Come tu mi vuoi

Premesso che il nastro che ho appena visto durava solo 71 minuti,forse una versione breve,la vicenda appare un po' ridotta all'osso,con una parte iniziale poco amalgamata al resto del film. Resta da dire che,comunque,propio i primi minuti sono i più godibili:una Garbo deliziosamente comica (meglio che in Ninotchka) ed insolitamente biondo platino. Zara e Maria,come Pirandello suggerisce(il testo é [...] Vai alla recensione »

Così giovani e già così moralisti fanno una tenerezza infinita. Non riusciamo a immaginare come saranno da grandi, se sui banchi universitari riflettono sull'essere e sull'apparire. Finora pensavamo che il massimo fosse stato raggiunto da "Ricordati di me" di Gabriele Muccino, dove si stabiliva una volta per tutte che un romanziere mancato merita più rispetto di una velina riuscita.

Una ragazza studiosa, rigorosa e bruttina (occhiali, pelle maculata) s'innamora di un ragazzo ricco, frivolo e bello. Per sedurlo si trasforma, impara a ballare, vestire e truccarsi, diventa carina e futile; ma è lui- a mutarsi per lei in una persona quasi seria. La commedia giovanile Come tu mi vuoi del debuttante Volfango de Biasi, interpretata dalla coppia di Notte prima degli esami, è socio-eticamente [...] Vai alla recensione »

Come tu mi vuoi dell'esordiente Volfango De Biasi racconta la storia tra una bruttina secchiona e un rampollo gaudente. Lei prima si trasforma per amore e perde l'anima, poi lui si redime, capisce che la vita è importante e le apparenze non contano niente e, nonostante le incomprensioni, i sentimenti trionfano. Gli attori? Sempre Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi.

La ricorrente mediocrità di parecchi film americani non desta insofferenze soltanto nella vecchia Europa. Anche in America si hanno qua e là proteste e stanchezze che subito si riflettono su gli incassi, i oli che possano commuovere quei produttori. Qualcuno pensa allora di affrontare vie meno battute; e l'attuale «riduzione» del pirandelliano Come tu mi vuoi è uno di questi tentativi, imperniato sul [...] Vai alla recensione »

Ma perché quando in Sex and the city o in Il diavolo veste Prada lo shopping procede a forza di vere griffe in bell'evidenza la cosa ci sembra naturale anzi persino ironica? E se invece la litania dei marchi più famosi viene recitata in un filmetto nostrano titolato Come tu mo vuoi lo stesso fatto ci appare di rara volgarità, benché in piena conformità con la legge che ormai favorisce il product placement? [...] Vai alla recensione »