Giuseppe Marotta
Che individuo bizzarro, di pelo difficile, contraddittorio, è Luchino Visconti. Mi piacerebbe isolarmi con lui per quaranta giorni, come facevano gli asceti di Israele con Dio, su qualche montagna o nel deserto; e ingaggiare dispute cinematografiche e letterarie così lunghe e intense da averne la gola sfregiata; e che uno di noi due si trovasse infine con le spalle al muro. Bah. Sciocchezze. Il mondo è la torre di Babele perché non vi risuonano che infrenabili, stentorei monologhi: io, io più io, io moltiplicato per io, eccetera; i dialoghi peggiorerebbero le cose, temo, perché ciascun uomo, obbligato da essi a valutarsi oggettivamente, a scendere dalla soave tigre che inforca, sbiadirebbe ai propri occhi e desidererebbe la morte. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (8927 caratteri spazi inclusi) su 1958