Il settimo sigillo |
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Un film di Ingmar Bergman.
Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson.
continua»
Titolo originale Det Sjunde Inseglet.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 95 min.
- Svezia 1957.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 5 novembre 2018.
MYMONETRO
Il settimo sigillo
valutazione media:
4,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"Non mi serve sapere"di YawgmothFeedback: 0 |
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venerdì 20 ottobre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una memorabile e preziosissima opera d'arte di un immenso cineasta. La vita, l'esistenza, il divino. Tutto è trattato in modo sublime. Si inizia con il cavaliere Antonius Block che incontra la morte, è venuta a prenderlo, ma lui non lo accetta e lancia una sfida: se in una partita a scacchi vincerà lui avrà salva la vita, in caso contrario accetterà di morire. La morte accetta quasi divertita. La figura della morte è trattata in modo superbo, una questione che mette a disagio, sgradevole e che si cerca di evitare fintanto che è possibile è qui rappresentata quasi come un clown: il fortissimo contrasto fra la veste nera e il volto bianchissimo, gli occhi neri come la notte che danno l'illusione che non ci sia l'iride ma che siano solo due sfere di nulla. La scacchiera è la metafora della vita, con regole precise nei modi e nei tempi, e Antonius come tutti parte convinto di poter sconfiggere la morte, ma pian piano che il tempo passa e la partita si avvicina alla fine si rende conto dell'ineluttabilità della sua fine e allora non cerca più di salvare se stesso, ma di salvare ciò che vi è di buono nell'umanità, che nel film è rappresentata dalla famiglia di Saltimbanchi. Tutti i personaggi sono metafore dei modi di essere dell'uomo: lo scudiero di Antonius con il suo pragmatismo, il suo vedere come una superstizione la ricerca del divino, il fabbro e la moglie con i loro sciocchi battibecchi e la loro pochezza, la ragazza muta che solo nella fine ritrova la parola. Sono tutti aspetti dell’essere umano. La morte vorrebbe prenderli tutti, ma Antonius Block riuscirà a salvare i Saltimbanchi, ciò che c'è di buono nell'umanità. La sequenza più tragica rimane quella dove al termine della partita (nella quale ovviamente vince la morte) Antonius le chiede se al loro prossimo e ultimo incontro svelerà i suoi segreti, la morte dice che non ha alcun segreto da svelare. Antonius atterrito chiede com'è possibile che neanche la morte conosca le risposte ai misteri del divino e dell'imperscrutabile, al ché la morte lo guarda freddamente e semplicemente dice << Non mi serve sapere. >>
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