gunnar
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giovedì 8 marzo 2007
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grande cinema
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La morte,il silenzio di dio, la paura del vuto, la solitudine dell' uomo abbandonato da dio sono i temi principali temi di questo celebre capolavoro di bergman che segna il suo definitivo approdo a uno stile più maturo rispetto ai film della prima stagione.La bellezza del film si regge tutta sulla forza dei dialoghi(uno su tutti la confessione del cavaliere) e il meraviglioso slancio figurativo di bergman; altrettanto forte l' interpretazione di Von Sidow nel ruolo del cavaliere Antonius block
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beefheart
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domenica 4 febbraio 2007
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perderlo è un vero peccato
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A proposito di film vecchi... questo non lo è affatto, un vero "evergreen" nonostante i suoi 50 anni suonati. Analizzato in quest'ottica il suo valore lievita esponenzialmente, ma anche estrapolando il giudizio dal contesto temporale, "Il settimo sigillo" ha tutte, ma proprio tutte, le carte in regola per essere visto e ricordato a lungo. Interpretazione, dialoghi, fotografia e sceneggiatura assolutamente attuali testimoniano e garantiscono lungimirante maestria. Immagini evocative, addirittura didascaliche, bianco e nero contrastato e suggestivo, ironia, accattivante caratterizzazione dei personaggi (il mio preferito è il fido scudiero Jons). Insomma perderlo è un vero peccato.
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emanuele81
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sabato 13 gennaio 2007
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deludente...
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Un sito cinematografico lo considera il terzo film più bello della storia del cinema di tutti i tempi !!!!!
Ero titubante nel guardare un film del '53 abituato come sono solo ai films di ultima generazione...ma le recenzioni che ho letto sul "settimo sigillo" mi hanno colpito...non ne ho vista neanche una con meno di 4 stelle!!
così ho fatto questo "tuffo nel passato" e l'ho visto...e devo dire che è stata una grossa delusione...
come è possibile che abbia riscosso tutto questo successo e ammirazione??
forse non sarò un buon intenditore, ma a me è parso che i ritmi sono troppo blandi, l'atmosfera "straniante" e molti, troppi personaggi assolutamente piatti, vuoti ed inutili nel dare colore, contenuto ed intensità alla trama(trama??).
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Un sito cinematografico lo considera il terzo film più bello della storia del cinema di tutti i tempi !!!!!
Ero titubante nel guardare un film del '53 abituato come sono solo ai films di ultima generazione...ma le recenzioni che ho letto sul "settimo sigillo" mi hanno colpito...non ne ho vista neanche una con meno di 4 stelle!!
così ho fatto questo "tuffo nel passato" e l'ho visto...e devo dire che è stata una grossa delusione...
come è possibile che abbia riscosso tutto questo successo e ammirazione??
forse non sarò un buon intenditore, ma a me è parso che i ritmi sono troppo blandi, l'atmosfera "straniante" e molti, troppi personaggi assolutamente piatti, vuoti ed inutili nel dare colore, contenuto ed intensità alla trama(trama??)...un film che innesca violentemente nell'animo dello spettatore una sfrenata, travolgente e irrefrenabile voglia di.......dormire!!!
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birillo67
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giovedì 11 gennaio 2007
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se il tempo ti sfugge...
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Un capolavoro cinematografico ed un inno al bisogno che l'uomo ha di Dio. E' comunque un film complesso: se visto con superficialità può portare ad una visione anticlericale e antistorica.
Leggi la mia recensione esaustiva ("Se il tempo ti sfugge...") pubblicata su Ciao.it ===>>>
http://www.ciao.it/Il_settimo_sigillo__Opinione_605394
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gremlin 90
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lunedì 27 novembre 2006
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troppo il più migliomente meglio!!!!
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Assolutamente arciperfetta la prova di Bergman: in segna che solo i cuori puri possono vincere la morte!!!!! Evvai!
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tommy tee
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lunedì 27 novembre 2006
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bergman: il più migliore
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Il regista svedese a mio modesto parere sfodera con "Il settimo sigillo" tutto il suo talento.
[+] tommy sei tonto!
(di ingmar bergman)
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lucy
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venerdì 17 novembre 2006
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capolavoro
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yawgmoth
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venerdì 20 ottobre 2006
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"non mi serve sapere"
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Una memorabile e preziosissima opera d'arte di un immenso cineasta.
La vita, l'esistenza, il divino. Tutto è trattato in modo sublime.
Si inizia con il cavaliere Antonius Block che incontra la morte, è venuta a prenderlo, ma lui non lo accetta e lancia una sfida: se in una partita a scacchi vincerà lui avrà salva la vita, in caso contrario accetterà di morire. La morte accetta quasi divertita. La figura della morte è trattata in modo superbo, una questione che mette a disagio, sgradevole e che si cerca di evitare fintanto che è possibile è qui rappresentata quasi come un clown: il fortissimo contrasto fra la veste nera e il volto bianchissimo, gli occhi neri come la notte che danno l'illusione che non ci sia l'iride ma che siano solo due sfere di nulla.
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Una memorabile e preziosissima opera d'arte di un immenso cineasta.
La vita, l'esistenza, il divino. Tutto è trattato in modo sublime.
Si inizia con il cavaliere Antonius Block che incontra la morte, è venuta a prenderlo, ma lui non lo accetta e lancia una sfida: se in una partita a scacchi vincerà lui avrà salva la vita, in caso contrario accetterà di morire. La morte accetta quasi divertita. La figura della morte è trattata in modo superbo, una questione che mette a disagio, sgradevole e che si cerca di evitare fintanto che è possibile è qui rappresentata quasi come un clown: il fortissimo contrasto fra la veste nera e il volto bianchissimo, gli occhi neri come la notte che danno l'illusione che non ci sia l'iride ma che siano solo due sfere di nulla.
La scacchiera è la metafora della vita, con regole precise nei modi e nei tempi, e Antonius come tutti parte convinto di poter sconfiggere la morte, ma pian piano che il tempo passa e la partita si avvicina alla fine si rende conto dell'ineluttabilità della sua fine e allora non cerca più di salvare se stesso, ma di salvare ciò che vi è di buono nell'umanità, che nel film è rappresentata dalla famiglia di Saltimbanchi.
Tutti i personaggi sono metafore dei modi di essere dell'uomo: lo scudiero di Antonius con il suo pragmatismo, il suo vedere come una superstizione la ricerca del divino, il fabbro e la moglie con i loro sciocchi battibecchi e la loro pochezza, la ragazza muta che solo nella fine ritrova la parola. Sono tutti aspetti dell’essere umano.
La morte vorrebbe prenderli tutti, ma Antonius Block riuscirà a salvare i Saltimbanchi, ciò che c'è di buono nell'umanità.
La sequenza più tragica rimane quella dove al termine della partita (nella quale ovviamente vince la morte) Antonius le chiede se al loro prossimo e ultimo incontro svelerà i suoi segreti, la morte dice che non ha alcun segreto da svelare. Antonius atterrito chiede com'è possibile che neanche la morte conosca le risposte ai misteri del divino e dell'imperscrutabile, al ché la morte lo guarda freddamente e semplicemente dice << Non mi serve sapere. >>
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claudio
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sabato 19 agosto 2006
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ma è perfetto!!
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Se un film riassume la vita e i modi di porgersi di fronte ad essa, questo film è "Il Settimo Sigillo". Il cavaliere, persona colta, tormentata da un'assenza di un significato ultimo alle proprie azioni e dall'incalzare della morte, che paziente lo aspetta sul percorso di casa con una scacchiera. Lo scudiero, attaccato alle cose concrete di ogni giorno, che rifiuta ogni confronto con il divino e si lascia scorrere tutto addosso. La coppia di saltimbanchi, sempre a sostenersi l'un l'altro ed a compatirsi a vicenda delle proprie piccole debolezze, salvo poi in sottofinale avere lui che vede comunque più lontano. Il tagliaboschi e la moglie, che per limitatezza di vedute continuano a tormentarsi l'un l'altro.
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Se un film riassume la vita e i modi di porgersi di fronte ad essa, questo film è "Il Settimo Sigillo". Il cavaliere, persona colta, tormentata da un'assenza di un significato ultimo alle proprie azioni e dall'incalzare della morte, che paziente lo aspetta sul percorso di casa con una scacchiera. Lo scudiero, attaccato alle cose concrete di ogni giorno, che rifiuta ogni confronto con il divino e si lascia scorrere tutto addosso. La coppia di saltimbanchi, sempre a sostenersi l'un l'altro ed a compatirsi a vicenda delle proprie piccole debolezze, salvo poi in sottofinale avere lui che vede comunque più lontano. Il tagliaboschi e la moglie, che per limitatezza di vedute continuano a tormentarsi l'un l'altro. Su tutti la morte, che vigila, agisce, non risponde e guida la danza della vita di tutti. Come dimenticarsi di frasi come "Perchè io dovrei aver fede nella fede degli altri? E che ne sarà di coloro che non possono o non vogliono aver fede?" oppure "Serberò il ricordo di tutti voi. Lo serberò come una ciotola di latte di cui non si vuol versare una goccia. E sarà per me un ricordo, qualcosa in cui credere"? E che dire di quel carrello in avvicinamento verso la taciturna con lei che ha uno sguardo tra la trance e la felicità e dice "l'ora è venuta"? Tutte le volte che rivedo quella scena è come se qualcosa mi esplodesse dentro. Sono troppo coinvolto, debbo fermarmi. Vedetelo e sappiatemi dire.
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birillo67
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giovedì 20 luglio 2006
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se il tempo ti sfugge...
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Recensione originale pubblicata sul sito Ciao.it all'indirizzo http://www.ciao.it/Il_settimo_sigillo__Opinione_605394.
"GLI UOMINI, NON AVENDO POTUTO GUARIRE LA MORTE, LA MISERIA, L'IGNORANZA, HANNO CREDUTO MEGLIO, PER ESSERE FELICI, DI NON PENSARCI" (Blaise Pascal - Pensieri, 168 B).
[ ::: ::: ::: SE IL TEMPO TI SFUGGE, PUOI PASSARE OLTRE ::: ::: ::: ]
►► I DESTINATARI ◄◄
"Il Settimo Sigillo" del maestro Ingmar Bergman non è un film per te…!?
• Non fa per te misantropo fine a te stesso, incurante dell'epilogo, che affidi il tuo futuro eterno al piacere in ogni dove, al successo ad ogni costo, al tuo ego come ossesso.
• Non è nemmeno per te ragazzo moderno e spensierato, obnubilato da calendari orfani dei soliti Silvestro&Titti a rincorrersi sui tetti e che son ora invece tutti Totti e tette che invitano al tatto.
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Recensione originale pubblicata sul sito Ciao.it all'indirizzo http://www.ciao.it/Il_settimo_sigillo__Opinione_605394.
"GLI UOMINI, NON AVENDO POTUTO GUARIRE LA MORTE, LA MISERIA, L'IGNORANZA, HANNO CREDUTO MEGLIO, PER ESSERE FELICI, DI NON PENSARCI" (Blaise Pascal - Pensieri, 168 B).
[ ::: ::: ::: SE IL TEMPO TI SFUGGE, PUOI PASSARE OLTRE ::: ::: ::: ]
►► I DESTINATARI ◄◄
"Il Settimo Sigillo" del maestro Ingmar Bergman non è un film per te…!?
• Non fa per te misantropo fine a te stesso, incurante dell'epilogo, che affidi il tuo futuro eterno al piacere in ogni dove, al successo ad ogni costo, al tuo ego come ossesso.
• Non è nemmeno per te ragazzo moderno e spensierato, obnubilato da calendari orfani dei soliti Silvestro&Titti a rincorrersi sui tetti e che son ora invece tutti Totti e tette che invitano al tatto.
• Non è forse per te fratello impaurito e sconsolato, che ti lasci rincorrere dalla caducità delle cose e sul conseguente assurdo fondi una religione senza speranza.
• Non è per te sepolcro imbiancato, testimone fallace che segui le regole senza riconoscerNe l'anima, che ami la Legge senza amarNe il Legislatore, che vivi e diffondi l'inferno di un Dio rivale ed ostile piuttosto che la buona novella di un papà amorevole e misericordioso.
• Non è neanche per te compagno, scientifico autore di te stesso che vagando nelle dotte miniere del sapere ti investi del diritto di escludere dalla vista di ciascuno ciò che ciascuno vede, ma che tu ancora non riesci e puoi dimostrare.
• Non è per te retorico pensatore arrovellato e contorto che anneghi nella teoria ogni naturale brama di conoscenza, evitando contaminazioni del tangibile come dell'incomprensibile.
• Non è neppure per te amico, sacerdote di un culto attuale e suadente, che si ostina a confondere il creato col suo Creatore e le creature con la Creatura.
• Non è manco per te appassionato ed ingenuo salvatore dei tuoi simili che ti illudi di dare un senso alla tua vita sperando di essere il Senso per quella altrui.
NO. Non fa per voi. Non fa per noi. O forse SI.
Forse è per voi, è per noi. Forse è per te e per me, Birillo unico e qualsiasi, materialista o indifferente, esistenzialista o bigotto, scientista o filosofo, panteista, umanista, Uomo!
[ ::: ::: ::: SE IL TEMPO TI SFUGGE, PUOI PASSARE OLTRE ::: ::: ::: ]
►► L'OBIETTIVO ◄◄
Non è per te, o forse lo è, se sarai disposto, per la prima volta o per l'ennesima, ad osare affidarti a Dio per chiedere e pretendere una luce su quel futuro eterno che la natura stessa di cui siamo impregnati invoca e contempla. E' per te se avrai il coraggio di lasciarti scalfire dal dubbio, in un senso o nel suo opposto, poichè la vita stessa ci chiede di cercare e di trovare una ragione assoluta per essere vissuta.
Lo vuoi tu? Vuoi anche tu accompagnare questo Cavaliere di ritorno dalla sua vita senza senso per cercare quel sussulto che gli renda sorella pure la morte? O preferisci puntare senza dubbio alcuno sull'idea che il bisogno di Dio non è una realtà innata, ma costruita dall'uomo e dalla sua paura del Nulla, e in tal modo rischiare di perdere Tutto?
"LA SCOMMESSA (che Dio esiste ndr) È RAGIONEVOLE PERCHÉ LA SUA VINCITA È INFINITA ED INFINITAMENTE SUPERIORE ALLA POSTA IN GIOCO. ARRISCHIARE IL FINITO PER GUADAGNARE L'INFINITO HA, EVIDENTEMENTE, LA CONVENIENZA MASSIMA" (Blaise Pascal - Pensieri, 233 B).
Se lo vuoi, quindi, puoi lasciarti condurre da Bergman in questa ricerca
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