Giuseppe Marotta
Un lettore ha scritto al nostro giornale, dolendosi per la mia nota su Casta Diva. Egli, più o meno, diceva: “Ammettiamo che errori di gusto e di racconto abbondassero nel film; lei però, Marotta, non ha lodato neppure le stupende melodie, le celestiali voci, la fine esecuzione dei brani d'opera”. Bene. Arrossirei, e mi emenderei, se al cinema si andasse per ascoltar musica; se un film e uno spartito fossero non dico figli della stessa mamma, frutti della stessa pianta, ma collegabili saggiamente in qualche modo. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (6172 caratteri spazi inclusi) su 1956