Pollo alle prugne |
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Un film di Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi.
Con Mathieu Amalric, Edouard Baer, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Éric Caravaca.
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Titolo originale Poulet aux prunes.
Drammatico,
durata 91 min.
- Francia, Germania 2011.
- Officine Ubu
uscita venerdì 6 aprile 2012.
MYMONETRO
Pollo alle prugne
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una favola amara sull'amore e sulla vitadi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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domenica 6 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo l'intenso j'accuse di Persepolis torna la regista iraniana Marjane Satrapi e non manca di colorire a tratti anche questo suo nuovo lavoro con l'animazione, un'animazione dolce e ironica, malinconica e vitale. Come malinconico e vitale è l'intero plot che ci fa conoscere la vita di Nasser Ali grande violinista che un giorno, dopo che la moglie mai amata gli ha frantumato il violino, decide di lasciarsi morire giacendo a letto, fra fantasie e ricordi, fra nostalgie e speranze perdute. Un amore giovanile mai dimenticato, un'ispirazione lunga una vita che si spezza proprio come le corde dell'amato violino, una ragione per vivere che svanisce di fronte all'impossibilità di evocare ancora quell'amore che lo ha tenuto aggrappato al soffio della vita in tutti gli anni passati a suonare in giro per il mondo. C'è un struggente sentimento di solitudine e di sperdimento che pervade lo sguardo di Nasser, c'è la consapevolezza che solo l'amore può essere fonte di ispirazione, non solo artistica ma anche umana, e c'è la resa di fronte ad un destino che ci ha negato la possibilità di essere felici, una resa non rabbiosa però, quasi che l'accettazione di un fato avverso sia parte stessa di quel fato. Gli intermezzi in animazione sono ricami delicati e onirici in un film amaro e dolcissimo allo stesso tempo, capace di farci emozionare con tocchi lievi ed evocazioni lontane. Le figure femminili sono potenti e presenti - la madre di Nasser, rigida e pragmatica fino alla fine quando chiede al figlio di smettere di pregare per lei così che possa finalmente morire in pace (Isabella Rossellini), la moglie mai amata che invece lo ama teneramente da sempre (Maria de Medeiros), l'amore giovanile perduto e però più presente della realtà - e fanno da collante alla vita raminga e triste di Nasser, i figli pur nel loro entusiasmo infantile non riescono a strapparlo alla sua ferma volontà di morire, perchè senza valori in cui credere non si può vivere e l'unico valore in cui Nasser abbia mai creduto, l'amore che l'ha reso capace di comporre musica e per metafora creare vita, è ormai perduto per sempre. Due scene su tutte: l'incontro dopo trent'anni con l'amore della sua vita, che verrà replicata ben due volte nel film , la seconda con ben diverso significato, intensa, dolente, straziante e al contrario una grottesca presa in giro della realtà americana con un siparietto stile sit com per farci sapere quale sarà il destino di uno dei due figli di Nasser. Capace di far ridere e di emozionare la Satrapi ancora una volta dimostra come sia facile per lei raggiungere il cuore degli spettatori e parlare un linguaggio universale, quello dell'amore, sia pur calato in un contesto sociale e politico mai taciuto o rimosso.
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