il cantastorie
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venerdì 16 gennaio 2009
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il film giusto nell'epoca giusta...
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film come questo non ne vedevo da molto tempo. per me è un grande film per il semplice fatto che la maggior parte delle scene non è parlata. con semplici gesti comunicavano un sentimento così puro che sembrava quasi di poterlo sentire come se le immagini della pellicola fossero state prese da un momento reale.
in questo film ho ritrovato molti ricordi ed emozioni che ormai erano svanite. forse seppellite dal tempo oppure da altre esperienze che non vorrei portare con me.
non sono un esperto in materia... ma se una cosa come un film ti fa emozionare a tal punto da versare anche solo una lacrima non di tristezza ma di felicità... allora penso che ne sia valsa la pena di fermarsi e vedere una (a mio avviso) delle storie più belle ed emozionanti che abbia mai visto.
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film come questo non ne vedevo da molto tempo. per me è un grande film per il semplice fatto che la maggior parte delle scene non è parlata. con semplici gesti comunicavano un sentimento così puro che sembrava quasi di poterlo sentire come se le immagini della pellicola fossero state prese da un momento reale.
in questo film ho ritrovato molti ricordi ed emozioni che ormai erano svanite. forse seppellite dal tempo oppure da altre esperienze che non vorrei portare con me.
non sono un esperto in materia... ma se una cosa come un film ti fa emozionare a tal punto da versare anche solo una lacrima non di tristezza ma di felicità... allora penso che ne sia valsa la pena di fermarsi e vedere una (a mio avviso) delle storie più belle ed emozionanti che abbia mai visto.
dando un giudizio alla fattura della pellicola in modo razionale, in effetti non è stata molto curata l'immagine. però un buon voto per la colonna sonora.
poi riguardo alla storia, non male ma per essere apprezzata a pieno sarebbe dovuto uscire prima di twilight (a mio parere un gran rotolo di carta igenica) in modo da essere apprezzato di più per quello che è. un film che non ha bisogno di effetti speciali esagerati e di attori di una certa fama.
questa è una mia osservazione personale. da questo film si può ricavare una morale ormai dimenticata. per proteggere le cose che amiamo bisogna sacrificarsi... altrimenti si rischia di farle svanire nei ricordi... spero di essere stato utile. vi auguro una buona giornata.
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noisemaker_85
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sabato 10 gennaio 2009
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non un semplice horror
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Il Film parla della storia di Oskar, un ragazzino di 12 anni con problemi di emarginazione, uno sguardo perennemente sofferenze e molto solo. Oskar è costretto a subire le violenze dei bulli della sua classe e per questo si chiude in uno stato mentale molto malato e sfoga la sua rabbia repressa in solitudine. Un giorno Nel condominio dove Oskar vive arrivano un uomo sui 60 e una bambina sua coetanea che vanno ad abitare nell'appartamento adiacente al suo.
Da qui comincia la vera storia, i due bambini stringono un'amicizia sempre più forte, anche se Oskar nota qualcosa di Strano in Eli.
La vera natura della bambina verrà pian piano scoperta ed accettata da Oskar, che vede in Eli oltre alla sua unica amicizia anche qualcosa di più, una fonte di forza.
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Il Film parla della storia di Oskar, un ragazzino di 12 anni con problemi di emarginazione, uno sguardo perennemente sofferenze e molto solo. Oskar è costretto a subire le violenze dei bulli della sua classe e per questo si chiude in uno stato mentale molto malato e sfoga la sua rabbia repressa in solitudine. Un giorno Nel condominio dove Oskar vive arrivano un uomo sui 60 e una bambina sua coetanea che vanno ad abitare nell'appartamento adiacente al suo.
Da qui comincia la vera storia, i due bambini stringono un'amicizia sempre più forte, anche se Oskar nota qualcosa di Strano in Eli.
La vera natura della bambina verrà pian piano scoperta ed accettata da Oskar, che vede in Eli oltre alla sua unica amicizia anche qualcosa di più, una fonte di forza...
Questo non è un semplice Horror, lo svolgimento è lento, pochi i colpi di scena, tutto a favore del lato umano della faccenda, il dramma che vivono Oskar ed Eli, lui un bambino fantasma, che non trova conforto nemmeno nella sua famiglia ormai separata e composta da una madre poco attaccata a lui e un padre forte solo in apparenza, ma schiavo dei suoi errori e della bottiglia; lei, costretta ad uccidere per vivere e a spostarsi per rimanere nell'ignoto, due anime in pena che insieme sembrano completarsi anche se il contesto è inquietante...
Il film può sembrare strano e icomprensibile, ma se siete pronti ad una storia diversa ed originale anche se un pò malata, credo che apprezzerete questo film, e se il film vi colpisce leggete il libro, come sempre nettamente superiore e approfondito.
Buona visione
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(di dan)
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gianluca89
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mercoledì 14 gennaio 2009
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piccolo-grande film!
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Da un film che ad un'occhio distratto può apparire lento, povero di ridondanti effetti speciali e noioso... secondo me "Lasciami entrare" si è rivelato essere un piacevole film geniale...
Già dai primi fotogrammi, quando scorrono i titoli e una lieve nevicata su uno sfondo nero, tutto senza audio, il film fa la sua presentazione come qualcosa di poco ordinario creando una strana sensazione nello spettatore.
La sceneggiatura si adatta perfettamente alla trama, legando l'introspezione e il disadattamento dei protagonisti ad un paesaggio sostanzialmente povero, fuori dal mondo, adatto a rappresentare una storia che è anch'essa fuori dalla realtà.
I dialoghi ridotti all'essenziale, inoltre, lasciano spazio alle pregevoli interpretazioni dei protagonisti e contribuiscono a creare quella atmosfera di ansioso silenzio introdotta all'inizio del film.
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Da un film che ad un'occhio distratto può apparire lento, povero di ridondanti effetti speciali e noioso... secondo me "Lasciami entrare" si è rivelato essere un piacevole film geniale...
Già dai primi fotogrammi, quando scorrono i titoli e una lieve nevicata su uno sfondo nero, tutto senza audio, il film fa la sua presentazione come qualcosa di poco ordinario creando una strana sensazione nello spettatore.
La sceneggiatura si adatta perfettamente alla trama, legando l'introspezione e il disadattamento dei protagonisti ad un paesaggio sostanzialmente povero, fuori dal mondo, adatto a rappresentare una storia che è anch'essa fuori dalla realtà.
I dialoghi ridotti all'essenziale, inoltre, lasciano spazio alle pregevoli interpretazioni dei protagonisti e contribuiscono a creare quella atmosfera di ansioso silenzio introdotta all'inizio del film.
Interessante anche l'uso del linguaggio morse(da notare il simpatico doppio senso!XD) che riesce ad essere il collegamento tra due mondi diversi. Tra l'altro sarei curioso di sapere cosa dice Oskar ad Eli quando, sul treno, le comunica qualcosa nel linguaggio morse battendo sulla scatola dove lei era rinchiusa...
In ogni caso ritengo che questo film sia veramente originale e ben girato.
Da lodare per essere uscito dallo stereotipo dell'horror hollywoodiano con tanto sangue, tanti morti e poca trama...
Infine vorrei dire a tutti gli amanti di twilight che questo film è qualcosa di completamente diverso dalla romantica storia di Edward e Bella; "Lasciami Entrare" è qualcosa di molto meno commerciale e nettamente meno intuitivo, per non parlare del fatto che rientra in un genere di film decisamente differente.
Anch'io ho apprezzato Twilight come film ma mi rendo conto che questa pellicola necessità di un altro livello di comprensione essendo qualcosa di essenzialmente diverso ma soprattutto di più intrigante per chi lo sa apprezzare. Quindi ai Twilighters:
Se cercate qualcosa di simile alla nostra amata saga.. bé mi dispiace per voi ma in questo film non la troverete.
Se però cercate un horror originale che vi lasci qualcosa su cui riflettere e che racconti di una storia d'amore diversa, particolare ma, non per questo, meno bella.. allora andate a vedere "Lasciami entrare" e se vi lascerete colpire dalle sue particolarità, vi sorprenderà!
Un Saluto a tutti!
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alex
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domenica 18 gennaio 2009
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non esiste solo s.king
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Sentiremo molto parlare di John Ajvide Lindqvist "lo Stephen King scandinavo", lo scrittore del romanzo da cui è tratto il film Lasciami entrare, il primo. Visto il successo c'è da scommettere che presto anche gli altri romanzi diventeranno film.
Fortuna o sfortuna la sua uscita dopo il fenomeno Twilight?
Io dico fortuna perchè sicuramente molti dopo Twilight andranno a vedere questo film e si troveranno davanti un piccolo capolavoro.
E' un horror nel senso che ci sono alcune scene forti, non avrà gli effetti speciali di un film hollywodiano, non sarà interpretato dai ganzi del momento, ma la forza del film viene proprio dal romanzo da cui è tratto.
Sono la sceneggiatura, i dialoghi e i due piccoli sconosciuti protagonisti la vera forza.
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Sentiremo molto parlare di John Ajvide Lindqvist "lo Stephen King scandinavo", lo scrittore del romanzo da cui è tratto il film Lasciami entrare, il primo. Visto il successo c'è da scommettere che presto anche gli altri romanzi diventeranno film.
Fortuna o sfortuna la sua uscita dopo il fenomeno Twilight?
Io dico fortuna perchè sicuramente molti dopo Twilight andranno a vedere questo film e si troveranno davanti un piccolo capolavoro.
E' un horror nel senso che ci sono alcune scene forti, non avrà gli effetti speciali di un film hollywodiano, non sarà interpretato dai ganzi del momento, ma la forza del film viene proprio dal romanzo da cui è tratto.
Sono la sceneggiatura, i dialoghi e i due piccoli sconosciuti protagonisti la vera forza.
Dolcissimo piccolo capolavoro di cui consiglio vivamente la visione
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[+] ...mica tanto
(di robinson)
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marco.g
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domenica 30 agosto 2009
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l'umanità della vita, in una storia di finzione
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Alfredson è partito dalla supposizione del soprannaturale, e poi l'ha calato, decisamente, nell'umano. E' una storia umana, quella di "Lasciami entrare". Ciò che più resta dopo aver visto il film sono le emozioni: quelle di Oskar, che possiamo capire, e quelle di Ely, che possiamo immaginare. Emozioni di bambini che vivono in un mondo bianco di neve, ma sporco di sangue; un mondo triste come l'inverno perenne del nord; un mondo vissuto da personaggi comuni, meschini, anzi peggio. Il mondo reale, insomma, dipinto impietosamente, con una marcata vena di poesia. Perciò, quando dirompe il soprannaturale o l'imprevisto (giacchè le due cose sembrano assolutamente indistinte), è difficile non trovarsi irrimediabilmente coinvolti: dalle storie dei bambini, dalle scene di violenza, dalle sporadiche manifestazioni dell'irrazionale.
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Alfredson è partito dalla supposizione del soprannaturale, e poi l'ha calato, decisamente, nell'umano. E' una storia umana, quella di "Lasciami entrare". Ciò che più resta dopo aver visto il film sono le emozioni: quelle di Oskar, che possiamo capire, e quelle di Ely, che possiamo immaginare. Emozioni di bambini che vivono in un mondo bianco di neve, ma sporco di sangue; un mondo triste come l'inverno perenne del nord; un mondo vissuto da personaggi comuni, meschini, anzi peggio. Il mondo reale, insomma, dipinto impietosamente, con una marcata vena di poesia. Perciò, quando dirompe il soprannaturale o l'imprevisto (giacchè le due cose sembrano assolutamente indistinte), è difficile non trovarsi irrimediabilmente coinvolti: dalle storie dei bambini, dalle scene di violenza, dalle sporadiche manifestazioni dell'irrazionale. Questa chiave di realismo poetico è mantenuta sino in fondo, alla fine del film, quando ci si rende conto che la storia che ci è stata raccontata non ha granchè morale, non suggerisce nessuna lettura particolare, non indica altri eventi se non quegli stessi, si badi bene, con cui il film è cominciato. Quel che resta sono le emozioni vissute, i momenti, i sentimenti, proprio come accade nella vita vera: non tanto gli eventi, quanto piuttosto le sensazioni provate vivendoli. Questo conferisce alla pellicola uno spessore eccezionale. Il comportamento stesso di Ely, in conclusione immaturo -è pur sempre una bambina-, amplifica la spirale di cui è prigioniera, trascinandovi il povero Oskar, senza che si possa dire se faccia bene o male. I comportamenti umani sono complessi, irrazionali, incompleti, e incapaci di vincere la piega caotica degli eventi. Preso atto di questo, toltone il peso dalla bilancia, rimane la dolcezza del finale piuttosto che la sua stessa amarezza; la tenerezza della storia d'amore, piuttosto che gli eventi crudi, impietosi, efferati che costellano il film.
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[+] grande!
(di actarus72)
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gilles
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lunedì 12 gennaio 2009
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la violenza di ogni giorno
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Il sottotitolo del film recita "Uccido perchè devo vivere": in un certo senso il film mette le mani avanti, si scusa da subito e insieme annuncia un grande cambiamento. Chi si scusa dialoga con gli umani, usa il loro linguaggio e il loro senso affettivo; chi si scusa è un vampiro asessuato, che, anche se dice di non poter essere amico di nessuno, si presenta regolarmente agli appuntamenti col suo amichetto. Spicca soprattutto la questione della violenza: se Oskar cova odio omicida per i piccoli bulli che lo assillano, tale sentimento in qualche modo non è giustificato: solo quello di Eli lo è, perchè ne va della sua sopravvivenza; come dire che gli uomini non possono volersi male, perchè la loro esistenza non dipende dal sangue altrui: forse se ne accorge il "tutore" di Eli, che agiva come una macchina assassina giustificata, lavorativa, finchè decide di sfigurarsi il volto, come a punirsi riconoscendo di non appartenere più al genere umano.
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Il sottotitolo del film recita "Uccido perchè devo vivere": in un certo senso il film mette le mani avanti, si scusa da subito e insieme annuncia un grande cambiamento. Chi si scusa dialoga con gli umani, usa il loro linguaggio e il loro senso affettivo; chi si scusa è un vampiro asessuato, che, anche se dice di non poter essere amico di nessuno, si presenta regolarmente agli appuntamenti col suo amichetto. Spicca soprattutto la questione della violenza: se Oskar cova odio omicida per i piccoli bulli che lo assillano, tale sentimento in qualche modo non è giustificato: solo quello di Eli lo è, perchè ne va della sua sopravvivenza; come dire che gli uomini non possono volersi male, perchè la loro esistenza non dipende dal sangue altrui: forse se ne accorge il "tutore" di Eli, che agiva come una macchina assassina giustificata, lavorativa, finchè decide di sfigurarsi il volto, come a punirsi riconoscendo di non appartenere più al genere umano. Il paranormale si mescola dolcemente alla realtà, ai problemi di tutti i giorni: ne è escluso l'alone di eccezionalità del vampiro, come se i veri mostri, che affiorano dalle carni e macchiano la pelle di sangue, non fossero solo nei non-morti, ma anche in chi, incautamente e malignamente, desidera la morte altrui, senza vere giustificazioni, ogni giorno.
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[+] x giles
(di settembrebianco)
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papermiss
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sabato 16 maggio 2009
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freddo come il sangue
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Fa freddo, freddissimo, e la città è piccola e grigia, anche di giorno, anche quando la luce del sole dovrebbe rendere tutto meno inquietante. Nella città piccola grigia c'è un bambino piccolo e grigio, che si sente solo. Ci sono dei nuovi vicini, persone strane, che tappano le finestre e non parlano con nessuno, e hanno "uno strano odore". E poi cominciano a succedere cose strane, un ragazzo muore, un uomo scompare, cose brutte davvero.
Niente patina hollywoodiana alla Twilight questa volta, grazie al cielo, niente vampiri glassati di zucchero che brillano al sole: naah, questa volta tornano le fiabe cattive, quelle creature che possono muoversi solo di notte, che devono uccidere per sopravvivere, che per entrare in una stanza devono essere invitati.
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Fa freddo, freddissimo, e la città è piccola e grigia, anche di giorno, anche quando la luce del sole dovrebbe rendere tutto meno inquietante. Nella città piccola grigia c'è un bambino piccolo e grigio, che si sente solo. Ci sono dei nuovi vicini, persone strane, che tappano le finestre e non parlano con nessuno, e hanno "uno strano odore". E poi cominciano a succedere cose strane, un ragazzo muore, un uomo scompare, cose brutte davvero.
Niente patina hollywoodiana alla Twilight questa volta, grazie al cielo, niente vampiri glassati di zucchero che brillano al sole: naah, questa volta tornano le fiabe cattive, quelle creature che possono muoversi solo di notte, che devono uccidere per sopravvivere, che per entrare in una stanza devono essere invitati... un fascino crudele e inquietante, reso benissimo dal regista che racconta una storia senza crogiolarsi nel sangue e nello smembramento. La paura è sottile e vera, nervosa, anche se di definire questo film "horror" proprio non me la sento, perché c'è più dello spavento, la paura è un'altra cosa.
Il finale è stato definito "onirico": sì, un finale da incubo. E' un finale triste e terribile e giustissimo, che mi è piaciuto molto.
Lo consiglio vivamente.
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sketch
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martedì 17 agosto 2010
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un film due storie
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Il film porta avanti due racconti paralleli, uno legato all'apparenza, uno legato all'orrida realtà. Il doppio registro linguistico, la doppia fotografia, il doppio commento sonoro, giocano su uno script che vuole raccontare molto più di quello che una osservazione non attenta possa cogliere. La storia di Oskar sembra una storia leggera su un bambino incompreso che trova in una amicizia, per quanto strana, forza e salvezza. Ma è davvero così? La storia di Eli, parimenti, sembra raccontarci di una bambina schiava del suo mostro, che in fondo in fondo vorrebbe solo innamorarsi, e trova nell'angelica figura di oskar amore e salvezza. Ma è davvero così? il film ci suggerisce ben altro: Oskar è un bambino un pò dissociato, alienato, scontroso e introverso.
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Il film porta avanti due racconti paralleli, uno legato all'apparenza, uno legato all'orrida realtà. Il doppio registro linguistico, la doppia fotografia, il doppio commento sonoro, giocano su uno script che vuole raccontare molto più di quello che una osservazione non attenta possa cogliere. La storia di Oskar sembra una storia leggera su un bambino incompreso che trova in una amicizia, per quanto strana, forza e salvezza. Ma è davvero così? La storia di Eli, parimenti, sembra raccontarci di una bambina schiava del suo mostro, che in fondo in fondo vorrebbe solo innamorarsi, e trova nell'angelica figura di oskar amore e salvezza. Ma è davvero così? il film ci suggerisce ben altro: Oskar è un bambino un pò dissociato, alienato, scontroso e introverso. La madre è assente, il padre, lontano, si intrattiene in frequentazioni ambigue anche in presenza del figlio. Oskar inizia a mostrare aspetti violenti, è a questo punto che si presenta Eli. Eli è un vampiro, che agli occhi di Oskar sembra una bambina. Eli era in realtà un ragazzo castrato dal sesso completamente rimosso (si vedono chiaramente le suture), che vive in compagnia di Hakan, il suo schiavo diurno completamente assoggettato. Chi è Hakan? Di certo non suo padre. Una associazione viene immediata: Hakan ammazza le prede di eli a testa in giù, sgozzandole. Oskar all'inizio del film invita le sue vittime immaginarie a gridare come un maiale. Eli vede che Hakan sta diventando ormai inutile (sul lato Hakan ci sarebbero poi molte cose da dire, riguardo all'ambigua relazione che ha con eli). Ad eli serve un nuovo schiavo. Così inizia a corteggiare e manipolare Oskar, incoraggiando il suo lato violento, invitandolo a vendicarsi (gli occhi di oskar si accenderanno quando riuscirà a far sanguinare il suo vessatore), insinuandogli la morale perversa de "l'omicidio è giusto per vendetta". Quando Oskar avrà provato il gusto del sangue, allora Eli inizierà a confonderlo, passando con lui la notte, facendogli accettare e anzi compatire la sua condizione, macchiandolo delle sue colpe (il bacio insanguinato), invitandolo a calarsi nella sua parte. Hakan muore, ed Eli, dopo averlo consumato fino all'ultima goccia del suo sangue oltre che della sua vita, deve scappare. Ma ora la sua vittima è pronta, la salverà e se la porterà con sè, ricominciando quel gioco perverso che è lecito pensare sia stato con Hakan fino a quel punto. Una storia d'amore? io non credo. Certo è che di inquietante questo film ha tanto. Che sia eli davvero un mostro, o che il mostro sia la sua natura, questo film secondo me parla di quanto di perverso si nasconde oltre all'apparenza di chi si accontenta, o quanto di perverso si possa insinuare nella nostra mente e nel nostro mondo emotivo, se non siamo in grado di difenderci, di capire in tempo l'inganno, proprio come succede ad Oskar, manipolato, vinto e assoggettato dal mostro.
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ninomanfredi
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sabato 11 luglio 2009
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amore?
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Durante l'adolescenza ci può essere amore puro (non condizionato da altri sentimenti, libero da interessi di alcun genere) fra le persone. Così è per Oskar e Eli: si conoscono, si innamorano, e tutto il resto non ha più importanza (Oskar dice di essere disposto "a mettersi" con Eli anche se questa fosse un maschio, e la scoperta che Eli è in realtà un vampiro lo lascia indifferente, - Eli che allontana Oskar quando il proprio istinto le imporrebbe di saltargli addosso per ucciderlo e succhiare il sangue).
Per gli adulti, invece, l'amore non può essere un sentimento puro, perché è sempre contaminato da elementi ulteriori: l'anziano compagno di Eli, che deve assolvere il non facile compito di procurarle sangue umano, le dice "ti servo solo a questo", ed ad un certo punto del film Eli lascia intendere di avere accesso a inesauribili fonti di denaro.
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Durante l'adolescenza ci può essere amore puro (non condizionato da altri sentimenti, libero da interessi di alcun genere) fra le persone. Così è per Oskar e Eli: si conoscono, si innamorano, e tutto il resto non ha più importanza (Oskar dice di essere disposto "a mettersi" con Eli anche se questa fosse un maschio, e la scoperta che Eli è in realtà un vampiro lo lascia indifferente, - Eli che allontana Oskar quando il proprio istinto le imporrebbe di saltargli addosso per ucciderlo e succhiare il sangue).
Per gli adulti, invece, l'amore non può essere un sentimento puro, perché è sempre contaminato da elementi ulteriori: l'anziano compagno di Eli, che deve assolvere il non facile compito di procurarle sangue umano, le dice "ti servo solo a questo", ed ad un certo punto del film Eli lascia intendere di avere accesso a inesauribili fonti di denaro. L'amore è ormai sbiadito fino a scomparire ed ha lasciato il posto ad altro: bassi interessi materiali, routine.
La bellissima scena finale del salvataggio nella piscina e lo sguardo fra i due protagonisti (con il primissimo piano degli occhi di Eli) segna la definitiva chiusura di una fase e l'inizio di una nuova: Oskar prenderà il posto del compagno ormai morto di Eli e l'amore è destinato, prima o poi, a scomparire.
Il film è molto bello e a mio parere si innalza dal semplice livello dell'intrattenimento come vera e propria opera d'arte, per il modo in cui i realizzatori hanno saputo sapientemente miscelare i vari elementi in modo da ottenerne una espressione estetica assolutamente originale ed interessante (a me ha colpito soprattutto la luce in particolare delle scene girate negli esterni, e la bravura dei due attori protagonisti nel dare vita a personaggi problematici lontani anni luce dalle banali caratterizzazioni dei film appartenenti al filone adolescenziale / horror).
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pietro berti
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domenica 1 febbraio 2009
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lasciami entrare : il nuovo ghotic-horror
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Film intenso, poetico estremamente violento. Un gotico-horror romantico che è stato riconosciuto con altissimi consensi dal pubblico europeo e dalla critica ed inoltre riconoscimenti ufficiali nei Festival internazionali ove è stato presentato. E’ una storia svedese di vampiri tratta dal best-seller di J. A. Lindqvist. In un quartiere periferico di Stoccolma, Oscar di 12 anni incontra una misteriosa ragazzina di nome Ely da poco trasferitasi nella casa a lui vicina. Ely esce solo di notte, è molto pallida ed emana uno strano odore. Contemporaneamente al suo arrivo una serie di efferati omicidi vengono commessi nel quartiere periferico di Stoccolma in cui abitano. Oscar che è un appassionato lettore di storie macabre, un amante dello stile gotico, dei film horror e delle tenebre non ha alcuna difficoltà a capire che la sua vicina di casa, Ely, è una vampira e che è lei l’artefice degli omicidi che si verificano.
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Film intenso, poetico estremamente violento. Un gotico-horror romantico che è stato riconosciuto con altissimi consensi dal pubblico europeo e dalla critica ed inoltre riconoscimenti ufficiali nei Festival internazionali ove è stato presentato. E’ una storia svedese di vampiri tratta dal best-seller di J. A. Lindqvist. In un quartiere periferico di Stoccolma, Oscar di 12 anni incontra una misteriosa ragazzina di nome Ely da poco trasferitasi nella casa a lui vicina. Ely esce solo di notte, è molto pallida ed emana uno strano odore. Contemporaneamente al suo arrivo una serie di efferati omicidi vengono commessi nel quartiere periferico di Stoccolma in cui abitano. Oscar che è un appassionato lettore di storie macabre, un amante dello stile gotico, dei film horror e delle tenebre non ha alcuna difficoltà a capire che la sua vicina di casa, Ely, è una vampira e che è lei l’artefice degli omicidi che si verificano. Tra Ely e Oscar nasce un profondo e complesso rapporto di complicità. Personalmente la considero in versione altamente più gotica, violenta, macabra ma nella sua essenza altamente affascinante, al Twilight recentemente uscito nelle sale con grande successo. A mia opinione questo film non soffre né di inserimenti di situazioni infantili, stupide, superflue ed inutili e soprattutto senza il bisogno di utilizzare mezzi economici da brivido riesce a narrare una storia affascinate, inquietante e allo stesso tempo morbosa che però nella sua essenza lascia nello spettatore degno di essere chiamato tale e dotate di un Q.I. superiore alla media un senso profondo di angoscia e allo stesso tempo il risveglio di una nostalgia forse sopìta di un qualcosa che si è dimenticato e che questo film a modo suo tenta di far riemergere. Peccato che il film non sia stato inserito in un circuito cinematografico tale da poter permetterne la visione ad un pubblico più vasto.
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(di maja mann)
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(di notredamegargoyle)
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