ziogiafo
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venerdì 11 febbraio 2005
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ziogiafo - da vedere assolutamente !!!
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ziogiafo - Indovina chi viene a cena? -
Questo splendido film non può mancare nella collezione degli amanti del grande schermo. "Indovina chi viene a cena?" sicuramente rappresenta una pietra miliare nella storia del cinema mondiale sia
per la tematica sia per la straordinaria e indimenticabile interpretazione di quei due colossi di Hollyvood quali Katharine
Hepburn e Spencer Tracy che insieme a quell'astro nascente all'epoca,
di Sidney Poitier, danno luogo a un qualcosa di irripetibile. Quando
si dice la grande commedia americana ... alta scuola di recitazione,
grande trasporto di sensazioni e forti sentimenti racchiuse in un
raffinato gioco di ruoli. Alla base della storia la lotta per vincere
i realistici pregiudizi verso le persone di colore e non solo, una
coppia di giovani in procinto di sposarsi che si trovano al cospetto
del severo ma ponderato giudizio dei rispettivi genitori.
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ziogiafo - Indovina chi viene a cena? -
Questo splendido film non può mancare nella collezione degli amanti del grande schermo. "Indovina chi viene a cena?" sicuramente rappresenta una pietra miliare nella storia del cinema mondiale sia
per la tematica sia per la straordinaria e indimenticabile interpretazione di quei due colossi di Hollyvood quali Katharine
Hepburn e Spencer Tracy che insieme a quell'astro nascente all'epoca,
di Sidney Poitier, danno luogo a un qualcosa di irripetibile. Quando
si dice la grande commedia americana ... alta scuola di recitazione,
grande trasporto di sensazioni e forti sentimenti racchiuse in un
raffinato gioco di ruoli. Alla base della storia la lotta per vincere
i realistici pregiudizi verso le persone di colore e non solo, una
coppia di giovani in procinto di sposarsi che si trovano al cospetto
del severo ma ponderato giudizio dei rispettivi genitori. Difficile
svolta generazionale, figli di quel tempo, che con la sola forza
dell'amore riuscirono ad appassionare un vastissimo pubblico tutto
schierato con i due giovani protagonisti. Vivere in un mondo dove il
colore della pelle ha sempre fatto la differenza non è per niente
facile imporsi senza la tenacia e il diritto di vivere la propria vita
con chi si ama. Al personaggio di Poitier volutamente fu dedicata
un'attenzione particolare molto speciale. Intelligente, attraente,
sicuro di sè, medico affermato, insomma tutto quello che di meglio si
potesse sperare come modello di marito per una giovane figlia.Una
magistrale regia condotta da Stanley Kramer che colloca i due maturi
coniugi dalle idee progressiste (Tracy-Hepburn) in un contesto
familiare perfetto dove si dovrà svolgere questo fondamentale
appuntamento (la cena) con i genitori dello sposo (Sidney Poitier) che
con grande dignità svolgono il loro ruolo con sorprendente maturità
pur non approvando in prima analisi questo matrimonio.Il memorabile e
risolutivo monologo finale di Spencer Tracy incolla allo schermo lo
spettatore in maniera appassionante e mette tutti d'accordo ... e
tanti auguri agli sposi.-
Da vedere assolutamente !!!-
Cordialmente -
ziogiafo
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[+] commento stratosferico!
(di k.fanny@libero.it)
[ - ] commento stratosferico!
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taniamarina
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mercoledì 13 maggio 2009
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un capolavoro a cena
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E' un capolavoro. Dialoghi perfetti, Spencer Tracy si fa voler bene tanto che è bravo, Katharine Hepburn è belissima e altrettanto straordinaria, i personaggi sono al posto giusto nei momenti giusti e Sidney Potier imbarazza per il suo aspetto e la sua recitazione. La commedia americana perfetta per eccellenza, tinta di una modernità che all'epoca ha messo a disagio. Ma come in ogni opera d'arte spleldida, non si può che farsi prendere dalla sindrome di Stendhal e vederlo, rivederlo e vederlo ancora. Clicca Taniamarina su google :)
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matilde perriera
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domenica 9 agosto 2009
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setua figlia sposasse un negro? matilde perriera
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INDOVINA CHI VIENE A CENA - … E SE VOSTRA FIGLIA SPOSASSE UN NEGRO? di MATILDE PERRIERA
Godiamo tutti degli stessi diritti, ma crediamo davvero in ciò che pensiamo? Era questo il tema scottante che assillava l’America negli anni Sessanta e Stanley Kramer, da democratico ottimista, scegliendo un campione sociologico culturalmente elevato, lo ha affrontato in modo semplice e incisivo. Le idee portanti del film sono fortemente condizionate dal drammatico crocevia in cui i personaggi si muovono e, nell’epilogo, viene dimostrato il teorema fallimentare di presupposte conseguenze di un matrimonio misto. Spencer Tracy e Katharine Hepburn, una delle grandi coppie del cinema e della vita, intrecciano per l’ultima volta il loro meraviglioso duetto con l’abilità di sempre.
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INDOVINA CHI VIENE A CENA - … E SE VOSTRA FIGLIA SPOSASSE UN NEGRO? di MATILDE PERRIERA
Godiamo tutti degli stessi diritti, ma crediamo davvero in ciò che pensiamo? Era questo il tema scottante che assillava l’America negli anni Sessanta e Stanley Kramer, da democratico ottimista, scegliendo un campione sociologico culturalmente elevato, lo ha affrontato in modo semplice e incisivo. Le idee portanti del film sono fortemente condizionate dal drammatico crocevia in cui i personaggi si muovono e, nell’epilogo, viene dimostrato il teorema fallimentare di presupposte conseguenze di un matrimonio misto. Spencer Tracy e Katharine Hepburn, una delle grandi coppie del cinema e della vita, intrecciano per l’ultima volta il loro meraviglioso duetto con l’abilità di sempre. Matt, che da “liberale progressista a 18 carati” (Kezich Tullio, 30 giugno 2003), ha speso la sua vita per il riconoscimento e la difesa dei diritti inalienabili di ogni uomo, ora, da padre di Joanna, entra in crisi e sente zoppicare i suoi principi aprioristici. La fiducia di superare le barriere della reciproca diffidenza fra bianchi e neri con l’amore e di dar credito ai veri affetti scaturisce dal susseguirsi serrato di dialoghi vivaci tra i protagonisti. La chiave del film sta, sostanzialmente, nello scontro fra John Prentice e il padre, i due negri che, se, da un lato, scandalizzano la generazione pessimista degli anziani, dall’altro, esprimono le nuove esigenze storiche di liberarsi da ogni astratto tabù razzista e di rivendicare la propria individualità. La capacità di ascoltare con le orecchie la voce del cuore aiuta Spencer Tracy, padre di Joanna, scomparso pochi giorni dopo la fine della lavorazione, a dar volto alla figura autodiegetica dell’onesto che, prima, soffre le proprie contraddizioni virilmente e, infine, sceglie la via giusta. “Nella scena conclusiva, se la cena servita in piena armonia, secondo i più superficiali, affoga nello sciroppo, la disapprovazione del lieto fine lascia spazio agli scettici, illividisce nello sconforto” (Giovanni Grazzini, 17 febbraio 1968). Certo, il tempo della storia e il tempo del discorso non coincidono perchè il “vero storico” di manzoniana memoria risulta fortemente alterato. Inattendibile è, infatti, per una problematica così delicata, la crescita "umana" di 5 persone, 4 genitori e la domestica Tilly, che si rimodulano in una sola giornata, addirittura nell’arco di un pomeriggio; il regista, forse, vuole semplicemente dimostrare come le idee si poggino, sostanzialmente, su fondamenta di sabbia? Come conciliare le idee avanzate con la vita di tutti i giorni? Come educare i figli alla democrazia senza spaventarsi quando i figli stessi mettono in pratica ciò che è stato loro insegnato? Come evitare che le iniziali differenze si trasformino in progressive disuguaglianze? Il problema resta aperto sulle mille realtà che si aprono agli occhi dello spettatore e un valido supporto è costituito dal microcosmo della scuola; procedere ancorati alla realtà e attivare tempestivamente opportune strategie di recupero, in un'interazione dinamica con altri elementi quali la capacità di assumersi responsabilità, l'autonomia di giudizio critico, la creatività saranno sempre le solide basi su cui si poggeranno i pilastri portanti di ogni collettività.
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(di matilde perriera)
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(di matilde perriera)
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nund87
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martedì 3 marzo 2009
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i have a dream...
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Il tema del razzismo trattato con una delicatezza che, a vedere oggi il film, sembra irreale. Eppure il tema è ancora attualissimo, anche se forse affrontato con toni pù violenti. Eppure qualcosa è cambiato. Perché scherzando nel film John racconta al futuro suocero che la sua Joy è troppo ottimista, perché pensa che i loro figli diventeranno presidenti degli Stati Uniti. Eppure oggi è così. La Casa Bianca è abitata da una famiglia di colore... Quindi niente è impossibile, anche se bisogna lottare. Gli interpreti sono magistrali, soprattutto la Houghton nella parte della ragazza ingenua, innamorata e dai forti ideali. Ogni personaggio è sempre giusto, sempre al suo posto e anche quando alla fine Sidney Poitier sembra quasi ribellarsi alle idee retrograde del padre, alla fine si calma e gli dice "oh, papà, ti voglio bene.
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Il tema del razzismo trattato con una delicatezza che, a vedere oggi il film, sembra irreale. Eppure il tema è ancora attualissimo, anche se forse affrontato con toni pù violenti. Eppure qualcosa è cambiato. Perché scherzando nel film John racconta al futuro suocero che la sua Joy è troppo ottimista, perché pensa che i loro figli diventeranno presidenti degli Stati Uniti. Eppure oggi è così. La Casa Bianca è abitata da una famiglia di colore... Quindi niente è impossibile, anche se bisogna lottare. Gli interpreti sono magistrali, soprattutto la Houghton nella parte della ragazza ingenua, innamorata e dai forti ideali. Ogni personaggio è sempre giusto, sempre al suo posto e anche quando alla fine Sidney Poitier sembra quasi ribellarsi alle idee retrograde del padre, alla fine si calma e gli dice "oh, papà, ti voglio bene... ma la differenza tra me e te è che tu ti senti ancora un uomo negro, io mi sento un uomo". Il discorso finale di Spencer Tracy è illuminante su tutta la vicenda... "Incontrerete molti ostacoli e lo sapete spero, ma io non sarò uno di quelli". Mamma mia! Film così non ne fanno più, purtroppo. Ormai si colpisce solo con la violenza o con la banalità, con gli effetti speciali o puntando su un'eccessiva introspezione dei personaggi che fa risultare contorti i film. Questo invece è un film per tutti, anzi educativo, da vedere nell'ora di educazione civica. Un film pulito.
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(di dani467)
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matilde perriera
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domenica 6 dicembre 2009
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... e se tua figlia sposse un nero??? di matilde p
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INDOVINA CHI VIENE A CENA - … E SE VOSTRA FIGLIA SPOSASSE UN NEGRO? di MATILDE PERRIERA Godiamo tutti degli stessi diritti, ma crediamo davvero in ciò che pensiamo? Era questo il tema scottante che assillava l’America negli anni Sessanta e Stanley Kramer, da democratico ottimista, scegliendo un campione sociologico culturalmente elevato, lo ha affrontato in modo semplice e incisivo. Le idee portanti del film sono fortemente condizionate dal drammatico crocevia in cui i personaggi si muovono e, nell’epilogo, viene dimostrato il teorema fallimentare di presupposte conseguenze di un matrimonio misto. Spencer Tracy e Katharine Hepburn, una delle grandi coppie del cinema e della vita, intrecciano per l’ultima volta il loro meraviglioso duetto con l’abilità di sempre.
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INDOVINA CHI VIENE A CENA - … E SE VOSTRA FIGLIA SPOSASSE UN NEGRO? di MATILDE PERRIERA Godiamo tutti degli stessi diritti, ma crediamo davvero in ciò che pensiamo? Era questo il tema scottante che assillava l’America negli anni Sessanta e Stanley Kramer, da democratico ottimista, scegliendo un campione sociologico culturalmente elevato, lo ha affrontato in modo semplice e incisivo. Le idee portanti del film sono fortemente condizionate dal drammatico crocevia in cui i personaggi si muovono e, nell’epilogo, viene dimostrato il teorema fallimentare di presupposte conseguenze di un matrimonio misto. Spencer Tracy e Katharine Hepburn, una delle grandi coppie del cinema e della vita, intrecciano per l’ultima volta il loro meraviglioso duetto con l’abilità di sempre. Matt, che da “liberale progressista a 18 carati” (Kezich Tullio, 30 giugno 2003), ha speso la sua vita per il riconoscimento e la difesa dei diritti inalienabili di ogni uomo, ora, da padre di Joanna, entra in crisi e sente zoppicare i suoi principi aprioristici. La fiducia di superare le barriere della reciproca diffidenza fra bianchi e neri con l’amore e di dar credito ai veri affetti scaturisce dal susseguirsi serrato di dialoghi vivaci tra i protagonisti. La chiave del film sta, sostanzialmente, nello scontro fra John Prentice e il padre, i due negri che, se, da un lato, scandalizzano la generazione pessimista degli anziani, dall’altro, esprimono le nuove esigenze storiche di liberarsi da ogni astratto tabù razzista e di rivendicare la propria individualità. La capacità di ascoltare con le orecchie la voce del cuore aiuta Spencer Tracy, padre di Joanna, scomparso pochi giorni dopo la fine della lavorazione, a dar volto alla figura autodiegetica dell’onesto che, prima, soffre le proprie contraddizioni virilmente e, infine, sceglie la via giusta. “Nella scena conclusiva, se la cena servita in piena armonia, secondo i più superficiali, affoga nello sciroppo, la disapprovazione del lieto fine lascia spazio agli scettici, illividisce nello sconforto” (Giovanni Grazzini, 17 febbraio 1968). Certo, il tempo della storia e il tempo del discorso non coincidono perchè il “vero storico” di manzoniana memoria risulta fortemente alterato. Inattendibile è, infatti, per una problematica così delicata, la crescita "umana" di 5 persone, 4 genitori e la domestica Tilly, che si rimodulano in una sola giornata, addirittura nell’arco di un pomeriggio; il regista, forse, vuole semplicemente dimostrare come le idee si poggino, sostanzialmente, su fondamenta di sabbia? Come conciliare le idee avanzate con la vita di tutti i giorni? Come educare i figli alla democrazia senza spaventarsi quando i figli stessi mettono in pratica ciò che è stato loro insegnato? Come evitare che le iniziali differenze si trasformino in progressive disuguaglianze? Il problema resta aperto sulle mille realtà che si aprono agli occhi dello spettatore e un valido supporto è costituito dal microcosmo della scuola; procedere ancorati alla realtà e attivare tempestivamente opportune strategie di recupero, in un'interazione dinamica con altri elementi quali la capacità di assumersi responsabilità, l'autonomia di giudizio critico, la creatività saranno sempre le solide basi su cui si poggeranno i pilastri portanti di ogni collettività.
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alessandra verdino
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martedì 13 ottobre 2009
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love and race
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"Indovina chi viene a cena?" é stato un film memorabile, entrato, a ragione, nella storia del cinema.
Innanzi tutto, va detto che si tratta di un film teatrale: abbiamo, infatti, solo quattro personaggi principali e gli interni di una bella stanza.
Si tratta, quindi, come in teatro, e teatro serio, di un film fatto per pensare, e poco per svagarsi, essendo assolutamente privo di spettacolarità.
E molto, molto fine.
Per palati raffinatissimi.
E' dipinto, molto bene, l'amore.
L'amore/passione: quando si ama, tuto é facile, non si vedono gli ostacoli, ma solo il desiderio di stare con la persona amata.
Ma qui eiste anche un altro tipo di amore: quello filiale.
I rappresentanti di questo tipo di amore sono, e non é poco, Katherine Hepburn e Spencer Tracy.
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"Indovina chi viene a cena?" é stato un film memorabile, entrato, a ragione, nella storia del cinema.
Innanzi tutto, va detto che si tratta di un film teatrale: abbiamo, infatti, solo quattro personaggi principali e gli interni di una bella stanza.
Si tratta, quindi, come in teatro, e teatro serio, di un film fatto per pensare, e poco per svagarsi, essendo assolutamente privo di spettacolarità.
E molto, molto fine.
Per palati raffinatissimi.
E' dipinto, molto bene, l'amore.
L'amore/passione: quando si ama, tuto é facile, non si vedono gli ostacoli, ma solo il desiderio di stare con la persona amata.
Ma qui eiste anche un altro tipo di amore: quello filiale.
I rappresentanti di questo tipo di amore sono, e non é poco, Katherine Hepburn e Spencer Tracy.
Assolutamente straordinari. Una mitica coppia, nella vita, del cinema.
Esiste il desiderio di assecondare i figli, anche vedendone le difficoltà pratiche. Con un pò di rabbia personale.
In questo caso, causate da una razza diversa alla quale i due innamorati appartengono.
Questo é un film girato prima degli anni '70.
Un film coraggiosissimo.
Anche nei nostri tempi.
Proviamo, un attimo, ad immedesimarci nei loro personaggi.
Noi saremmo diversi?
Certamente, il mondo é andato avanti. Ma fino a quando non ci tocca personalmente.
Anche solo vederne le difficoltà, significa avere fatto un passo avanti. Esserci posti il problema.
Come ho detto, é un film che, a torto o a ragione, fa pensare e riflettere.
Ed é questa la sua forza.
Gli interpreti sono straordinari.
Katherine Hepburn - il sorriso a denti stretti e l'amore per la figlia, che fa superare tutto.
Spencer Tracy - rabbia, impotenza, dignità, alla fine comprensione ed accettazione.
Sidney Poitier - la forza dell'amore e la ragionevolezza.
Katherine Houghton - l'espressione di un grande amore e la ricerca della felicità.
Un film decisamente straordinario.
In questi tempi, con films conditi di effetti speciali e che non lasciano nulla dentro - vederlo é sempre una grande esperienza.
Positiva o negativa. Secondo quello che noi crediamo.
In ogni caso, una perla rara, anzi, rarissima, del cinema mondiale.
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davide
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sabato 4 febbraio 2006
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glory of love
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strepitoso cast, scene mitiche come l'analisi introspettiva finale di tracy, hepburn che licenzia la collega moralista, l'incidente fuori dal drive-bar con una hepburn che a stento trattiene le risate, poitier col padre, e poi la cura per l'arte dalla casa all'arredo, e poi e poi... tanto altro praticamente tutti i 108min di film.
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franci9292
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venerdì 25 settembre 2015
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educazione cinematografica
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Pochi giorni fa ho rivisto il film “Indovina chi viene a cena?” focalizzandomi meglio su quello che è il filo conduttore dell'intera pellicola.
La trama è piuttosto semplice e lineare: una ragazza americana di 23 anni si innamora alle Hawaii di un medico afro-americano; scelgono di sposarsi e di dire ai rispettivi genitori la decisione presa.
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Pochi giorni fa ho rivisto il film “Indovina chi viene a cena?” focalizzandomi meglio su quello che è il filo conduttore dell'intera pellicola.
La trama è piuttosto semplice e lineare: una ragazza americana di 23 anni si innamora alle Hawaii di un medico afro-americano; scelgono di sposarsi e di dire ai rispettivi genitori la decisione presa. Dapprima si trovano a casa della famiglia della giovane. Padre giornalista e madre commercialista; genitori dalle idee liberali, che hanno insegnato alla figlia il totale rispetto verso persone di diverso colore della pelle; proprio in quel periodo tanto delicato per gli Stati Uniti d’America, dove non erano ancora stati riconosciuti molti dei diritti che spettavano ai neri che abitavano la nazione.
I genitori della ragazza si troveranno a mettere in discussione le loro idee e a capire quanto sia difficile conciliare cuore e razionalità.
Molto più severa, però, sarà la reazione del padre nero, che chiederà al figlio spiegazioni e gli dirà quanto sia deluso dall’insensatezza della decisione presa dal figlio. Bellissimo dialogo tra i due, dopo il quale si percepirà appieno l’insegnamento lineare che impartirà il figlio al padre “Papà ti voglio bene, te ne ho sempre voluto ma tu ti ritieni ancora un uomo di colore, mentre io mi ritengo solamente un uomo”. Sarà, però, solo il bellissimo e commovente monologo finale del padre della ragazza a convincere anche l’altro genitore , che finirà per l’accettare la situazione e a sedersi a tavola insieme a tutti gli altri commensali per la tanto agognata cena
Film toccante e pieno di spunti di riflessione. Cast a dir poco brillante e assolutamente adatto alla pellicola; cominciando dal formidabile Spencer Tracy e arrivando alla recitazione di una fantastica Katharine Hepburn, un bravissimo Sidney Poitier e per ultimi, ma non meno importanti, Katharine Houghton, Beah Richards e Roy E.Glenn.
L’ignoranza porta spesso, ancora oggi, a denigrare gente “diversa” da noi. Dobbiamo guardarci dentro. Piantiamola con i soliti luoghi comuni e con le solite cavolate. Educhiamoci ed educhiamo. Insegnamo ai nostri figli che la diversità non sta nel diverso colore della pelle o nella diversa cultura e nazionalità, ma che deve essere considerato diverso,e quindi da emarginare, una persona che ci tratta male, una persona maleducata, qualcuno che possa nuocere alla nostra salute, mentale e fisica. Queste sono le persone che vanno emarginate, che vanno chiuse fuori dalla nostra cerchia.
Le persone negative, che ci fanno stare male e che ci rendono tristi e vulnerabili, sono persone che non meritano la nostra presenza e che vanno escluse dalle nostre buone maniere e dai nostri piani. Tornando al film, mi è piaciuto il messaggio iniziale e finale: L’amore vince su tutto. O meglio, non c’è colore di pelle che tenga. L’amore arriva quando meno te l’aspetti e ti colpisce dritto al cuore. Non guarda la nazionalità, non guarda la cultura, non vede alcuna diversità. L'amore è cieco, ma la sua cecità è positiva. È ingenuo, mai egoista o preponderante; l’amore è un sentimento vivo, qualcosa senza il quale ci sembra impossibile pensare di potere soltanto sopravvivere alle ingiurie del mondo. L’amore ti prende e ti sceglie. Non importa se ci saranno tanti ostacoli da affrontare. L’amore può tutto. L’amore risolve tutto.
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renato corriero
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mercoledì 5 dicembre 2007
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bellissimo!!
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Il film è uscito in Italia nella primavera del 1968, giusto all'epoca dell'annuncio della candidatura di Robert Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti. Il film era perfettamente in linea con i problemi di quel momento: la fglia di due progressisti "liberal" convinti che si innamora di un plurilaureato, di una moralità eccezionale a cui non si trovano difetti neanche a cercargliali con la lente d'ingrandimento ma chè (ahimè) ha la pelle di un colore diverso! Ed ecco che il padre "liberal" non per preconcetti verso il possibile futuro genero, ma per timore dei disagi che la figlia potrà avere nella società di quel tempo inizia a fare a pugni con se stesso e dire "Ma proprio a me doveva capitare?!" Ebbene i problemi della società americana di quel tempo sono ora superati? Forse si davanti a personaggi come quello interpretato da Sidney Poitier nel film, ma di fronte ad un innamoramento di una figlia attualmente di uno non solo di un'altra razza ma magari di una religione fondamentalista, che fa un lavoro più che normale che così via quale sarebbe la reazione?"A.
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Il film è uscito in Italia nella primavera del 1968, giusto all'epoca dell'annuncio della candidatura di Robert Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti. Il film era perfettamente in linea con i problemi di quel momento: la fglia di due progressisti "liberal" convinti che si innamora di un plurilaureato, di una moralità eccezionale a cui non si trovano difetti neanche a cercargliali con la lente d'ingrandimento ma chè (ahimè) ha la pelle di un colore diverso! Ed ecco che il padre "liberal" non per preconcetti verso il possibile futuro genero, ma per timore dei disagi che la figlia potrà avere nella società di quel tempo inizia a fare a pugni con se stesso e dire "Ma proprio a me doveva capitare?!" Ebbene i problemi della società americana di quel tempo sono ora superati? Forse si davanti a personaggi come quello interpretato da Sidney Poitier nel film, ma di fronte ad un innamoramento di una figlia attualmente di uno non solo di un'altra razza ma magari di una religione fondamentalista, che fa un lavoro più che normale che così via quale sarebbe la reazione?"A......chi gli dovesse capitare ...l'ardua sentenza!"
Per quel che riguarda il film in se è un piccolo capolavoro di interpretazioni, da Spencer Tracy (purtroppo alla sua ultima fatica) che fa a pugni con se stesso ma di cui alla fine prevale la coerenza a Sidney Poitier che avrebbe dovuto suscitare grande simpatie anche nei razzisti più incalliti; ad una Katharine Hepburn giustamente da oscar (l'avrebbe però meritato anche Spencer Tracy!) ad una bellissima Katharine Houghton (a proposito che fine ha fatto?) insomma un filma da conservare ed ogni tanto da rivedere e farlo conoscere alle nuove generazioni!!
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[+] penso sia tutto diverso oggi
(di giorgio)
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filippo catani
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giovedì 31 luglio 2014
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un film avanti con i tempi
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La figlia di un importante editore e di una curatrice di mostre rientra da un viaggio alle Hawai accompagnata da un dottore di fama internazionale conosciuto lì e con cui ha intenzione di sposarsi. Il fatto è che il dottore è di colore e questo provoca un po' di sconquasso nella pur progressista famiglia di lei.
Innanzitutto per giudicare questa pellicola bisogna partire dal 1967 e cioè dalla data della sua produzione e uscita. Un film del genere era da ritenersi una commedia alquanto audace in quanto affrontava di petto un problema scottante quale la discriminazione razziale. Martin Luther King sarebbe caduto di lì a un anno. Ecco allora che a momenti di ilarità si alternano per diventare predominanti i momenti di forte crisi.
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La figlia di un importante editore e di una curatrice di mostre rientra da un viaggio alle Hawai accompagnata da un dottore di fama internazionale conosciuto lì e con cui ha intenzione di sposarsi. Il fatto è che il dottore è di colore e questo provoca un po' di sconquasso nella pur progressista famiglia di lei.
Innanzitutto per giudicare questa pellicola bisogna partire dal 1967 e cioè dalla data della sua produzione e uscita. Un film del genere era da ritenersi una commedia alquanto audace in quanto affrontava di petto un problema scottante quale la discriminazione razziale. Martin Luther King sarebbe caduto di lì a un anno. Ecco allora che a momenti di ilarità si alternano per diventare predominanti i momenti di forte crisi. Ecco allora svettare su tutti i due attori protagonisti con i loro toccanti discorsi. Poitier che nel discorso al padre scarica tutta la sua rabbia e frustrazione per la condizione dei neri che a suo dire deve e dovrà cambiare accusando il padre e la sua generazione di non aver combattuto abbastanza per questo. D'altra parte c'è lo splendido discorso finale di Tracy che è un inno alla tolleranza che supera le sue perplessità e tra le tante difficoltà che i giovani dovranno affrontare non vuole che ci sia il suo diniego alle nozze. Oscar a sceneggiatura originale e alla Hepburn. Molto probabilmente se due Oscar dovevano essere assegnati quelli dovevano andare a Poitier e Tracy.
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