Il giardino delle vergini suicide

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Un film di Sofia Coppola. Con James Woods, Kathleen Turner, Danny DeVito, Kirsten Dunst.
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Titolo originale The Virgin Suicides. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 95 min. - USA 1999. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 6 maggio 2024. MYMONETRO Il giardino delle vergini suicide * * * - - valutazione media: 3,36 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Come far fallire un soggetto formidabile Valutazione 2 stelle su cinque

di andrej


Feedback: 4625 | altri commenti e recensioni di andrej
domenica 30 aprile 2017

Considerando le buone recensioni che ho letto e il drammaticissimo argomento trattato (per di piu’ tratto, a quanto pare, da fatti realmente accaduti), mi sarei aspettato davvero molto di piu' da questo film, che mi pare invece esser stato ampiamente sopravvalutato (forse anche per via del nome illustre della sua autrice). A mio parere, nonostante la bellezza e bravura delle giovani attrici (in particolare Kirsten Dunst) la pellicola risulta fiacca e deludente, soprattutto per l'imperdonabile superficialita' di approccio alle problematiche familiari delle protagoniste e ai motivi scatenanti del dramma che ne deriva: vista la tematica (uno sconvolgente suicidio collettivo di ben 5 sorelle) sarebbe stato necessario spiegare adeguatamente gli errori educativi (sicuramente gravissimi) compiuti nei confronti delle figlie da parte dei genitori, in particolare della madre, che ben si capisce essere il vero capo famiglia e il massimo responsabile del disastro a venire; sarebbe stato necessario approfondire adeguatamente questa figura di madre padrona e tiranna e metterne assai piu’ in evidenza il soffocante e cieco autoritarismo, il fanatismo bigotto e il maniacale perbenismo sessuofobo, la troppa vigilanza e invadenza, i divieti e i castighi, tutto quanto insomma avrebbe potuto suscitare una cosi’ estrema reazione di ribellione e rancore in adolescenti tutto sommato tranquille, ben educate e ubbidienti quali erano le sue figlie. Invece, nel film non vi e’ nulla di tutto questo: la figura della madre e’ poco piu’ che accennata e tutto cio’ che viene mostrato del suo comportamento sono gli abiti molto castigati e poco sexy che impone alle belle figlie, la distruzione dei dischi della piu’ ribelle tra loro e la loro segregazione in casa per due settimane dopo che una era tornata a casa all’alba (e non piu’ vergine) da una festa: elementi che non bastano neppure lontanamente a spiegare i fatti accaduti. In assenza di una connotazione particolarmente negativa della madre, si sarebbe dovuta ricercare la causa della tragedia in una estrema ipersensibilita’ e psicolabilita’ delle ragazze, che potrebbe averle portate a iper reagire a comportamenti genitoriali tutto sommato normali e comprensibili: ma in tal caso bisognava chiarire adeguatamente tutto cio’. Invece nel film non si fa neppure questo: le ragazze sono descritte come adolescenti normali  e per nulla squilibrate e, come appena accennata e’ la figura materna, cosi’ altrettanto poco approfondite sono anche le loro figure, per cui in pratica nessuno dei personaggi chiave della storia viene sviluppato in modo adeguato, soddisfacente e funzionale alla vicenda. Questo forse accade anche per via della scelta di un punto di vista totalmente sbagliato per raccontare la storia, punto di vista che non e’ ne’ quello delle protagoniste (come sarebbe stato opportuno fare) ne’ quello dei loro genitori ne’ quello di un personaggio esterno ma autorevole e a conoscenza dei fatti (come avrebbe potuto essere per esempio uno psicologo che avesse tenuto in terapia le 4 figlie superstiti dopo il suicidio della prima di esse), ma il piu’ assurdo punto di vista possibile, ossia quello dei loro vicini di casa coetanei, che della loro vita e dei loro problemi familiari sapevano poco o nulla e che dunque non serve a spiegare assolutamente niente… Cosi' lo spettatore assiste ad eventi che vorrebbe ma non puo' comprendere e a fine film resta confuso, deluso, interdetto ed anche parecchio infastidito, perche’ non si puo’ mettere in scena una storia di questo tipo e poi lasciarla cosi’ in sospeso e totalmente irrisolta: e’ come fare appassionare qualcuno a un enigma che poi non trova risposta, e’ come giocare scorrettamente col tempo della vita altrui. Si’, perche’ se si chiedono due ore di vita degli spettatori per raccontare loro una storia, allora quella storia deve avere un senso compiuto, che invece questa non ha. Cio’ forse dipende anche dal libro da cui il film e’ tratto, ma questa non e’ una attenuante bastevole, in quanto nella trasposizione cinematografica si sarebbero potute operare scelte diverse. Del tutto misterioso e inspiegabile e’ anche il comportamento del ragazzo di Lux, che prima pare tenere tanto a lei, poi dopo averla sedotta la scarica brutalmente senza neanche riaccompagnarla a casa e in seguito riappare, ormai adulto, proclamando grande amore e rimpianto per la stessa ragazza con cui si era comportato in modo cosi’ vergognosamente scorretto: un ennesimo passo falso della sceneggiatura, che tuttavia e' piccola cosa rispetto a quelli, assai piu’ gravi, di cui ho parlato in precedenza. Per concludere il mio “elenco delle doglianze”, devo dire di aver trovato parecchio fastidiosa e inopportuna anche la voce narrante esterna (di uno dei ragazzi del vicinato), che risulta troppo spesso verbosa, retorica e melensa e mi ha ricordato vecchi e non rimpianti film di 50 e passa anni fa. Per concludere, una nota positiva: fra tanti errori, la fulgida bellezza di Kirsten Dunst e la sua ottima prova di attrice, seducente e sensibile, fanno da parziale contrappeso ai madornali sbagli di regia e sceneggiatura e, pur non riuscendo a salvare la pellicola, ne costituiscono il principale punto di forza e il piu’ valido motivo che ne possa consigliare la visione.

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cinelady giovedì 12 ottobre 2017
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Hai espresso in maniera magistrale quello che è anche il mio punto di vista.Argomenti seri, e anche intriganti, che avrebbero meritato un’approfondimento maggiore, e invece vengono trattati con una sconcertante superficialità.Personalmente faccio fatica a capire cosa in particolare abbia colpito chi ha gradito il film.

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