. Fino a quel momento infatti i codici narrativi dei western cosiddetti “terzomondisti” prevedono che “lo straniero” di turno abbia un rapporto diretto con gli eventi rivoluzionari. Accade così che l’americano interpretato da Lou Castel in Quien sabe? sia un killer al servizio del governo messicano, lo svedese interpretato da Franco Nero in Vamos a matar compañeros sia un mercante d’armi arrivato fin lì per fare il suo mestiere, il polacco de Il mercenario, cui presta il volto sempre Franco Nero, sia lì perchè ha un rapporto “professionale” con gli eventi rivoluzionari e anche il medico inglese interpretato da John Steiner in Tepepa viva la rivoluzione per scelta.
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Forzando un po’ la storia raccontata dal romanzo “The killer from Yuma” scritto da Lewis B. Patten, una delle penne leggendarie della letteratura western, la storia dei due farabutti che vengono liberati per dare una mano alla rivoluzione introduce alcune novità nei codici di quel filone del western all’italiana che innesta pistoleri e avventurieri vari in una delle tante fasi rivoluzionarie della storia messicana. Fino a quel momento infatti i codici narrativi dei western cosiddetti “terzomondisti” prevedono che “lo straniero” di turno abbia un rapporto diretto con gli eventi rivoluzionari. Accade così che l’americano interpretato da Lou Castel in Quien sabe? sia un killer al servizio del governo messicano, lo svedese interpretato da Franco Nero in Vamos a matar compañeros sia un mercante d’armi arrivato fin lì per fare il suo mestiere, il polacco de Il mercenario, cui presta il volto sempre Franco Nero, sia lì perchè ha un rapporto “professionale” con gli eventi rivoluzionari e anche il medico inglese interpretato da John Steiner in Tepepa viva la rivoluzione per scelta. Per i due gaglioffi di Viva la muerte… tua non accade così. Loro non hanno alcun rapporto con la rivoluzione né intendono averne. Non sono né a favore né contro. Il Messico è soltanto il luogo dove è nascosto un tesoro da ritrovare e basta. A farli decidere di schierarsi non sono tanto i discorsi della scatenata giornalista Mary quanto la casualità dei fatti e, soprattutto, la drammaticità delle esperienze vissute come l’uccisione da parte dei militari di Lupita, la sorella muta di Lozoya. Insomma per Duccio Tessari l’antieroe può diventare rivoluzionario per caso, senza le prediche di un peone ideologo con lo sguardo ipnotico di Gian Maria Volontè o la sarcastica e furba parlantina di Tomas Milian. Le idee della rivoluzione sono talmente forti che ci si può arrivare semplicemente seguendo gli eventi della vita, senza maestri e senza particolari elaborazioni intellettuali. Non è casuale che le elucubrazioni di Mary, vera pasionaria della causa dei peones, appaiano a volte esagerate e fuori luogo. Gli antieroi di Tessari diventano rivoluzionari perchè affascinati e convinti dalla rivoluzione stessa non dai suoi propagandisti.
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