mauro lanari
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venerdì 9 dicembre 2016
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il nuovo filone dell'ipercalculia
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Replica straritardataria di Ben Affleck al "Good Will Hunting" interpretato dall'amicone Matt Damon nel '97, film in cui c'er'appunto pur'Affleck. Il tema dell'"ipercalculia" (appen'una decina di ricorrenze su Google, circa 225 per il corrispettiv'inglese "hypercalculia", nessuna voce dedicatale su Wikipedia.it o .en) era già ben illustrato nell'antesignano "Rain Man" dell'88 (regia di Barry Levinson), e di recente è stato trattato fin'all'abuso in "Safe" (Boaz Yakin, 2012), nel quasi-biopic "X+Y" (Morgan Matthews, 2014) e nel paio di film dedicati a Ramanujan, l'omonimo del 2014 diretto da Gnana Rajasekaran e "L'uomo che vide l'infinito" del 2015 diretto da Matthew Brown.
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Replica straritardataria di Ben Affleck al "Good Will Hunting" interpretato dall'amicone Matt Damon nel '97, film in cui c'er'appunto pur'Affleck. Il tema dell'"ipercalculia" (appen'una decina di ricorrenze su Google, circa 225 per il corrispettiv'inglese "hypercalculia", nessuna voce dedicatale su Wikipedia.it o .en) era già ben illustrato nell'antesignano "Rain Man" dell'88 (regia di Barry Levinson), e di recente è stato trattato fin'all'abuso in "Safe" (Boaz Yakin, 2012), nel quasi-biopic "X+Y" (Morgan Matthews, 2014) e nel paio di film dedicati a Ramanujan, l'omonimo del 2014 diretto da Gnana Rajasekaran e "L'uomo che vide l'infinito" del 2015 diretto da Matthew Brown. Direi che possa bastare per qualche lustro, anzi no: il franchise ha colt'il trend e ne sta creand'un filone.
Ps/1: quasi sufficiente sia per Rotten Tomatoes che per Metacritic: m'allineo.
Ps/2: John Lithgow aveva già recitato nel ruolo del cattivo in un altro film sull'autismo, "Rosso d'autunno" del '94.
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andrea giostra
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lunedì 7 novembre 2016
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il contabile autistico super-eroe!
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Ottimo action-thriller dello statunitense Gavin O'Connor: mi viene di scrivere questo dopo averlo visto!
La storia e la sceneggiatura, tanto originali quanto coraggiose, sono di Bill Dubuque.
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Ottimo action-thriller dello statunitense Gavin O'Connor: mi viene di scrivere questo dopo averlo visto!
La storia e la sceneggiatura, tanto originali quanto coraggiose, sono di Bill Dubuque.
Il Cast di attori hollywoodiani è ottimo e tiene benissimo il ritmo e la successione delle scene, che talvolta, però, traslano inaspettatamente lo spettatore da un momento storico-narrativo ad un altro, senza preoccuparsi molto della continuità narrativa e cinematografica che deve avere una sua coerenza predatoria per tenere lo spettatore attaccato alla poltrona e con lo sguardo appiccicato al grande schermo! Malgrado questa pecca che solo i “patiti” del genere possono cogliere, il Film fa certamente presa sullo spettatore!
“The Accountant” tratta un tema delicatissimo e da almeno trent'anni attualissimo: l'autismo! Ma, come è spesso avvenuto nelle finzioni cinematografiche che hanno trattato questo tema - tra tutti “The Rain Man” (1988) di Barry Levinson, con due eccezionali e straordinari Tom Cruise e Dustin Hoffman, che ha vinto tutto quello che c'era da vincere, compreso l'Oscar 1989 come miglior Film! – l'autismo assume una connotazione da super-poteri, di qualità mentali-geniali, di capacità fisiche e intellettive che pochi esseri umani posseggono; insomma, qualcosa che raramente esiste nella drammatica realtà quotidiana di una delle peggiori malattie mentali dei nostri tempi, che strappa impietosamente la persona – bambino o adulto che sia! - dalle relazioni socio-familiari e relazionali-affettive, che la isolano dentro una cappa di vetro infrangibile e invalicabile; che allontanano il bambino prima, e l'uomo dopo, da tutte le relazioni sociali ed affettivo-emotive che ne farebbero una persona relazionalmente sana, quale dovrebbe essere qualsiasi uomo o donna di questa terra!
Invece, anche questa volta, non è così! Il bambino autistico, non accettato per la sua malattia dal rigido e determinato papà, importante Ufficiale dell'Esercito Americano, viene da lui addestrato ed educato per diventare uno Uomo, Ben Affleck, spietato ed auto-sufficiente, che sa affrontare con concentrazione e cinismo tutti i mali che incontrerà nel suo percorso, che saprà badare a se stesso, e che saprà utilizzare la sua genialità matematica per costruirsi una vita agiata e di potere invisibile e nascosto: un altro super eroe di strada? l'inizio di un altro intrigante sequel ?
La storia è altresì interessante, anche se ha molti flashback e déjà-vu, e narra di Chistian Wolff – Ben Affleck – assoldato da cartelli della droga o da criminali miliardari, per mettere a posto i conti, e proteggere dal Fisco i centinaia di milioni di dollari delle loro società, frutto di attività criminose, ovvero, controllare la contabilità di grandi aziende delle quali i clienti di Wolff hanno comprato azioni per pulire il denaro sporco. Questa è la cornice criminologica all'interno della quale scorre una narrazione ritmata, intrigante, veloce, imprevedibile, con colpi di scena interessanti, con action spesso catartici che rilassano ed empatizzano lo spettatore.
Il film è da vedere e certamente non deluderà, malgrado qualche critica eccessivamente esigente che guarda sempre il dito piuttosto che la luna!
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alex62
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giovedì 3 novembre 2016
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finalmente, ben(e)!
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C'è un contabile superdotato che offre la sua professionalità a organizzazioni criminali e non, però alla fine ci accorgiamo che quelle -“non”- sono peggio delle prime…
È la storia di un bambino autistico, affetto dalla sindrome di Asperger in una forma molto evoluta (“ad alto funzionamento”) che al contempo cioè gli garantisce delle capacità nettamente al di sopra della norma. Ha un padre, militare, che si occupa con passione di lui (e per questo la mamma abbandona tutti e tre!) e del fratellino normodotato; questi però è costretto dallo stesso genitore a “subire” il training insopportabile riservato al fratello meno fortunato, training che ha lo scopo di scuoterlo e trascinarlo fuori dal suo mondo isolato, extra-terrestre).
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C'è un contabile superdotato che offre la sua professionalità a organizzazioni criminali e non, però alla fine ci accorgiamo che quelle -“non”- sono peggio delle prime…
È la storia di un bambino autistico, affetto dalla sindrome di Asperger in una forma molto evoluta (“ad alto funzionamento”) che al contempo cioè gli garantisce delle capacità nettamente al di sopra della norma. Ha un padre, militare, che si occupa con passione di lui (e per questo la mamma abbandona tutti e tre!) e del fratellino normodotato; questi però è costretto dallo stesso genitore a “subire” il training insopportabile riservato al fratello meno fortunato, training che ha lo scopo di scuoterlo e trascinarlo fuori dal suo mondo isolato, extra-terrestre). Così, scopriremo solo nel finale, giunti alla resa dei conti che “il Contabile” e “l'Assassino”, i due protagonisti di questa macabra ballata in stile country-blues (vedi, anzi ascolta bene la canzone: “To leave something behind”, di Sean Rowe, leitmotiv del racconto), sono in realtà i fratelli dell'inizio del film.
La sceneggiatura è impeccabile e, nonostante il videogioco che serve da “trama” all'“ordito” del bel racconto, la “trama” ha evidentemente lo scopo di tenere avvinte le platee minorenni devote ai generi splatter e playgame, tutto procede come l'innesco di una bomba, ben costruita. La definizione dei personaggi autistici è di una delicatezza e di un'accuratezza difficilmente raggiunte ad Hollywood e occorerebbe risalire fino al mitico “Rainman” con il prodigioso Dustin Hoffman al suo apice, e con il quasi imberbe Tom Cruise (che peraltro se la cavò egregiamente) per trovare uguale o simile realizzazione.
In parallelo seguiamo una short story, meno riuscita, ma egregiamente comunque tenuta in sesto da due comprimari di alto rango: J. K. Simmons e Cinthia-Addai Robinson, quest'ultima superlativa.
Accanto a Ben Affleck, Anna Kendrick, reduce dai successi planetari degli stupidissimi film sul canto a cappella nei College, che si è di recente ridotta ai minimi termini, nel senso che è ormai “pelle e ossa”, ma perfettamente in parte, nel ruolo della “secchiona” che scopre ingenuamente un imbroglio colossale, da 62 milioni di dollari, e per questo mette a repentaglio la sua vita.
Infine Ben Affleck, finalmente risorto dalle sue ceneri. Avevamo ammirato questo attor giovane nella magistrale interpretazione del bellissimo “Shakespeare in love”, purtroppo sempre considerato “un filmetto” dimenticando che alla regia c'era John Madden e alla sceneggiatura nientemenoche il filo-shakespeariano drammaturgo, Tom Stoppard…“e scusate se è poco!”.
L'avevamo riammirato come soggettista e sceneggiatore insieme con l'amico e protagonista del film, Matt Damon, di “Will hunting-Genio ribelle”, con il mai abbastanza compianto co-protagonista Robin Williams (straordinario, irripetibile, geniale attore!) e poi? Cosa accadde? Si smarrì…È riemerso di recente con alcuni film spionistici e terroristici e super-eroistici pluri-premiati e forse…sopravvalutati e poi, finalmente eccolo, reduce dal divorzio dalla bellissima Jennifer Garner, finalmente concentrato, perfetto nella parte, senza cedimenti divistici, bravissimo. Perfetto esecutore (assassino spietato) di un'etica tutta interiore al personaggio e quindi “autonoma” da qualsivoglia contesto di condivisione (e dunque viene da chiedersi: è Etica?!?).
Il film merita per due ragioni, o forse tre:
1 - Il diverso non necessariamente dev'essere considerato “un essere inferiore”, ma va compreso e integrato come qualsiasi altro essere umano; ce ne avvanteggeremo tutti!;
2 - Il cosiddetto “denaro sporco”, frutto cioè di palesi anche se non manifeste attività criminali, può essere usato a fin di bene?!?
Ma, soprattutto, è capace l'uomo di usare il male per fare il Bene o…questa deve rimarere e per forza è una prerogativa esclusiva di Dio?!?
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scavadentro65
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venerdì 17 febbraio 2017
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contabile non raccontabile
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Per accettare la tesi del film occorre basarsi su un falso assunto: le persone autistiche sono superuomini dotati di poteri eccezionali. Tale convinzione, senza offesa per nessuno, non è condivisibile ed è altresì di difficile traduzione filmica. Disagevole anche la collocazione del personaggio, contabile di mafiosi, assassini, terroristi e delinquenti di ogni risma, che improvvisamente passa dalla parte dei "buoni". Come si concreta questa conversione? Con l'entrata in campo di una altrettanto improbabile ragazza ignara di tutti e tutto, che scatena in positivo il protagonista il quale essendo figlio di un militare che lo ha addestrato e fatto addestrare ad ogni tipo di violenza, riversa la stessa eliminando un esercito dei "cattivi" il cui unico superstite è (ma guarda un po'!) il fratello che ne ha condiviso la terribile infanzia.
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Per accettare la tesi del film occorre basarsi su un falso assunto: le persone autistiche sono superuomini dotati di poteri eccezionali. Tale convinzione, senza offesa per nessuno, non è condivisibile ed è altresì di difficile traduzione filmica. Disagevole anche la collocazione del personaggio, contabile di mafiosi, assassini, terroristi e delinquenti di ogni risma, che improvvisamente passa dalla parte dei "buoni". Come si concreta questa conversione? Con l'entrata in campo di una altrettanto improbabile ragazza ignara di tutti e tutto, che scatena in positivo il protagonista il quale essendo figlio di un militare che lo ha addestrato e fatto addestrare ad ogni tipo di violenza, riversa la stessa eliminando un esercito dei "cattivi" il cui unico superstite è (ma guarda un po'!) il fratello che ne ha condiviso la terribile infanzia. Assolutamente poco credibili gli agenti della CIA o di qualche altra agenzia federale, che si limitano a fare da spettatori passivi delle peripezie del giustiziere. Ovviamente il contabile viene mondato da ogni peccato, poichè nel finale si apprende che i proventi dell'attività illecita vanno a finanziare la struttura sanitaria dove la bambina che non parla (e mai ha parlato o parlerà....) dotata di mega super computer fa da segretaria al protagonista.... Si salva la recitazione di Affleck e qualche battuta, ma nel complesso film mediocre.
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liuk!
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domenica 12 febbraio 2017
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molto buono
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Pellicola originale con un antieroe molto complesso, sicuramente unico nel suo genere. Ben Affleck è bravissimo nell'interpretare questo killer-contabile-matematico-milionario-autistico regalando al pubblico una sorta di Batman moderno, assolutamente irresistibile. Il punto debole della narrazione è forse la poca chiarezza di alcuni passaggi, soprattutto nei flashback, ma si arriva comunque al finale con le idee chiare. Consigliato.
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samanta
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lunedì 26 novembre 2018
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la macchina umana
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Il personaggio del film Christian Wolff (Ben Affleck) è un contabile con l'aria un pò melensa che conduce una doppia vita inquietante.
Lo vediamo bambino autistico con la sindrome di Asperger (che non comprime l'intelligenza e la comprensione) che viene educato spartanamente da un padre militare che rifiuta per lui una casa di cura in cui il bambino che ha un fratellino ha fatto amicizia con una bambina autistica. Il padre senza pietà lo addestra alle arti marziali e il bambino acquista una capacità memoriale e numerica simile a quella di un computer.
[Spoiler] Dopo esssere stato incarcerato a causa della morte del padre che è stato ucciso, in prigionefa amicizia con Silverberger un contabile della mafia che gli insegna i trucchi del mestiere, ma uscito dalla prigione divenuto informatore del governo viene massacrato dalla mafia.
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Il personaggio del film Christian Wolff (Ben Affleck) è un contabile con l'aria un pò melensa che conduce una doppia vita inquietante.
Lo vediamo bambino autistico con la sindrome di Asperger (che non comprime l'intelligenza e la comprensione) che viene educato spartanamente da un padre militare che rifiuta per lui una casa di cura in cui il bambino che ha un fratellino ha fatto amicizia con una bambina autistica. Il padre senza pietà lo addestra alle arti marziali e il bambino acquista una capacità memoriale e numerica simile a quella di un computer.
[Spoiler] Dopo esssere stato incarcerato a causa della morte del padre che è stato ucciso, in prigionefa amicizia con Silverberger un contabile della mafia che gli insegna i trucchi del mestiere, ma uscito dalla prigione divenuto informatore del governo viene massacrato dalla mafia. Wolff scarcerato uccide i 9 colpevoli dell'assassinio e viene contattato da una misteriosa Voce che gli dà alcuni incarichi.,diventando contabile in una società che è al servizio di varie organizzazioni criminali. In breve scopre in una società colossali ammanchi fatti dal CEO Lamar (John Lithgow) che assolda un gruppo di assassini per ucciderlo. Contemporaneamente viene individuato dall'ufficio anticrimine del Tesoro (in USA il servizio segreto dipende da questo ministero) e dal suo capo King (J.K. Simmons). Vari colpi di scena e finale con Wolff che uccide Lamar e gli assassini, salvo il capo che è fratello e ulteriore sorpresa finale con la scoperta dell'identità della Voce.
Il film ha come personaggio un autistico come in molte pellicole (Codice Mercury, Rain Man...), però Wolff appare una persona sopra le righe, è un computer umano, una macchina violenta per uccidere , sembra più un super eroe che un uomo afflitto da sindrome. E' un thriller con venature drammatiche familiari, ben congegnato e originale come soggetto, ma con una trama e una sceneggiatura confusa , che impedisce allo spettatore di assistere a uno svolgimento fluido. La regia di Gavin O'Connor non appare particolarmente brillante, il regista ha un curriculum non eccezionale con risultati che hanno avuto modesti esiti commerciali, se non flop (Pride of glory, Jane got a gun, Warrior), la direzione avrebbe dovuto creare momenti brillanti, dialoghi vivaci. L'interpretazione è discontinua, nel senso che accanto a validi caratteristi come il grande J.K. Simmons, oltre a Jon Berthal (Brax Wolff), ci troviamo in presenza di Ben Affleck che già inespressivo di per sè, interpreta una spcie di automa. In conclusione un film discreto, vedibile (una sola volta) e sperando che non ci sia un sequel.
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gaiart
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martedì 1 novembre 2016
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ovvero la teoria delle stringhe
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THE ACCOUNTANT
ovvero
la teoria delle stringhe
Ben Affleck, nei panni di Christian Wolff, è un commercialista solitario e ripetitivo, che soffre di autismo e, come tale, geniale in matematica. Peccato che i suoi clienti siano arci-ricchi criminali di cui segue la contabilità in modo anonimo e che egli reprima una violenza interiore devastante. Le cause?
Un padre militare durissimo che lo ossessionava col rigore e il trauma dell’abbandono della madre da piccolo da cui non si è più ripreso, facendo di lui un combattente seriale con una mente velocissima, in sostanza l’apice della diversità.
The Accountant è un thriller psicologico, d’azione e criminale, tutto in uno, diretto da Gavin O’Connor, in uscita nelle sale ora.
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THE ACCOUNTANT
ovvero
la teoria delle stringhe
Ben Affleck, nei panni di Christian Wolff, è un commercialista solitario e ripetitivo, che soffre di autismo e, come tale, geniale in matematica. Peccato che i suoi clienti siano arci-ricchi criminali di cui segue la contabilità in modo anonimo e che egli reprima una violenza interiore devastante. Le cause?
Un padre militare durissimo che lo ossessionava col rigore e il trauma dell’abbandono della madre da piccolo da cui non si è più ripreso, facendo di lui un combattente seriale con una mente velocissima, in sostanza l’apice della diversità.
The Accountant è un thriller psicologico, d’azione e criminale, tutto in uno, diretto da Gavin O’Connor, in uscita nelle sale ora. In realtà è come la teoria delle stringhe: dietro ad una dimensione se ne nasconde sempre un'altra, così è anche per gli scenari e le tematiche affrontate.
Sebbene la sceneggiatura del film sia un po’ intricata e involuta, ad esempio non si spiegano mai i motivi per cui Affleck si trova a lavorare per dei mafiosi, o non si elabora a fondo la malattia che lo tocca fin da piccolo, il film ha, tra una sparatoria e l’altra, dei punti d’interesse. E’ che vanno presi singolarmente e a compartimento stagno. Vediamoli.
Ad esempio, il parterre e tema dell’autismo vengono trattati in modo strano. Mai si è visto un padre che invece di assecondare e proteggere il figlio problematico, lo forza a fare gestione di autodifesa, arti marziali, spingendolo a limiti assurdi. E’ una visione, quantomeno originale.
Lo stesso dicasi del posto avanguardistico in cui, su richiesta di una contabile che ha trovato dei buchi nella ragioneria della Living Robotics, viene assunto Ben Affleck. L’azienda che si occupa di arti, protesi e meccanica robotica illustra un ambiente che non conosciamo, originale e fantascientifico che lascia intravedere e fa riflettere su una realtà esistente, ma poco nota: il mondo degli arti meccanici; un mercato sempre in crescita, anche a causa di tutte le guerre imperanti.
Terzo paradigma di riflessione: la corruzione devastante in America, ma non solo li - in Italia facciamo da maestri - in cui grandi aziende cercano di approfittare di intricati giochi finanziari per evadere il fisco, o con traffico illegale di merci, trasformando poi l’economia reale in bolla speculativa.
Quarto scenario il dipartimento di Stato, che cerca Affleck e lo pedina, aprendo con JK Simmons, una dualità di corruzione e salvataggio del sistema politico, fiscale e statale.
Certo, molto su ci riflettere.
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giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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ben affleck e l''ypercalculia autistica giomo891
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The Accountant
2016 -Gavin O Connor-
Il premio Oscar Ben Affleck (Argo, ed il recente Batman v Superman: Dawn of Justice) è il protagonista di The Accountant, un film diretto da Gavin O’Connor (Miracle, Pride and Glory – Il Prezzo dell’Onore, Warrior).
Christian Wolff (Affleck) è un matematico autistico che ha più affinità con i numeri che con le persone. Lavora sotto copertura in uno studio di una piccola città di provincia, come contabile freelance per alcune delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo. Messo sotto pressione da Ray King (J.K. Simmons), capo della divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, Christian assume l’incarico di un nuovo cliente: una società di robotica d’avanguardia in cui un’ addetta alla contabilità (Anna Kendrick) ha scoperto un ammanco nei conti di milioni di dollari.
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The Accountant
2016 -Gavin O Connor-
Il premio Oscar Ben Affleck (Argo, ed il recente Batman v Superman: Dawn of Justice) è il protagonista di The Accountant, un film diretto da Gavin O’Connor (Miracle, Pride and Glory – Il Prezzo dell’Onore, Warrior).
Christian Wolff (Affleck) è un matematico autistico che ha più affinità con i numeri che con le persone. Lavora sotto copertura in uno studio di una piccola città di provincia, come contabile freelance per alcune delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo. Messo sotto pressione da Ray King (J.K. Simmons), capo della divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, Christian assume l’incarico di un nuovo cliente: una società di robotica d’avanguardia in cui un’ addetta alla contabilità (Anna Kendrick) ha scoperto un ammanco nei conti di milioni di dollari. Non appena Christian individua le falsificazioni dei documenti avvicinandosi alla verità, il numero delle vittime inizia ad aumentare.
Ma fin qui nulla di straordinario rispetto a tante pellicole "action/crime".
C'è un contenuto extra in questo bel film. È la storia di un ragazzo, da bambino condannato alla "diversità ", si parla di sindrome autistica o meglio "Asberger", che terrorizza la madre ma non il padre, abituato al rigore militare, che non accetta che il figlio sia relegato in un "limbo" di sfortunati esseri superprotetti da un mondo che non riesce ad accettarli.
Quel bambino crescerà e diventerà, con la disciplina, un vero genio matematico, con in più straordinarie capacità nelle arti marziali e militari...il finale è qualcosa di eccezionale.
Un Ben Affleck sempre più convincente.
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vanessa zarastro
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venerdì 4 novembre 2016
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attenti agli autistici!
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Un film d’azione, un criminal movie non fatto male, ma con una sceneggiatura un po’ velleitaria, poco verosimile e con troppe cose esse dentro. Ben Afflect interpreta Christian Wolff un geniale contabile dalla doppia vita - quasi Superman e Clark Kent o meglio, Batman e Bruce Wayne. Ragioniere di giorno e “giustiziere” nella notte, Christian colpisce i facoltosi clienti che hanno operato delle truffe, imbrogliato sulle tasse e sono spesso legati alla mafia o alla camorra americana.
Il film inizialmente è complicato e toccherà arrivare sino alla fine per capirci qualcosa. Infatti, in tutta la prima metà film tra botte, calci e spari non si capisce bene neanche se lui sta dalla parte dei buoni o dei cattivi.
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Un film d’azione, un criminal movie non fatto male, ma con una sceneggiatura un po’ velleitaria, poco verosimile e con troppe cose esse dentro. Ben Afflect interpreta Christian Wolff un geniale contabile dalla doppia vita - quasi Superman e Clark Kent o meglio, Batman e Bruce Wayne. Ragioniere di giorno e “giustiziere” nella notte, Christian colpisce i facoltosi clienti che hanno operato delle truffe, imbrogliato sulle tasse e sono spesso legati alla mafia o alla camorra americana.
Il film inizialmente è complicato e toccherà arrivare sino alla fine per capirci qualcosa. Infatti, in tutta la prima metà film tra botte, calci e spari non si capisce bene neanche se lui sta dalla parte dei buoni o dei cattivi. Il film estremamente fisico in contrapposizione ai vari flashback che narrano la sua infanzia infelice perché era un bambino autistico, geniale in matematica come spesso in quei casi, ma che non tollerava di essere toccato. Il padre militare cattivissimo, invece di lasciarlo curare dal terapeuta attento che lo vorrebbe in un ambiente “protetto”, lo espone a tutti i training più duri, come varie arti marziali, e lo spinge a sfogare la sua aggressività con la motivazione dell’autodifesa e del “non farsi mettere i piedi addosso” dai compagni di classe che lo deridono per la sua diversità. La mamma – giustamente con un marito così, aggiungo io – se ne va e si formerà una nuova famiglia più tranquilla. Christian ha un unico amico Brax, il fratello minore, addestrato anch’esso in modo super-militaresco.
Così nel film c’è anche la giustificazione psicologica a tanta violenza, anche se perseguita per un senso di giustizia.
Ben Afflect è del tutto inespressivo più o meno come in tutti i suoi film, qui ben raffigura – forse perché autistico? – il massiccio e roccioso contabile. Attori non particolarmente brillanti nella loro recitazione eccezion fatta per J.K. Simmons (già premio Oscar 2015 con Wiplash) che interpreta l’agente della Sezione Crimini del Dipartimento del Tesoro che si è messo alla ricerca dell’accountant e l’unico che ha capito tutto.
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domenica 6 novembre 2016
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chi non ha mezzi stia lontano. chi li ha anche.
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Purtroppo il film è fruibile solo da chi è a diretto contatto con un Asperger.
La tesi del film è niente meno che un´estremizzazione dei tratti ritenuti tipici di questa sindrome: e non si puó essere d´accordo con una visione che associa violenza a neuro-diversitá. Chi soffre di questo, invece di violenza, ha bisogno di dedizione, pazienza ed amore.
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Purtroppo il film è fruibile solo da chi è a diretto contatto con un Asperger.
La tesi del film è niente meno che un´estremizzazione dei tratti ritenuti tipici di questa sindrome: e non si puó essere d´accordo con una visione che associa violenza a neuro-diversitá. Chi soffre di questo, invece di violenza, ha bisogno di dedizione, pazienza ed amore.
E non di critiche alla sua capacitá di autodeterminazione.
La terza stellina guadagnata per lo sforzo di far conoscere qualcosa della sindrome di Asperger. Che tolgo subito chiedendomi: ma un Aspi che guarda il film, che reazione avrá?
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