no_data
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domenica 19 maggio 2024
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un'odissea di umanità e coraggio
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Ci sono film che ti entrano nell'anima e lì rimangono per sempre, lasciandoti riflettere a lungo dopo che i titoli di coda sono svaniti dallo schermo. "Schindler's List" è uno di questi capolavori, un'opera cinematografica che non solo racconta una storia, ma fa rivivere un capitolo oscuro della storia umana con una potenza e un'emozione rare. Il film, diretto da Steven Spielberg, si basa sulla vera storia di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che, durante l'Olocausto, salvò più di mille ebrei dalla morte nei campi di concentramento. Interpretato magistralmente da Liam Neeson, Schindler è un personaggio complesso, inizialmente mosso da interessi personali e desiderio di guadagno, che gradualmente evolve in un uomo di grande umanità e coraggio.
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Ci sono film che ti entrano nell'anima e lì rimangono per sempre, lasciandoti riflettere a lungo dopo che i titoli di coda sono svaniti dallo schermo. "Schindler's List" è uno di questi capolavori, un'opera cinematografica che non solo racconta una storia, ma fa rivivere un capitolo oscuro della storia umana con una potenza e un'emozione rare. Il film, diretto da Steven Spielberg, si basa sulla vera storia di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che, durante l'Olocausto, salvò più di mille ebrei dalla morte nei campi di concentramento. Interpretato magistralmente da Liam Neeson, Schindler è un personaggio complesso, inizialmente mosso da interessi personali e desiderio di guadagno, che gradualmente evolve in un uomo di grande umanità e coraggio. La trasformazione del suo personaggio è uno degli aspetti più avvincenti del film, raccontata con una profondità che risulta quasi palpabile. Il film è girato prevalentemente in bianco e nero, una scelta stilistica che non solo evoca l'epoca storica ma aggiunge un ulteriore strato di solennità alla narrazione. Le rare incursioni nel colore, come il famoso cappotto rosso della bambina, sono strumenti visivi che amplificano l'impatto emotivo della storia. Questo contrasto cromatico è un promemoria costante dell'innocenza perduta e della brutalità del regime nazista. Ralph Fiennes, nel ruolo del crudele comandante del campo di concentramento Amon Göth, offre una performance che è tanto affascinante quanto terrificante. La sua interpretazione di Göth non solo mette in luce la disumanità dei carnefici, ma serve anche come contrappunto alla crescente compassione di Schindler. La dinamica tra i due personaggi è un balletto macabro che esplora il lato più oscuro dell'animo umano. Uno degli elementi più memorabili di "Schindler's List" è la sua colonna sonora, composta da John Williams. Le musiche, delicate e struggenti, si intrecciano perfettamente con la narrazione, accentuando i momenti di dolore e speranza senza mai risultare invadenti. Il violino solista di Itzhak Perlman, in particolare, riesce a toccare corde profonde, aggiungendo una dimensione quasi spirituale all'esperienza visiva.La sceneggiatura, basata sul romanzo di Thomas Keneally, è scritta con una sensibilità che riesce a trattare un tema così complesso con il rispetto e la gravità che merita. Nonostante la durata significativa del film, ogni scena sembra necessaria, contribuendo a dipingere un quadro completo e devastante di quell'epoca. Il ritmo, sebbene deliberato, mantiene costantemente l'attenzione dello spettatore, bilanciando momenti di intensa drammaticità con quelli di riflessione e speranza. "Schindler's List" è anche una testimonianza visiva della capacità dell'arte di influenzare e ispirare il cambiamento. È un film che educa, commuove e provoca, invitando gli spettatori a confrontarsi con la storia e a riflettere sulla propria umanità. La rappresentazione della resilienza e della dignità degli ebrei, nonostante le condizioni disumane, è un potente omaggio a coloro che hanno sofferto e a quelli che hanno rischiato tutto per salvare vite. Questo film riesce a raggiungere un livello di perfezione emotiva e narrativa che pochi film riescono a eguagliare. È un capolavoro che va oltre il semplice intrattenimento, trasformandosi in un'esperienza educativa e spirituale. Per concludere, "Schindler's List" è un film che non si limita a raccontare una storia di eroismo durante uno dei periodi più bui della storia umana, ma riesce a farlo con una tale maestria che lascia un segno indelebile nel cuore e nella mente di chi lo guarda. È un'opera che invita alla riflessione, alla memoria e, soprattutto, alla speranza.
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xerox
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lunedì 22 novembre 2021
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un film così...
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... non si vota, si guarda. Dovrebbe essere obbligatorio per tutti noi europei guardarlo. Sono stato la settimana scorsa a compiere il mio pellegrinaggio laico visitando per la prima volta i campi di Aushwitz e Birkenau. Non esistono ancora parole. Ma un fiume di emozioni e di sentimenti che ti scuotono come una foglia secca nel vento. Andate verso il centro del campo di Birkenau. Fermatevi un attimo. Guardate a 360 gradi. Cosa vi dicono i pensieri? Cosa vi dice il cuore?
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carloalberto
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martedì 26 gennaio 2021
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missione compiuta: lo spettatore è rassicurato
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L’approccio laterale alla indicibile ed altrimenti irrappresentabile sofferenza della Shoah è l’unico concesso ad un autore cinematografico, essendo quello diretto, invece, riservato alle immagini documentarisiche, preferibilmente mute. Il film, infatti, narra le gesta esemplari dell’eroe che ha salvato migliaia di vite, collocandolo in primo piano e lasciando sullo sfondo l’orrore dei lager. Il risalto è immediato ed emotivamente coinvolgente. Il volto umano della pietà che compare tra i demoni all’opera nell’inferno in terra ci rassicura. L’uomo non è una bestia feroce, o perlomeno, non tutti gli uomini sono lupi per gli altri uomini, come pensava Plauto.
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L’approccio laterale alla indicibile ed altrimenti irrappresentabile sofferenza della Shoah è l’unico concesso ad un autore cinematografico, essendo quello diretto, invece, riservato alle immagini documentarisiche, preferibilmente mute. Il film, infatti, narra le gesta esemplari dell’eroe che ha salvato migliaia di vite, collocandolo in primo piano e lasciando sullo sfondo l’orrore dei lager. Il risalto è immediato ed emotivamente coinvolgente. Il volto umano della pietà che compare tra i demoni all’opera nell’inferno in terra ci rassicura. L’uomo non è una bestia feroce, o perlomeno, non tutti gli uomini sono lupi per gli altri uomini, come pensava Plauto.
Il film è il racconto romanzato di una storia vera, quella dell’imprenditore tedesco che riscatta un passato da nazista atipico, versato più per gli affari che per la politica o la carriera militare, diventando, persino con sua sorpresa, l’umanitarista che, anche a rischio della vita, impiega per una nobile causa il proprio denaro, accumulato sulla pelle degli stessi lavoratori ebrei della sua fabbrica, per comprare più di mille vite umane dagli avidi aguzzini nazisti, sottraendole così al martirio certo dei campi.
Sulle note struggenti della colonna sonora di John Williams, Spielberg intreccia agli orrori della Storia, precipitata in un baratro di abominio, la parabola ascendente di una vita che si innalza a mito, in uno dei lavori più tragici, commoventi, strazianti che siano stati fatti a margine dell’Olocausto, uno dei tanti genocidi del sapiens, nella fattispecie ispirato da una folle idea di supremazia razziale, distintosi per l’efferatezza, la metodicità, la lucida pianificazione, e per lo zelo e l’efficienza con cui è stato eseguito fino all’ultimo giorno di guerra.
Il ghetto di Cracovia, nella coralità di un popolo che si muove sulla scena della Storia e nelle immagini filmiche come un fantasma dal destino già segnato, assume significato nel momento in cui la sua tragedia cade sotto lo sguardo del protagonista. E’ la miccia che innesca per reazione la ripulsa verso quel mondo cui pure apparteneva, è la presa di coscienza dell’esser complice del male assoluto e l’inizio del rinnovamento interiore. Nella messa in scena del dramma umano, che nasce da quello storico, campeggiano tre figure emblematiche. Liam Neeson, la pietas che persegue il fine della giustizia, è il peccatore folgorato sulla via di Damasco che si redime trovando la salvazione della propria anima nella messa in salvo del prossimo, Ben Kingsley, la ragione, inerme ma non rassegnata, dinanzi al dilagare irrefrenabile della follia, è la guida ispiratrice del riscatto morale del protagonista, Ralph Fiennes, il potere assoluto e arbitrario, è l’uomo psicologicamente fragile cui la casualità degli eventi storici offre la possibilità di uccidere in modo apparentemente gratuito, ma perversamente finalizzato alla soppressione nell’altro della propria debolezza.
L’immagine della bambina col cappottino rosso, tra le migliaia di comparse che simulano le vittime innocenti del massacro, ormai consegnate al lutto della memoria collettiva, emerge suggestivamente dagli archivi fotografici in bianco e nero, dando l’impressione di una bambina vera, la cui presenza, viva ed attuale, attraversa lo schermo ed irrompe nella realtà per reclamare una giustizia che ancora oggi non può esserci. Nonostante Norimberga, è impossibile ripristinare l’integrità del corpo dell’umanità, ferito a morte da uomini che hanno calpestato l’essenza stessa dell’uomo, dimenticandola in se stessi, umiliandola negli altri.
Nell’ultima scena, i superstiti sfilano, accompagnati dagli attori che li hanno interpretati, a lato della tomba di Oskar Schindler, deponendo ciascuno una pietra sulla sua lapide, su cui sono incise due scritte, una in ebraico e l’altra in tedesco, Giusto tra le nazioni e Il soccorritore indimenticabile di 1.200 ebrei perseguitati. E’ il finale commovente di un film che, attraverso la storia esemplare di un riscatto morale, che non è soltanto individuale ma si estende all’intero popolo tedesco, ha saputo, nel chiaroscuro, esaltare la luce che opera nelle tenebre, trasfigurando il pessimismo plautino dell’homo homini lupus, affetto da cinico realismo ma giustificato dai fatti, in una visione ideale di una umanità che ha in sé il principio assoluto del bene e la forza spirituale per reagire al male. La solita visione edulcorata di Hollywood che come missione ha divertire e laddove non è possibile, almeno rassicurare lo spettatore.
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fabio 3121
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domenica 27 dicembre 2020
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"la lista è vita, la lista è tutto"
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il film racconta una delle tante drammatiche storie che sono state vissute durante la secinda guerra mondiale. Questa parte dall'arrivo delle truppe naziste delle SS in Polonia nella città di Cracovia e nella realizzazione di un ghetto dove far confluire tutti gli ebrei cacciati con violenza dalle loro abitazioni e spogliati dei loro beni. Un imprenditore tedesco Oskar Shindler (Liam Neeson) con il contributo di un contabile ebreo Itzak Stern (Ben Kingsley) per salvare 1.100 ebrei dalla deportazione nei campi di concentramento, prima apre una fabbrica a Cracovia per realizzare pentole e tegami, poi redige una lista con i nomi dei lavoratori ebrei comprandoli e pagando il corrispettivo per ogni vita umana al capitano delle SS Amon Goeth (Ralph Fiennes) evitando loro di essere caricati sui treni per Auschwitz per il trattamento speciale ossia la "soluzione finale".
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il film racconta una delle tante drammatiche storie che sono state vissute durante la secinda guerra mondiale. Questa parte dall'arrivo delle truppe naziste delle SS in Polonia nella città di Cracovia e nella realizzazione di un ghetto dove far confluire tutti gli ebrei cacciati con violenza dalle loro abitazioni e spogliati dei loro beni. Un imprenditore tedesco Oskar Shindler (Liam Neeson) con il contributo di un contabile ebreo Itzak Stern (Ben Kingsley) per salvare 1.100 ebrei dalla deportazione nei campi di concentramento, prima apre una fabbrica a Cracovia per realizzare pentole e tegami, poi redige una lista con i nomi dei lavoratori ebrei comprandoli e pagando il corrispettivo per ogni vita umana al capitano delle SS Amon Goeth (Ralph Fiennes) evitando loro di essere caricati sui treni per Auschwitz per il trattamento speciale ossia la "soluzione finale". La pellicola è girata in bianco e nero e ciò coinvolge maggiormente lo spettatore nella visione di un film che nonostante la lunga durata, circa 200 minuti, non stanca, anzi fa riflettere su quanto accaduto. La fotografia è meravigliosa e dà quella luce che a mio avviso costituisce una metafora della speranza di uscire vivi da un vero e proprio inferno. Tra le tante scene di violenza, orrore e quasi "onnipotenza" dei nazisti ritengo che quella del capitano Goeth che dal balcone della sua villa uccide con un fucile 'a caso" gli ebrei del campo di Plaszow sia simbolica dello sterminio di milioni di innocenti. Nel fare ciò l'allora quasi sconosciuto Ralph Fiennes attraverso i suoi sguardi trasmette tutto l'odio verso gli ebrei. La sua è un interpretazione maestosa (la migliore della sua carriera). Altrettanto nella parte e convincente la prova di Liam Neeson. Per Ben Kingsley la conferma di un attore di alto livello. Infine una menzione per la colonna sonora davvero struggente soprattutto nella parte finale del film. I tanti premi ricevuti da Steven Spielberg sono meritati perché, tra i tanti films sull'Olocausto, l'aver raccontato di un tedesco che ha salvato delle vite ha voluto trasmetterci un messaggio di speranza condensato nella frase detta da Itzak Stern "la lista è vita, la lista è tutto".
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gnegrntfovol
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lunedì 27 agosto 2018
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i repeat frenetici d sch e grande apprezzamento...
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per niente male, incredibile la scenetta momento che nonostante
fosse tedesco... oscar pensando a molte cose dice
di prendergli anche il veicolo perchè non gli
serve, avrebbe forse rinunciato anche al suo hot
dog per un ebreo salvo, con quella specie di l'aiutante
postghandiano tra una cosa e l'altra scappando col treno...,
e poi ache se non sembrava possibile al momento che si
rende conto di essere diventato una specie di
'mariuolo'... per le ss, responsabile frivolo di quelle atroci
aggressività... e orripilanti cose e s'accorgono di un grade valore..., film incredibile.
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elgatoloco
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martedì 30 gennaio 2018
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film assolutamente straordinario
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i"Schindler's List"(1993, di Steven Spielberg), la storia vera degli Ebrei s alvati da Oskar Schindler, che li faceva lavorare nella sua industria, nell'ultimo periodo del nazismo e dunque della Shoah(tra parte del 1944 e la Liberazione, nella primavera del 1945)rimettendoci del suo, è film di un rigore incredibile: bianco e nero per tutto il film, salvo il breve incipit e un finale un po'più esteso, con maggiore luminosità(la libertà ritrovata, dopo la vittoria alleata),, l'alternanza tra scene che farebbero pensare al para-documentario, se non si vedesse, facendo maggiore attenzione, che sono invece ricostruzione della realtà(non riproduzione), il dramma nella sua intensità totale, invece, che viene riservato alle parti "intime", dove è Schindler stesso in gioco, con tutte le sue riserve, i suoi problemi, il suo fingersi membro attivo del partito nazista solo per poter svolgere la sua opera di salvezza di migliaia di persone, le sue difficoltà nel dover fare credere ai nazisti di essere comunque fedele al "Terzo Reich"etc.
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i"Schindler's List"(1993, di Steven Spielberg), la storia vera degli Ebrei s alvati da Oskar Schindler, che li faceva lavorare nella sua industria, nell'ultimo periodo del nazismo e dunque della Shoah(tra parte del 1944 e la Liberazione, nella primavera del 1945)rimettendoci del suo, è film di un rigore incredibile: bianco e nero per tutto il film, salvo il breve incipit e un finale un po'più esteso, con maggiore luminosità(la libertà ritrovata, dopo la vittoria alleata),, l'alternanza tra scene che farebbero pensare al para-documentario, se non si vedesse, facendo maggiore attenzione, che sono invece ricostruzione della realtà(non riproduzione), il dramma nella sua intensità totale, invece, che viene riservato alle parti "intime", dove è Schindler stesso in gioco, con tutte le sue riserve, i suoi problemi, il suo fingersi membro attivo del partito nazista solo per poter svolgere la sua opera di salvezza di migliaia di persone, le sue difficoltà nel dover fare credere ai nazisti di essere comunque fedele al "Terzo Reich"etc. Rigore incredibile, dove la regia di Steven Spielberg è veramente in gioco sempre e"vince ogni sfida"immaginabile, afferamandosi pientamente sempre. Da ricordare come esempio di film storico e naturalemtne non solo"storico"(ma è comunque un formidabile incremento allo studio della stessa, sempre che venga esaminato almeno con una certa attenzione). con un'interpretazione corale(ossia di tutti/e gli/le interpreti)straordinaria, diretta dal"coordinamento"spielberghiano, dove comunque emergono in ogni caso le perfomances eccelse di Liam Neeson(che è Schindler)e di Ben Kinglsey, che intepreta il suo amministratore, che è Isaak Stern. Non sufficientemente apprezzato, se ben ricordo, all'epoca della sua uscita-prima programmazione, comunque derubricato quale"kolossal"... El Gato
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adri
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martedì 20 giugno 2017
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bellissimo
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devo ammettere che è girato bene e scritto bene,ma il punto che secondo me va più approfondito è la colonna sonora,penetrante,cruda,drammatica e composto con una cura grandissima,quel violino così perfetto,che ti penetra in mente facendoti ricordare un dramma senza fine e che riesce a far diventare poesia ogni battuta recitata dai personaggi quando è presente in sottofondo,studiato per emozionare e far riflettere il tutto si sposa perfettamente con la recitazione magistrale di neeson,tutto questo per dire che è un capolavoro senza fine e che se visto all'età giusta in grado di creare un mutamento davvero notevole nei sentimenti di una persona,il tutto mirato ad una sola frase che molte altre persone hanno pronunciato prima di me:MAI pi&u
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devo ammettere che è girato bene e scritto bene,ma il punto che secondo me va più approfondito è la colonna sonora,penetrante,cruda,drammatica e composto con una cura grandissima,quel violino così perfetto,che ti penetra in mente facendoti ricordare un dramma senza fine e che riesce a far diventare poesia ogni battuta recitata dai personaggi quando è presente in sottofondo,studiato per emozionare e far riflettere il tutto si sposa perfettamente con la recitazione magistrale di neeson,tutto questo per dire che è un capolavoro senza fine e che se visto all'età giusta in grado di creare un mutamento davvero notevole nei sentimenti di una persona,il tutto mirato ad una sola frase che molte altre persone hanno pronunciato prima di me:MAI più
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laurence316
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domenica 19 marzo 2017
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chi salva una vita, salva il mondo intero
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Il film definitivamente più ambizioso di Spielberg, emozionante e coinvolgente, un’opera eccellente fotografata in uno straordinario bianco e nero da J. Kaminski, tranne che per il prologo e per l’epilogo, e per un piccolo, toccante particolare: la bambina con il cappottino rosso che compare durante la “liquidazione” finale del Ghetto di Cracovia del 1943 (una lunga e memorabile sequenza di circa un quarto d’ora, una delle tante del film).
Schindler’s List (titolo che in inglese significa “la lista di Schindler”, ma in yiddish “il trucco di Schindler”) è un film carico di invenzioni, anche narrative, oltre che visive, una delle tante opere necessarie a salvaguardare la memoria di uno degli eventi più tragici della storia del Novecento, soprattutto in un’epoca, come la nostra, del riemergere di spinte nazionalistiche e negazioniste, oltre che antisemitiche e xenofobe.
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Il film definitivamente più ambizioso di Spielberg, emozionante e coinvolgente, un’opera eccellente fotografata in uno straordinario bianco e nero da J. Kaminski, tranne che per il prologo e per l’epilogo, e per un piccolo, toccante particolare: la bambina con il cappottino rosso che compare durante la “liquidazione” finale del Ghetto di Cracovia del 1943 (una lunga e memorabile sequenza di circa un quarto d’ora, una delle tante del film).
Schindler’s List (titolo che in inglese significa “la lista di Schindler”, ma in yiddish “il trucco di Schindler”) è un film carico di invenzioni, anche narrative, oltre che visive, una delle tante opere necessarie a salvaguardare la memoria di uno degli eventi più tragici della storia del Novecento, soprattutto in un’epoca, come la nostra, del riemergere di spinte nazionalistiche e negazioniste, oltre che antisemitiche e xenofobe.
Sicuramente tra i migliori di Spielberg, ma non un capolavoro, a causa soprattutto del prefinale melenso e stucchevole con il protagonista che scoppia in lacrime di fronte ai propri operai: “l’unica vera caduta del film, un cedimento alla drammaturgia hollywoodiana, alla sua retorica sentimentale” (Morandini). Anche perché viene mostrato come, inizialmente, Schindler non vedesse altro negli ebrei se non forza-lavoro a buon mercato, mentre solo dopo il rastrellamento di Cracovia del 1943 (dove ha modo, nel film, di vedere la già citata bambina con il cappottino rosso), cominciò a sfruttare sempre più i propri agganci per salvare i suoi Schindlerjuden (“gli ebrei di Schindler”) dagli orrori dei campi di concentramento, accordandosi con Amon Göth, il comandante di Plaszow (interpretato da uno straordinario R. Fiennes).
Ciò nulla toglie, naturalmente, all’ottima riuscita del resto del lungometraggio, lungo ma mai noioso, privo di troppi eccessi didascalici, mai banale, mai scontato, teso, coinvolgente e a tratti agghiacciante come è giusto che sia. C’è chi gli ha rimproverato il fatto di prendersi troppe libertà rispetto alla realtà storica, ma si tratta di polemiche sterili: “chi gli contrappone le austere immagini dei documentari”, infatti, “dimentica che qui siamo in piena fiction per lo stesso tema del film sui dinosauri [Jurassic Park]: l’assurdità dell’orrore” (T. Kezich). A Spielberg interessa per l'appunto raccontare l'orrore, e vi riesce perfettamente, pur mantenedo sempre il senso della misura. Altrettanto sterili risultano le polemiche, sollevate da Jean-Luc Godard, circa il fatto che Spielberg avrebbe tratto vantaggi economici dal film: ha infatti rinunciato al proprio salario nelle primissime fasi della lavorazione. Grandi interpretazioni, oltre che di Fiennes, di Neeson e Kingsley. Ottimo e incoraggiante successo di pubblico e trionfo agli Oscar 1994 con 7 statuette su 12 nomination: a miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio, colonna sonora e scenografia. Il finale, com’è noto, mostra le vere persone salvate da Schindler, ormai anziane, porre delle pietre, secondo l’usanza ebraica, sulla sua tomba.
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ridley
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venerdì 27 gennaio 2017
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superbo
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Film veramente fantastico. Bravissimi tutti gli attori, ottima la regia, la fotografia e il messaggio. Da rivedere sempre, per non dimenticare le atrocità e la crudeltà dell'essere umano. Uno dei più bei film della storia del cinema! Superbo!
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