Welcome Venice |
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Un film di Andrea Segre.
Con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia 2021.
- Lucky Red
uscita giovedì 9 settembre 2021.
MYMONETRO
Welcome Venice
valutazione media:
3,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un’ironizzazione poetica sulle prioritàdi Gaia PullieroFeedback: 310 | altri commenti e recensioni di Gaia Pulliero |
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sabato 4 settembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con Welcome Venice Andrea Segre riapre il capitolo di ambientazione lagunare e lo fa con un film profondamente ancorato alle tradizioni del territorio, donandogli però (ancora una volta) un un carattere dal respiro universale. Già con Io sono Li (2011) la cittadina di Chioggia era stata insignita di un alone macrocosmico facendosi teatro del fenomeno immigratorio, ora in Welcome Venice la laguna di Venezia e l’Isola della Giudecca si fanno portatrici di quel sentimento di “prepotenza economica” che sempre più sembra minacciare la quotidianità dei piccoli centri abitati. Centri che da storici si fanno via via turistici, perdendo così la loro autenticità. È con la consapevolezza di questa trasformazione che in Welcome Venice la “poetica del paesaggio” di Segre prescinde da quell’ormai abusato voyeurismo turistico nei confronti delle location e riesce a plasmare le ambientazioni come facessero parte del quotidiano del pubblico in sala. Il costante fuoco sui personaggi - e quindi il ruolo secondario attribuito dichiaratamente alle ambientazioni - permette infatti allo spettatore di non farsi distrarre dal fascino novello dei luoghi e di fare così propria la storia narrata sentendosi legittimato come soggetto attivo (immagini travolgenti sono comunque presenti, ma sono sempre proposte in chiave evocativa e mai sotto forma di “cartolina”). La storia è pertanto sviluppata partendo dal fil rouge degli affetti personali, ma è capace di attrarre su di sé riflessioni provenienti da più contesti relazionali, sociali e settoriali (affronta temi quali la famiglia, il turismo, la pandemia, le tradizioni…). Infine, impeccabili le interpretazioni di Andrea Pennacchi (Alvise) e Paolo Pierobon (Piero) che hanno saputo tessere con estrema delicatezza, ma anche determinazione, sfumature caratteriali capaci di portare a momenti di totale empatia con il personaggio, ad altri di rancore e ad altri ancora di profonda rabbia. E tutto questo lo fanno interpretando ruoli apparentemente opposti, eppure accomunati da quello stesso fil rouge.
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