no_data
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lunedì 15 febbraio 2021
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svolta a u per la saga
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Sembra che stavolta la saga di WW sia davvero tornata indietro nel tempo agli anni '80, quando i film del genere avevano una scanzonata semplicità.
A tratti sembra di rivivere certe scene di genere con un gusto tra le mascalzonate irriverenti del Gremlins e le trovate di Ralph Supermaxieroe.
Molto più vicino a Shazam che al resto della serie DC, cade in una schematicità fanciullesca che priva lo spettatore di una qualsiasi aspettativa su eventuali svolte della trama o introspezione dei protagonisti, aspetto forse abusato ultimamente, ma essenziale per condire uno spettacolo che risulta altrimenti talmente lineare da sembrare condensabile nei 40' della una puntata di una serie qualsiasi.
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Sembra che stavolta la saga di WW sia davvero tornata indietro nel tempo agli anni '80, quando i film del genere avevano una scanzonata semplicità.
A tratti sembra di rivivere certe scene di genere con un gusto tra le mascalzonate irriverenti del Gremlins e le trovate di Ralph Supermaxieroe.
Molto più vicino a Shazam che al resto della serie DC, cade in una schematicità fanciullesca che priva lo spettatore di una qualsiasi aspettativa su eventuali svolte della trama o introspezione dei protagonisti, aspetto forse abusato ultimamente, ma essenziale per condire uno spettacolo che risulta altrimenti talmente lineare da sembrare condensabile nei 40' della una puntata di una serie qualsiasi.
La sospensione dell'incredulità richiede questa volta uno sforzo troppo elevato per raggiungere la meta dei titoli di coda.
Apprezzabili come sempre gli effetti speciali e la bellissima protagonista, ma il precedente episodio aveva tanta struttura narrativa in più da far sembrare questo un film di serie B.
Fa ulteriore dispetto vedere completamente sprecata l'ambientazione anni '80 senza che ne sia fatto un utilizzo iconografico di nessun tipo.
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wolvie
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domenica 14 febbraio 2021
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bellissima gal gadot
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Dal fumetto DC Comics, ideato da William M. Marston, la regista Patty Jenkins si ritrova a dirigere il secondo film con protagonista la bellissima Gal Gadot.
Nell' universo cinematico DC, la serie di WW è forse la più solare, la più narrata, senza cadere nell' oscurità o negli abissi oceanici di "Batman" e "Aquaman".
Aldilà delle ovvie traversie distributive causa covid, la Jenkins mette tanta carne al fuoco per più di 150 minuti.
Ma sé il gioco più evidente è tutto nel vintage anni '80, infatti, le sequenze più spassose sono sulla scelta dell' outfit per il redivivo Chris Pine, è anche vero che la trovata finisce presto, e non giova inserire ovvi omaggi ai " Superman II e III" di Richard Lester (no Donner), perché risultano posticci e di poco spessore.
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Dal fumetto DC Comics, ideato da William M. Marston, la regista Patty Jenkins si ritrova a dirigere il secondo film con protagonista la bellissima Gal Gadot.
Nell' universo cinematico DC, la serie di WW è forse la più solare, la più narrata, senza cadere nell' oscurità o negli abissi oceanici di "Batman" e "Aquaman".
Aldilà delle ovvie traversie distributive causa covid, la Jenkins mette tanta carne al fuoco per più di 150 minuti.
Ma sé il gioco più evidente è tutto nel vintage anni '80, infatti, le sequenze più spassose sono sulla scelta dell' outfit per il redivivo Chris Pine, è anche vero che la trovata finisce presto, e non giova inserire ovvi omaggi ai " Superman II e III" di Richard Lester (no Donner), perché risultano posticci e di poco spessore.
Manca un cattivo, un antagonista a tutto tondo, non basta l' imbonitore Maxwell Lord di un gigionissimo Pedro Pascal ed una Kristen Wiig non proprio a suo agio quando deve virare in predatrice alfa con quota parte nel #MeToo hollywoodiano.
La Pietra dei Sogni che esaurisce i desideri, ma chiede in cambio: superpoteri, salute, affetti e anima sarebbe stato materiale assai grottesco per diversi episodi di " Doom Patrol", in WW1984 invece è riempitivo con poco nerbo per le grazie di una Gadot che rischia di rubare spesso lo schermo alla trama.
Finale post crediti con una piacevolissima Linda Carter, WW negli anni 80 per il piccolo schermo.
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felicity
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lunedì 24 maggio 2021
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tedioso ed imbarazzante, poco da salvare
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Wonder Woman 1984 è un film dignitoso per le sue pretese, ma deludente nello svolgimento. L’ennesimo tentativo poco riuscito di un intero universo cinematografico, in cui la Warner Bros. continua a lottare per trovare non solo la voce giusta per questi suoi film, ma anche i tempi di esecuzione giusti.
Il problema più grande del film è quasi un ossimoro, l’idea forse troppo azzardata di voler realizzare un cinecomic nel 2020 con tecniche acerbe degli anni ’80, un contrasto che si descrive come una lucida follia e che da omaggio si trasforma in disagio.
Rievocare quel determinato modo di fare cinema, dunque, che ebbe la capacità di colpire l’immaginario collettivo, di regalare icone e momenti cult, poteva essere un successo strepitoso oppure poteva trasformarsi in un fallimento.
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Wonder Woman 1984 è un film dignitoso per le sue pretese, ma deludente nello svolgimento. L’ennesimo tentativo poco riuscito di un intero universo cinematografico, in cui la Warner Bros. continua a lottare per trovare non solo la voce giusta per questi suoi film, ma anche i tempi di esecuzione giusti.
Il problema più grande del film è quasi un ossimoro, l’idea forse troppo azzardata di voler realizzare un cinecomic nel 2020 con tecniche acerbe degli anni ’80, un contrasto che si descrive come una lucida follia e che da omaggio si trasforma in disagio.
Rievocare quel determinato modo di fare cinema, dunque, che ebbe la capacità di colpire l’immaginario collettivo, di regalare icone e momenti cult, poteva essere un successo strepitoso oppure poteva trasformarsi in un fallimento.
Il digitale – da decenni – ha come punto d’arrivo l’indistinguibilità dal vero, ricreare la realtà in maniera così fedele che sia impossibile distinguerla dal vero. Per questo, se da un lato l’azzardo avrebbe potuto regalare il successo, dall’altro il risultato è impacciato e poco piacevole.
Wonder Woman 1984 è, purtroppo, l’esempio di un pessimo tempismo cinematografico e di una svogliatezza generale che trascina con sé verso il baratro tutti i meriti del primo film.
Wonder Woman 1984 ha poco di salvabile, e quel poco ahimè non riesce in alcuna maniera a sopperire una serie di errori e mancanze che, a livello in cui si è arrivati in questo consolidato genere d’intrattenimento mainstream, non possono essere perdonate.
Un film con Diana Prince, in cui ogni scena d’azione provoca tedio e imbarazzo, è di per sé un fallimento annunciato. A questo viene poi unita una sceneggiatura frutto di ben poca ispirazione, una prolungata durata della pellicola (oltre 2h e 30m) e una realizzazione alquanto discutibile sia sotto l’aspetto tecnico che di performance.
La debolezza della scrittura, con la dilatazione ogni oltre misura di uno spunto esile – che poteva essere articolato più efficacemente in un film di 90 minuti – è il limite principale di questo sequel, proprio laddove una narrazione sorprendentemente attenta e compatta aveva fatto la fortuna del suo predecessore.
La fragilità dell’idea di partenza porta a sviluppi narrativi che fanno sempre più a pugni con la logica – anche tenendo ben presenti le convenzioni del genere; alla fine, il film sembra imboccare il pilota automatico, con gli sceneggiatori che paiono dimenticarsi completamente di elementi come la logica e la coerenza interna. Lo spettatore sa esattamente quale sarà lo sviluppo e lo sbocco finale della vicenda, ma le forzature con cui lo script ci arriva sfidano anche la più generosa disponibilità a sospendere l’incredulità.
Alla fine delle interminabili due ore e mezza di Wonder Woman 1984 si è più anestetizzati che stremati, ormai assuefatti all’inconsistenza del racconto e al suo carattere intimamente infantile (nel senso più deteriore).
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hokuto
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giovedì 12 agosto 2021
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quando la barca va...
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Non sono un fan entusiasta del primo WW, pur se alla fine un certo apprezzamento c'è stato. E non avevo grande fiducia nella Patty. La Warner si, ed eccola regista anche della seconda pellicola. Botta sui denti. Ma non accuso la regista di aver fatto male il lavoro registico. Anzi, contrariamente alla mia sfiducia verso di lei, ha fatto bene qui. La accuso invece di aver ideato questa vicenda assieme a Geoff Johns. E' la storia stessa il problema. Il film è stato costruito su un tema che non si presta ad essere emozionante. Non nell'ambito di una vicenda supereroistica. Dal punto di vista tecnico non gli riconosco particolari difetti. Anzi è ben fatto, salvo un paio di scivoloni.
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Non sono un fan entusiasta del primo WW, pur se alla fine un certo apprezzamento c'è stato. E non avevo grande fiducia nella Patty. La Warner si, ed eccola regista anche della seconda pellicola. Botta sui denti. Ma non accuso la regista di aver fatto male il lavoro registico. Anzi, contrariamente alla mia sfiducia verso di lei, ha fatto bene qui. La accuso invece di aver ideato questa vicenda assieme a Geoff Johns. E' la storia stessa il problema. Il film è stato costruito su un tema che non si presta ad essere emozionante. Non nell'ambito di una vicenda supereroistica. Dal punto di vista tecnico non gli riconosco particolari difetti. Anzi è ben fatto, salvo un paio di scivoloni. Per qualche motivo a me ignoto, alla DC video cileccano quasi sempre di fare giusti tutti i combattimenti di un film. E WW84 non fa eccezione. Ce n'è uno venuto male.
Ottime le interazioni con la protagonista e non solo di Kristen Wiig e Chris Pine, anche questa volta vero salvatore della patria. E Pedro Pascal è ottimo nel ruolo del businessman/venditore di fumo Maxwell "Max Lord" Lorenzano. Per contrappasso purtroppo, sono proprio le conseguenze delle sue azioni ad indirizzare la pellicola in uno sviluppo ammazza-emozione/film catastrofista. Per fortuna, non sempre ci riesce.
E' abbastanza chiaro che con questo film la regista ha voluto lanciare un messaggio per la pace. E' evidente soprattutto nel culmine della vicenda l'incentivo per chi lo guarda a cambiare registro. Altro che film per "bambini". Solo che la Patty non è riuscita a coniugare un tema serio in una confezione entusiasmante.
Per i fans del vecchio telefilm, c'è un graditissimo regalo alla fine della proiezione.
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paolp78
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martedì 20 luglio 2021
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un''eccezione tra i dc comics
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I supereroi della DC Comics sono stati portati nel grande schermo già dagli anni ’70 con il “Superman” di Richard Donner seguito dal “Batman” di Tim Burton, e con altre ottime trasposizioni, per lo più limitate a questi due popolarissimi supereroi (ottimi il “Superman returns” di Bryan Singer e soprattutto la trilogia di Christopher Nolan sul supereroe di Gotham City).
Successivamente con l’esplosione della moda dei film sui supereroi, ben sfruttata dalla concorrente Marvel, la DC Comics ha risposto con una ennesima mandata di film sui propri supereroi, questa volta non limitandosi ai due sopracitati.
Queste pellicole tuttavia sono state per lo più notevolmente deludenti, compreso il “Justice League” di Joss Whedon, nonché i nuovi Superman e Batman (interpretati da Henry Cavill e Ben Affleck): l’unica eccezione rispetto a questa debacle è costituita dalle pellicole dedicate Wonder Woman, che infatti hanno riscosso il maggior successo (la prima, risalente all’epoca pre-covid, anche in termini di incasso al botteghino).
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I supereroi della DC Comics sono stati portati nel grande schermo già dagli anni ’70 con il “Superman” di Richard Donner seguito dal “Batman” di Tim Burton, e con altre ottime trasposizioni, per lo più limitate a questi due popolarissimi supereroi (ottimi il “Superman returns” di Bryan Singer e soprattutto la trilogia di Christopher Nolan sul supereroe di Gotham City).
Successivamente con l’esplosione della moda dei film sui supereroi, ben sfruttata dalla concorrente Marvel, la DC Comics ha risposto con una ennesima mandata di film sui propri supereroi, questa volta non limitandosi ai due sopracitati.
Queste pellicole tuttavia sono state per lo più notevolmente deludenti, compreso il “Justice League” di Joss Whedon, nonché i nuovi Superman e Batman (interpretati da Henry Cavill e Ben Affleck): l’unica eccezione rispetto a questa debacle è costituita dalle pellicole dedicate Wonder Woman, che infatti hanno riscosso il maggior successo (la prima, risalente all’epoca pre-covid, anche in termini di incasso al botteghino).
La buona riuscita di queste pellicole passa in primo luogo dalla felice scelta dell’interprete a cui affidare il ruolo di Wonder Woman; la bellissima israeliana Gal Gadot ha il merito di incarnare perfettamente l’iconica eroina, anche grazie ad una marcata somiglianza con la raffigurazione classica e più diffusa della mitica amazzone.
La regista Patty Jenkins è bravissima nella non facile operazione di introdurre il personaggio ed il suo mondo col primo film, giustamente dedicato integralmente a questo obiettivo, e di dare nuova linfa al prodotto con la seconda pellicola, proponendo a tal scopo delle variazioni interessanti e dei cattivi di livello, a cui viene dedicato ampio spazio.
Seppur con qualche eccesso, è riuscita l’ambientazione in degli sgargianti anni ’80.
Interessante e ben sceneggiata la storia dei due villains, interpretati con intensità e vigore da Kristen Wiig e Pedro Pascal, che si dimostrano attori di sicuro talento.
Buona anche la parte iniziale ambienta tra le amazzoni a Themyscira, già ottimamente riuscita nel primo film.
La riproposizione del personaggio dell’aviatore amato da Wonder Woman lascia un po’ perplessi … si ha l’impressione che su questo si potesse fare decisamente meglio.
Eccessiva la durata per un film su un fumetto.
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