nicolas bilchi
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venerdì 28 gennaio 2011
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red dragon.
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Divenuto un divo con "Il silenzio degli innocenti", Anthony Hopkins torna a vestire i panni di Hannibal Lecter, personaggio che gli sta fin troppo aderente; come al solito, Hopkins ammalia e metta in soggezione, ma saggiamente stavolta non è lui l'ago della bilancia: se nel primo capitolo Lecter dominava, e doveva dominare, su tutto e tutti, qui sembra instaurarsi nella narrazione quasi un passaggio di testimone ideale. Hopkins è sempre lì, sulla scena, divo vivente forte della sua meritatissima nomea, ma pronto a tirarsi indietro, a lasciare le luci della ribalta ai due giovani leoni, agli atleti pronti a prendere il testimone dalla sua mano (come da quelle di Al Pacino, Morgan Freeman, Dustin Hoffman, Robert De Niro.
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Divenuto un divo con "Il silenzio degli innocenti", Anthony Hopkins torna a vestire i panni di Hannibal Lecter, personaggio che gli sta fin troppo aderente; come al solito, Hopkins ammalia e metta in soggezione, ma saggiamente stavolta non è lui l'ago della bilancia: se nel primo capitolo Lecter dominava, e doveva dominare, su tutto e tutti, qui sembra instaurarsi nella narrazione quasi un passaggio di testimone ideale. Hopkins è sempre lì, sulla scena, divo vivente forte della sua meritatissima nomea, ma pronto a tirarsi indietro, a lasciare le luci della ribalta ai due giovani leoni, agli atleti pronti a prendere il testimone dalla sua mano (come da quelle di Al Pacino, Morgan Freeman, Dustin Hoffman, Robert De Niro...): Edward Norton e Ralph Fiennes. E se alla fin fine la prestazione di Norton risulta abbastanza deludente perchè l'attore non si cura assolutamente di caratterizzare il proprio personaggio, mantenendolo entro i binari del poliziotti tipico dei thriller americani moderni, straordinario è invece Ralph Fiennes, vero mattatore sul set, una specie di nuovo Lecter che può benissimo essere paragonato all'originale di Hopkins. Gran parte del merito del film va proprio alla prestazione di Fiennes, che qui supera sè stesso raggiungendo livelli ai quali neanche l'atmosfera magica e in questo senso molto vantaggiosa di "Schindler's List" era riuscito ad avvicinarlo, ma bisogna riconoscere alla regia di essersi governata molto bene: il ritmo è serrato, le funzioni dei personaggi sono ben dosate con una rapida alternanza di scene che non dà mai un'idea di monotonia. Poi è facile omaggiare e ricalcare al contempo i giochi psicologici di Lecter con Clarice, qui sostituita da Norton, ma proprio la sua prestazione lascia un po' d'amaro in bocca. Cioè, Norton non riesce (ed è strano considerando i suoi standard) a soprendere affatto lo spettatore, facendo esattamente ciò che ci si aspetterebbe che un giovane ispettore di polizia facesse (per esempio è al telefono e, dato che le indagini non vanno per il verso giusto, batte il pugno sulla scrivania, qualcosa di visto e rivisto, più simile ad uno stereotipo che ad una azione autonoma). Fortunatamente Fiennes regge con dignità la baracca da solo e, insieme alla buona regia di Ratman, riesce a ricreare parte di quella magia (nera) che permeava l'opera di Demme e che qui è al contempo simile e differente, in quanto il regista preferisce spingere l'acceleratore sul thriller puro e sugli enigmi da risolvere, lasciando parzialmente in secondo piano la psicologia. Una scelta che, se a prima vista può far storcere il naso, è in realtà validissima e trova una sua giustificazione nella volontà di distaccarsi dal "Silenzio degli innocenti", di proporre anche qualcosa di nuovo in grado di non creare un effetto di deja vu e di ridurre la portata di un confronto certamente perso in partenza.
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tiziana stanzani
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martedì 5 novembre 2002
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il primo (e l'unico)
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«Il delitto della terza luna» (romanzo rinominato «Red Dragon» al solo scopo di sollecitarne gli acquisti in occasione dell’uscita del film) è il primo dei tre libri scritti da Harris sulla saga del cannibale di Baltimora, e che forse sarebbe stato il caso di produrre prima de «Il silenzio degli innocenti»: salta subito all’occhio, infatti, quanto Hopkins sia invecchiato (ma con i capelli tinteggiati di nero, poiché il salto di tempo, tra un’ambientazione e l’altra, è notevole). Tuttavia la fedeltà al testo originale - un romanzo davvero sconvolgente - ne fa ugualmente un film particolarmente intrigante: è infatti con lo psicodramma del ‘lupo mannaro’ che vennero a nascere due nuovi generi: il thriller psicologico e il serial killer.
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«Il delitto della terza luna» (romanzo rinominato «Red Dragon» al solo scopo di sollecitarne gli acquisti in occasione dell’uscita del film) è il primo dei tre libri scritti da Harris sulla saga del cannibale di Baltimora, e che forse sarebbe stato il caso di produrre prima de «Il silenzio degli innocenti»: salta subito all’occhio, infatti, quanto Hopkins sia invecchiato (ma con i capelli tinteggiati di nero, poiché il salto di tempo, tra un’ambientazione e l’altra, è notevole). Tuttavia la fedeltà al testo originale - un romanzo davvero sconvolgente - ne fa ugualmente un film particolarmente intrigante: è infatti con lo psicodramma del ‘lupo mannaro’ che vennero a nascere due nuovi generi: il thriller psicologico e il serial killer. Eccezionale l’interpretazione di Ralph Fiennes, che nella sua parte di mostro criminale riesce persino a esprimere qualche traccia di derelitta umanità. Una regia pulita consente di concentrarsi sulla storia, nonostante questa perda molto della suspense del romanzo. Oggi, Red Dragon, può apparire un film ‘già visto’, ma venti anni fa, quando Harris soffriva (giustamente) arrabbiato per non essere alla ribalta delle cronache, avrebbe sicuramente sfondato gli schermi; perché fu il primo.
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vale '93
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venerdì 26 giugno 2009
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red dragon:ci siamo quasi ma non ancora...
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E' con questo film che in realtà dovrebbe iniziare la storia del famelico e feroce Dottor Lecter,ma è stato prodotto ben 10 anni dopo "Il silenzio degli innocenti"....ma va bene lo stesso.La vicenda qui si apre non dietro il vetro di una cella di sicurezza,dove ormai eravamo abituati a vedere il dottor Lecter,ma quando Lecter era ancora in libertà e si permetteva il lusso di andare ad ascoltare concerti sinfonici.La sparizione di un noto musicista,Benjamin Raspeil,finisce sulla bocca di tutti,anche della commissione della sinfonia che però non si dispiace più di tanto poichè lo considerano un mediocre suonatore.Uno sguardo furtivo di Lecter,a cena con la commissione,ci fa intuire che probabilmente è tutta opera sua,ma fino a che punto?Il regista ci lascia immaginare,dopo una frase di una dei commensali,quale sia in realtà l'ingrediente di base della cena,grazie anche a una frase di Lecter "Se ve lo dicessi,temo che non la mangiereste più".
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E' con questo film che in realtà dovrebbe iniziare la storia del famelico e feroce Dottor Lecter,ma è stato prodotto ben 10 anni dopo "Il silenzio degli innocenti"....ma va bene lo stesso.La vicenda qui si apre non dietro il vetro di una cella di sicurezza,dove ormai eravamo abituati a vedere il dottor Lecter,ma quando Lecter era ancora in libertà e si permetteva il lusso di andare ad ascoltare concerti sinfonici.La sparizione di un noto musicista,Benjamin Raspeil,finisce sulla bocca di tutti,anche della commissione della sinfonia che però non si dispiace più di tanto poichè lo considerano un mediocre suonatore.Uno sguardo furtivo di Lecter,a cena con la commissione,ci fa intuire che probabilmente è tutta opera sua,ma fino a che punto?Il regista ci lascia immaginare,dopo una frase di una dei commensali,quale sia in realtà l'ingrediente di base della cena,grazie anche a una frase di Lecter "Se ve lo dicessi,temo che non la mangiereste più"...Poi appare l'agente Will Grahm che sta appunto indagando inconsapevolmente su Lecter,di cui invece si serve come "consigliere",considerandolo un bravissimo criminologo.Si reca così una sera a casa del dottore,per discutere con lui di alcuni aspetti del carattere del suo ricercato,non rendendosi conto che ce l'ha davanti..Lo capirà troppo tardi,quando Lecter lo ferirà allo stomaco,quasi uccidendolo.Ma l'agente Will riuscirà a ferirlo e a catturarlo,dopo tante ricerche.Questo è solo lo sfondo della nuova storia,ora Will Grahm si è ritirato dall'FBI e conduce una vita tranquilla con la moglien e i figli..Ma dietro l'angolo c'è in agguato un nuovo assassino che uccide le sue vittime con la luna piena,da qui il soprannome "Lupo Mannaro".Chiamato a dare una mano nelle indagini,Will Grahm chiede a sua volta il consiglio del suo vecchio "amico" Hannibal Lecter.Una spietata corsa contro il tempo,prima che ci sia di nuovo luna piena,porta l'agente Grahm a uccidere il Lupo Mannaro,ma solo dopo aver messo in serio pericolo la sua famiglia.Dichiara inoltre che aver letto il diario del mostro,gli ha messo addosso tristezza:infatti "il mostro non è nato cattivo,lo è diventato dopo anni e anni di violenze e maltrattamenti",e nemmeno l'amore di una giovane ragazza cieca riuscirà a far rinascere in lui quel lato umano che ha perso da tempo,se non per poco tempo.Secondo me,questo è il film che meglio si avvicina a "Il silenzio degli innocenti",pur rimanendone lontano anni luce.L'atmosfera e quasi simile,il ritmo è ben serrato ma non così "tranquillo" come l'altro,gli attori sono molto bravi,su tutti Anthony Hopkins e Edward Norton.Si possono notare delle somiglianze tra i discorsi che fa l'agente Grahm al dottor Lecter e quelli dell'agente Starling,così come si possono notare somiglianze tra le personalità dei due agenti dell'FBI,tutti e due diversi dagli altri,scaltri,intuitivi e dotati di grande immaginazione...La trama è molto conivolgente,più vole ti fa trattenere il respiro e non ti annoia mai...Pur rimanendo nemmeno paragonabile a Il silenzio degli innocenti,è comunque il film che tra tutti più gli si avvicina,visto il totale fallimento del film "Hannibal"...
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monica
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venerdì 8 novembre 2002
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come sull'ottovolante!!!
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Forse non è proprio al livello de "Il silenzio degli innocenti", ma, secondo il mio modesto parere, ci si avvicina moltissimo. Ottima la fotografia, grandi interpreti. Per buona parte del film c'è un filo di tensione che tiene incollati alla poltrona. Il ritmo è buono e a volte non dà tregua. E' uno di quei film che non ci si stanca mai di vedere.
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luca scialò
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domenica 26 giugno 2011
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prequel de il silenzio degli innocenti
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Will Graham è un investigatore sulle tracce di un pazzo assassino che massacra ogni notte di luna piena un'intera famiglia. Un certo Francis Dolarhyde. E' costretto così a farsi aiutare da Hannibal Lecter, altro feroce maniaco-assassino che lui stesso ha precedentemente arrestato. L'unico in grado, per la mente contorta che si ritrova e per il passato agghiacciante alle spalle, in grado di leggere nella mente dell'assassino.
Il film traspone il primo libro della trilogia di Thomas Harris dedicata al personaggio di Hannibal "The Cannibal" Lecter. Dunque è il prequel de Il silenzio degli innocenti, film e successiva saga che hanno sconvolto più generazioni.
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Will Graham è un investigatore sulle tracce di un pazzo assassino che massacra ogni notte di luna piena un'intera famiglia. Un certo Francis Dolarhyde. E' costretto così a farsi aiutare da Hannibal Lecter, altro feroce maniaco-assassino che lui stesso ha precedentemente arrestato. L'unico in grado, per la mente contorta che si ritrova e per il passato agghiacciante alle spalle, in grado di leggere nella mente dell'assassino.
Il film traspone il primo libro della trilogia di Thomas Harris dedicata al personaggio di Hannibal "The Cannibal" Lecter. Dunque è il prequel de Il silenzio degli innocenti, film e successiva saga che hanno sconvolto più generazioni. Un prequel comunque credibile, tra i primi di una lunga serie che hanno percorso gli anni 2000. Con alterni successi.
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elgatoloco
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venerdì 23 ottobre 2020
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red dragon, notevole comunque
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"Red Dragon"(Brett Ratner, dal romanzo del ciclo su Hannibal Lecter, detto"The Cannibal"di Thomas Harris, sceneggiatura di Ted Tally, 2002)ha subito la stessa sorte di altri film tratti da romanzi inseriti in un"ciclo": dopo il successo di"The Silence of the Lambs"di Jonathan Demme è stato filmato un prequel del film "The Silence", che anche romanzo è precedente non solo a livello temporale, ma anche proprio di stesura rispetto a"The Silence"... che è appunto questo. Certamente efficace, già all'inizio, quando i rapporti in apparenza molto"cortesi"tra il detective e Hannibal si risolvono in una lotta feroce e poi continuamente in seguito, con le"allucinazioni"(che sono in realtà premonizionI)della donna cieca, dove l''irruzione , anche cromaticamente molto forte, del dipinto del grande William Blake(anche poeta"profetico")"The Red Dragon and the Women clothed by the Sun", che ha ispirato peraltro Harris , il film si serva, olltre all'indubbia capacità registica di Ratner, che è inferiore ma non di molto a Demme, della bravura degli interpreti.
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"Red Dragon"(Brett Ratner, dal romanzo del ciclo su Hannibal Lecter, detto"The Cannibal"di Thomas Harris, sceneggiatura di Ted Tally, 2002)ha subito la stessa sorte di altri film tratti da romanzi inseriti in un"ciclo": dopo il successo di"The Silence of the Lambs"di Jonathan Demme è stato filmato un prequel del film "The Silence", che anche romanzo è precedente non solo a livello temporale, ma anche proprio di stesura rispetto a"The Silence"... che è appunto questo. Certamente efficace, già all'inizio, quando i rapporti in apparenza molto"cortesi"tra il detective e Hannibal si risolvono in una lotta feroce e poi continuamente in seguito, con le"allucinazioni"(che sono in realtà premonizionI)della donna cieca, dove l''irruzione , anche cromaticamente molto forte, del dipinto del grande William Blake(anche poeta"profetico")"The Red Dragon and the Women clothed by the Sun", che ha ispirato peraltro Harris , il film si serva, olltre all'indubbia capacità registica di Ratner, che è inferiore ma non di molto a Demme, della bravura degli interpreti. di Antohony Hopkins sappiamo, che ha persino sofferto dell'identifcazione(sim-patica più ancora che"em-patica")con Hannibal, ma Edward Norton, quale detective, nel 2002, era quasi un esordiente, Ralph Finnies nella parte del"maniaco", non solo per la maschera che gli è stata"allestita"è efficacissimo, Emily Watson è bravissima come ragazza cieca, soggetta alle manie del"cattivissimo", Harvey Keitel è bravissimo, anche se già all'epoca relegato in un ruolo quasi di contorno(qui è capitano, comunque comandante del detective qui co-rpostagonista)-in realtà, dopo i film con Martin Scorsese dell'esordio, Keitel è stato"delegato-relegato"in ottime parti"secondarie". Decisamente un film di tutto rispetto, nel quale i romanzi di Harris trovano una resa-trasposizione filmica più che soalmente adeguata, che hanno certamente "funzionato"anche rispetto alla lettura dei libri(anche se andrebbe valutato statisticamente come e in che misura i film servano da "traino"effettivo rispetto ai romanzi da cui sono tratti), anche in virtuù di una fotografia che certamente potenziaa gli aspetti visivi in maniera adeguatamente"ipertrofica", di musiche sempre adeguate(e si faccia attenzione, direi più del solito, al concerto di musica classica e alla cena successiva, a inizio del film, prima dei titoli di testa, in quanto...vi si possono intuire vari sviluppi, là annunciati...), per un'opera che si caratterizza e con la quale fatalmente ulteriori(eventuali)sequels dovranno comunque misurarsi.confrontarsi, come avviene sempre quando si parla di film che seguono, anche di vari anni come in qusto caso, con film(anche"vettori"di romanzi, come qui, appunto)di notevole rilievo. UNa riflessione sulla violenza del e nel cinema andrebbe comunque fatta a partire anche da questo film, che in questo senso, non meno di"The Silence", ha parechcio da dire,,,, El Gato
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spalla
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mercoledì 17 giugno 2009
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remake abbastanza inutile di "manhunter"
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Remake non all'altezza dell'originale di "Manhunter - Frammenti di un Omicidio" del 1986. A me sembra necessario realizzare un prequel di "Il Silenzio degli Innocenti", quando in fondo c'era già. E' vero che questo film ha qualcosa in più del predecessore. Molto bella ad esempio la scena iniziale in cui Hannibal Lecter viene ferito e catturato. Inoltre, qui lo stesso Lecter viene interpretato dal migliore e più conosciuto Antony Hopkins, molto più esperto nel ruolo di Brian Cox. E le ambientazioni della prigione in cui è rinchiuso sono ora le stesse de "Il Silenzio". Però i pregi di questo film si fermano qui. Se Hopkins è migliore di Cox per interpretare Lecter, non si può certo dire la stessa cosa di Edward Norton nei panni di Will Graham.
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Remake non all'altezza dell'originale di "Manhunter - Frammenti di un Omicidio" del 1986. A me sembra necessario realizzare un prequel di "Il Silenzio degli Innocenti", quando in fondo c'era già. E' vero che questo film ha qualcosa in più del predecessore. Molto bella ad esempio la scena iniziale in cui Hannibal Lecter viene ferito e catturato. Inoltre, qui lo stesso Lecter viene interpretato dal migliore e più conosciuto Antony Hopkins, molto più esperto nel ruolo di Brian Cox. E le ambientazioni della prigione in cui è rinchiuso sono ora le stesse de "Il Silenzio". Però i pregi di questo film si fermano qui. Se Hopkins è migliore di Cox per interpretare Lecter, non si può certo dire la stessa cosa di Edward Norton nei panni di Will Graham. William Petersen era di gran lunga migliore di lui. Stesso discorso per l'assassino Francis Dollarhyde, nel film precedente era molto meglio interpretato. Qui sembra poco più che un mentecatto. Poi c'è il fatto che nel 1986 questa storia era sicuramente originale, mentre nel 2002 sa già molto di già visto. La suspence non sempre è il massimo. Credo quindi che questo film sia stato più che altro un pretesto per realizzare un prequel de "Il Silenzio" con gli stessi interpreti (ricompare anche il dottor Chillton) e le stesse ambientazioni, che mancavano in "Manhunter". Ma il risultato è comunque molto inferiore. Riservato solo ai fan di Lecter.
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mercoledì 13 novembre 2002
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meglio hannibal lecter o norman bates?
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L'associare il personaggio interpretato da Hopkins con quello del film Psyco di Hitchcock mi è venuto spontaneo, come già era successo ai tempi dell'uscita de "Il silenzio degli innocenti", perchè, come forse pochi sanno, si rifanno entrambi ad un serial killer realmente esistito, tal Edward Gein. Tra il primo episodio della trilogia di Hannibal e il capolavoro di Hitchcock sono tracorsi oltre 20 anni; il modo di fare cinema è cambiato,ma il paragone è comunque fattibile. In breve, vi dirò quale tra i due film preferisco e perchè.In buona sostanza preferisco Red Dragon e gli altri due episodi della saga a Psyco perchè sebbene anche quest'ultimo provoca delle reazioni forti nello spettatore nulla ha a che vedere col personggio interpretato da Hopkins.
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L'associare il personaggio interpretato da Hopkins con quello del film Psyco di Hitchcock mi è venuto spontaneo, come già era successo ai tempi dell'uscita de "Il silenzio degli innocenti", perchè, come forse pochi sanno, si rifanno entrambi ad un serial killer realmente esistito, tal Edward Gein. Tra il primo episodio della trilogia di Hannibal e il capolavoro di Hitchcock sono tracorsi oltre 20 anni; il modo di fare cinema è cambiato,ma il paragone è comunque fattibile. In breve, vi dirò quale tra i due film preferisco e perchè.In buona sostanza preferisco Red Dragon e gli altri due episodi della saga a Psyco perchè sebbene anche quest'ultimo provoca delle reazioni forti nello spettatore nulla ha a che vedere col personggio interpretato da Hopkins. Dopo aver visto Red Dragon quando andrete a farvi la doccia, togliendovi le mutande noterete un alone marrone; inizialmente tenterete di consolarvi dicendo che è una macchia di caffèlatte, pur sapendo che non lo è, che sicuramente non lo è, e se lo fosse perche dovrebbe trovarsi proprio all'altezza del buco del culo? Perchè è merda, il classico alone di merda che solo i film di tensione pura sanno provocare nell'innocente spettatore. A proposito se c'è qualcuno che ha letto questa recensione sappia che è un idiota.
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