cinelady
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giovedì 12 ottobre 2017
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puro esercizio di stile
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Una voce fuori campo ci introduce alla storia delle cinque sorelle Lisbon che, negli anni Settanta, arrivarono a compiere un suicidio collettivo. La voce appartiene ad uno dei ragazzini del paese che, ormai cresciuto, ricorda l’ossessione sua e dei suoi amici per le sorelle, considerate quasi delle creature fatate. E l’atmosfera onirica, con note di malinconia verso un passato che è impossibile cambiare, è sicuramente l’elemento più riuscito e migliore di tutto il film.
Sì, perché per il resto la pellicola è di una banalità, di una superficialità e di una piattezza disarmanti.
I personaggi sono appena sbozzati, alcuni praticamente privi di spessore, e della psicologia delle sorelle, che dovrebbero costituire il fulcro della storia, non viene detto assolutamente nulla, anzi, non prendono proprio mai la parola, tanto che a volte sembrano costituire un semplice ornamento alla storia.
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Una voce fuori campo ci introduce alla storia delle cinque sorelle Lisbon che, negli anni Settanta, arrivarono a compiere un suicidio collettivo. La voce appartiene ad uno dei ragazzini del paese che, ormai cresciuto, ricorda l’ossessione sua e dei suoi amici per le sorelle, considerate quasi delle creature fatate. E l’atmosfera onirica, con note di malinconia verso un passato che è impossibile cambiare, è sicuramente l’elemento più riuscito e migliore di tutto il film.
Sì, perché per il resto la pellicola è di una banalità, di una superficialità e di una piattezza disarmanti.
I personaggi sono appena sbozzati, alcuni praticamente privi di spessore, e della psicologia delle sorelle, che dovrebbero costituire il fulcro della storia, non viene detto assolutamente nulla, anzi, non prendono proprio mai la parola, tanto che a volte sembrano costituire un semplice ornamento alla storia. In più, conoscendo da subito il finale, ci si aspetta sempre una svolta nella storia che non arriva mai, e ogni elemento preso in considerazione, a partire dal tormento adolescenziale, non viene mai approfondito, facendo risultare il film molto più superficiale di quello che la storia avrebbe permesso. Insomma, sono tutti argomenti già visti e trattati (probabilmente meglio) in altri film. È come se la regista, qui al suo primo film, fosse molto concentrata sul piano estetico e sull’atmosfera che vuole conferire, ma non avesse realmente qualcosa da dire.
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andrej
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domenica 30 aprile 2017
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come far fallire un soggetto formidabile
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Considerando le buone recensioni che ho letto e il drammaticissimo argomento trattato (per di piu’ tratto, a quanto pare, da fatti realmente accaduti), mi sarei aspettato davvero molto di piu' da questo film, che mi pare invece esser stato ampiamente sopravvalutato (forse anche per via del nome illustre della sua autrice). A mio parere, nonostante la bellezza e bravura delle giovani attrici (in particolare Kirsten Dunst) la pellicola risulta fiacca e deludente, soprattutto per l'imperdonabile superficialita' di approccio alle problematiche familiari delle protagoniste e ai motivi scatenanti del dramma che ne deriva: vista la tematica (uno sconvolgente suicidio collettivo di ben 5 sorelle) sarebbe stato necessario spiegare adeguatamente gli errori educativi (sicuramente gravissimi) compiuti nei confronti delle figlie da parte dei genitori, in particolare della madre, che ben si capisce essere il vero capo famiglia e il massimo responsabile del disastro a venire; sarebbe stato necessario approfondire adeguatamente questa figura di madre padrona e tiranna e metterne assai piu’ in evidenza il soffocante e cieco autoritarismo, il fanatismo bigotto e il maniacale perbenismo sessuofobo, la troppa vigilanza e invadenza, i divieti e i castighi, tutto quanto insomma avrebbe potuto suscitare una cosi’ estrema reazione di ribellione e rancore in adolescenti tutto sommato tranquille, ben educate e ubbidienti quali erano le sue figlie.
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Considerando le buone recensioni che ho letto e il drammaticissimo argomento trattato (per di piu’ tratto, a quanto pare, da fatti realmente accaduti), mi sarei aspettato davvero molto di piu' da questo film, che mi pare invece esser stato ampiamente sopravvalutato (forse anche per via del nome illustre della sua autrice). A mio parere, nonostante la bellezza e bravura delle giovani attrici (in particolare Kirsten Dunst) la pellicola risulta fiacca e deludente, soprattutto per l'imperdonabile superficialita' di approccio alle problematiche familiari delle protagoniste e ai motivi scatenanti del dramma che ne deriva: vista la tematica (uno sconvolgente suicidio collettivo di ben 5 sorelle) sarebbe stato necessario spiegare adeguatamente gli errori educativi (sicuramente gravissimi) compiuti nei confronti delle figlie da parte dei genitori, in particolare della madre, che ben si capisce essere il vero capo famiglia e il massimo responsabile del disastro a venire; sarebbe stato necessario approfondire adeguatamente questa figura di madre padrona e tiranna e metterne assai piu’ in evidenza il soffocante e cieco autoritarismo, il fanatismo bigotto e il maniacale perbenismo sessuofobo, la troppa vigilanza e invadenza, i divieti e i castighi, tutto quanto insomma avrebbe potuto suscitare una cosi’ estrema reazione di ribellione e rancore in adolescenti tutto sommato tranquille, ben educate e ubbidienti quali erano le sue figlie. Invece, nel film non vi e’ nulla di tutto questo: la figura della madre e’ poco piu’ che accennata e tutto cio’ che viene mostrato del suo comportamento sono gli abiti molto castigati e poco sexy che impone alle belle figlie, la distruzione dei dischi della piu’ ribelle tra loro e la loro segregazione in casa per due settimane dopo che una era tornata a casa all’alba (e non piu’ vergine) da una festa: elementi che non bastano neppure lontanamente a spiegare i fatti accaduti. In assenza di una connotazione particolarmente negativa della madre, si sarebbe dovuta ricercare la causa della tragedia in una estrema ipersensibilita’ e psicolabilita’ delle ragazze, che potrebbe averle portate a iper reagire a comportamenti genitoriali tutto sommato normali e comprensibili: ma in tal caso bisognava chiarire adeguatamente tutto cio’. Invece nel film non si fa neppure questo: le ragazze sono descritte come adolescenti normali e per nulla squilibrate e, come appena accennata e’ la figura materna, cosi’ altrettanto poco approfondite sono anche le loro figure, per cui in pratica nessuno dei personaggi chiave della storia viene sviluppato in modo adeguato, soddisfacente e funzionale alla vicenda. Questo forse accade anche per via della scelta di un punto di vista totalmente sbagliato per raccontare la storia, punto di vista che non e’ ne’ quello delle protagoniste (come sarebbe stato opportuno fare) ne’ quello dei loro genitori ne’ quello di un personaggio esterno ma autorevole e a conoscenza dei fatti (come avrebbe potuto essere per esempio uno psicologo che avesse tenuto in terapia le 4 figlie superstiti dopo il suicidio della prima di esse), ma il piu’ assurdo punto di vista possibile, ossia quello dei loro vicini di casa coetanei, che della loro vita e dei loro problemi familiari sapevano poco o nulla e che dunque non serve a spiegare assolutamente niente… Cosi' lo spettatore assiste ad eventi che vorrebbe ma non puo' comprendere e a fine film resta confuso, deluso, interdetto ed anche parecchio infastidito, perche’ non si puo’ mettere in scena una storia di questo tipo e poi lasciarla cosi’ in sospeso e totalmente irrisolta: e’ come fare appassionare qualcuno a un enigma che poi non trova risposta, e’ come giocare scorrettamente col tempo della vita altrui. Si’, perche’ se si chiedono due ore di vita degli spettatori per raccontare loro una storia, allora quella storia deve avere un senso compiuto, che invece questa non ha. Cio’ forse dipende anche dal libro da cui il film e’ tratto, ma questa non e’ una attenuante bastevole, in quanto nella trasposizione cinematografica si sarebbero potute operare scelte diverse. Del tutto misterioso e inspiegabile e’ anche il comportamento del ragazzo di Lux, che prima pare tenere tanto a lei, poi dopo averla sedotta la scarica brutalmente senza neanche riaccompagnarla a casa e in seguito riappare, ormai adulto, proclamando grande amore e rimpianto per la stessa ragazza con cui si era comportato in modo cosi’ vergognosamente scorretto: un ennesimo passo falso della sceneggiatura, che tuttavia e' piccola cosa rispetto a quelli, assai piu’ gravi, di cui ho parlato in precedenza. Per concludere il mio “elenco delle doglianze”, devo dire di aver trovato parecchio fastidiosa e inopportuna anche la voce narrante esterna (di uno dei ragazzi del vicinato), che risulta troppo spesso verbosa, retorica e melensa e mi ha ricordato vecchi e non rimpianti film di 50 e passa anni fa. Per concludere, una nota positiva: fra tanti errori, la fulgida bellezza di Kirsten Dunst e la sua ottima prova di attrice, seducente e sensibile, fanno da parziale contrappeso ai madornali sbagli di regia e sceneggiatura e, pur non riuscendo a salvare la pellicola, ne costituiscono il principale punto di forza e il piu’ valido motivo che ne possa consigliare la visione.
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stefano capasso
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venerdì 10 febbraio 2017
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i danni del conflitto tra estremismi
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Cinque sorelle adolescenti di un’età compresa tra i quindici e I diciannove anni vivono le difficoltà dell’adolescenza e il conflitto con I genitori di vedute restrittive. I ragazzi le corteggiano e loro usano tutti i trucchi possibili per sfuggire alla stretta sorveglianza, ma a lungo andare non sarà sufficiente.
Sofia Coppola affronta il tema del difficile momento di transizione che è l’adolescenza raccontando le vicende di una famiglia tutto sommato comune. Nell’adolescenza ogni vissuto assume aspetti molto marcati, spariscono le sfumature per lasciare posto alle idealizzazioni e agli assolutismi. In questo contesto quando l’amore e l’istinto di protezione dei genitori li porta ad assumere la stessa intransigenza dal punto di vista educativo, le conseguenze possono essere molto negative per l’equilibrio emotivo dei figli.
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Cinque sorelle adolescenti di un’età compresa tra i quindici e I diciannove anni vivono le difficoltà dell’adolescenza e il conflitto con I genitori di vedute restrittive. I ragazzi le corteggiano e loro usano tutti i trucchi possibili per sfuggire alla stretta sorveglianza, ma a lungo andare non sarà sufficiente.
Sofia Coppola affronta il tema del difficile momento di transizione che è l’adolescenza raccontando le vicende di una famiglia tutto sommato comune. Nell’adolescenza ogni vissuto assume aspetti molto marcati, spariscono le sfumature per lasciare posto alle idealizzazioni e agli assolutismi. In questo contesto quando l’amore e l’istinto di protezione dei genitori li porta ad assumere la stessa intransigenza dal punto di vista educativo, le conseguenze possono essere molto negative per l’equilibrio emotivo dei figli.
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francy99
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domenica 14 febbraio 2016
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la verginità del film
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Film molto bello e significativo. Apre gli occhi su certi aspetti, mettendo in evidenza la famiglia e le autorità che la compongono.
Film Molto Significativo, lo consiglio
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kondor17
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mercoledì 2 settembre 2015
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come non essere madre
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Interessante film d'esordio di Sofia Coppola, che narra la storia di una famiglia americana nella metà degli anni settanta. La madre, un'angosciosa e bigotta Kathleen Turner, sposata con James Woods, dopo aver messo al mondo cinque figlie in scala, a quel tempo tutte adolescenti, le segrega in casa, impedendo loro qualsiasi contatto esterno a parte quello della scuola. L'ossessione della madre sembra allentarsi dopo il tentato suicidio della piccola Cecile, ma è il prologo di un dramma inaspettato e di proporzioni bibliche.
L'impressione alla fine è di una angosciosa tristezza. Quasi come fosse la regista stessa ad aver vissuto un'esperienza similare.
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Interessante film d'esordio di Sofia Coppola, che narra la storia di una famiglia americana nella metà degli anni settanta. La madre, un'angosciosa e bigotta Kathleen Turner, sposata con James Woods, dopo aver messo al mondo cinque figlie in scala, a quel tempo tutte adolescenti, le segrega in casa, impedendo loro qualsiasi contatto esterno a parte quello della scuola. L'ossessione della madre sembra allentarsi dopo il tentato suicidio della piccola Cecile, ma è il prologo di un dramma inaspettato e di proporzioni bibliche.
L'impressione alla fine è di una angosciosa tristezza. Quasi come fosse la regista stessa ad aver vissuto un'esperienza similare. Strano infatti che una donna così giovane si getti, con maturità e cognizione di causa, su un progetto d'esordio così complesso e drammatico. Alcune splendide scene e le bellissime musiche, fanno da contrappasso ad altre banali e senza senso, frutto forse d'inesperienza o di una certa superficialità nello script. Mi riferisco alle scene di sesso di Lux (l'ottima Kirsten Dunst, allora 17 enne) sul tetto, come a quelle in cui le ragazze, segregate e controllate a vista, escono invece indisturbate ad abbracciare l'albero di Cecile. Anche un po' forzatina e inspiegabile è sia la concessione a partecipare al ballo della scuola prima e l'attesa passiva di Lux fino all'alba. Nuova e geniale è invece la narrazione fuori campo dal punto di vista dei 4 amici delle ragazze, che viaggiano con la fantasia comunicando con loro col morse, prima, e poi rinchiudendo cimeli e ricordi in un cassetto mentale. All'opera anche una A.J.Cook giovanissina, e già brava allora, che rivedremo poi tra l'altro nel primo Criminal Minds.
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g_andrini
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mercoledì 5 febbraio 2014
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non male.
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E' una buona pellicola, con splendide ragazze vessate dalla vita, a causa della mancanza di figure maschili affidabili. E' un film sincero, che racconta una situazione cronica tipica della nostra società, manifestata anche sotto altre forme. Ho dato tre stelle perché oramai sono "vecchio", ma può valere anche quattro o anche cinque stelle, dipende da chi lo guarda.
[+] vessate da figure maschili??
(di kondor17)
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lady one
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venerdì 29 marzo 2013
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stupendo!
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Ottimo film, e chi pensava che la Coppola fosse famosa solo pechè figlia d'arte deve ritirare tutto, guardando il debutto della regista.
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ralphscott
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sabato 17 novembre 2012
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il dramma stemperato
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Belle ragazze dai visi interessanti che il non detto rende ancor più affascinanti. Lo spettatore,come i ragazzini dirimpettai,può far poco più del fantasticare sulla vita delle sorelle Lisbon. L'ortodossia della Turner,attrice che spiace non veder più all'opera,e quella di suo marito (di lei succube) generano disastri nella mente delle cinque creature. Bella colonna sonora,un po' all'insegna della nostalgia.
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bebedora
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domenica 6 novembre 2011
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brà kiki
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molenga
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giovedì 20 ottobre 2011
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la morte come fuga
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Film d'esordio per la figlia di F.F.Coppola, "il giardino delle vergini suicide" è la storia di cinque sorelle akllevate da una madre rigorosa fino all'ossessione e da un padre succube di lei; le ragzze sono l'ossessione sessuale deio ragazzi del liceo e, in particolare di un gruppo di adolecenti che abitano davantio a casa loro spiandole; la più piccola delle sorelle, cecile, si suicida rendendo ancora più morbosamente affascinanti le altre; il dramma scatta quando riescono a ottenere il permesso per andre al ballo e la più "ninfetta" di loro, Lux(kirsten dunst), non rientra, scatenando anche sulle altre la rappresaglia materna.
La coppola scrive e dirige un bel film sull'ardore delle passioni giovanili e sui gap generazionali, azzeccando il cast e la colonna sonora.
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