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giovedì 27 dicembre 2018
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strange film
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Non mancano i colpi di scena ma il finale è qualcosa di completamente ridicolo e senza senso. Alcune scene sembrano molto confuse e non si capisce il motivo per il quale sono state inserite nella pellicola. L' idea di fondo è fantastica ed originale ma la bigelow non è riuscita a darle una forma ben definita.
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onufrio
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venerdì 9 novembre 2018
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così reale, così vicino
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Sono davvero "Giorni strani" quelli raccontati dalla regista Bigelow, in uno scenario apocalittico, l'America si appresta a festeggiare l'arrivo del nuovo millennio, il 2000. Ma per le strade il caos regna supremo, e le stesse forze dell'ordine sembrano essere le prime ad aver perso la trebisonda. Ottima sceneggiatura per un film di fantascienza dal quale si può trarre numerevoli spunti e riflessioni sulla società "moderna".
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cristina
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martedì 17 aprile 2018
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strange days amore e fantascenza
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In un futuro non troppo lontano e non così irrealizzabile Lenny Nero, ex poliziotto caduto in disgrazia e incapace di rifarsi una vita dopo che la donna della sua vita lo ha lasciato per mettersi con una rock star, spaccia una nuova droga che grazie ad un meccanismo consente di registrare esperienze di vita reali per poi rivenderle...gli sono accanto il suo migliore amico, anche lui ex poliziotto e una generosa guardia del corpo di colore, Mace, segretamente innamorata di lui...il film tiene incollati ed in continua suspence gli spettatori, tra esperienze di vita reale e registrata si dipana un feroce omicidio di una prostita coinvolta nell'esecuzione di un famoso rapper di colore giustiziato da due poliziotti.
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In un futuro non troppo lontano e non così irrealizzabile Lenny Nero, ex poliziotto caduto in disgrazia e incapace di rifarsi una vita dopo che la donna della sua vita lo ha lasciato per mettersi con una rock star, spaccia una nuova droga che grazie ad un meccanismo consente di registrare esperienze di vita reali per poi rivenderle...gli sono accanto il suo migliore amico, anche lui ex poliziotto e una generosa guardia del corpo di colore, Mace, segretamente innamorata di lui...il film tiene incollati ed in continua suspence gli spettatori, tra esperienze di vita reale e registrata si dipana un feroce omicidio di una prostita coinvolta nell'esecuzione di un famoso rapper di colore giustiziato da due poliziotti. Lenny e Mace scoprono gli autori del feroce agguato, potenzialmente capace di scatenare una rivolta sociale contro la Polizia e alla fine trionfa inaspettatamente la giuistizia e l'amore: e alla soglia del nuovo millennio Lenny scopre che la sua donna e il suo migliore amico lo hanno tradito e un nuovo amore nasce con un bacio incredibilmente romantico
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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politica e meta-cinema: riuscito a metà
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Ambientato a Los Angeles durante gli ultimi giorni del 1999, il film segue le vicende di Lenny Nero, un ex-poliziotto che vive spacciando clips per il "filo-viaggio", sulle quali vengono registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includono tutti i loro input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore SQUID (Dispositivo d'Interferenza del Superconduttore Quantum) possono essere rivissute da chiunque.
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Ambientato a Los Angeles durante gli ultimi giorni del 1999, il film segue le vicende di Lenny Nero, un ex-poliziotto che vive spacciando clips per il "filo-viaggio", sulle quali vengono registrate esperienze altrui come realtà virtuale, che includono tutti i loro input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore SQUID (Dispositivo d'Interferenza del Superconduttore Quantum) possono essere rivissute da chiunque. Essendo un progetto federale caduto sul mercato nero, questa tecnologia è considerata illegale. Nel frattempo Lenny scopre che Jeriko One, rapper militante che predica la rivoluzione, viene ucciso da alcuni poliziotti: questa informazione potrebbe portare a una rivolta popolare da parte dei cittadini afro-americani.
Il talento visivo della Bigelow è innegabile e le ambizioni sono molto alte. Come il discorso meta-cinematografico sul commercio dell'immagine filmata come necessità di evadere dalla reltà; questo aspetto si mescola spesso con la pornografia e il voyeurismo, visto che le clip più richieste hanno a che fare con sesso e morte. Ma c'è anche un aspetto più intimista: le immagini che ci permettono di vivere nei ricordi, nel passato, invece che nella realtà. Il protagonista è infatti ossessionato dalla sua precedente relazione, tanto da alienarsi rivivendo continuamente i momenti felici del suo rapporto con la ex compagna.
Dall'altra parte abbiamo una feroce critica alla società americana, fatta di politici corrotti e poliziotti razzisti. Il personaggio più interessante è infatti quello di Jeriko One(Glenn Plummer), ambiguo gangsta rap che diventa pericoloso per i potenti in quanto rischia di svegliare le coscienze del popolo con una buona dose di populismo, ma la cosa gli è permessa grazie sopratutto per il successo della sua musica e quindi grazie alla sua ricchezza.
Strange Days ha insomma un grosso potenziale che, purtroppo, non viene fruttato appieno e molti dei temi trattati rimangono in superficie.
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noia1
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martedì 6 settembre 2016
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fa-vo-lo-so.
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In un fine millennio distopico la nuova droga consiste nel vivere esperienze di altri tramite un dispositivo che si collega alla testa. Uno spacciatore però ne vede uno ben più interessante ed orrendo degli altri, inizia una storia ben più grande di lui e ben più pesanti di quanto non pensasse saranno le conseguenze.
La rappresentazione dell’immediato futuro, rispetto all’anno di uscita del film, adesso fa quasi ridere a vedere da come si sono svolte realmente le cose per noi tutti che le abbiamo vissute. Un dettagliato susseguirsi di soprusi in un mondo sempre avvolto nell’oscurità in un lieve occhiolino a Blade Runner, senza però quell’estremizzazione visionaria quindi ben più ruvido ed incisivo.
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In un fine millennio distopico la nuova droga consiste nel vivere esperienze di altri tramite un dispositivo che si collega alla testa. Uno spacciatore però ne vede uno ben più interessante ed orrendo degli altri, inizia una storia ben più grande di lui e ben più pesanti di quanto non pensasse saranno le conseguenze.
La rappresentazione dell’immediato futuro, rispetto all’anno di uscita del film, adesso fa quasi ridere a vedere da come si sono svolte realmente le cose per noi tutti che le abbiamo vissute. Un dettagliato susseguirsi di soprusi in un mondo sempre avvolto nell’oscurità in un lieve occhiolino a Blade Runner, senza però quell’estremizzazione visionaria quindi ben più ruvido ed incisivo. La cosa veramente sconvolgente però è che ora come ora i tratti portanti di questa rappresentazione coincidono quasi alla perfezione con ciò che è veramente la realtà di oggi, sì è vero che la regista ha esagerato ma è per una pura ricerca di uno stile cinematografico dedito ad intrattenere il pubblico, al di là di quel gusto distopico estremizzato il futuro di Strange Days non è poi così distante dalla realtà di oggi.
Si può definire come una vera e propria epopea noir, un incipit spumeggiane all’insegna di follia visiva e concettuale, una metropoli con ogni sorta di tipaccio in ogni angolo, tutta gente ben caratterizzata e mai realmente normale, ci si può aspettare di tutto da tutti. Poi pian piano che la storia si dipana si apre un mondo sempre più cupo e dove tutto e tutti si rivelano per quanto realmente pericolosi sono, non è solo l’eroe che salva la bella o un’indagine per scoprire chi ha fatto cosa, le questioni in ballo sono enormi, i dubbi profondi e dolorosi e forse in realtà non hanno risposta tutto sommato.
Il tutto è amalgamato da uno svolgimento fuori di testa pieno di protagonisti interessantissimi, su tutti un Ralph Fiennes scatenato e una Juliette Lewis che si dà come poche altre (anima ma anche tanto corpo e voce). In poche parole due ore della realtà contro la qualche dobbiamo scontrarci attraverso il folle, spietato e dolorosamente onesto occhio di Kathryn Bigelw che non fa sconti e non eccede perché le cose vanno così e basta. Forse una morale senza morale al di là del finale, le cose vanno così o colà e ciò che si può fare è solo combattere, arenarsi o cercare sotterfugi significa morire.
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danko188
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mercoledì 9 marzo 2016
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"sono il babbo natale del subconscio"
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Strani giorni ci hanno trovato | Strani giorni ci hanno raggiunti | Distruggeranno le nostre gioie casuali | Dovremmo andare a suonare o a cercare una nuova città.
Così recita la prima strofa di Strange Days ad opera di quello che è forse il gruppo più ermeneutico e dionisiaco della storia del Rock. Il brano psichedelico dei Doors presta, oltre al nome, anche connotati psichedelici e non, al capolavoro dell’accoppiata (vincente) Bigelow-Cameron.
Negli ultimi, strani giorni verrebbe da dire, dell’anno 1999, la Città degli Angeli futuristica e apocalittica è in fermento per l’avvento del nuovo millennio, nuovo secolo, nuovo anno.
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Strani giorni ci hanno trovato | Strani giorni ci hanno raggiunti | Distruggeranno le nostre gioie casuali | Dovremmo andare a suonare o a cercare una nuova città.
Così recita la prima strofa di Strange Days ad opera di quello che è forse il gruppo più ermeneutico e dionisiaco della storia del Rock. Il brano psichedelico dei Doors presta, oltre al nome, anche connotati psichedelici e non, al capolavoro dell’accoppiata (vincente) Bigelow-Cameron.
Negli ultimi, strani giorni verrebbe da dire, dell’anno 1999, la Città degli Angeli futuristica e apocalittica è in fermento per l’avvento del nuovo millennio, nuovo secolo, nuovo anno.
L’ex poliziotto Lenny Nero (Ralph Fiennes) si guadagna da vivere spacciando esperienze di vita altrui (wire trip clips), questa sorta di droga del futuro chiamata squid permette a chi ne fa uso, mediante un moderno apparecchio da applicare sul capo, di percepire/vivere in maniera sensoriale e cognitiva quanto registrato nella clip (playback), un comune (ora più di allora) dischetto.
Prodotto e scritto dall’ora ex marito James Cameron, il film della Bigelow si annovera di diritto e senza mezzi termini tra i migliori sci-fi di sempre. Un film che brilla di tenace abilità registica e di montaggio, con adrenalina ben distribuita in 2 ore e 20, pullulante di riferimenti alla cultura pop e punk degli anni’90, che ricrea nelle ambientazioni, grigie, cupe, fumose quei dolori e disillusioni propri di chi ha vissuto nel secolo più umanamente devastante della storia.
Aveva già sorpreso e incantato, Kathryn Bigelow, per l’estro di saper girare sequenze più movimentate in Point Break ove già un’incipit di tutto rispetto (girata con la steadicam) fungeva da presentazione impegnata al personaggio di Keanu Reeves, in Strange Days, col medesimo stile regala, in soggettiva e in piano sequenza una intro ancor più mozzafiato, che si rivelerà essere solo il primo di una lunga serie di stralci di talento di una regista donna, che non si risparmierà di mettere in scena nè violenti combattimenti, né stupri agghiaccianti.
Il personaggio del sempre strepitoso Ralph Fiennes, al suo secondo grande ruolo dopo Schindler’s List, si fa notevole personificazione di vizi (tanti) e virtù (poche), pregi e difetti dell’uomo moderno la cui sola presentazione è subito segno di frivola autoironia: “Io sono l'uomo magico. Il Babbo Natale del subconscio”. Antieroe iconico, poliziotto maldestro al punto di dimenticare il caricatore della sua Colt, che non sa difendersi a mani nude, che affranto, non può che trovar rifugio in quei ricordi che come gli viene ricordato: “sono fatti per svanire”, comelacrime nella pioggia(cito Blade Runner)di una donna (Juliette Lewis) che non lo ama più, di un amore che affiora solo in playback a cui la miglior alternativa è rappresentata una bottiglia di whiskey. Notevole la tematica centrale del film, la sostituzione/annullazione del proprio essere, la ricerca ostentata della felicità in un passato che non potrà ritornare e che si vede tramutarsi in evasione dal presente e ripudio di un futuro che nulla ha da offrire, come sottolinea il miglior amico del protagonista, Max (un eclettico Tom Sizemore).
Anche il tema dell’amicizia è ben rimarcato e vi risiede quello che è l’unico bagliore di ottimismo catartico del film: alla complicità e l’intesa che sussiste tra Lenny e Lonette "Mace" Mason (cazzutissima Angela Bassett). Sempre a tal proposito ho trovato straordinaria l’immagine in cui Lenny mostra la clip di un ragazzo che corre in spiaggia ad un amico senza gambe, una scena breve ma emotivamente straordinaria.
Nel cast spicca inoltre la performance di Michael Wincott, la cui fama è legata all’antagonista de Il Corvo, ruolo che con questo ha una certa assonanza manieristica, ma ad essere curiosa è la sua partecipazione al film The Doors di Oliver Stone.
In un mondo in preda alla più insperata anarchia, in cui non c’è speranza, in un mondo in cui un rapper di colore (e di successo) viene giustiziato da un poliziotto a sangue freddo, in un mondo in cui quello stesso poliziotto assetato di vendetta uccide chiunque si pari davanti al suo mirino, in un mondo in cui Gheddafi vince il Nobel per la Pace, non può esserci alcuna fine del mondo da attendere, perché la si sta già vivendo.
Voto 9
Danko188
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loveshock
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mercoledì 27 maggio 2015
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il futuro in arrivo...
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Film che vidi in premiere Italiana il 21 Settembre 1995 mentre all'epoca mi occupavo di realtà virtuale (fondai uno studio 3D pochi mesi dopo), il tema era rovente, molto "hip" si direbbe oggi, negli ambienti creativi.
Lo SQUID (Super Quantum User Interface Device) immaginato da Cameron/Bigelow non é una "droga" ma una tecnologia segreta militare "leaked" e caduta nelle mani del mercato nero e per questo illegale. Consente di vivere in prima persona, compresi tatto e olfatto, eventi registrati con il medesimo apparecchio e si sviluppa quindi un fiorente mercato illegale per gli amanti delle "esperienze forti".
Cinematograficamente il lavoro é ottimo, la trama un pò caotica, il montaggio della Bigelow é sinistramente perfetto e regala momenti ed emozioni nitide e a tratti scioccanti, le ambientazioni nichiliste alla Blade Runner sono molto "fine millennio" (con l'esordio tra l'altro agli effetti CGI della Digital Domain) e il cast decisamente azzeccato visto che come tutti i grandi film é praticamente l'esordio per parecchi "sconosciuti" che poi faranno grande strada (Fiennes, D'Onofrio).
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Film che vidi in premiere Italiana il 21 Settembre 1995 mentre all'epoca mi occupavo di realtà virtuale (fondai uno studio 3D pochi mesi dopo), il tema era rovente, molto "hip" si direbbe oggi, negli ambienti creativi.
Lo SQUID (Super Quantum User Interface Device) immaginato da Cameron/Bigelow non é una "droga" ma una tecnologia segreta militare "leaked" e caduta nelle mani del mercato nero e per questo illegale. Consente di vivere in prima persona, compresi tatto e olfatto, eventi registrati con il medesimo apparecchio e si sviluppa quindi un fiorente mercato illegale per gli amanti delle "esperienze forti".
Cinematograficamente il lavoro é ottimo, la trama un pò caotica, il montaggio della Bigelow é sinistramente perfetto e regala momenti ed emozioni nitide e a tratti scioccanti, le ambientazioni nichiliste alla Blade Runner sono molto "fine millennio" (con l'esordio tra l'altro agli effetti CGI della Digital Domain) e il cast decisamente azzeccato visto che come tutti i grandi film é praticamente l'esordio per parecchi "sconosciuti" che poi faranno grande strada (Fiennes, D'Onofrio). Citazione nichilista ulteriore é la prostituta Iris (Taxi Driver). Chicca: l'ottima Juliette Lewis, all'epoca fresca del successo in Cape Fear e poi Natural Born Killers...svela al pubblico una cosa che poi divverrà stranota ovvero la sua passione/talento quale cantante rock; le due canzoni nel film infatti sono effettivamente performate live da lei e dal suo gruppo musicale.
Quello che preconizzava il film sta per succedere tramite la tecnologia 3D immersiva Oculus Rift...sono di questi giorni le prime polemiche sull'uso di O.R. Per il porno...senza alcun limite/etica/controllo si svilupperanno presto mercati paralleli per "esperienze immersive" non proprio legali come ad esempio stupri real time o peggio venduti online su connessioni UltraWideband....
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jackiechan90
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mercoledì 11 marzo 2015
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gli anni 90 in un unico film.
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In un futuro(all'epoca) non molto lontano l'ex detective Lenny Nero(Ralph Fiennes) si prepara a festeggiare l'inizio dell'anno nuovo(il 2000 fine di un millennio, di un secolo, di un'epoca) spacciando lo squid, un'apparecchio che promette di fare vivere alle persone esperienze reali in diretta con gli occhi di chi registra queste esperienze. Propio a causa di uno di questi dischetti si ritroverà invischiato in guai più grandi di lui e gli servirà l'aiuto dell'amica Lornette(Angela Basset) per riuscire a uscirne vivo. Il film è un miscuglio di thriller, noir postmoderno e fantascienza cyberpunk(le strade buie e notturne e l'atmosfera apocalittica sono un chiaro riferimento a Blade Runner) ottenuto mediante un montaggio frenetico da parte della Bigelow che però riesc ad ottenre un buon effetto visivo tramite l'alternanza di rallenty e inquadrature brevi e caotiche.
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In un futuro(all'epoca) non molto lontano l'ex detective Lenny Nero(Ralph Fiennes) si prepara a festeggiare l'inizio dell'anno nuovo(il 2000 fine di un millennio, di un secolo, di un'epoca) spacciando lo squid, un'apparecchio che promette di fare vivere alle persone esperienze reali in diretta con gli occhi di chi registra queste esperienze. Propio a causa di uno di questi dischetti si ritroverà invischiato in guai più grandi di lui e gli servirà l'aiuto dell'amica Lornette(Angela Basset) per riuscire a uscirne vivo. Il film è un miscuglio di thriller, noir postmoderno e fantascienza cyberpunk(le strade buie e notturne e l'atmosfera apocalittica sono un chiaro riferimento a Blade Runner) ottenuto mediante un montaggio frenetico da parte della Bigelow che però riesc ad ottenre un buon effetto visivo tramite l'alternanza di rallenty e inquadrature brevi e caotiche. L'idea dello squid inoltre è un buon pretesto per ottenere una serie di piani-sequenza particolarmente elaborati(che anticipano di anni True detective) girati in soggettiva che ricalcano perfettamente l'occhio umano e danno esattamete l'idea di essere "dentro" il film. Si tratta di una vera e propira sfida, vinta dalla regista, per vedere fino a che punto si può spingere l'occhio della cinepresa. Non si può negare anche una certa dose di voyeurismo, tema che ricorre in tutto il film ed è il cuore centrale della vicenda. la telecamera qui diventa effetivamente la protesi maclhuniana del corpo umano(si pensi alla scena dell'amico disabile di Nero che grazie allo squid torna, con l'immaginazione, a camminare).La vista è l'organo del nuovo millennio e lo squid rappresenta la radicalizzazione di un'epoca sempre più iconocentrica, dominata dalle immagini. Considerando che il film è del 1995 si può dire che sia stato un film abbastanza profetico. Ovviamente il film ha un finale positivo nonostante tutto, scandito da un messaggio di speranza che si mescola con la musica dei Doors, che lascia presagire un futuro roseo per i protagonisti ma anche per il mondo. La storia purtroppo ha dato, almeno fino ad adesso, una smentita in questo senso. Rimane però un'ottima testimonianza dei timori e delle speranze di un'epoca mostrate attraverso una tecnologia(e una tecnica) che ancora oggi rimangono ineguagliabili.
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paolp78
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domenica 8 febbraio 2015
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metropolitano, per un pubblico giovane
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.), ma l'obiettivo fondamentale della pellicola resta sempre quello di fornire puro intrattenimento, compito che viene assolto con successo.
La sceneggiatura è molto agevolata dalla trovata dello "squid", che facilita enormemente la scrittura, consentendo svariate soluzioni e trovate originali, ma in definitiva è molto meno originale di quanto voglia sembrare, alla base infatti c'è una trama che trova la sua forza in elementi classici: l'ottima definizione dell'ambiente in cui la storia si svolge; il variegato assortimento di personaggi, tutti ben delineati; l'intreccio di sentimenti contrastanti che coinvolgono più protagonisti ... ed ovviamente l'immancabile sorpresa finale, condita con qualche scena ad effetto.
Film profondamente americano, metropolitano, particolarmente calibrato sui gusti e le tendenze del pubblico più giovane, a cui è palesemente rivolto.
Il ritmo incalzante viene interrotto di tanto in tanto da qualche momento morto, che poteva forse essere evitato, contenendo così anche l'eccessiva durata della pellicola.
Regia ottima.
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