Hannah Arendt

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Un film di Margarethe von Trotta. Con Barbara Sukowa, Axel Milberg, Janet McTeer, Julia Jentsch, Ulrich Noethen.
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Drammatico, durata 113 min. - Germania, Lussemburgo, Francia 2012. - Nexo Digital uscita lunedì 27 gennaio 2014. MYMONETRO Hannah Arendt * * * - - valutazione media: 3,28 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

un film che di-spiega l'essenza del male Valutazione 4 stelle su cinque

di Michela Siccardi


Feedback: 714 | altri commenti e recensioni di Michela Siccardi
domenica 9 febbraio 2014

La filosofa Hannah Arendt, inviata dal “New Yorker”, si reca a Gerusalemme per assistere al processo di Adolf Eichmann, l’“architetto dell’Olocausto” che organizzava il traffico ferroviario per il trasporto degli ebrei nei campi di concentramento. La scrittrice si aspetta di trovarsi faccia a faccia con un mostro, con un uomo spaventoso e terrificante, invece quello che ha davanti a sé è un comunissimo uomo, una persona ordinaria. Il funzionario delle SS, noto come il “contabile dello sterminio”, si rivela un uomo assolutamente mediocre, quasi insignificante, non intelligente né particolarmente malvagio; certamente non un “genio del male”, piuttosto un efficiente burocrate, un alacre esecutore di ordini. Eichmann non sembra mostrare alcun rimorso o vergogna per i brutali crimini commessi, non sembra provare emozioni o avere sentimenti riguardanti le proprie azioni, molte delle quali non ricorda. Questa sua frequente mancanza di memoria altro non è che la tragica manifestazione di una profonda inconsapevolezza, della totale incoscienza con cui perpetrava i suoi atti, dell’ignoranza del significato delle proprie azioni. Eichmann non ha un’ideologia antisemita (per la verità non ha alcuna ideologia), non odia gli ebrei; egli è semplicemente un burocrate, un funzionario zelante nel suo lavoro, un uomo rispettoso della legge del Führer, nonché particolarmente desideroso di compiacere i propri comandanti.  La Arendt capisce di avere di fronte una mediocrità, una nullità, un “nessuno”. Eichmann è un uomo qualunque, e un qualunque uomo -un qualsiasi uomo privo di idee- potrebbe essere Eichmann. Eichmann non ricorda perché “non si può ricordare qualche cosa a cui non si è pensato e di cui non si è parlato con se stessi”. Eichmann è privo di un dialogo con la propria coscienza – da cui egli  stesso ammette di essersi “dissociato”. Nel suo coraggioso reportage Hannah Arendt parla dell’Olocausto in termini inediti, rivoluzionari; osa usare un nuovo linguaggio che suonerà scandaloso e indecente. Ma mostrare l’inconsapevolezza di chi compie il male non significa in alcun modo giustificare, bensì capire (forse per la prima volta). Comprendere non significa perdonare. La scrittrice riceverà durissime critiche e violente minacce personali per la sua analisi oggettiva e scevra di risentimento, per la sua brillante disamina sul male, per aver dato un ritratto di Eichmann che non ne faceva la più pericolosa bestia di satana -come tutti si aspettavano di leggere- ma rendeva piuttosto l’immagine di un uomo normale, di un mero esecutore, lontano dalla responsabilità del reale. Attraverso la descrizione di questo uomo la giornalista e filosofa di-spiega l’essenza del male portandone alla luce la natura essenzialmente banale: il male non è mostruoso e demoniaco, dietro di esso non c’è nulla. Non v’è alcuna profondità sotto la sua superficie, il male non può essere radicale ma solo estremo, assoluto. Il male è assoluto perché non può essere ricondotto a misura umana; dietro di esso non c’è il logos, non c’è la ratio, non c’è la persona, ma la totale negazione di questa. E il male è compiuto da questi “inconsapevoli volontari”: uomini che rifiutano di pensare, di essere persone. Il male coincide con l’assenza di pensiero, con la negazione dell’essere. Il pensiero è il muto dialogo che l’anima intrattiene con se stessa, ed  Eichmann è “l’incarnazione dell’assoluta banalità del male” in quanto privo di pensiero,privo di anima, privo di essere.

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vanessa zarastro martedì 1 aprile 2014
conoscenza tematica
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Ottimo testo che presuppone una approfondita conoscenza dell'argomento. Molto di più di ciò che si vede nel film che alla fine è solo un film.VZ

[+] i quattro cavalieri dell'apocalisse (di mencio)
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