Hannah Arendt

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Un film di Margarethe von Trotta. Con Barbara Sukowa, Axel Milberg, Janet McTeer, Julia Jentsch, Ulrich Noethen.
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Drammatico, durata 113 min. - Germania, Lussemburgo, Francia 2012. - Nexo Digital uscita lunedì 27 gennaio 2014. MYMONETRO Hannah Arendt * * * - - valutazione media: 3,28 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
michela siccardi domenica 9 febbraio 2014
un film che di-spiega l'essenza del male Valutazione 4 stelle su cinque
95%
No
5%

La filosofa Hannah Arendt, inviata dal “New Yorker”, si reca a Gerusalemme per assistere al processo di Adolf Eichmann, l’“architetto dell’Olocausto” che organizzava il traffico ferroviario per il trasporto degli ebrei nei campi di concentramento. La scrittrice si aspetta di trovarsi faccia a faccia con un mostro, con un uomo spaventoso e terrificante, invece quello che ha davanti a sé è un comunissimo uomo, una persona ordinaria. Il funzionario delle SS, noto come il “contabile dello sterminio”, si rivela un uomo assolutamente mediocre, quasi insignificante, non intelligente né particolarmente malvagio; certamente non un “genio del male”, piuttosto un efficiente burocrate, un alacre esecutore di ordini. [+]

[+] conoscenza tematica (di vanessa zarastro)
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minnie giovedì 21 marzo 2013
se una pensatrice negli anni sessanta Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

Questo film parla di un periodo preciso nella vita di Hannah Arendt, grande filosofa vissuta dal 1906 al 1975, con escursioni nella sua gioventù quando, come tutti sanno o almeno dovrebbero sapere, ella ebbe una relazione con il filosofo Martin Heidegger, suo professore all'università di Heidelberg. Se un difetto ha il film, forse è quello di essere tenero verso il vecchio Heidegger che risulta come un inoffensivo vecchietto che cita Agostino passeggiando fra i boschi mentre fu un attivo sostenitore del nazismo, ma mostrandolo così la regista von Trotta ne fa anche un simbolo: simbolo di quegli intellettuali mitteleuropei che si chiusero in una torre d'avorio (come in Italia Croce) senza contrastare attivamente i totalitarismi. [+]

[+] per minnie (di filo56)
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pascale marie martedì 28 gennaio 2014
la nullità del male Valutazione 5 stelle su cinque
92%
No
8%

Margarethe Von Trotta ha fatto bene a presentare il film nelle lingue originali che gli danno più enfasi, credibilità e un'intensità maggiore. La bravura degli interpreti è indiscutibile. Hannah Arendt, scrittrice, filosofa e giornalista fugge dalla Germania nazista e con l'amato e devoto marito trova asilo in America, a New York dove è ammirata e rispettata. Ha spesso incontri con amici e stretti collaboratori con cui intavola accese discussioni di principi filosofici, ottenendo quasi sempre l'indiscutibile appoggio del marito. Un criminale nazista, Eichmann, viene estradato in Israele e Hannah parte come inviata del New Yorker per assistere al processo, il marito la esorta a non andare ma lei non può non esserci. [+]

[+] nulla da aggiungere (di angelo umana)
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angelo umana venerdì 7 febbraio 2014
mediocre burocrazia per la "vernichtung" Valutazione 3 stelle su cinque
81%
No
19%

Film fiction ma quasi documentario, a beneficio di chi non sapesse esattamente - come lo scrivente - perché l'ebrea Hannah Arendt fu avversata dai suoi stessi connazionali. Inviata a Gerusalemme dal New Yorker - a New York si era rifugiata con la famiglia e lì era una stimatissima insegnante universitaria e giornalista - a riferire del processo ad Eichmann, si trova davanti un "onesto" esecutore di ordini, si occupava semplicemente, a suo dire, dei trasporti dei deportati, un preciso spedizioniere. Grande merito dello scrupoloso film della Von Trotta è di inserirvi filmati d'epoca del processo, nei quali in b/n si può osservare l'impassibile imputato dalle cui espressioni si nota la convinzione di aver solo fatto il proprio dovere. [+]

[+] bravo angelo (di jean remi)
[+] "agito secondo legge" (di angelo umana)
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vanessa zarastro lunedì 31 marzo 2014
ragione versus emozione Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

È raro parlare di una figura femminile associandola a sostantivi come razionalità, pensiero e intelligenza. Così è descritta la filosofa Hannah Arendt da Margareta Von Trotta. Ebrea di origine, amante (riamata) del suo maestro Martin Heidegger, fuggita in America nel 1940 dopo un breve periodo di reclusione in Francia, Hannah Arendt è una figura femminile che ha diviso - e divide a tutt’oggi - le opinioni delle sinistre, delle comunità ebraiche e delle femministe. Osannata da un lato, demonizzata dall’altro, il film mostra la storia di ciò che ha dato vita al suo testo “La banalità del male” del 1963. Il libro, a sua volta, trae le motivazioni dal reportage che la Arendt svolse per la rivista “New York Times” al processo contro Adolf Eichmann del 1961 a Gerusalemme. [+]

[+] omuncolo (di angelo umana)
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giank51 giovedì 28 agosto 2014
l'allieva di heidegger tenta di emulare il maestro Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Tutto il gran dibattito che l'opera della Arendt ha suscitato ruota attorno ad un'idea base che nel film ritorna come un "leitmotiv": tutto il male che è stato commesso da Eichmann e dagli altri gerarchi nazisti è conseguenza di un assenza di pensiero, una sorta di "Denken-los" generalizzato che banalizza l'operare dell'uomo. Su questa base la Arendt ritiene nello stesso tempo di non giustificare tuttavia i crimini delle SS. A parte tale evidente contraddizione come si può sostenere che alla base dei crimini nazisti vi sia stata un assenza di pensiero? Eichmann e gli altri non erano per nulla privi di pensiero così da non accorgersi di quello che facevano. Innanzi tutto parliamo di classe dirigente tedesca che all'epoca aveva un importante educazione religiosa: cattolica o luterana che fosse. [+]

[+] a proposito di hanna arendt (di mareble)
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marcobrenni venerdì 30 gennaio 2015
hannah arendt filosofa atipica Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
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Il film ha perlomeno il merito di fare conoscere questa donna, intellettuale certamente erudita, ma dai tratti molto ambigui, esattamente come il suo grande maestro e mentore Martin Heidegger che fu un grande ambiguo pure lui, tanto che divenne nazista contraddicendo tutto quanto aveva scritto ed insegnato. Egli cantò in pubblico pure con grande entusiasmo l'inno nazista , il famigerato "Horst Wessel Lied"! Non c'è alcun dubbio che Heidegger aderì al nazismo sia per convenienza, sia per sincera convinzione che solo molto più tardi abbandonò, senza però mai fare un "Coming-Out" sincero. Nemmeno convince la Arendt nella sua dichiarata "innocenza" verso Heidegger. Secondo U. Galimberti (ma non solo) , la Arendt sfruttò abilmente Heidegger soprattutto per farsi strada, facendo poi credere di essersene allontana alquanto "delusa". [+]

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rampante mercoledì 4 marzo 2015
una donna Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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Il film ha il merito di far conoscere la filosofa ebreo-tedesca Hannah Arendt, intellettuale dai tratti molto ambigui, che nel 1940 fugge con il marito e la madre dalla Germania e si trasferisce negli Stati Uniti.

Nel 1961 si reca a Gerusalemme per seguire, per conto del New Yorker, il processo al funzionario nazista Adolf Eichmann, qui rimane sorpresa quando, pensando di trovare un mostro, vede solamente un  mediocre funzionario ubbidiente come un cane fedele al suo padrone e si rifiuta di credere che Eichmann, pur profondamente anti-ebraico, provasse piacere in quello che faceva, tutto sarebbe stato solo il frutto di un enorme, banale apparato burocratico

Hannah Arendt, il vero personaggio, è una donna coraggiosa, coerente e controversa [+]

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Giovanni Ottone
Pubblico (per gradimento)
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