Welcome Venice

Un film di Andrea Segre. Con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 100 min. - Italia 2021. - Lucky Red uscita giovedì 9 settembre 2021. MYMONETRO Welcome Venice * * * - - valutazione media: 3,39 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

tra passato e futuro Valutazione 5 stelle su cinque

di sergio dal maso


Feedback: 8142 | altri commenti e recensioni di sergio dal maso
domenica 14 novembre 2021

“… i venessiani i xe tornai casti e puri, dopo che i se ga venduo anca el sal petà sui muri”  
                                                                        Herman Medrano & Sir Oliver Skardy (Naltra Venessia)
 
Tre fratelli. Toni, Piero e Alvise. Sono riuniti con le rispettive famiglie nella casa dove sono cresciuti, all’isola della Giudecca. Un’isola, o meglio, un gruppo di otto isole tra loro collegate, tutto sommato estranee ai circuiti turistici veneziani.
La tradizione di famiglia li vorrebbe tutti e tre “moécanti”, pescatori di “moéche”, i piccoli granchi che nel periodo della muta perdono il carapace - il guscio - e diventano delle croccanti delizie da friggere; un tempo piatto popolare, oggi molto ricercato e costoso. Ma il pescatore di laguna è un mestiere difficile e faticoso, non a caso ne sono rimasti poche decine.    
Da una parte, a continuare la tradizione, ci sono Toni e Piero, dall’altra Alvise, inserito nel circuito turistico che affitta stanze e residenze a gestione famigliare, in difficoltà finanziarie dopo il crollo di turisti per la pandemia.
In mezzo c’è la vecchia casa dei genitori, che Alvise vorrebbe ristrutturare e trasformare in un resort di lusso, per “offrire ai turisti una esperienza nuova, di charme”.
Sono schèi sicuri e facili quelli a cui mira Alvise, opposti a quelli sudati e incerti della faticosa pesca di laguna, che Piero non pensa nemmeno per un istante di abbandonare, anzi, insegna paziente al nipote i trucchi del mestiere. Piero sente che abbandonare i luoghi cari in cui è cresciuto è come recidere le proprie radici, vendere o snaturare la propria anima. Perdendo la protezione della casa, come accade ai granchi con il carapace, ci si ritrova indifesi e si rischia di venire mangiati.
Due visioni del futuro e della vita inconciliabili, un conflitto latente che cova sotterraneo e destinato ad esplodere quando all’improvviso Toni verrà a mancare.
Quello tra Alvise e Piero non è solo un conflitto tra fratelli, ha un respiro più ampio, quasi universale.
Attorno al microcosmo delle famiglie coinvolte nella faida immobiliare, in cui ciascun componente ha motivazioni e obbiettivi diversi per auspicare o boicottare la vendita, c’è anche il conflitto tra tradizione e modernità, tra l’idea di Venezia vista come un “parcogiochi” turistico e quella di un luogo fragile, da preservare e proteggere.
Welcome Venice conclude la trilogia di Andrea Segre sulla trasformazione di Venezia, iniziata con i documentari Il pianeta in mare e Molecole. Il lungo e paziente lavoro di documentazione evidenzia il profondo affetto del regista per la città lagunare, il desiderio di difenderla dalla sua fragilità, di recuperarne la cultura autentica.
Segre non si schiera né con Piero né con Alvise, cerca innanzitutto di capire, di sviscerare le cause dei problemi che affliggono Venezia, come il fenomeno della gentrificazione, ossia la riqualificazione dei centri storici e lo spostamento degli abitanti residenti in altri quartieri, specie dopo l’esplosione del turismo “airbnb”. Sono molti i veneziani che preferiscono andare a vivere a Mestre e affittare le proprie case ristrutturate a turisti occasionali.
Lo sguardo poetico del cineasta padovano ci restituisce inquadrature evocative di struggente bellezza, con colori ed effetti di luce incredibili nella loro naturalezza - splendida la fotografia di Matteo Calore - lontanissimi dalle immagini da cartolina a cui siamo abituati.
La sceneggiatura, scritta a quattro mani con Marco Pettenello, è ben costruita, calibrata anche sui personaggi minori, profonda e al tempo stesso ricca di ironia, con diverse invenzioni spassose, come i resoconti strampalati dei film visti in tv durante la pesca. Anche l’uso del dialetto è efficace, intriso di humour veneziano e mai sopra le righe.     
Andrea Pennacchi e Paolo Pierobon sono straordinari nelle interpretazioni dei due protagonisti: Piero, nella sua cocciutaggine, ha in alcuni passaggi una carica quasi animalesca; la cialtronaggine di Alvise riesce invece a ispirare simpatia. Per quanto diversi è difficile non entrare in empatia con entrambi. Ma tutti gli attori sono veramente bravi, da Roberto Citran a Ottavia Piccolo, senza dimenticare gli altri.
Il crepitio del sorprendente finale allontana il pessimismo, “i gransi ghe sarà sempre”.
Tocca all’uomo, invece, creare le condizioni per poter continuare a dire Welcome Venice. Anzi, bentornata Venezia.

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