francesca c.
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lunedì 28 settembre 2020
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film d'autore
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Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore. Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra gli animali da soma esausti nel portare il peso dei rami d'ulivo, il falò degli stessi rami, da un lato, e la musica di elevato volume che mostra il chiasso intorno, è ... poesia. Per me un piccolo capolavoro. Emerge infatti in questa scena, solo attraverso le immagini e la musica, il dramma di questi animali e dei rami d'ulivo bruciati, ed il chiasso di chi, incurante, nell'insensibilità di una tradizione, non vede, e fa festa intorno.
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Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore. Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra gli animali da soma esausti nel portare il peso dei rami d'ulivo, il falò degli stessi rami, da un lato, e la musica di elevato volume che mostra il chiasso intorno, è ... poesia. Per me un piccolo capolavoro. Emerge infatti in questa scena, solo attraverso le immagini e la musica, il dramma di questi animali e dei rami d'ulivo bruciati, ed il chiasso di chi, incurante, nell'insensibilità di una tradizione, non vede, e fa festa intorno. E poi un omaggio al territorio, dell'entroterra tarantino in cui, i campi di ulivo, e la musica che accompagna le immagini, mette in scena gli ulivi quasi come un documentario del territorio. Infine la Speranza! Se, infatti il film si apre con delle inquadrature alle spalle dei due protagonisti, Nica e suo padre, in una luce buia, termina a sorpresa con la moltiplicazione dei "predatori" prodotti contro il batterio killer degli ulivi, e poi come un flash, la scena è in un attimo bianca. ... Gli ulivi della Terra di Puglia, ce la faranno ... Desiderio, sogno e speranza... Grazie al regista, Danilo Caputo, per aver portato, in Italia ed Europa, l'anima, la poesia, il silenzio e l'amore per la Terra di Puglia, nel grande cinema. Un film che ha dato voce ed anima ai nostri amati alberi e li fa... ascoltare. Aspettiamo il prossimo! Francesca Carillo
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francesca c.
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lunedì 28 settembre 2020
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film d'autore
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Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore. Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra gli animali da soma esausti nel portare il peso dei rami d'ulivo, il falò degli stessi rami, da un lato, e la musica di elevato volume che mostra il chiasso intorno, è ... poesia. Per me un piccolo capolavoro. Emerge infatti in questa scena, solo attraverso le immagini e la musica, il dramma di questi animali e dei rami d'ulivo bruciati, ed il chiasso di chi, incurante, nell'insensibilità di una tradizione, non vede, e fa festa intorno.
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Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore. Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra gli animali da soma esausti nel portare il peso dei rami d'ulivo, il falò degli stessi rami, da un lato, e la musica di elevato volume che mostra il chiasso intorno, è ... poesia. Per me un piccolo capolavoro. Emerge infatti in questa scena, solo attraverso le immagini e la musica, il dramma di questi animali e dei rami d'ulivo bruciati, ed il chiasso di chi, incurante, nell'insensibilità di una tradizione, non vede, e fa festa intorno. E poi un omaggio al territorio, dell'entroterra tarantino in cui, i campi di ulivo, e la musica che accompagna le immagini, mette in scena gli ulivi quasi come un documentario del territorio. Infine la Speranza! Se, infatti il film si apre con delle inquadrature alle spalle dei due protagonisti, Nica e suo padre, in una luce buia, termina a sorpresa con la moltiplicazione dei "predatori" prodotti contro il batterio killer degli ulivi, e poi come un flash, la scena è in un attimo bianca. ... Gli ulivi della Terra di Puglia, ce la faranno ... Desiderio, sogno e speranza... Grazie al regista, Danilo Caputo, per aver portato, in Italia ed Europa, l'anima, la poesia, il silenzio e l'amore per la Terra di Puglia, nel grande cinema. Un film che ha dato voce ed anima ai nostri amati alberi e li fa... ascoltare. Aspettiamo il prossimo! Francesca
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anna maria
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domenica 13 settembre 2020
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un film che suscita molte emozioni
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Durante la visione del film ho provato diverse emozioni: ho vissuto lo stupore nel vedere la bellezza delle immagini, la nitidezza dei colori, la verità meticolosa dei dettagli.
Sono luoghi a me noti, immagini familiari... eppure le chiome di quegli ulivi ripresi nella loro maestosità faceva dire a me stessa: - che belli che sono! - ...e ora guardo gli ulivi del mio giardino con gli occhi della protagonista.
La relazione tra la protagonista e i genitori mette in evidenza la difficoltà di dialogo fra le generazioni. Ma proprio la ragazza crea occasioni di dialogo costruttivo, parlando ai suoi quasi sussurrando, non rassegnandosi e attivandosi per trovare soluzioni e, all'occorrenza, evidenziando il loro linguaggio a slogan che li tiene prigionieri di luoghi comuni ascoltati in TV.
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Durante la visione del film ho provato diverse emozioni: ho vissuto lo stupore nel vedere la bellezza delle immagini, la nitidezza dei colori, la verità meticolosa dei dettagli.
Sono luoghi a me noti, immagini familiari... eppure le chiome di quegli ulivi ripresi nella loro maestosità faceva dire a me stessa: - che belli che sono! - ...e ora guardo gli ulivi del mio giardino con gli occhi della protagonista.
La relazione tra la protagonista e i genitori mette in evidenza la difficoltà di dialogo fra le generazioni. Ma proprio la ragazza crea occasioni di dialogo costruttivo, parlando ai suoi quasi sussurrando, non rassegnandosi e attivandosi per trovare soluzioni e, all'occorrenza, evidenziando il loro linguaggio a slogan che li tiene prigionieri di luoghi comuni ascoltati in TV.
I dettagli degli ambienti "antichi", la valorizzazione di "storie antiche" non mi ha suscitato nostalgia del passato che la mia generazione ha vissuto, ma amore per la vita fatta di vicinato, di relazioni non solo tra le persone ma anche con gli strumenti di lavoro che avevano una loro "sacralità" intrinseca.
L'amore per gli alberi, per ogni zolla di terra, la fiducia nelle risorse della natura e della ricerca, l'ascolto profondo riservato all'amica della nonna e l'utilizzo della sua esperienza mi facevano vivere il dramma interiore della protagonista in maniera profonda, partecipata, poetica, piena di speranza.
Insomma me ne sono uscita dalla sala dicendo a me stessa: ho visto un capolavoro di cui devo far tesoro nella normalità della quotidianità per contribuire nel mio piccolo alla custodia del Creato.
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