gimbola
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domenica 19 luglio 2015
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un peter sconosciuto e sorprendente
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Bel film che racconta la vita, spesso sconosciuta del grande artista, tanto divertente davanti alle telecamere, tanto triste e cupo nella vita privata.
Interessante visione, bel lavoro.
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Bel film che racconta la vita, spesso sconosciuta del grande artista, tanto divertente davanti alle telecamere, tanto triste e cupo nella vita privata.
Interessante visione, bel lavoro.
22 luglio 2014
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savio 86
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giovedì 8 dicembre 2011
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tu non chiamarmi peter....
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"The Life and Death of Peter Sellers" (titolo originale del maltradotto "Tu chiamami Peter") è un film strano, insolito, fuori dalle righe.
E cosa si poteva chiedere di diverso da un film autobiografico sul grande Peter Sellers?
Il regista australiano Stephen Hopkins, sulle orme dell'omonimo libro, quasi sembra mirare alla distruzione di uno dei miti di Hollywood: grande attore, dai mille volti e sempre pronto a far divertire il mondo, ma un eterno bambino, egoista, quasi governato dalla madre, tra la droga, le amanti e il lusso sfrenato di una vita che lo porterà a soffrire di cuore e a morire di infarto.
Il film è oggettivamente bellissimo, molto forte per certi aspetti e rispecchia, di fatto, la vera identità di Sellers, nel bene e nel male, interpretato da un grandissimo Goeffrey Rush che non solo entra alla perfezione nel non-personaggio Sellers, ma addirittura riesce con grande maestria a riprendere i suoi grandi personaggi, primo fra tutti l'ispettore Closeau.
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"The Life and Death of Peter Sellers" (titolo originale del maltradotto "Tu chiamami Peter") è un film strano, insolito, fuori dalle righe.
E cosa si poteva chiedere di diverso da un film autobiografico sul grande Peter Sellers?
Il regista australiano Stephen Hopkins, sulle orme dell'omonimo libro, quasi sembra mirare alla distruzione di uno dei miti di Hollywood: grande attore, dai mille volti e sempre pronto a far divertire il mondo, ma un eterno bambino, egoista, quasi governato dalla madre, tra la droga, le amanti e il lusso sfrenato di una vita che lo porterà a soffrire di cuore e a morire di infarto.
Il film è oggettivamente bellissimo, molto forte per certi aspetti e rispecchia, di fatto, la vera identità di Sellers, nel bene e nel male, interpretato da un grandissimo Goeffrey Rush che non solo entra alla perfezione nel non-personaggio Sellers, ma addirittura riesce con grande maestria a riprendere i suoi grandi personaggi, primo fra tutti l'ispettore Closeau.
E se c'è chi ha visto in questa pellicola l'ennesima vendetta di Hollywood verso uno dei suoi figli più amati dal pubblico ma più maltollerati dal sistema cinematografico americano, dall'altra la figura dell'enigmatico Peter può essere vista in milioni di sfumature diverse.
In realtà tutto il film ruota intorno alla mancata personalità di Sellers, di cui lui stesso è consapevole: una continua ricerca dell'IO... le varie tappe? le sue maschere.
Dalla pantera rosa al dottor stranamore lui stesso afferma di non essere nient'altro che i suoi personaggi, e cosa accade quando diviene Peter? Una vita fatta di divorzi e abbandoni, litigi e fallimenti(ma per Sellers anche la Pantera Rosa era "orribile"), e quando cerca di portare il suo IO sulla scena il pubblico e Hollywood non apprezzano.
Questo era Peter Sellers... non lui, ma la sua immensa capacità di improvvisare e di creare un capolavoro anche dal nulla.
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peppe.simeone
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lunedì 17 ottobre 2011
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le maschere di peter sellers
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Geoffrey Rush interpreta uno degli attori più geniali e carismatici della storia del cinema, Peter Sellers, in questo film che ne ripercorre la lunga carriera artistica costellata di grandi successi pari agli insuccessi nel privato. Nel film, Sellers interpreta i personaggi più importanti della sua vita: durante questi brevi "siparietti", questo si rivolgerà direttamente al pubblico, rompendo la quarta parete, giustificando alcuni dei suoi comportamenti, dando vita ad un film nel film nel quale lo stesso artista vorrebbe cercare di spiegare la sua logica insensata e geniale.
Un amara riflessione su una dote straordinaria, l'arte di recitare: il genio indiscusso di Sellers lo rende pazzo e lo svuota completamente, dovendo essere sempre costretto a recitare, anche nella vita, non riuscendo più a ritrovare un "io" interiore sommerso dalle maschere dei personaggi interpretati.
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Geoffrey Rush interpreta uno degli attori più geniali e carismatici della storia del cinema, Peter Sellers, in questo film che ne ripercorre la lunga carriera artistica costellata di grandi successi pari agli insuccessi nel privato. Nel film, Sellers interpreta i personaggi più importanti della sua vita: durante questi brevi "siparietti", questo si rivolgerà direttamente al pubblico, rompendo la quarta parete, giustificando alcuni dei suoi comportamenti, dando vita ad un film nel film nel quale lo stesso artista vorrebbe cercare di spiegare la sua logica insensata e geniale.
Un amara riflessione su una dote straordinaria, l'arte di recitare: il genio indiscusso di Sellers lo rende pazzo e lo svuota completamente, dovendo essere sempre costretto a recitare, anche nella vita, non riuscendo più a ritrovare un "io" interiore sommerso dalle maschere dei personaggi interpretati.
Il film si chiude con Sellers, questa volta regista, che in un set, si andrà a rifugiare dentro la sua roulotte non facendo più "entrare" lo spettatore. Questo finale, indiscutibilmente ambiguo, vorrebbe forse lasciare intendere che l'intero film è stato una trasposizione psicologica e personalissima del personaggio, avendo cercato lo stesso regista di immedesimarsi nell'attore per sciogliere i nodi di una delle personalità più complesse di Hollywood? Difficle dare una risposta definitiva.
Vero è, che, se pur esagertao, il film è un biophic di tutto rispetto, che ripercorre fedelmente i punti più importanti della vita e della carriera di questo artista, e costruendone un ritratto affascinante, gli rende merito. Per chi non ha letto mai niente su Sellers potrebbe essere indubbiamente istruttivo.
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bigio3
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giovedì 15 settembre 2011
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così così
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Goeffry Rush è straordinario nell'interpretazione di un personaggio così difficile e complesso come Peter Sellers e la sua interpretazione vale da sola il film.
Per il resto, la vicenda è lacunosa, mancano alcune tappe importanti della carriera artistica dell'attore (Lolita, Hollywood party) e le figure di contorno sono prive di spessore, sembrano far parte di un album di fugurine
Poco felice anche l'idea di combinare realtà e finzione mostrando Sellers sia come protagonista che come spettatore della propria vicenda
Il ritratto che ne viene fuori è quello di una persona debole, instabile... al limite dello squilibrio mentale.
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Goeffry Rush è straordinario nell'interpretazione di un personaggio così difficile e complesso come Peter Sellers e la sua interpretazione vale da sola il film.
Per il resto, la vicenda è lacunosa, mancano alcune tappe importanti della carriera artistica dell'attore (Lolita, Hollywood party) e le figure di contorno sono prive di spessore, sembrano far parte di un album di fugurine
Poco felice anche l'idea di combinare realtà e finzione mostrando Sellers sia come protagonista che come spettatore della propria vicenda
Il ritratto che ne viene fuori è quello di una persona debole, instabile... al limite dello squilibrio mentale.
Forse eccessivo
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piccolo
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martedì 11 novembre 2008
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grande
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andrea pranzo
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domenica 4 dicembre 2005
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invito al "cinema" con delitto
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Film spietato ed al limite del cinismo che viola il privato di uno degli attori più versatili della storia del cinema, quasi una vendetta postuma della macchina hollywoodiana nei confronti di un uomo non allineato, fuori dalla regola. Ma in fondo sarebbe solo cinema, altre due ore passate in sala, passando prima al botteghino (si intende!) se non fosse che nell'era televisiva del "reality" la cinepresa diventa telecamera, specchio segreto per la soddisfazione dello spettatore-voyeur. La preponderanza della claustrofobica ambientazione tra appartamenti, stanze d'albergo, sale operatorie e stage (tutto sesso e cinema questo Sellers!) con rare riprese in esterna solo per veloci spostamenti da un luogo ad un altro, a bordo di lussuose fuoriserie ne è la prova.
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Film spietato ed al limite del cinismo che viola il privato di uno degli attori più versatili della storia del cinema, quasi una vendetta postuma della macchina hollywoodiana nei confronti di un uomo non allineato, fuori dalla regola. Ma in fondo sarebbe solo cinema, altre due ore passate in sala, passando prima al botteghino (si intende!) se non fosse che nell'era televisiva del "reality" la cinepresa diventa telecamera, specchio segreto per la soddisfazione dello spettatore-voyeur. La preponderanza della claustrofobica ambientazione tra appartamenti, stanze d'albergo, sale operatorie e stage (tutto sesso e cinema questo Sellers!) con rare riprese in esterna solo per veloci spostamenti da un luogo ad un altro, a bordo di lussuose fuoriserie ne è la prova. Il tentativo spudorato di togliere la maschera al protagonista, spogliandolo dei suoi poliedrici travestimenti, riesce solo in parte, poichè anche questa operazione risulta alla fine una mascherata: è Televisione mascherata da Cinema. E la televisione più becera dei giorni nostri tenta inutilmente di riappropriarsi di un proprio figlio naturale: Peter Sellers. Molto in parte Geoffrey Rush nell'ingrato e difficilissimio compito di interprete di Sellers e dei suoi più memorabili personaggi ma, sulla stessa direttrice di quella certa cinematografia che, da "Viale del tramonto" a film come "Mammina cara", hanno la pretesa di raccontarci il "discutibile" privato di grandi attori del passato con deprecabile moralismo, il film risulta un oltraggio irriguardoso nei confronti di una professione, quella dell'attore, che non può e non deve minimamente inerire la sfera della morale, perchè l'attore quando recita ci riflette tutti come specchio dei nostri vizi e delle nostre virtù, non esprimendo mai un giudizio assoluto e ciò che interpreta e come lo interpreta è tutto quello che ci può davvero interessare.
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[+] e' solo una biografia! dai-.--
(di lucabarlettastanley)
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