Giuseppe Marotta
Napoli. Con sottile perfidia marzo versa dall’imbuto, a fiotti, pioggia e sole; in un attimo inzuppa e incendia gli ombrelli, gli animi, i pensieri. Vi deridono le nubi, le grondaie, le insegne, i muri, le bocche (un po’ alla Marcello Mastroianni) delle cassette postali. Andate a giudicare qualcuno o qualcosa, in tali condizioni. Mezz’ora fa, con Lionello De Felice e con Fulvio Palmieri, da un terrazzino del "Royal" (sceneggiamo un film, tutti nababbi per otto o dieci settimane, poi lealmente ripiomberemo nel denaro contato), guardavamo appunto il mare di via Caracciolo, battuto dalle raffiche in una luce rossa di fucina. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (7881 caratteri spazi inclusi) su 1958