giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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ben affleck e l''ypercalculia autistica giomo891
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The Accountant
2016 -Gavin O Connor-
Il premio Oscar Ben Affleck (Argo, ed il recente Batman v Superman: Dawn of Justice) è il protagonista di The Accountant, un film diretto da Gavin O’Connor (Miracle, Pride and Glory – Il Prezzo dell’Onore, Warrior).
Christian Wolff (Affleck) è un matematico autistico che ha più affinità con i numeri che con le persone. Lavora sotto copertura in uno studio di una piccola città di provincia, come contabile freelance per alcune delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo. Messo sotto pressione da Ray King (J.K. Simmons), capo della divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, Christian assume l’incarico di un nuovo cliente: una società di robotica d’avanguardia in cui un’ addetta alla contabilità (Anna Kendrick) ha scoperto un ammanco nei conti di milioni di dollari.
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The Accountant
2016 -Gavin O Connor-
Il premio Oscar Ben Affleck (Argo, ed il recente Batman v Superman: Dawn of Justice) è il protagonista di The Accountant, un film diretto da Gavin O’Connor (Miracle, Pride and Glory – Il Prezzo dell’Onore, Warrior).
Christian Wolff (Affleck) è un matematico autistico che ha più affinità con i numeri che con le persone. Lavora sotto copertura in uno studio di una piccola città di provincia, come contabile freelance per alcune delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo. Messo sotto pressione da Ray King (J.K. Simmons), capo della divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, Christian assume l’incarico di un nuovo cliente: una società di robotica d’avanguardia in cui un’ addetta alla contabilità (Anna Kendrick) ha scoperto un ammanco nei conti di milioni di dollari. Non appena Christian individua le falsificazioni dei documenti avvicinandosi alla verità, il numero delle vittime inizia ad aumentare.
Ma fin qui nulla di straordinario rispetto a tante pellicole "action/crime".
C'è un contenuto extra in questo bel film. È la storia di un ragazzo, da bambino condannato alla "diversità ", si parla di sindrome autistica o meglio "Asberger", che terrorizza la madre ma non il padre, abituato al rigore militare, che non accetta che il figlio sia relegato in un "limbo" di sfortunati esseri superprotetti da un mondo che non riesce ad accettarli.
Quel bambino crescerà e diventerà, con la disciplina, un vero genio matematico, con in più straordinarie capacità nelle arti marziali e militari...il finale è qualcosa di eccezionale.
Un Ben Affleck sempre più convincente.
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jonnylogan
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mercoledì 7 settembre 2022
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partita doppia
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Christian Wolff è abile come contabile nonostante i numerosi problemi di autismo che lo accompagnano fin dall'infanzia. Al tempo stesso Christian non lavora solo come contabile in proprio, ma anche come consulente per conto di alcune delle associazioni criminali più pericolose del pianeta.
Dietro al nome fittizio di Christian Wolff si cela uno dei contabili più abili nello scovare buchi di bilancio e ammanchi teoricamente inspiegabili.
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Christian Wolff è abile come contabile nonostante i numerosi problemi di autismo che lo accompagnano fin dall'infanzia. Al tempo stesso Christian non lavora solo come contabile in proprio, ma anche come consulente per conto di alcune delle associazioni criminali più pericolose del pianeta.
Dietro al nome fittizio di Christian Wolff si cela uno dei contabili più abili nello scovare buchi di bilancio e ammanchi teoricamente inspiegabili. Al tempo stesso Christian è anche una persona dal carattere solitario e difficilmente avvicinabile a causa di un autismo mai curato che spinse suo padre, ufficiale dell’esercito, a farlo allenare senza tregua all’uso delle arti marziali, per essere in grado in età adulta di sapersi difendere.
Ben Affleck riesce a calarsi nel ruolo di un mite contabile sofferente di autismo, in maniera convincente, anche grazie a una deriva action che la pellicola diretta da Gavin O’connor, attore, regista e anche produttore di successo, prende a partire dalla seconda metà, trasformando Christian Wolff, pseudonimo matematico, usato per celarne la vera identità, in una macchina capace di uccidere chiunque gli si pari di fronte. La pellicola datata 2016 ha l’indubbia capacità, grazie a una duplice narrazione. Nella prima la ricerca dell’ FBI di chi sia l’uomo che viene regolarmente fotografato di spalle assieme ai criminali più spietati del pianeta. Nella seconda quale sia la storia attuale di un contabile taciturno che ha assunto l’incarico di scovare la fonte di un ammanco impossibile da trovare per chiunque tranne (forse) per lui. Assieme ad Affleck J.K. Simmons e Cynthia Addai-Robinson, nella parte di due agenti dell’FBI, Jon Bernthal, in quella di uno spietato sicario e Anna Kendrick anche lei nel ruolo di una mite contabile, aggiungono quei characters indispensabili per completare la descrizione dei due livelli narrativi.
Si parla da anni di un sequel per una prima pellicola che ha raggiunto un eccellente successo sia al botteghino sia in termini di critica. Una prima pellicola che merita di essere recuperata proprio perché rappresenta un unicum in bilico fra una narrazione di tipo cerebrale e un action movie.
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christalball
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sabato 1 maggio 2021
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sentirsi diversi ed essere diversi
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Il problema della critica cinematografica autorevole (o semplicemente autorizzata) è che l'uomo qualunque che incappa nella recensione negativa e si fida (perchè è troppo pigro per diventare come quegli anarco - cinefili che danno alle recensioni diverse dalle proprie al massimo il valore di un postulato), finisce col perdersi, ad esempio, un film come questo. A parte Ben Affleck (così adatto a questo ruolo da farmi ripensare al Ben di Argo del lontano 2012) questo film è importante innanzitutto perchè genera, ancora una volta nella storia del cinema, una riflessione su uno dei disturbi dello spettro autistico "la sindrome di Asperger", ma non solo, è anche un film culturale che affronta il tema della diversità e della necessaria reazione alla paura di essere diversi senza capire che " tutti in fondo vogliamo la stessa cosa" cioè essere accettati agli occhi degli altri, diverso è solo il modo in cui ci proviamo.
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Il problema della critica cinematografica autorevole (o semplicemente autorizzata) è che l'uomo qualunque che incappa nella recensione negativa e si fida (perchè è troppo pigro per diventare come quegli anarco - cinefili che danno alle recensioni diverse dalle proprie al massimo il valore di un postulato), finisce col perdersi, ad esempio, un film come questo. A parte Ben Affleck (così adatto a questo ruolo da farmi ripensare al Ben di Argo del lontano 2012) questo film è importante innanzitutto perchè genera, ancora una volta nella storia del cinema, una riflessione su uno dei disturbi dello spettro autistico "la sindrome di Asperger", ma non solo, è anche un film culturale che affronta il tema della diversità e della necessaria reazione alla paura di essere diversi senza capire che " tutti in fondo vogliamo la stessa cosa" cioè essere accettati agli occhi degli altri, diverso è solo il modo in cui ci proviamo.
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rudy_50
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lunedì 15 marzo 2021
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elgatoloco
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giovedì 8 ottobre 2020
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film dispersivo, ma di indubbio interesse
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"The Accountant"(Gavin O'Connor, sceneggiatura di Bill Dubuque, 2016)è di indubbio interesse, come film, ma ha il torto di disperdersi in mille rivoli: c'è la tematica della sindrome di Asperger, di cui soffre il protagonista Christian WOlff(un g rande Ben Affleck nell'interpretazione), quella del contabile che vive per i numeri(genio artimetico più che"matematico"tout court, credo sia necessario precisare versus certi riduzionismi e certe semplificazioni giornalistiche), operando però sempre a favore del crimine, con una rigida impostazione militarista, derivata(imposta)dal padre, l'elemento della anti-Accountant, che è Anna Kendrcik, tutte le s equenze d'azione che il film prevede e che sono non poche, pesando talora troppo nell'economia complessiva dell'opera, certo valida ma spezzettata e troppo lunga(quando si parla dio situzioni e dunque di sequenze pletoriche è inevitabile non pensare anche, pur se certo non solo a questo film), dove poi la presenza-apparizione finale del fratello-nemico aggrava ulteriormenete(se possibile)un quadro giò denso di tematiche e di problematiche che tendono fatalmente ad accumularsi e ad aggrovigliarsi, confondendo quanto, di per sé, potrebbe essere invece"gestibile"in maniera più fluida e meno"Impacciata".
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"The Accountant"(Gavin O'Connor, sceneggiatura di Bill Dubuque, 2016)è di indubbio interesse, come film, ma ha il torto di disperdersi in mille rivoli: c'è la tematica della sindrome di Asperger, di cui soffre il protagonista Christian WOlff(un g rande Ben Affleck nell'interpretazione), quella del contabile che vive per i numeri(genio artimetico più che"matematico"tout court, credo sia necessario precisare versus certi riduzionismi e certe semplificazioni giornalistiche), operando però sempre a favore del crimine, con una rigida impostazione militarista, derivata(imposta)dal padre, l'elemento della anti-Accountant, che è Anna Kendrcik, tutte le s equenze d'azione che il film prevede e che sono non poche, pesando talora troppo nell'economia complessiva dell'opera, certo valida ma spezzettata e troppo lunga(quando si parla dio situzioni e dunque di sequenze pletoriche è inevitabile non pensare anche, pur se certo non solo a questo film), dove poi la presenza-apparizione finale del fratello-nemico aggrava ulteriormenete(se possibile)un quadro giò denso di tematiche e di problematiche che tendono fatalmente ad accumularsi e ad aggrovigliarsi, confondendo quanto, di per sé, potrebbe essere invece"gestibile"in maniera più fluida e meno"Impacciata". L'errore del regista e dello sceneggiatore è stato, evidentemente, quello di voler assemblare in un solo film quanto prevederebbe, invece, una scansione in vari film-il fatto che sia previsto un sequel può far bene sperare, in questo senso, ma:; A)nn è detto che esso venga effettivamente realizzato; B ) se sarà, quesot numer two, un film di mera azione, rischireebbe di diluire ulterioremente quanto qui è già presentato in nmaneira non troppo ben organizzata, come ho cercato di spiegare sopra. Il rischio di un film confuso, dove troppi eelmenti si accumulano e tendono a confondersi è certamente presente e pesa nella e sull'economia dell'opera, che , con qualche"taglio"dato dal saggio principio del "rasoio di Ockham"(Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem), avrebbe potuto ambire a divenire un "classico".. Non si tratta, beninteso, di realizzare un'opera solamente medico.neurologica sulla sindrome di Asperger, ma di evidenziare maggiormenete, oltre i flash-backs, come il protatongista arrivi nella condizione nella quale si trova e perché agisca come si vede nel film. El Gato
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emanuele giacomini
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sabato 22 febbraio 2020
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da oscar
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Non saprei se per il miglior attore, o il non protagonista, per la sceneggiatura o il miglior film. Bello, intrigante, non banale, contiene tutti i generi e a me è piaciuto tanto
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sabato 1 febbraio 2020
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Della serie: lamentiamoci a tutti i costi!!!
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lunedì 25 marzo 2019
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.... mi ricorda corda reacher
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Il film mi è piaciuto molto, ma ... Anarchico Giustiziere super efficiente e esperto con armi e arti marziali e calcolatore e super matematico Figlio di un militare che fin da ragazzo ha dovuto imparare a difendersi Con un fratello cresciuto insieme a lui Carriera militare alle spalle ... mi piace Jack Reacher (di Lee Child) Ecco perché mi è piaciuto il film.
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samanta
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lunedì 26 novembre 2018
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la macchina umana
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Il personaggio del film Christian Wolff (Ben Affleck) è un contabile con l'aria un pò melensa che conduce una doppia vita inquietante.
Lo vediamo bambino autistico con la sindrome di Asperger (che non comprime l'intelligenza e la comprensione) che viene educato spartanamente da un padre militare che rifiuta per lui una casa di cura in cui il bambino che ha un fratellino ha fatto amicizia con una bambina autistica. Il padre senza pietà lo addestra alle arti marziali e il bambino acquista una capacità memoriale e numerica simile a quella di un computer.
[Spoiler] Dopo esssere stato incarcerato a causa della morte del padre che è stato ucciso, in prigionefa amicizia con Silverberger un contabile della mafia che gli insegna i trucchi del mestiere, ma uscito dalla prigione divenuto informatore del governo viene massacrato dalla mafia.
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Il personaggio del film Christian Wolff (Ben Affleck) è un contabile con l'aria un pò melensa che conduce una doppia vita inquietante.
Lo vediamo bambino autistico con la sindrome di Asperger (che non comprime l'intelligenza e la comprensione) che viene educato spartanamente da un padre militare che rifiuta per lui una casa di cura in cui il bambino che ha un fratellino ha fatto amicizia con una bambina autistica. Il padre senza pietà lo addestra alle arti marziali e il bambino acquista una capacità memoriale e numerica simile a quella di un computer.
[Spoiler] Dopo esssere stato incarcerato a causa della morte del padre che è stato ucciso, in prigionefa amicizia con Silverberger un contabile della mafia che gli insegna i trucchi del mestiere, ma uscito dalla prigione divenuto informatore del governo viene massacrato dalla mafia. Wolff scarcerato uccide i 9 colpevoli dell'assassinio e viene contattato da una misteriosa Voce che gli dà alcuni incarichi.,diventando contabile in una società che è al servizio di varie organizzazioni criminali. In breve scopre in una società colossali ammanchi fatti dal CEO Lamar (John Lithgow) che assolda un gruppo di assassini per ucciderlo. Contemporaneamente viene individuato dall'ufficio anticrimine del Tesoro (in USA il servizio segreto dipende da questo ministero) e dal suo capo King (J.K. Simmons). Vari colpi di scena e finale con Wolff che uccide Lamar e gli assassini, salvo il capo che è fratello e ulteriore sorpresa finale con la scoperta dell'identità della Voce.
Il film ha come personaggio un autistico come in molte pellicole (Codice Mercury, Rain Man...), però Wolff appare una persona sopra le righe, è un computer umano, una macchina violenta per uccidere , sembra più un super eroe che un uomo afflitto da sindrome. E' un thriller con venature drammatiche familiari, ben congegnato e originale come soggetto, ma con una trama e una sceneggiatura confusa , che impedisce allo spettatore di assistere a uno svolgimento fluido. La regia di Gavin O'Connor non appare particolarmente brillante, il regista ha un curriculum non eccezionale con risultati che hanno avuto modesti esiti commerciali, se non flop (Pride of glory, Jane got a gun, Warrior), la direzione avrebbe dovuto creare momenti brillanti, dialoghi vivaci. L'interpretazione è discontinua, nel senso che accanto a validi caratteristi come il grande J.K. Simmons, oltre a Jon Berthal (Brax Wolff), ci troviamo in presenza di Ben Affleck che già inespressivo di per sè, interpreta una spcie di automa. In conclusione un film discreto, vedibile (una sola volta) e sperando che non ci sia un sequel.
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