filippo catani
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lunedì 1 dicembre 2014
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un film mai iniziato
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Katniss è stata tratta in salvo dagli ultimi Hunger Games e deve ora decidere se diventare la leader della rivolta. Intanto Peeta è stato catturato e portato nella capitale dove gli è stato fatto il lavaggio del cervello e ora è passato dalla parte del presidente Snow. Katniss decide allora di diventare il simbolo della rivolta e gira una serie di video per incitare le persone degli altri distretti a sollevarsi contro Snow.
Per dirla con una massima popolare: la montagna ha partorito il topolino. Dopo lo stratosferico successo del secondo episodio e la successiva decisione di spezzare il finale in due parti era inevitabile aspettarsi qualcosa di più da questo film.
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Katniss è stata tratta in salvo dagli ultimi Hunger Games e deve ora decidere se diventare la leader della rivolta. Intanto Peeta è stato catturato e portato nella capitale dove gli è stato fatto il lavaggio del cervello e ora è passato dalla parte del presidente Snow. Katniss decide allora di diventare il simbolo della rivolta e gira una serie di video per incitare le persone degli altri distretti a sollevarsi contro Snow.
Per dirla con una massima popolare: la montagna ha partorito il topolino. Dopo lo stratosferico successo del secondo episodio e la successiva decisione di spezzare il finale in due parti era inevitabile aspettarsi qualcosa di più da questo film. Invece lo spettatore assiste impotente a due ore filate di melina sfiancante volte solo a fare da preludio all'ultimo e decisivo episodio che, seppur già girato, uscirà solo tra un anno. Gli eventi degni di nota sono davvero pochi. Insomma la più classica delle operazioni commerciali. Peccato perchè a risentirne è anche la qualità della saga e anche le interpretazioni degli attori decisamente piatte. Diciamo che in un film "normale" le due ore raccontate quì sarebbero state condensate in poco più di mezz'ora. Bella però e davvero molto suggestiva la scena in cui un gruppo di uomini avanza cantando nella notte. La lotta tra Katniss e Peeta con vetri rotti e capriole arriva ormai fuori tempo massimo quando ormai lo spettatore è quasi assopito e la pellicola quasi al termine. Speriamo che la seconda parte sia degna di una saga che comunque resta ben congegnata.
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murphy
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venerdì 21 novembre 2014
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piacevole ma...
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È inevitabile che qiesta pellicola chiami davanti al grande schermo tutti gli appassionati di questa storia e i fans di una jennifer lawrence sempre straordinaria, ma il film in se, se pur piacevole, non è all' altezza dei primi due. La trama scorre lenta quasi senza colpi di scena o cambi di ritmo come se fosse una lunga introduzione a quello che accadrà nella seconda parte di questo ultimo capitolo. Nonostante ciò, ad attirare l' attenzione dello spettatore è la riflessione che ci viene proposta sull importanza di una figura all' interno di un sistema. L' importanza di ciò che trasmette la ghiandaia imitatrice ai ribelli, ma anche l importanza del ruolo che ricopre peeta per Capitol city.
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È inevitabile che qiesta pellicola chiami davanti al grande schermo tutti gli appassionati di questa storia e i fans di una jennifer lawrence sempre straordinaria, ma il film in se, se pur piacevole, non è all' altezza dei primi due. La trama scorre lenta quasi senza colpi di scena o cambi di ritmo come se fosse una lunga introduzione a quello che accadrà nella seconda parte di questo ultimo capitolo. Nonostante ciò, ad attirare l' attenzione dello spettatore è la riflessione che ci viene proposta sull importanza di una figura all' interno di un sistema. L' importanza di ciò che trasmette la ghiandaia imitatrice ai ribelli, ma anche l importanza del ruolo che ricopre peeta per Capitol city. Da notare la discrepanza tra quello che questi personaggi sono, e quello che trasmettono. Katniss non è sempre sicura di sé e combattiva come invece richiede il ruolo della ghiandaia imitatrice, invece peeta è costretto a recitare una parte che lo allontana dal suo vero modo di essere. Una nota di merito, oltre all' interpretazione come sempre emozionante e coinvolgente della bellissima Lawrence, va data all' interpretazione del grande Philip Seymour Hoffman. Il mondo del cinema ha perso molto con la sua scomparsa.
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simoport
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venerdì 21 novembre 2014
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un film magistrale, non la classica saga fantasy
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Non basterebbero le 3500 parole messeMi a disposizione per descrivere The Hunger Games: Mockingjay Part 1 nella sua interezza e quindi rendergli giustizia come merita.
Tuttavia dopo il boom dei primi due film Francis Lawrence ci regala un continuo che pone le basi per una Part 2 stratosferica. Difficile vedere un film estratto da un romanzo così fedele al testo di Suzane Collins, il regista non tralascia nessun particolare e non affida nulla al caso, non mi sarei potuto aspettare di meglio.
E' vero, molti dicono che il ritmo è più lento dei primi due ma solo così si può esprimere realmente l'evoluzione psicologica dei personaggi. Dalla ricerca sempre più difficile di trovare dei punti fermi di Katniss, al continuo progredire dell'indole rivoluzionaria di Gale e al "depistaggio" di Peeta.
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Non basterebbero le 3500 parole messeMi a disposizione per descrivere The Hunger Games: Mockingjay Part 1 nella sua interezza e quindi rendergli giustizia come merita.
Tuttavia dopo il boom dei primi due film Francis Lawrence ci regala un continuo che pone le basi per una Part 2 stratosferica. Difficile vedere un film estratto da un romanzo così fedele al testo di Suzane Collins, il regista non tralascia nessun particolare e non affida nulla al caso, non mi sarei potuto aspettare di meglio.
E' vero, molti dicono che il ritmo è più lento dei primi due ma solo così si può esprimere realmente l'evoluzione psicologica dei personaggi. Dalla ricerca sempre più difficile di trovare dei punti fermi di Katniss, al continuo progredire dell'indole rivoluzionaria di Gale e al "depistaggio" di Peeta. Ogni attore ha confermato le aspettative, a partire dall'ormai stella Jennifer Lawrence che credo sia attualmente la miglior attrice del globo per la naturalezza con la quale recita; passando poi ad un Woody Harrerlson che ha davvero convinto nel ruolo del "più" sobrio Haymitch.
Peraltro le scelte della presidente Coin impersonata da una glaciale Julianne Moore e di Natalie Dormer nel ruolo di Cressidra mi hanno molto compiaciuto.
La trama non è scontata, piena di risvolti: il coinvolgimento del pubblico è massimo: ad esempio nella scena culmine durante uno dei pass pro nel distretto 8, dopo il bombardamento di un ospedale ad opera dello spietato presidente Snow, e la massima di Katniss "se noi bruciamo voi bruciate con noi" il pubblico con le lacrime agli occhi ha alzato le tre dita al cielo della mano sinistra come segno di rispetto accompagnato dal fischiettio alla quale ci ha introdotto la dolce Rue. Il ruolo di Katniss adesso è quello di aizzare i distretti contro il dispotismo di Capitol City, il ché offre ampii interrogativi e risvolti filosofici anche in chiave moderna: siamo davvero chi vogliamo far credere agli altri?
Inoltre col cuore in mano vi dico, chi di voi non ha sofferto col povero ragazzo del pane? Peeta Mellark, un ruolo chiave all'interno della saga che ci offrirà ancora parecchio della quale discutere ed interpretato in maniera superba dall'ormai affermato Josh Hutcherson.
Come se queste basi non bastassero è l'ultimo capolavoro di Philip Seymour Hoffman, mostro sacro del cinema, premio oscar come miglior attore nel 2006 grazie al film biografico "Truman Capote - A Sangue Freddo".
Brividi in sala dunque, l'unico interrogativo è: come faremo ad aspettare circa 1 anno la parte 2?
Magistrale.
"In loving memory of Philip Seymour Hoffman"
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gabryhope95
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lunedì 24 novembre 2014
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la ghiandaia imitatrice spiega le ali
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Dopo un anno passato in trepidante attesa é finalmente giunto nelle sale Il Canto Della Rivolta parte I,primo dei due film che decreteranno la fine di una delle saghe piú amate del nuovo millennio da spettatori di ogni etá:Hunger Games.
In molti compreso chi scrive erano rimasti col fiato sospeso dopo il finale repentino del secondo capitolo ed erano scalpitanti di conoscere il destino dell'eroica Katniss Everdeen;con questo terzo capitolo ogni fan avrá quello che desiderava.
Analizziamo questo terzo capitolo partendo dalla trama:Katniss é stata portata nel distretto 13 creduto distrutto ormai da tempo:in realtá sottoterra,barricati in un rifugio a prova di bombardamento innumerevoli ribelli guidati dalla risoluta presidentessa Alma Coin vi hanno trovato rifugio e si preparano per una rivolta contro Capitol City.
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Dopo un anno passato in trepidante attesa é finalmente giunto nelle sale Il Canto Della Rivolta parte I,primo dei due film che decreteranno la fine di una delle saghe piú amate del nuovo millennio da spettatori di ogni etá:Hunger Games.
In molti compreso chi scrive erano rimasti col fiato sospeso dopo il finale repentino del secondo capitolo ed erano scalpitanti di conoscere il destino dell'eroica Katniss Everdeen;con questo terzo capitolo ogni fan avrá quello che desiderava.
Analizziamo questo terzo capitolo partendo dalla trama:Katniss é stata portata nel distretto 13 creduto distrutto ormai da tempo:in realtá sottoterra,barricati in un rifugio a prova di bombardamento innumerevoli ribelli guidati dalla risoluta presidentessa Alma Coin vi hanno trovato rifugio e si preparano per una rivolta contro Capitol City.
Il punto cruciale per la rivolta é proprio lo splendido volto della giovane Katniss,ormai divenuta simbolo di speranza e di liberazione dalla tirannia del presidente Snow;ma per la ragazza la prioritá é l'amato Peeta il cui destino,dopo la fuga dall'arena dei giochi é rimasto ignoto,finché una trasmissione proveniente da Capitol City che mostra un Peeta apparentemente schierato contro i ribelli convince Katniss che il ragazzo é vivo.
La trama con queste premesse si sviluppa egregiamente e mantiene una costante e minuziosa attenzione a stupire lo spettatore con ogni tipo di situazione:resterete a bocca aperta durante le scene d'azione,ma anche durante i dialoghi ben scritti e egregiamente recitati,nei momenti silenziosi di suspance e via dicendo.Tutto questo é possibile grazie a due cose:la regia versatile di Francis Lawrence che si adatta alle esigenze del film,affidandosi maggiormente a grandi panoramiche ma anche ricorrendo -in pochi momenti alla camera a mano e alla grande interpretazione degli attori.
Soffermiamoci su questo punto: spicca la bellissima e superba Jennifer Lawrence,ma ad affiancarla troviamo:Juliane Moore,il compianto Philip Seymour Hoffman,Natalie Dormer(conosciuta nel Trono Di Spade)oltre ai gia noti Liam Hemsworth,Josh Hutcherson,Woody Harrelson e il maligno Donald Sutherland.Il cast é in splendida forma e ogni personaggio ha un proprio ruolo e una caratterizzazione convincente,che non sempre nei film é ben curata come adesso.
La fotografia alterna colori caldi e freddi in modo sapiente,l'immersione é notevole e piú volte si ricorre a immagini potenti-come i mucchi di ossa carbonizzati nel devastato distretto 12- dall'impatto devastante.
Hunger Games giunge al terzo capitolo piú fresco e forte che mai:la ghiandaia imitatrice ha spiegato le ali ed é pronta a infiammare i vostri cuori.
L'appuntamento per lo scontro finale si rinnova all'anno prossimo.
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killbillvol2
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martedì 3 marzo 2015
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il canto della noia
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Tra tutte le saghe young adult che stanno imperversando sugli schermi di tutto il mondo, quella di Hunger Games è forse la più intelligente, la più riuscita e la più profonda. Lo aveva dimostrato nei due capitoli precedenti, stupendo per l'audacia dei temi trattati e per aver non solo mantenuto inalterata, ma anche per aver migliorato la qualità tra il primo e il secondo capitolo e tra il passaggio di regia, dal più personale Ross al mestierante Lawrence.
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Tra tutte le saghe young adult che stanno imperversando sugli schermi di tutto il mondo, quella di Hunger Games è forse la più intelligente, la più riuscita e la più profonda. Lo aveva dimostrato nei due capitoli precedenti, stupendo per l'audacia dei temi trattati e per aver non solo mantenuto inalterata, ma anche per aver migliorato la qualità tra il primo e il secondo capitolo e tra il passaggio di regia, dal più personale Ross al mestierante Lawrence. Perciò, l'attesa e le aspettative erano parecchio elevate e ansiose di essere soddisfatte. L'attesa, però, è stata solamente in parte premiata. Infatti, il film è comunque un prodotto riuscito per la fascia di pubblico a cui si rivolge, superiore alla media dei suoi simili, anche grazie ad argomenti molto più profondi di quanto non si pensi. Se nella prima pellicola sembrava che si prendessero di mira la crudeltà e la spietatezza dei mass media, in particolar modo dei reality show, emulando in particolar modo altre opere (Battle Royale), e nella seconda l'apparire al pubblico, in quest'ultimo capitolo si capisce dove la Collins e il suo discorso volevano andare a parare: oltre a una satira (più o meno riuscita, lo decide lo spettatore) sulla società in cui viviamo e contro la quale bisogna ribellarsi, si imbastisce una situazione e una riflessione metacinematografiche. Quando una (per una volta) bravissima Jennifer Lawrence si ritrova a dover girare dei filmati propagandistici davanti a uno schermo sul quale vengono sovrapposte immagini di guerra, capiamo che non sta recitando: è davvero lei quella che deve apparire, che deve sembrare in un modo invece che in un altro, modo deciso e imposto da più alte e misteriose sfere. E il compianto Philip Seymour-Hoffman (al quale il film è giustamente dedicato) non è altro che Francis Lawrence: un mestierante, anch'esso piazzato lì da qualcun altro, rappresentato da Alma Coin (una sempre brava, ma pochissimo sfruttata Julianne Moore), proprio quella che dovrebbe essere la leader dei ribelli. Già solo per questo, Il Canto Della Rivolta - Parte 1 dovrebbe essere conservato come uno degli ultimi esemplari di intrattenimento veramente intelligente e profondo. Ma quelle due ultime parole che compongono il titolo pesano come una zavorra da eliminare subito e con forza, ma purtroppo, per guadagnare il doppio dei soldi, sappiamo che i produttori hanno deciso da qualche anno dividere gli ultimi capitoli di saghe tanto attese, così da battere il ferro finché è caldo e da accontentare i fan, che si vedranno rimandare la data di addio ai loro beniamini. Ma se in franchise come Matrix o Harry Potter le "prime parti" potevano essere considerate film a sé, ciò non accade con Hunger Games. Anzi. Per riempire vuoti e mancanza di materia da raccontare, ci si attacca a cavilli, a piccole cose di minima importanza per gonfiare il minutaggio, per incassare e per non far arrabbiare i puristi con la massima fedeltà alla matrice letteraria. Così, soprattutto nella parte centrale, si hanno numerosi cali di tensione e attenzione, e l'assenza di un climax (ridicolo l'inventarsi una sequenza action per darne una parvenza) lasciano insoddisfatti e delusi a fine visione, nonostante la musica di Newton-Howard (The Hanging Tree resta in testa) tenti di aumentare il nostro interesse. Purtroppo ciò avviene soltanto negli ultimi minuti, che si chiudono ancora una volta su di lei, su Katniss, esattamente come avveniva nel precedente capitolo, senza però la soddisfazione che lo caratterizzava. I veri appassionati della saga lo apprezzeranno sicuramente, ma che se non fosse stato diviso sarebbe stato migliore è un dato di fatto. Però, nonostante tutto, non è certo il periodo adatto per demolire un onesto e comunque divertente prodotto come questo.
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jacopo b98
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lunedì 24 novembre 2014
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la saga di hunger games si riconferma eccellente!
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Il vero voto per questo film è TRE STELLE E MEZZO.
Katniss Everdeen (Lawrence) raggiunge il Distretto 13, dove la ribellione contro Capitol City e il suo dispotico governo stanno prendendo forma. Intanto il presidente Snow (Sutherland), che tiene in ostaggio Peeta (Hutcherson), punisce sempre più duramente coloro che osano ribellarsi alla sua autorità. Eppure focolai di rivolta cominciano ad esplodere, grazie ad un efficace campagna virale messa in piedi dai ribelli, con protagonista nientemeno che Katniss stessa: la Ghiandaia Imitatrice. Sceneggiato da Peter Craig e Danny Strong, è il secondo film della saga diretto da Lawrence e il primo dei due film che verranno tratti dall’ultimo romanzo della saga letteraria di Suzanne Collins.
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Il vero voto per questo film è TRE STELLE E MEZZO.
Katniss Everdeen (Lawrence) raggiunge il Distretto 13, dove la ribellione contro Capitol City e il suo dispotico governo stanno prendendo forma. Intanto il presidente Snow (Sutherland), che tiene in ostaggio Peeta (Hutcherson), punisce sempre più duramente coloro che osano ribellarsi alla sua autorità. Eppure focolai di rivolta cominciano ad esplodere, grazie ad un efficace campagna virale messa in piedi dai ribelli, con protagonista nientemeno che Katniss stessa: la Ghiandaia Imitatrice. Sceneggiato da Peter Craig e Danny Strong, è il secondo film della saga diretto da Lawrence e il primo dei due film che verranno tratti dall’ultimo romanzo della saga letteraria di Suzanne Collins. I primi due film erano una feroce critica alla società dello spettacolo e ai brutali reality show dei nostri giorni. Ma ne Il canto della rivolta tutto cambia. Nulla è più un gioco, seppur sanguinario. C’è solo la dura realtà delle cose: la guerra. Perché è guerra vera quella che attende Katniss e i suoi compagni. Lawrence è atteso al giro di boa e lo supera con eleganza: questo capitolo è un degno sequel. Certo, si tratta di un film di passaggio, ma è comunque un pezzo importante della storia, con una sua interessante logica interna. È il film più “autoriale” di tutta la saga, fino ad ora: è un thriller psicologico ad alta tensione, dove l’azione passa in secondo piano (le scene d’azione si contano sulla punta delle dita) in favore di una più raffinata analisi dei personaggi. In particolare di Katniss, che qui è tormentata, distrutta dal dolore e dalla paura, eppur forte e coraggiosa come non mai. La scena fondamentale del film di fatto si colloca all’inizio: quando Katniss visita il suo vecchi distretto. Un viaggio a ritroso nel dolore. Perché è il dolore il tema principale del film. Il dolore di aver perso tutto. Il dolore di essere una pedina. E qui il film si ricollega alla politica e diventa il film più “politico” della saga. Le trame di Alma Coin (Moore) e Plutarch Havensbee (il compianto Philip Seymour Hoffman) sembrano nient’altro che moderne riunioni di strategia politica. E la propaganda di Katniss sembra quasi un backstage, un dietro le quinte, una lezione in cui si impara a costruire una campagna politica. E anche le esecuzioni dei ribelli, i videomessaggi di Snow, hanno non pochi richiami all’era contemporanea. È qui che il film di Lawrence diviene maestoso. C’è un incupimento generale: la bella fotografia di Jo Willems è grigia, le scenografie di Philip Messina imponenti quanto scarne e devastate. Tutto prelude ad un apocalittico finale. Comunque le poche scene d’azione sono da manuale (l’attacco alla diga, il bombardamento del distretto 8) e la spettacolarità guadagna non poco, grazie ad un budget visibilmente più imponente (250 milioni di dollari tra Parte 1 e 2!). E infine arriviamo agli attori, tutti bravissimi, tra cui spiccano particolarmente ancora una volta la Lawrence, qui davvero impressionante, e la new entry Julianne Moore, che dipinge un personaggio di interessantissima ambiguità. Il canto della rivolta-Parte 1 quindi passa l’esame, e con lui l’intera saga si riconferma la più importante e bella degli ultimi anni. Perché di questi tempi che si realizzi un maestoso intrattenimento che abbia un cervello è una rarità.
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san93
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giovedì 4 dicembre 2014
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il denaro si è messo in mezzo
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Il film inizia la fuga dai giochi della memoria da perte di Katniss e alcuni degli altri concorrenti ribelli, tra cui non c'è Peeta. A questo punto la storia abbandona definitivamente il capitolo "giochi" per prepararsi all'esplosione della rivolta dei distretti più poveri contro l'opprimente Capital City. Katniss deve diventare così, un po forzatamente, il punto di riferimento dei "buoni" mentre Peeta è costretto a fare da volto alla propaganda dei "cattivi". Perchè sì, in questa storia proprio come nelle fiabe per bambini c'è una totale distinzione tra bene e male, con una parte che persege nobili ideale per un giusto fine mentre l'altra è la personificazione del male.
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Il film inizia la fuga dai giochi della memoria da perte di Katniss e alcuni degli altri concorrenti ribelli, tra cui non c'è Peeta. A questo punto la storia abbandona definitivamente il capitolo "giochi" per prepararsi all'esplosione della rivolta dei distretti più poveri contro l'opprimente Capital City. Katniss deve diventare così, un po forzatamente, il punto di riferimento dei "buoni" mentre Peeta è costretto a fare da volto alla propaganda dei "cattivi". Perchè sì, in questa storia proprio come nelle fiabe per bambini c'è una totale distinzione tra bene e male, con una parte che persege nobili ideale per un giusto fine mentre l'altra è la personificazione del male. Gli spunti filosofici la storia ci vuole dare sono quindi un po troppo semplicistici, salvabili solo forse dal punto di vista della questione della manovrabilità della notizia da parte di chi possiede il potere. In generale, comunque, per quanto la saga fosse più originale quando ancora si trattava dell'argomento giochi, questo distaccamento da quella realtà particolare a una più generale è provvidenziale per cercare di alzare un pò l'asticella.
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I è però rovinato appunto dal fatto di essere "Parte I": dato che per questioni commerciali si è voluto dividere l'ultimo capitolo della saga in due parti, in questa prima si finisce per perdersi nel nulla. Si ha per due ore la sensazione di vedere un'anticipazione di quello che succederà, con il problema che non sta tanto nell'abbassamento dei ritmi narrativi ma nel fatto che si è voluta tenere l'azione per l'ultimo capitolo cinematografico della saga. Per quanto quindi questo film non risulti essere poi male, resterà probabilmente il capitolo peggiore della saga.
Per quanto riguarda la recitazione, Jennifer Lawrence brava ma non bravissima, non sempre convincente come lo è stata altre volte; Hoffman invece incredibile, con note positive meritate anche da Josh Hutcherson e Woody Harrelson. La Moore pare invece poco adatta al ruolo di un capo millitare carismatico e questo un po si nota.
In definitiva il film rimane piuttosto buono, ma molto del potenziale è andato perduto per colpa dell'avidità di denaro.
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carola_bassi
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lunedì 24 novembre 2014
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niente più giochi, questa è guerra vera!
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Un film incantevole. Una profondità inaudita.
Ancora una volta francis Lawrence dimostra la sua abilità nel regalarci un film spettacolare. Ogni scena è uno spettacolo, e anche quelle aggiunte rispetto alla trama del libro si incastrano perfettamente nella storia, creando una perfetta armonia.
La saga con questo terzo episodio cambia decisamente tono. Niente più abiti maestosi, niente più trucco, tavole imbandite, sorrisi di circostanza. Siamo in battaglia. La spregevolezza del nemico si fa ancor più manifesta, e i protagonisti emergono in tutto il loro eroismo e coraggio, ma specialmente in tutta la loro umanità.
Jennifer Lawrence non delude mai, fa di ogni sua performance un capolavoro.
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Un film incantevole. Una profondità inaudita.
Ancora una volta francis Lawrence dimostra la sua abilità nel regalarci un film spettacolare. Ogni scena è uno spettacolo, e anche quelle aggiunte rispetto alla trama del libro si incastrano perfettamente nella storia, creando una perfetta armonia.
La saga con questo terzo episodio cambia decisamente tono. Niente più abiti maestosi, niente più trucco, tavole imbandite, sorrisi di circostanza. Siamo in battaglia. La spregevolezza del nemico si fa ancor più manifesta, e i protagonisti emergono in tutto il loro eroismo e coraggio, ma specialmente in tutta la loro umanità.
Jennifer Lawrence non delude mai, fa di ogni sua performance un capolavoro. Il suo talento emerge in ogni momento dalla pellicola; dalla prima scena, in cui si ritrova schiacciata dallo stress post traumatico per la fine dei giochi e la perdita di Peeta, all'ultima, eclatante, incredibile scena.
Il suo sguardo permette sempre allo spettatore di entrare nell'anima della protagonista, di soffrire con lei. Siamo in grado di percepire il forte conflitto che la tormenta riguardo l'amico di sempre, Gale, soldato combattivo del nuovo Distretto 13, con il cuore che brucia e grida vendetta, e Peeta, il ragazzo che le ha salvato la vita con un tozzo di pane, che le ha offerto conforto nei momenti più duri e difficili della sua vita, e che ora viene torturato e poi presentato come il burattino di Capitol che chiede di cessare il fuoco.
Il personaggio di Katniss porta sullo schermo non solo l'amore per le persone care, l'istinto a proteggerle, pronta a sacrificare se stessa per il loro bene, ma anche la forza di rimanere sempre sè stessa, nonostante la mente annebbiata, il cuore a pezzi, e tutte le telecamere e le finzioni che deve sostenere in quanto "Ghiandaia Imitatrice".
E così, con lei viviamo anche il terrore per la sofferenza e tortura di Peeta, viviamo lo smarrimento nel vedere la propria casa distrutta, la rabbia nell'assistere al massacro di innocenti.
Anche Josh Hutcherson, seppur meno presente nelle dinamiche del film, si mostra un attore di grande talento, in grado di far suo un personaggio così complesso (e diverso rispetto agli episodi precedenti) quale è Peeta in questo nuovo capitolo, ragalandoci un finale sconvolgente.
Il film è ricco di scene importanti, piene di pathos, emozione, stupore, dolore. Senza dimenticare le complesse, intricate e segrete trame che si svolgono intorno a una guerra. Essa non infatti è solo battaglie, armi e morti; quelle sono le conseguenze. Ma i piani, i sotterfugi, le strategie, la propaganda, la vendetta. Questo crea e alimenta la guerra, questo ne è il più nero cuore!
Ogni cosa viene affrontata nel modo più realistico possibile, e lo spettatore non può che sentirsi trascinato dalla storia. Nella storia. Nella Guerra.
Trovo che chi abbia apprezzato davvero i primi due film non possa che disrsi estasiato da Mockingjay Part 1, che ne è il massimo e più naturale seguito. La ragion d'essere dei due film precedenti è in quest'ultimo. E' qui che si gioca finalmente a carte scoperte.
Il fuoco ha preso, divampa. Niente più giochi, questa è guerra vera!
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andreafalci
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mercoledì 26 novembre 2014
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manipolazione comunicativa
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Film più significativo di quanto si possa pensare e che rivolto anche ad un pubblico giovane è per certi versi educativo o perlomeno induce alla riflessione visto che ci sono tutti gli ingredienti realmente esistenti e non fantasiosi esistenti sul nostro pianeta Terra, ovvero come attraverso le tattiche della comunicazione si possono manipolare, pilotare e gestire situazioni globali, ma anche indurre ovvero far fare all' altro ciò si desidera, anche la guerra, ma anche evitarla, in situazioni globale dove l' Umanità è divisa in Ricchi e Poverissimi, ma questi servono per produrre ricchezza che però non è la loro ma, dei già Ricchi e se i poveracci provano ad alzare la testa giù botte ovvero bombe.
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Film più significativo di quanto si possa pensare e che rivolto anche ad un pubblico giovane è per certi versi educativo o perlomeno induce alla riflessione visto che ci sono tutti gli ingredienti realmente esistenti e non fantasiosi esistenti sul nostro pianeta Terra, ovvero come attraverso le tattiche della comunicazione si possono manipolare, pilotare e gestire situazioni globali, ma anche indurre ovvero far fare all' altro ciò si desidera, anche la guerra, ma anche evitarla, in situazioni globale dove l' Umanità è divisa in Ricchi e Poverissimi, ma questi servono per produrre ricchezza che però non è la loro ma, dei già Ricchi e se i poveracci provano ad alzare la testa giù botte ovvero bombe. Meno male qualche distretto ha creato la Coalizione contro Capital City, ed è militarmente organizzata e dotata di rifugio per salvare le persone. Ovviamente ora non è più un gioco individuale di sopravvivenza ma globale per un mondo migliore. Perfetta l'interpretazione, ben equilibrato il soggetto, realistica la fotografia. Lei, ormai donna, perfetta, superlativa.
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mario nitti
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venerdì 21 novembre 2014
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buon cast e bella storia
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In questo terzo film della saga ormai il tempo dei giochi è alle spalle: il mondo si è scatenata una ribellione che il potere centrale non è riuscito a domare con spietate rappresaglie e ormai si scivola verso la guerra totale: mentre i due schieramenti affilano le armi lo scontro cresce di livello e non mancano i colpi bassi che alimentano la tensione e tengono alto il ritmo della narrazione.
L’eroina è un personaggio vero, anche nelle sue debolezze, ma molto efficace è anche il ritratto del leader malvagio, confermando la teoria che per la riuscita di un film un cattivo credibile conta quanto la non banalità del protagonista positivo.
Il disegno dei personaggi conferma che dietro il film c’è un buon libro, qualche cosa di più delle storielle a lieto fine su futuri distopici approdate anche recentemente sul grande schermo.
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In questo terzo film della saga ormai il tempo dei giochi è alle spalle: il mondo si è scatenata una ribellione che il potere centrale non è riuscito a domare con spietate rappresaglie e ormai si scivola verso la guerra totale: mentre i due schieramenti affilano le armi lo scontro cresce di livello e non mancano i colpi bassi che alimentano la tensione e tengono alto il ritmo della narrazione.
L’eroina è un personaggio vero, anche nelle sue debolezze, ma molto efficace è anche il ritratto del leader malvagio, confermando la teoria che per la riuscita di un film un cattivo credibile conta quanto la non banalità del protagonista positivo.
Il disegno dei personaggi conferma che dietro il film c’è un buon libro, qualche cosa di più delle storielle a lieto fine su futuri distopici approdate anche recentemente sul grande schermo.
Un film quindi con molti punti di forza che sfrutta bene sia il budget adeguato, sia la qualità della storia di partenza, sia soprattutto una grande squadra di attori. Vale la pena citare, tra gli altri, Philip Seymour Hoffman, a cui la pellicola è dedicata, ancora una volta convincente in un ruolo delicato. Ci mancherà.
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