albplet
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domenica 29 aprile 2012
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notevole
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Affresco della swinging London e del modo di essere che in essa affiorava nelle persone. Per certi versi gli individui potevano venire rapiti dalle fughe dalla realtà che in effetti erano una realtà altra: l’importanza della moda, della musica, delle droghe, dell’amore o del sesso tendenzialmente apatici, slegati dalla tradizione, …, il tutto vissuto come un’esperienza collettiva. Il protagonista nelle scene finali conferma questo immergersi nell’essere collettivo non facendo più il fotografo, cioè il cronista, o anche l’artista, ma scagliando la pallina e partecipando così al gioco. Significative le scene in cui si vedono bellissimi e quieti parchi verdi interrotti da un gruppo di giovani allegri che fanno baccano: è l’avvento del nuovo, di una forza vitale diversa dalla tipica convenzione british, un qualcosa che cambia tutto.
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Affresco della swinging London e del modo di essere che in essa affiorava nelle persone. Per certi versi gli individui potevano venire rapiti dalle fughe dalla realtà che in effetti erano una realtà altra: l’importanza della moda, della musica, delle droghe, dell’amore o del sesso tendenzialmente apatici, slegati dalla tradizione, …, il tutto vissuto come un’esperienza collettiva. Il protagonista nelle scene finali conferma questo immergersi nell’essere collettivo non facendo più il fotografo, cioè il cronista, o anche l’artista, ma scagliando la pallina e partecipando così al gioco. Significative le scene in cui si vedono bellissimi e quieti parchi verdi interrotti da un gruppo di giovani allegri che fanno baccano: è l’avvento del nuovo, di una forza vitale diversa dalla tipica convenzione british, un qualcosa che cambia tutto. Complimenti ad Antonioni.
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brando fioravanti
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venerdì 6 aprile 2012
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sopravvalutato
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Nella Londra degli anni sessanta un fotografo immortala un immagine di un omicidio. Una donna rivuole il negativo a tutti i costi. Ancor prima di svilupparla era ovvio che la fotografia nascondesse qualche scomodo particolare. Ma nell'anno in cui è ambientato il film c'era molta ostilità nei confronti della polizia e il protagonista non denuncia il fatto. A dire la verità non si capisce neanche cosa voglia fare. Alla fine il negativo gli sarà sottratto. Il film finisce con una partita di tennis mimata da alcuni sessantottini, dove il protagonista gli restituirà la palla immagginaria. La realtà può essere illusoria, ma fare un esempio in uno sport è decisamente ridicolo.
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Nella Londra degli anni sessanta un fotografo immortala un immagine di un omicidio. Una donna rivuole il negativo a tutti i costi. Ancor prima di svilupparla era ovvio che la fotografia nascondesse qualche scomodo particolare. Ma nell'anno in cui è ambientato il film c'era molta ostilità nei confronti della polizia e il protagonista non denuncia il fatto. A dire la verità non si capisce neanche cosa voglia fare. Alla fine il negativo gli sarà sottratto. Il film finisce con una partita di tennis mimata da alcuni sessantottini, dove il protagonista gli restituirà la palla immagginaria. La realtà può essere illusoria, ma fare un esempio in uno sport è decisamente ridicolo. La materialità è l'unica certezzza che abbiamo. Per chi non guarda troppo lo stile il film può risultare molto snervante.
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albydrummer
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lunedì 19 dicembre 2011
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interessante
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La vera poesia del cinema,tutti gli ingredienti di un film sempre attuale....Tutto perfetto!!!..musica,trama,attori. Surrealismo e poetico,e il fascino della fotografia!!!
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paolo 67
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mercoledì 9 novembre 2011
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la soggettiva della realtà
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Il film, nel quale si nota il gusto pittorico di Antonioni (che visitò con lo sceneggiatore Tonino Guerra alcune mostre a Londra prima di iniziare le riprese), è stato uno di quelli con maggior successo di un autore dalla rappresentazione antispettacolare della realtà sempre stato simbolo di cinema "alto" e intellettuale più che popolare. Ambientato nella fascinosa "Swingin London", di cui descrive i rituali (ai quali pare non fu insensibile lo stesso Antonioni, maestro nel raccontare la borghesia annoiata), l'opera è incentrata sullo spaesamento prodotto dal mezzo fotografico, che ribaltando l'illusione del protagonista del potere attraverso le immagini sulla realtà (una scena con una modella è un surrogato dell'amplesso) ne constata invece la crisi di identità, parallela a quella di una società.
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Il film, nel quale si nota il gusto pittorico di Antonioni (che visitò con lo sceneggiatore Tonino Guerra alcune mostre a Londra prima di iniziare le riprese), è stato uno di quelli con maggior successo di un autore dalla rappresentazione antispettacolare della realtà sempre stato simbolo di cinema "alto" e intellettuale più che popolare. Ambientato nella fascinosa "Swingin London", di cui descrive i rituali (ai quali pare non fu insensibile lo stesso Antonioni, maestro nel raccontare la borghesia annoiata), l'opera è incentrata sullo spaesamento prodotto dal mezzo fotografico, che ribaltando l'illusione del protagonista del potere attraverso le immagini sulla realtà (una scena con una modella è un surrogato dell'amplesso) ne constata invece la crisi di identità, parallela a quella di una società. Attraverso la tecnica, si ritorna al mistero sulla demarcazione tra realtà e immaginazione, come confermato dai mimi che appaiono all'inizio e alla fine del film, colla loro partita a tennis con la pallina invisibile. Il film può anche essere considerato una riflessione sull'arte (Antonioni stesso amava dipingere) e sulla fuga dalla realtà come punto ultimo dell'integrazione, tema che il regista svilupperà nel successivo "Zabriskie Point". Film aperto e non disperato nonostante la constatazione della solitudine, con qualche eco felliniana (la "dolce vita" londinese, i clowns), è passato alla storia anche per il primo nudo integrale femminile.
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valeriamonti
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lunedì 19 ottobre 2009
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un confronto tra vertov e antonioni
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Può essere interessante fare un confronto tra il concetto di cineocchio della scuola russa capitanata da Vertov e la visione di Antonioni (ma non solo sua, di un’epoca intera) quando gira Blow-up.
Mentre in pieno clima futurista la macchina da presa era consierata un potenziamento dell’occhio umano come anche il suo perfezionamento, capace di catturare la realtà così come si presentava, quindi nella sua assoluta verità, il film di Antonioni ci dice esattamente il contrario.
Non solo ciò che viene catturato da un obiettivo rimane ambiguo ma ciò che lo stesso occhio umano vede si confonde tra realtà e immaginazione.
Come si fa ad esser sicuri che ciò che abbiamo visto non sia frutto di una personale suggestione?
E quindi quando il giovane indolente fotografo di moda vede due persone nel parco con atteggiamenti ambigui per istinto li fotografa.
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Può essere interessante fare un confronto tra il concetto di cineocchio della scuola russa capitanata da Vertov e la visione di Antonioni (ma non solo sua, di un’epoca intera) quando gira Blow-up.
Mentre in pieno clima futurista la macchina da presa era consierata un potenziamento dell’occhio umano come anche il suo perfezionamento, capace di catturare la realtà così come si presentava, quindi nella sua assoluta verità, il film di Antonioni ci dice esattamente il contrario.
Non solo ciò che viene catturato da un obiettivo rimane ambiguo ma ciò che lo stesso occhio umano vede si confonde tra realtà e immaginazione.
Come si fa ad esser sicuri che ciò che abbiamo visto non sia frutto di una personale suggestione?
E quindi quando il giovane indolente fotografo di moda vede due persone nel parco con atteggiamenti ambigui per istinto li fotografa. Tornato a casa svilluppa il rullino e stampa le foto. Mosso da curiosità crede di vedere qualcosa dietro un cespuglio. Ingrandisce perciò la stampa fino a renderla sgranata (da qui il titolo Blow-up, ingrandimento): quello che si nasconde dietro il cespuglio si rivela ai suoi occhi una verità sconvolgente. Decide di recarsi nuovamente al parco ed effettivamente dietro il cespuglio vede ciò che sospettava di trovare. Fugge atterrito. Ma quando torna insieme ad un amico sparisce qualunque traccia, come se mai nulla fosse successo in quel luogo. Ha visto veramente prima qualcosa?
La risposta non c’è e Antonioni si tiene lontano dal risolvere il mistero.
Il messaggio del film è proprio dichiarare l’ambiguità di una realtà che si presenta sempre sfuggevole e raramente comprensibile, come anche dichiarare il fallimento di una razionalità che non solo deve rinunciare a ogni pretesa di obiettività ma anche cedere all’apparente tangibilità dei sensi.
Non rimarrà che lasciarsi trascinare in una partita a tennis senza palla.
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mercoledì 1 aprile 2009
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enigmatico...
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Enigmatico ma... superbo. Per fotografia e dialoghi essenziali (a volte incomprensibili, come quello sull'appendicite...). Un bellissimo documento cinematografico sulla Londra anni '60. L'immaginario si sovrappone al reale quasi spiazzando lo spettatore, preso nella morsa della curiosità per il susseguirsi di situazioni quasi irreali. Un film per sognare e immaginare. Da guardare da soli e in silenzio, per sentire il fruscio delle foglie mosse dal vento nel parco, luogo magico e misterioso, per "assaporare" ogni istante della partita di tennis giocata senza pallina, senza racchette e senza parole. Lo sguardo di David Hemmings quando rilancia in campo la "palla" è straordinario. Antonioni al suo massimo.
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giacomo
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domenica 25 gennaio 2009
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assurdo. (ma non come voleva antonioni...)
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Il messaggio è chiaro: nichilismo e scetticismo strabordanti sull'onda del Sessantotto eccetera...
Ma bisognava davvero tirarla così per le lunghe? Bisognava davvero aggiungere tutte quelle scene inutili e senza senso? Ecco un film che poteva durare 20 minuti ed essere assurdamente bello; ne dura 110 ed è soltanto assurdo. Un vero peccato.
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paride86
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lunedì 12 gennaio 2009
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bellissimo
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Un fotografo dalla vita frenetica e sconclusionata si ritroverà coinvolto in una storia misteriosa e affascinante.
Antonioni, dopo "Il Deserto Rosso", continua la sua galleria di personaggi anaffettivi; al contrario di Giuliana, però, il fotografo è integrato nella società, è consapevole e razionale. Come lei, invece, non riesce ad amare, o meglio si innamora di tutto ma poco dopo quello che prima adorava ha perso colore e sostanza ai suoi occhi. E' impulsivo e incostante, sempre alla ricerca di qualcosa che però non lo soddisfa mai. La sua folle corsa verso la soluzione del mistero finirà per non avere senso proprio perché si rende conto che siamo noi a dare un senso alle cose.
"Blow Up", inoltre, è un film di forte impatto visivo, con una fotografia nitida e colori accesi e una narrazione ricca di stratagemmi metaforici.
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Un fotografo dalla vita frenetica e sconclusionata si ritroverà coinvolto in una storia misteriosa e affascinante.
Antonioni, dopo "Il Deserto Rosso", continua la sua galleria di personaggi anaffettivi; al contrario di Giuliana, però, il fotografo è integrato nella società, è consapevole e razionale. Come lei, invece, non riesce ad amare, o meglio si innamora di tutto ma poco dopo quello che prima adorava ha perso colore e sostanza ai suoi occhi. E' impulsivo e incostante, sempre alla ricerca di qualcosa che però non lo soddisfa mai. La sua folle corsa verso la soluzione del mistero finirà per non avere senso proprio perché si rende conto che siamo noi a dare un senso alle cose.
"Blow Up", inoltre, è un film di forte impatto visivo, con una fotografia nitida e colori accesi e una narrazione ricca di stratagemmi metaforici.
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stefano_parravicini85
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sabato 18 ottobre 2008
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un errore di prospettiva madornale
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Le cose vanno osservate in una prospettiva storica....così anche i film. Se un film fa la storia del cinema, allora merita. Con ciò non voglio dire ovviamente che bisogna acriticamente accettare tutti i giudizi che la critica propina, solo, dico che negli ultimi tempi ci si fa avvezzi a un contatto e una comprensione delle cose sempre più epidermica e superficiale. Un giovincello che abbia visto quest'opera merita tutta la mia stima; l'unico consiglio che posso dargli è di riguardarlo, magari fra qualche anno, con occhio più maturo e più critico. E non stupirsi se il film non diverte: di fronte ad Antonioni si riflette, non ci si svaga.
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