The Accountant

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Un film di Gavin O'Connor. Con Ben Affleck, Anna Kendrick, Jon Bernthal, Alison Wright, J.K. Simmons.
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Titolo originale The Accountant. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 128 min. - USA 2016. - Warner Bros Italia uscita giovedì 27 ottobre 2016. MYMONETRO The Accountant * * - - - valutazione media: 2,16 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Finalmente, Ben(e)! Valutazione 3 stelle su cinque

di Alex62


Feedback: 8313 | altri commenti e recensioni di Alex62
giovedì 3 novembre 2016

C'è un contabile superdotato che offre la sua professionalità a organizzazioni criminali e non, però alla fine ci accorgiamo che quelle -“non”- sono peggio delle prime…
È la storia di un bambino autistico, affetto dalla sindrome di Asperger in una forma molto evoluta (“ad alto funzionamento”) che al contempo cioè gli garantisce delle capacità nettamente al di sopra della norma. Ha un padre, militare, che si occupa con passione di lui (e per questo la mamma abbandona tutti e tre!) e del fratellino normodotato; questi però è costretto dallo stesso genitore a “subire” il training insopportabile riservato al fratello meno fortunato, training che ha lo scopo di scuoterlo e trascinarlo fuori dal suo mondo isolato, extra-terrestre). Così, scopriremo solo nel finale, giunti alla resa dei conti che “il Contabile” e “l'Assassino”, i due protagonisti di questa macabra ballata in stile country-blues (vedi, anzi ascolta bene la canzone: “To leave something behind”, di Sean Rowe, leitmotiv del racconto), sono in realtà i fratelli dell'inizio del film.
La sceneggiatura è impeccabile e, nonostante il videogioco che serve da “trama” all'“ordito” del bel racconto, la “trama” ha evidentemente lo scopo di tenere avvinte le platee minorenni devote ai generi splatter e playgame, tutto procede come l'innesco di una bomba, ben costruita. La definizione dei personaggi autistici è di una delicatezza e di un'accuratezza difficilmente raggiunte ad Hollywood e occorerebbe risalire fino al mitico “Rainman” con il prodigioso Dustin Hoffman al suo apice, e con il quasi imberbe Tom Cruise (che peraltro se la cavò egregiamente) per trovare uguale o simile realizzazione.
In parallelo seguiamo una short story, meno riuscita, ma egregiamente comunque tenuta in sesto da due comprimari di alto rango: J. K. Simmons e Cinthia-Addai Robinson, quest'ultima superlativa.
Accanto a Ben Affleck, Anna Kendrick, reduce dai successi planetari degli stupidissimi film sul canto a cappella nei College, che si è di recente ridotta ai minimi termini, nel senso che è ormai “pelle e ossa”, ma perfettamente in parte, nel ruolo della “secchiona” che scopre ingenuamente un imbroglio colossale, da 62 milioni di dollari, e per questo mette a repentaglio la sua vita.
Infine Ben Affleck, finalmente risorto dalle sue ceneri. Avevamo ammirato questo attor giovane nella magistrale interpretazione del bellissimo “Shakespeare in love”, purtroppo sempre considerato “un filmetto” dimenticando che alla regia c'era John Madden e alla sceneggiatura nientemenoche il filo-shakespeariano drammaturgo, Tom Stoppard“e scusate se è poco!”.
L'avevamo riammirato come soggettista e sceneggiatore insieme con l'amico e protagonista del film, Matt Damon, di “Will hunting-Genio ribelle”, con il mai abbastanza compianto co-protagonista Robin Williams (straordinario, irripetibile, geniale attore!) e poi? Cosa accadde? Si smarrì…È riemerso di recente con alcuni film spionistici e terroristici e super-eroistici pluri-premiati e forse…sopravvalutati e poi, finalmente eccolo, reduce dal divorzio dalla bellissima Jennifer Garner, finalmente concentrato, perfetto nella parte, senza cedimenti divistici, bravissimo. Perfetto esecutore (assassino spietato) di un'etica tutta interiore al personaggio e quindi “autonoma” da qualsivoglia contesto di condivisione (e dunque viene da chiedersi: è Etica?!?).

Il film merita per due ragioni, o forse tre:
1 - Il diverso non necessariamente dev'essere considerato “un essere inferiore”, ma va compreso e integrato come qualsiasi altro essere umano; ce ne avvanteggeremo tutti!;
2 - Il cosiddetto “denaro sporco”, frutto cioè di palesi anche se non manifeste attività criminali, può essere usato a fin di bene?!?

Ma, soprattutto, è capace l'uomo di usare il male per fare il Bene o…questa deve rimarere e per forza è una prerogativa esclusiva di Dio?!?

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