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sabato 7 ottobre 2023
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secondo me.
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È vero che la prima parte del film è scoppiettante e il divertimento finisce quando la fine di Cesar è vicina, ma non credo che trattare il tema della morte sia così semplice da affrontare specialmente in film come questo. No? Manila
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enzo70
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martedì 14 dicembre 2021
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film intelligente sull''amicizia e la vita
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L’amicizia è un sentimento complesso. Non c’è attrazione fisica, ma intesa, e le differenze sono la forza di questo rapporto che rende la vita, almeno, meno difficile. E così due amici diversi in tutti si trovano a condividere i fallimenti di una vita. César ha dovuto abbandonare la casa a seguito dell’ennesimo fallimento delle sue attività. È affascinante, sicuro di sé e irresponsabile. Arthur è un ricercatore all’istituto Pasteur di Parigi ma è sempre fuori dal coro. E patisce il fallimento del matrimonio, aspettando sempre il ritorno dell’ex moglie che, intanto, ha una relazione con un suo collega.
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L’amicizia è un sentimento complesso. Non c’è attrazione fisica, ma intesa, e le differenze sono la forza di questo rapporto che rende la vita, almeno, meno difficile. E così due amici diversi in tutti si trovano a condividere i fallimenti di una vita. César ha dovuto abbandonare la casa a seguito dell’ennesimo fallimento delle sue attività. È affascinante, sicuro di sé e irresponsabile. Arthur è un ricercatore all’istituto Pasteur di Parigi ma è sempre fuori dal coro. E patisce il fallimento del matrimonio, aspettando sempre il ritorno dell’ex moglie che, intanto, ha una relazione con un suo collega. Arthur è un uomo che ama l’opera, l’arte, la cultura, noioso quanto pochi altri agli occhi di César. Ma sono amici, amici da sempre. Il problema nasce quando tocca ad Arthur comunicare all’amico che ha male che non gli lascia scampo. Il problema diventa, però, un dramma quando Arthur tentenna e César pensa che sia l’amico ad avere il tumore. E con l’irruenza e la generosità che gli sono tipiche prova ad accompagnarlo nell’ultimo giro di giostra. Il film riesce a muoversi bene tra la comicità che due grandi attori possono dare e il dramma che è la quotidianità della vita. Io l’ho trovato un film molto intelligente e gradevole che è riuscito a rappresentare in maniera leggera la tragedia dell’annuncio dell’imminenza della morte.
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mrs hide
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venerdì 1 gennaio 2021
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amicizia, amore e morte nel segno della leggerezza
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Sono una vecchia cinefila, classe 1944. Ho trovato questo film tra i più belli degli ultimi 10 anni, e l'ho rivisto due volte. L'unica altra volta che m'è successo fu con Providence di Alain Resnais. Ricordo che alla fine del film uscii con mio marito a prendere un caffè e tornammo in sala. Sono una fan di Resnais, ma i suoi film, sempre diversi e sempre concettosi, nel senso migliore del termine, certamente non creano meraviglia per un tale comportamento, che comunque non ho mai avuto né prima né dopo Providence (1977). Invece vedere due volte di seguito un film ‘leggero’, per così dire, ha stupefatto me per prima.
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Sono una vecchia cinefila, classe 1944. Ho trovato questo film tra i più belli degli ultimi 10 anni, e l'ho rivisto due volte. L'unica altra volta che m'è successo fu con Providence di Alain Resnais. Ricordo che alla fine del film uscii con mio marito a prendere un caffè e tornammo in sala. Sono una fan di Resnais, ma i suoi film, sempre diversi e sempre concettosi, nel senso migliore del termine, certamente non creano meraviglia per un tale comportamento, che comunque non ho mai avuto né prima né dopo Providence (1977). Invece vedere due volte di seguito un film ‘leggero’, per così dire, ha stupefatto me per prima. Ho riso con piacere e mi sono emozionata nella stessa misura anche la seconda volta. La trama la potete leggere dovunque, quello che invece non ho letto sono le lodi per l’impeccabile e tutt’altro che prevedibile sceneggiatura, per la qualità delle battute, la cui bontà e verità non te le aspetti. Non c’è niente di ovvio in questo film. Ricordo che una volta dissi rabbiosa a mio marito che non mi amava più, solo mi sopportava. Lui mi rispose che era tutto il contrario, mi amava sempre ma non mi sopportava più… Impagabili anche le battute sullo psicoterapeuta. Oggi si riesce a parlare della morte con più consapevolezza e dolore e meno ipocrisia rispetto a un recente passato. Nulla so invece dei sentimenti e dei comportamenti relativi alla morte prima del mio venire al mondo adulto, settant’anni fa, diciamo così, ne ho solo letto.
Superbe le interpretazioni sia di Fabrice Luchini , che seguo dal lontanissimo Perceval, e che quindi non mi ha meravigliato, sia di Patrick Bruel, che conosco meno perché i film francesi non sono apprezzati dai miei connazionali.
Amicizia, amore e morte nel segno della leggerezza
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ralphscott
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giovedì 15 ottobre 2020
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i nuovi mostri (sacri)
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Sebbene non più ragazzini, Luchini e Bruel si consacrano a livello internazionale da pochi anni. Sono il nuovo Serrault e Depardieu, rispettivamente;una coppia comunque collaudata che regge il film ed emoziona. L'inizio vede scambi di battute sin troppo scoppiettanti, sconfinando nel surreale. La storia, ben scritta, prende presto una piega più equilibrata e le sorti dei due vecchi amici ci rendono partecipi sino alla commozione.
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fabiofeli
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lunedì 28 settembre 2020
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una amicizia che viene da lontano
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César (Patrick Bruel) è un parigino che vive giorno per giorno sommerso dai debiti ed è sotto sfratto. Si reca per farsi ospitare dal suo amico Arthur (Fabrice Luchini), ricercatore di microbiologia, con il quale ha frequentato una scuola in un collegio; questi è divorziato ed ha una figlia, ma spera sempre che sua moglie torni da lui. César si fa accompagnare da Arthur per una visita medica, una lastra ai polmoni, per utilizzare la tessera sanitaria e la copertura assicurativa per malattia del suo amico. E’ chiaro che per consegnare il risultato verrà chiamato Arthur: gli comunicano che César ha un tumore ai polmoni.
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César (Patrick Bruel) è un parigino che vive giorno per giorno sommerso dai debiti ed è sotto sfratto. Si reca per farsi ospitare dal suo amico Arthur (Fabrice Luchini), ricercatore di microbiologia, con il quale ha frequentato una scuola in un collegio; questi è divorziato ed ha una figlia, ma spera sempre che sua moglie torni da lui. César si fa accompagnare da Arthur per una visita medica, una lastra ai polmoni, per utilizzare la tessera sanitaria e la copertura assicurativa per malattia del suo amico. E’ chiaro che per consegnare il risultato verrà chiamato Arthur: gli comunicano che César ha un tumore ai polmoni. Arthur non ha coraggio di dire subito al suo amico del destino che lo aspetta e il suo discorso è così ingarbugliato che César equivoca e pensa che il malato terminale sia Arthur. César non accetta il consiglio di riaprire un rapporto con il padre e pensa che è giusto costringere l’amico a scrivere una lista di desideri da soddisfare prima dell’inevitabile; scriverà una lista anche lui ed faranno in modo di compiere assieme le scelte a turno …
Il film è una commedia francese “leggera” pure se il tema della morte è piuttosto pesante e difficile da trattare. I due autori, de La Patelliere e Delaporte, riescono abbastanza nell’intento di compiere il percorso. I due attori sono bravi e comunicano con bravura i loro sentimenti sulla loro amicizia, pur nella assoluta diversità di caratteri, fondata sulle comuni birichinate infantili compiute all’epoca del collegio lontanissima nel tempo. La storia è indovinata, ma la situazione creata, nella quale l’amicizia è celebrata come un possibile surrogato di un legame profondo che dura un’intera vita, non sopporta il “cambio di passo” nel drammatico e si sfilaccia un po’. Sembra quasi che gli autori dicano abbiamo scherzato un po’ e continuiamo lo scherzo, perché è meglio così. Il dialogo funziona e le situazioni comiche ci sono, ma c’è la rinuncia a voler attingere a qualcosa di più alto. La valutazione è che ci si trova di fronte ad un discreto film, ma non proprio eccezionale.
Valutazione ***
FabioFeli
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francesca meneghetti
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sabato 26 settembre 2020
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morire dal ridere
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Per il tema trattato, una diagnosi di carcinoma polmonare che viene però attribuita alla persona sbagliata, questo film potrebbe appartenere al genere ormai consolidato “Cancer movies (nel 2012 il filosofo Luciano De Fiore, nel suo “Cinema e oncologia”, contava un’ottantina di esempi: ora sono certamente di più). L’alveo principale di questo filone sarebbe di segno tragico. Qui invece avviene un deciso apparentamento al genere comico: con una netta antinomia tra argomento e stile, che non è per altro rara (si pensi a "La vita è bella"). “Il meglio deve ancora venire” introduce però un altro tema, che forse è prevaricante: quello dell’amicizia, in particolare di un’amicizia maschile di lunga data, sorta tra due persone tra loro opposte, che forse perciò risultano complementari.
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Per il tema trattato, una diagnosi di carcinoma polmonare che viene però attribuita alla persona sbagliata, questo film potrebbe appartenere al genere ormai consolidato “Cancer movies (nel 2012 il filosofo Luciano De Fiore, nel suo “Cinema e oncologia”, contava un’ottantina di esempi: ora sono certamente di più). L’alveo principale di questo filone sarebbe di segno tragico. Qui invece avviene un deciso apparentamento al genere comico: con una netta antinomia tra argomento e stile, che non è per altro rara (si pensi a "La vita è bella"). “Il meglio deve ancora venire” introduce però un altro tema, che forse è prevaricante: quello dell’amicizia, in particolare di un’amicizia maschile di lunga data, sorta tra due persone tra loro opposte, che forse perciò risultano complementari. Questa è forse la parte più intrigante del film, perché si sviluppa un cameratismo, una complicità trasgressiva, uno spirito giocoso e infantile che forse non si trovano nelle amicizie femminili. Arthur e César si sono conosciuti da bambini, in collegio, ed hanno poi cementato un rapporto indissolubile tra loro, mentre altre loro relazioni umane andavano alla deriva: in particolare, per uno con la moglie, per l’altro con il padre. Una visita al Pronto soccorso con scambio di tessera sanitaria è alla base dell’equivoco che tiene in piedi gran parte del film: una radiografia rivela un tumore che viene attribuito all’altro. Ma ha poca importanza a chi appartenga il polmone malato: entrambi reagiscono con spirito solidale e premura, sviluppano cura e dedizione per l’altro, ma soprattutto cercano di spremere la vita che sta innanzi,. Detto così, sembrerebbe un racconto serio. Invece, grazie a una sceneggiatura brillante, piena di ritmo e di colpi di scena, ma anche alla recitazione straordinaria di Fabrice Luchini e Patrick Bruel, si ride per quasi due ore. Certamente non si può bypassare del tutto l’esito prevedibile, e forse qui la sceneggiatura si fa sfuggente, però la storia va (abbastanza) a buon fine, come vuole la commedia. Da vedere e abbinare a un brindisi scaramantico alla vita.
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giovedì 24 settembre 2020
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un film terribile
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Non funziona nulla, non c'è una battuta non dico che faccia ridere ma nemmeno SORRIDERE, veramente disastroso.
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antonio
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martedì 22 settembre 2020
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tenero
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maramaldo
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lunedì 21 settembre 2020
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la giusta critica
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Anche se divertono (e non è un'attenuante) certi film per circolare abbisognano di opportune dosi di severità nella valutazione che può condurre ad un ridimensionamento dal punto di vista artistico fino ad una loro riprovazione complessiva. Questo non solo per quelli che incorporano chiare scorrettezze politiche ma anche, come nel caso del lavoro di de la Patellière e Delaporte, dove si ricontrano tocchi irriguardosi sia pure in uno scacchiere meno nevralgico, comunque discutibili e non necessari. Senza contare talune provocazioni del tutto gratuite come l'esilarante reprimenda al ristorante "per famiglie" o il rapimento estatico del ricercatore scientifico alla vista del sontuoso santone.
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Anche se divertono (e non è un'attenuante) certi film per circolare abbisognano di opportune dosi di severità nella valutazione che può condurre ad un ridimensionamento dal punto di vista artistico fino ad una loro riprovazione complessiva. Questo non solo per quelli che incorporano chiare scorrettezze politiche ma anche, come nel caso del lavoro di de la Patellière e Delaporte, dove si ricontrano tocchi irriguardosi sia pure in uno scacchiere meno nevralgico, comunque discutibili e non necessari. Senza contare talune provocazioni del tutto gratuite come l'esilarante reprimenda al ristorante "per famiglie" o il rapimento estatico del ricercatore scientifico alla vista del sontuoso santone.
Non resta che suggerire allo spettatore una vigilanza intellettuale prima di abbandonarsi ad una fruizione gratificante e, in aggiunta, di affidarsi alla voce di chi ha a cuore rigore di giudizio.
Quanto meno impara. "Bromance", così suggestiva e vaneggiante ad un tempo. La sapevate? No? Neanch'io.
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giovedì 27 agosto 2020
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critica incomprensibile
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Assolutamente in disaccordo...un film emozionante che ha centrato benissimo il tema della morte e quello più bello che e l'amicizia.
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