tiamaster
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domenica 30 ottobre 2011
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un piccolo indiana jones col ciuffo
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Vi ricordate la motion capture introdotta da zemeckis con "polar express"???ecco qui è dieci volte migliore.La grafica del film è pazzesca,l'aqua che scorre sembra reale,e si riesce a vedere le espressioni degli attori.Molte scene in 3D rendono molto,e sopratutto c'è una prospettiva incredibile,la storia è semplice ma spielberg (il mio regista preferito) la rende coinvolgente e simpatica.Molti anni dopo indiana jones,spielberg ne introduce uno più piccolo,col ciuffo e se indiana jones aveva sempre con se la frusta...Tintin ha sempre con sè il cagnolino milou.Un bellissimo film per famiglie,una motion capture e una grafica memorabili quanto il 3D e tante risate,spielberg non fallisce mai,molti mesi di attesa sono stati ripagati,un film bellissimo.
[+] realmente vero!
(di edmondo donato manganelli)
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milou7300
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domenica 6 novembre 2011
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film dall'entusiasmo contagioso
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Il film racconta la magnifica e divertentissima avventura del giovane e curioso reporter Tintin eroe senza superpoteri che lotta a colpi di astuzia e intelligenza contro il diabolico Sakharine per la ricerca del tesoro di Rakham rosso capitano del galeoneunicorno. Viene aiutato in questo dal suo cane fedele e molto affezionato Milou, dal capitano Haddock (da applausi) persona umana, simpatica ma imperfetta e dai detective superspassosi e pasticcioni Thompson e Thompson.
La vera delizia del film sono le varie citazioni il combattimento ritmato con la miccia accesa ricorda i Predatori dell'arca perduta, gli inseguimenti sembrano non avere fine come sui carrelli di tempio maledetto e persino il sidecar come nell'ultima crociata.
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Il film racconta la magnifica e divertentissima avventura del giovane e curioso reporter Tintin eroe senza superpoteri che lotta a colpi di astuzia e intelligenza contro il diabolico Sakharine per la ricerca del tesoro di Rakham rosso capitano del galeoneunicorno. Viene aiutato in questo dal suo cane fedele e molto affezionato Milou, dal capitano Haddock (da applausi) persona umana, simpatica ma imperfetta e dai detective superspassosi e pasticcioni Thompson e Thompson.
La vera delizia del film sono le varie citazioni il combattimento ritmato con la miccia accesa ricorda i Predatori dell'arca perduta, gli inseguimenti sembrano non avere fine come sui carrelli di tempio maledetto e persino il sidecar come nell'ultima crociata.
Il film è un piccolo gioiello di animazione e grazie a Spielberg il film 3D è alla sua massima espansione.
Le avventure di Tintin il segreto dell'unicorno è un capolavoro da rimanere a bocca aperta e col fiato sospeso perchè ricco di suspence e azione.
L'insegnamento del film è che quando tutto sembra perduto c'è sempre un indizio trascurato che spalanca un nuovo orizzonte pieno di risposte.
Io che sono fan del fumetto ne apprezzo l'omaggio sincero del regista, mi sono davvero divertita!
Il genio di Spielberg va d'accordo col bambino che è in lui e il risultato non può che essere eccellente.
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renato volpone
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domenica 20 novembre 2011
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fedele al fumetto
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Fedele al fumetto, Steven Spielberg, ci presenta un'avventura di Tin Tin e del suo impavido cagnolino, la prima in cui incontra il Capitano Haddock. e proprio Haddock è al centro della storia, lui non lo sa, ma deve recuperare la memoria e un favoloso tesoro, naturalmente Tin Tin lo aiuterà. Dalla matita di Hergè sono venute fuori tante idee che poi sono state portate nel cinema belga e francese, e questo film ce le fa rivivere tutte: la comicità sobria, ma spassosa, la stupidità dei poliziotti, gli scorci di paesaggi sognanti. L'animazione è fantastica e la ricostruzione dei panorami davvero mozzafiato. Il 3d compare solo in alcune scene, per cui nmon si può definire un capolavoro del tridimensionale, ma i disegni sono davvero realistici.
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Fedele al fumetto, Steven Spielberg, ci presenta un'avventura di Tin Tin e del suo impavido cagnolino, la prima in cui incontra il Capitano Haddock. e proprio Haddock è al centro della storia, lui non lo sa, ma deve recuperare la memoria e un favoloso tesoro, naturalmente Tin Tin lo aiuterà. Dalla matita di Hergè sono venute fuori tante idee che poi sono state portate nel cinema belga e francese, e questo film ce le fa rivivere tutte: la comicità sobria, ma spassosa, la stupidità dei poliziotti, gli scorci di paesaggi sognanti. L'animazione è fantastica e la ricostruzione dei panorami davvero mozzafiato. Il 3d compare solo in alcune scene, per cui nmon si può definire un capolavoro del tridimensionale, ma i disegni sono davvero realistici. La storia scorre agevolmente senza annoiare, forse qualche combattimento di troppo, soprattutto nel finale. Si può vedere e se ne esce ampiamente soddisfatti.
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burton99
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lunedì 31 ottobre 2011
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magnifico, il frutto del lavoro spielberg-jackson
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Quando due dei più grandi geni geni del cinema contemporaneo, Steven Spielberg e Peter Jackson, si mettono insieme, possono essere due le opzioni: grande film o disastro totale. Questa volta il risultato è positivo. Tintin, giovane reporter, acquista un modellino di una nave, l'Unicorno, che nasconde un segreto, che si ricollega ad un affondamento di molti secoli prima e a un'antica dinastia, e che lo caccia in un impiccio pericoloso. Insieme al fedele cane Milou e al capitano Haddock, l'avventura è alle porte, e Tintin è in buona compagnia. Lo Spielberg di Indiana Jones ritorna, al servizio di una trama ben studiata, di un animazione che praticamente non si distingue più dal live-action, da un buon 3-d (anche se il film sarebbe godibile anche in 2-d) e da una grande potenza visiva tipica del cinema di Spielberg e Jackson.
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Quando due dei più grandi geni geni del cinema contemporaneo, Steven Spielberg e Peter Jackson, si mettono insieme, possono essere due le opzioni: grande film o disastro totale. Questa volta il risultato è positivo. Tintin, giovane reporter, acquista un modellino di una nave, l'Unicorno, che nasconde un segreto, che si ricollega ad un affondamento di molti secoli prima e a un'antica dinastia, e che lo caccia in un impiccio pericoloso. Insieme al fedele cane Milou e al capitano Haddock, l'avventura è alle porte, e Tintin è in buona compagnia. Lo Spielberg di Indiana Jones ritorna, al servizio di una trama ben studiata, di un animazione che praticamente non si distingue più dal live-action, da un buon 3-d (anche se il film sarebbe godibile anche in 2-d) e da una grande potenza visiva tipica del cinema di Spielberg e Jackson. Quindi, per due ore di pura avventura, godetevi questo ottimo intrattenimento che, come quasi mai succede, piacerà proprio a tutti. Qualche gag vivacizza il contesto più presente avventura-azione-mistero. Gli attori sono buoni, come l'ora non più bambino Jamie "Billy Elliott" Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, e i due maldestri agenti di polizia Dupont e Dupond, interpretati da Simon Pegg e Nick Frost, volti noti per le commedie demenziali di Egar Wright (qui sceneggiatore). Interessante la scena iniziale con Tintin impegnato in un ritratto che presenta il vecchio Tintin di Hergè. Cos'altro dire? Auguro a tutti quelli che guardano questo piccolo grande gioiello, una buona visione
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ettoregna
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giovedì 1 dicembre 2011
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avventura by spielberg
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Tratto dal famoso fumetto Di Hergè, Steven Spielberg presenta "Tin Tin - il segreto delll'unicorno" firmandone la regia e portandolo sul grande schermo con la collaborazione di attori in carne ossa e della computer grafica.
Omaggio al cratore di Tin Tin la sigla del film e una delle prime scene quando al giovane reporter viene fatta una caricatura che si rivela essere il disegno originale del fumetto. Spielberg si attiene molto al personaggio originale mantendo i tratti caratteristici del fumetto, tra questi l'inconfondibile comicità, reinventando però la storia come solo lui sa fare.
Mistero, suspence e azione sono le tre componenti principali del film che non abbandona mai lo spettatore lasciandolo incollato allo schermo.
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Tratto dal famoso fumetto Di Hergè, Steven Spielberg presenta "Tin Tin - il segreto delll'unicorno" firmandone la regia e portandolo sul grande schermo con la collaborazione di attori in carne ossa e della computer grafica.
Omaggio al cratore di Tin Tin la sigla del film e una delle prime scene quando al giovane reporter viene fatta una caricatura che si rivela essere il disegno originale del fumetto. Spielberg si attiene molto al personaggio originale mantendo i tratti caratteristici del fumetto, tra questi l'inconfondibile comicità, reinventando però la storia come solo lui sa fare.
Mistero, suspence e azione sono le tre componenti principali del film che non abbandona mai lo spettatore lasciandolo incollato allo schermo. La struttura dell'animazione infatti è creata in modo tale da non annoiare mai chi guarda poichè le scene entrano una dentro l'altra dando vita a sequenze veloci e creando attenzione pura. Il giovane giornalista e il suo fido e fondamentale Milù partiraanno dal loro duplex alla ricerca di un misterioso tesoro, e per gli amanti del "chi trova un amico trova un tesoro" troveranno anche un nuovo compagno di avventure, il Capitan Haddock; immancabili come nel fumetto i due poliziotti Dupont e Dupond, imbranati ma decisivi al momento giusto.
Perfezionando la tecnica usata per "Polar express", l'animazione e la realtà si fondono dando vita a personaggi dotati di una forte espressività grazie al contributo di veri attori quali Nick frost, Daniel Craig e Jamie Bell.
Spielberg è un mago nel confezionare storie ricche di avventura con giovani eroi coraggiosi e temerari come Tin Tin, e ce le fa amare cosi tanto che non resta altro che sperare che "il segreto dell'unicorno" sia il primo di una lunga serie.
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steph.
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martedì 22 novembre 2011
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decisamente gradevole, grafica eccezionale
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Tintin, abile reporter e detective dai capelli rossi, deve risolvere il mistero legato a un’antica nave e a un tesoro nascosto chissà dove. Non c’è un attimo di noia, grazie anche alla durata del film, appena 107 minuti tra pergamene indecifrabili, inseguimenti e combattimenti per terra e per mare (questi ultimi quasi meglio di quelli del quarto, noiosissimo episodio di Pirati dei Caraibi). Personaggi strambi, imbranati e quindi inevitabilmente esilaranti, con l’unica eccezione di Milou, il geniale fox terrier di Tintin, che ne sa una più del padrone, non sempre perspicace.
La tecnica motion capture, di cui Andy Serkis (qui nel ruolo del Capitano Haddock) è un habitué dopo aver interpretato Gollum, è davvero realistica e va ben oltre lo stile semplice, minimale del fumetto di Hergé, pur mantenendone il nucleo centrale.
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Tintin, abile reporter e detective dai capelli rossi, deve risolvere il mistero legato a un’antica nave e a un tesoro nascosto chissà dove. Non c’è un attimo di noia, grazie anche alla durata del film, appena 107 minuti tra pergamene indecifrabili, inseguimenti e combattimenti per terra e per mare (questi ultimi quasi meglio di quelli del quarto, noiosissimo episodio di Pirati dei Caraibi). Personaggi strambi, imbranati e quindi inevitabilmente esilaranti, con l’unica eccezione di Milou, il geniale fox terrier di Tintin, che ne sa una più del padrone, non sempre perspicace.
La tecnica motion capture, di cui Andy Serkis (qui nel ruolo del Capitano Haddock) è un habitué dopo aver interpretato Gollum, è davvero realistica e va ben oltre lo stile semplice, minimale del fumetto di Hergé, pur mantenendone il nucleo centrale. Belle alcune trovate grafiche, come nella scena della stretta di mano tra Tintin e Haddock che gradualmente sfuma nelle dune del deserto. Anche stavolta Spielberg non sbaglia, insomma. La storia è piacevole e divertente per spettatori di tutte le età. Ma soprattutto, complice la spettacolarità grafica, è avvincente al punto giusto, una qualità che non andrebbe mai sottovalutata in un film d’azione, quale Tintin e il mistero dell’unicorno è a tutti gli effetti (speciali e non).
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johnny veritas
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giovedì 24 novembre 2011
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un grande ritorno
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La prima cosa che pensi guardando Le avventure di Tin Tin è che Spielberg ce l'ha di nuovo fatta. Nella sua trasposizione cinematografica (ovviamente, in 3D) delle mitiche ed intramontabili avventure del giovane reporter dal ciuffo rosso il regista americano è riuscito a non tradire il fumetto originale e allo stesso tempo a non tradire se stesso. Tutto, fin dalle prime scene, ci rimanda all'atmosfera giocosa e alle avventure mirabolanti dell'opera del belga Hergè ma anche a quella mitologia (altrettanto forte e predominante) che Spielberg ha costruito in anni e anni di carriera reinventando il genere avventuroso grazie alla figura di Indiana Jones. Non è infatti un caso che all'uscita de I Predatori dell'Arca Perduta molti estimatori del fumetto di Tin Tin abbiano visto una corrispondenza forte tra le due opere.
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La prima cosa che pensi guardando Le avventure di Tin Tin è che Spielberg ce l'ha di nuovo fatta. Nella sua trasposizione cinematografica (ovviamente, in 3D) delle mitiche ed intramontabili avventure del giovane reporter dal ciuffo rosso il regista americano è riuscito a non tradire il fumetto originale e allo stesso tempo a non tradire se stesso. Tutto, fin dalle prime scene, ci rimanda all'atmosfera giocosa e alle avventure mirabolanti dell'opera del belga Hergè ma anche a quella mitologia (altrettanto forte e predominante) che Spielberg ha costruito in anni e anni di carriera reinventando il genere avventuroso grazie alla figura di Indiana Jones. Non è infatti un caso che all'uscita de I Predatori dell'Arca Perduta molti estimatori del fumetto di Tin Tin abbiano visto una corrispondenza forte tra le due opere. E allora ecco che a (soli) trent'anni di distanza dall'archeologo con frusta e cappello Spielberg parte e ci fa partire con lui verso un'altra avventura altrettanto grandiosa e coinvolgente riprendendo una delle storie più famose del fumetto, fatta di galeoni e misteriosi indizi per tesori nascosti, di pirati, di destino e di amicizia . La decisione, poi, di fare un film di animazione invece di riprese con attori in carne d'ossa (che comunque prestano voci e movenze ai personaggi) è chiara e si rivela calzante: con questa tecnica la magica coppia Spielberg-Jackson (quest'ultimo produttore che prende il posto di George Lucas in Indiana Jones) riesce a fondere le parvenze “fumettistiche” di personaggi e situazioni con scene d'azione irripetibili nella realtà come quella del lungo piano sequenza dell'inseguimento in Marocco, una dimostrazione potente di inventiva ed abilità tecnica che lascia letteralmente a bocca aperta. Ovviamente non manca nemmeno l'ironia ludica di un autore che si diverte qua e là a lasciare tracce autoreferenziali del proprio mondo strizzando l'occhio al pubblico (Tin Tin e Capitan Haddock sul sidecar che rimandano all'inseguimento con Harrison Ford e Sean Connery ne L'ultima Crociata; il ciuffo di Tin Tin a fior d'acqua che sembra la pinna de Lo Squalo) ma senza perdere mai di vista il disegno generale.
Tin Tin si rivela allora un grandioso colossal per famiglie facendo tornare il regista ai tempi d'oro, a quella infantile dolcezza alla E.T o, ancora, all'altrettanta fanciullesca sete di avventura de I Goonies. Questo, certo, farà dire a molti, come si è spesso detto di Spielberg, che siamo davanti all'ennesimo esempio di intrattenimento puro senza alcun'altra ragione d'essere al di fuori dello spettacolo e del successo commerciale. Forse è vero, Spielberg in questo non rischia facendo esattamente quello in cui sa di eccellere ma, se questo è il risultato, ben venga anche l'intrattenimento puro, quella semplice, e non ancora morta, magia del cinema che riesce a farci tornare bambini.
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great steven
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domenica 8 novembre 2015
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dalle vignette di hergé, uno straordinario cartoon
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LE AVVENTURE DI TINTIN – IL SEGRETO DELL'UNICORNO (USA/NZ, 2011) diretto da STEVEN SPIELBERG
È il primo film d’animazione diretto da un autore che probabilmente ha il torto di dipendere troppo dal sistema dei generi, ma al quale non si può assolutamente negare il pregio di analizzare questi ultimi con un occhio che cerca con costanza di apparire innovativo e originale. E questa volta, grazie ad un esperimento mai tentato prima da una stessa persona, il risultato è pregevole ed eccellente. Il reporter parigino Tintin, sempre accompagnato dal fedele cane Milù, acquista ad un bistrot all’aperto la riproduzione di una nave di cui esistono al mondo altri due modelli praticamente identici, e dei quali un misterioso e bieco individuo, Sarackin, intende impadronirsi per mettere le mani su un tesoro che, si racconta, sia di dimensioni spropositate.
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LE AVVENTURE DI TINTIN – IL SEGRETO DELL'UNICORNO (USA/NZ, 2011) diretto da STEVEN SPIELBERG
È il primo film d’animazione diretto da un autore che probabilmente ha il torto di dipendere troppo dal sistema dei generi, ma al quale non si può assolutamente negare il pregio di analizzare questi ultimi con un occhio che cerca con costanza di apparire innovativo e originale. E questa volta, grazie ad un esperimento mai tentato prima da una stessa persona, il risultato è pregevole ed eccellente. Il reporter parigino Tintin, sempre accompagnato dal fedele cane Milù, acquista ad un bistrot all’aperto la riproduzione di una nave di cui esistono al mondo altri due modelli praticamente identici, e dei quali un misterioso e bieco individuo, Sarackin, intende impadronirsi per mettere le mani su un tesoro che, si racconta, sia di dimensioni spropositate. Ma i suoi lerci scopi riguardano anche una persona ben precisa, ovvero l’irascibile capitano ubriacone Archibald Haddock, discendente di un’illustre dinastia di uomini di mare, il cui antenato François comandava un vascello noto come L’unicorno. Quando il giovane giornalista lo conoscerà, si farà aiutare da lui per venire a capo di un enigma apparentemente indecifrabile che fa capo ai tre modellini dei velieri e ad altrettanti pezzi di pergamena che nascondono un messaggio che solamente un Haddock, secondo le parole stesse dei preziosi foglietti, potrà scoprire. Il temibile Sarackin darà parecchio filo da torcere a Tintin e al suo improbabile aiutante, che fra l’altro riesce ad avere le idee molto chiare sul suo passato esclusivamente quando è sbronzo, ma il coraggioso ragazzo permetterà alla giustizia di fare il suo corso e di abbattere l’irriducibile usurpatore che, oltre a voler mettere le mani sulla fortuna celata nell’imbarcazione, è anche animato da sanguinosi propositi di vendetta. Un ricchissimo caleidoscopio di colori, forme bizzarre, personaggi divertenti e dialoghi scoppiettanti è raffigurato nel mezzo audiovisivo senza soluzione di continuità, e Spielberg sa ricorrere a stratagemmi adeguati che sono proprio l’ideale per confezionare un prodotto rivolto non soltanto ai giovanissimi ma appetibile anche ad un target di cultori del cinema d’azione, delle storie avvincenti e dei romanzi avventurosi trasposti sul grande schermo senza esagerazioni né assurdità. Le carte vincenti sono appunto i caratteri che si muovono come marionette scatenate all’interno di questo sfarzoso giocattolone fruibile da un pubblico molto più ampio di quanto suggeriscono le apparenze: l’audace e inafferrabile Tintin, il suo instancabile cagnolino che non lo abbandona un secondo, il capitano alcolista al quale sfuggono volontariamente momenti di perfetta lucidità e specialmente di attiva partecipazione agli interventi di salvataggio, un antagonista fuori dal comune mosso da complessi sentimenti di rivalsa, i due detective pasticcioni (Dupond e Dupont, praticamente indistinguibili se non per la voce) dal naso pronunciato e sempre vestiti con bastone e bombetta nera e anche, lasciato un po’ in disparte, il flemmatico maggiordomo Nestore che si compiace di fare un sagace e latente doppiogioco. Molto spassoso e zeppo di colpi di scena che non minano la stabilità della trama e valorizzano paradossalmente anche il tratto grafico, il quale ritrova la sua parvenza stilistica in virtù del fatto che il regista ha realizzato un film in modo completamente autonomo, ossia senza appoggiarsi alla sua DreamWorks, fondata nei primi anni 2000 in combutta con Jeffrey Katzenberg. Abbiamo dunque a che fare con una pellicola indipendente che, col tempo, speriamo diventi un gioiello nel mondo dei cartoons d’oltreoceano, o magari un cult che faccia scuola e insegni qualcosa di significativo ai posteri che avranno l’ardimento di cimentarsi in sfide del genere. Nel doppiaggio originale, spiccano le voci di Toby Jones, Jamie Bell, Simon Pegg, Nick Frost ed Andy Serkis. La versione italiana vanta splendidi surrogati nostrani come Davide Perino, Francesco Pannofino, Francesco Prando, Nanni Baldini e Roberto Stocchi. Prodotto dalla Columbia e dalla Paramount Pictures insieme al neozelandese Peter Jackson, regista dell’adattamento cinematografico de Il Signore degli Anelli, conosciuto ormai in ogni dove del nostro pianeta anche per la trilogia filmica de Lo Hobbit, sempre tratta dal maestro John Ronald Reuel Tolkien. È chiaro che gli opposti, come capita sempre, si attraggono: e in una situazione simile Spielberg e Jackson hanno saputo trarre i giusti frutti da una collaborazione coi fiocchi.
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ultimoboyscout
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domenica 22 luglio 2012
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impeccabile caccia al tesoro.
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Il cartoon è il mix perfetto di tre storie del belga George Remi, meglio noto come Hergé, che sono "Il segreto dell'unicorno", "Il granchio d'oro" e "Il tesoro di Rackham il Rosso". Il racconto inizia col giovane detective/giornlista col ciuffo all'insù Tin Tin che acquista un modellino di una nave scomparsa che contiene qualcopsa di molto importante e da qui cominciano i guai. Ci sono elementi noi, mistero e suspence, è una detective story appassionante con un ampio target di pubblico e di fondo c'è una profonda amicizia con l'avvinazzato Capitano Haddock. E' il personaggio che suscita maggior simpatia, anche più dei poliziotti Dupont & Dupont.
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Il cartoon è il mix perfetto di tre storie del belga George Remi, meglio noto come Hergé, che sono "Il segreto dell'unicorno", "Il granchio d'oro" e "Il tesoro di Rackham il Rosso". Il racconto inizia col giovane detective/giornlista col ciuffo all'insù Tin Tin che acquista un modellino di una nave scomparsa che contiene qualcopsa di molto importante e da qui cominciano i guai. Ci sono elementi noi, mistero e suspence, è una detective story appassionante con un ampio target di pubblico e di fondo c'è una profonda amicizia con l'avvinazzato Capitano Haddock. E' il personaggio che suscita maggior simpatia, anche più dei poliziotti Dupont & Dupont. Non è un semplice cartone, piuttosto un prodotto di altissima tecnologia, realizzato applicando la tecnica della Performance Capture unita all'innovativa Weta, che ha costretto gli attori a recitare con un casco indossato per registrare ogni minimo movimento facciale e catturare ogni espressione. Tin Tin scopre mondi e civiltà lontane e questo deve deve aver proprio colpito due geni del fantasy come Spielberg e Jackson: il gusto risulta meravigliosamente retrò e fedele all'originale, ma estremamente moderno e attualissimo nella messa in scena e nel modo in cui si svolge l'azione. In poche parole non fa una grinza, si fa fin troppo presto a definirlo un film d'avventura, non è facile mantenere alta la tensione e il senso di meraviglia e al contempo restare su standard di classe elevatissimi: qui invece tutto appare possibile, con Tin Tin che somiglia al caro (per Spielberg) Indiana Jones. Il regista strizza l'occhio a humour, brivido e suspence e il risultato è che, assieme al sottovalutato "Munich" questo cartoon sia il suo miglior prodotto dell'ultimo quindicennio. Va comunque fatto notare che la tecnologia tende a compiacersi di se stessa, a qualcuno sembrerà che fagociti la storia, rendendo i personaggi fissi, un pò imbambolati e spesso poco espressivi. L'eleganza di stile è comunque innegabile, il ritmo forsennato sfianca lo spettatore ma lo diverte, impedendo di godere appieno di tutte le ambientazioni ma la resa cromatica sbalordisce più di ogni altra cosa. Nota di merito per Serkis, a detta di molti il protagonista assoluto della storia e vero pioniere di questa tecnica di recitazione (basti pensare a Gollum e a King Kong). Il risultato è una gemma di valore assoluto, destinato a modificare il linguaggio cinematografico.
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dandy
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venerdì 1 gennaio 2016
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primo,e forse ultimo della saga di "tintin".
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Adattamento di tre albi originali sul personaggio creato nel 1929 da Hergè,divenuto popolare negli anni 50 e 90 con una fortunata serie televisiva in animazione tradizionale(se non ricordo male da noi era in onda la mattina su Raitre,e non ne perdevo un episodio.Bei tempi....).Spielberg trasferisce il tutto in un film d'animazione in 3D con la tecnica della performance capture,mixando i generi a lui più cari(action,comedy e avventure archeologiche).Il risultato visivo è eccellente(la sequenza dei titoli di testa),certe riprese virtuosisticamente audaci,ma non molto coinvolgente.Se l'ironia non manca,troppo spesso nei momenti di pericolo i protagonisti si salvano in modi inverosimili.
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Adattamento di tre albi originali sul personaggio creato nel 1929 da Hergè,divenuto popolare negli anni 50 e 90 con una fortunata serie televisiva in animazione tradizionale(se non ricordo male da noi era in onda la mattina su Raitre,e non ne perdevo un episodio.Bei tempi....).Spielberg trasferisce il tutto in un film d'animazione in 3D con la tecnica della performance capture,mixando i generi a lui più cari(action,comedy e avventure archeologiche).Il risultato visivo è eccellente(la sequenza dei titoli di testa),certe riprese virtuosisticamente audaci,ma non molto coinvolgente.Se l'ironia non manca,troppo spesso nei momenti di pericolo i protagonisti si salvano in modi inverosimili.Non meno importante è il fatto che per i fan il digitale non può certo rendere giustizia alla ligne claire dei fumetti originali,e Spielberg avrebbe potuto girare con una versione aggiornata di questa tecnica(magari con contaminazione digitale).Ovvie e simpatiche citazioni(Magritte,Jacques Tati)e autocitazioni(naturalmente dalla saga di Indiana Jones, e "Lo squalo","Hook-Capitan Uncino","L'impero del sole","A.I.-Intelligenza artificiale").E il viso dello sceicco riproduce quello del regista.Nella versione americana i gemelli Dupond e Dupont inspiegabilmente diventano Thomson e Thompson,mentre il cagnolino Milou diventa Snowy.Sceneggiato tra gli altri da Edgar Wright.Dopo il debole riscontro del pubblico,gli altri due capitoli annunciati che dovrebbero essere diretti da Peter Jackson(qui produttore)potrebbero non essere più realizzati.
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