gio sole
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domenica 3 marzo 2024
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film inutile e mediocre
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Film inconsistente con profili psicologici dei personaggi davvero poco credibili.
Come pure i dialoghi.
Il ciuffo di Depp da solo dovrebbe reggere l'intera sceneggiatura, ma non ce la fa.
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enzo70
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venerdì 18 settembre 2020
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le verità di un uomo che muore
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Un cancro ai polmoni a cinquanta anni è una sentenza di morte che difficilmente ammette appello; e Richard un professore di letteratura inglese ritiene che sia del tutto superfluo blandire la sostanza della sua malattia con la forma di una chemioterapia. E che nei pochi mei che gli restano da vivere la cosa migliore sia semplicemente vivere, libero dagli stereotipi, dai condizionamenti sociali, alla ricerca di una blanda felicità. E così insegna solo a chi vuole imparare e lo fa con forza, rabbia, attribuendo alla stessa letteratura un valore assoluto, di irruenta vitalità. Il rapporto con la moglie, consumato da anni di bugie e tradimenti, diventa diretto, come quello con l’amico Peter, l’unico che sappia della malattia.
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Un cancro ai polmoni a cinquanta anni è una sentenza di morte che difficilmente ammette appello; e Richard un professore di letteratura inglese ritiene che sia del tutto superfluo blandire la sostanza della sua malattia con la forma di una chemioterapia. E che nei pochi mei che gli restano da vivere la cosa migliore sia semplicemente vivere, libero dagli stereotipi, dai condizionamenti sociali, alla ricerca di una blanda felicità. E così insegna solo a chi vuole imparare e lo fa con forza, rabbia, attribuendo alla stessa letteratura un valore assoluto, di irruenta vitalità. Il rapporto con la moglie, consumato da anni di bugie e tradimenti, diventa diretto, come quello con l’amico Peter, l’unico che sappia della malattia. E poi l’amore assoluto per la figlia Olivia, una ragazzina omosessuale, che grazie al padre riesce a vivere con serenità la sua condizione. Ma la morte è imminente e la serenità è solo un attimo fuggente. Johnny Deep interpreta una parte complessa, quella di un uomo che muore con la consueta bravura.
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fabio
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lunedì 13 gennaio 2020
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modesto
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Apprezzabile il coraggio di affontare la tematica della morte tuttavia scade per dialoghi e conduzione.
Assolutamente nulla a che vedere con film di ben altro spessore (American beauty o l'attimo fuggente): si tratta di una più modesta opera che non lascia il segno.
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giovedì 11 luglio 2019
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grandi aspettative....
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.... quelle che avevo andando a vedere questo film al cinema, soprattutto per chi lo interpretava.... è inutile giocare ai falsi intenditori... questo film fa veramente pena...punto.
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andrea
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lunedì 8 luglio 2019
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assolutamente magnifico
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Film stupendo, non c’è molto da dire... il regista per essere alle prime armi, ha davvero molto talento. Spero che nel corso dellla sua carriera possa perfezionare alcune cose.
“Arrivederci professore” è un film che fa riflettere molto sulla propria esistenza, noi (esseri umani) non facciamo uso del dono più grande che Dio ci ha donato, cioè vivere. Il protagonista Jhonny Depp veste i panni di Richard Brown, stimato professore universitario e padre di famiglia. Dopo avergli diagnosticato il cancro ai polmoni e un anno di vita con le cure adeguate lui decide di non fare la chemio e di iniziare a vivere, fregandosene delle regole e incominciando a riflettere sul senso della vita, facendoci entrare in un tunnel di emozioni indescrivibili.
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Film stupendo, non c’è molto da dire... il regista per essere alle prime armi, ha davvero molto talento. Spero che nel corso dellla sua carriera possa perfezionare alcune cose.
“Arrivederci professore” è un film che fa riflettere molto sulla propria esistenza, noi (esseri umani) non facciamo uso del dono più grande che Dio ci ha donato, cioè vivere. Il protagonista Jhonny Depp veste i panni di Richard Brown, stimato professore universitario e padre di famiglia. Dopo avergli diagnosticato il cancro ai polmoni e un anno di vita con le cure adeguate lui decide di non fare la chemio e di iniziare a vivere, fregandosene delle regole e incominciando a riflettere sul senso della vita, facendoci entrare in un tunnel di emozioni indescrivibili.
Il mio consiglio è che prima di giudicare qualcosa, sopratutto un film di questo genere, fa visto e rivisto. E piantiamola di essere tutti dei critici cinematografici usando parolani e quant’altro. Io personalmente consiglio la visione di questo film. ☺️
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eugenio
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lunedì 8 luglio 2019
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epigono non riuscito
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Ricevere una notizia ferale, un cancro che ci avvisa che l’arcobaleno della vita è prossimo, può lasciar sconvolti ma al tempo stesso, lasciarci riflettere, comprendere come quell’esistenza sinora condotta con irreprensibilità debba essere portata a termine sino in fondo perchè niente sarà più come prima.
E quindi, “facciamo quello che non si deve fare", inneggiando alla vita e non pensando alla fine prossima perchè non è mai troppo tardi.
Il film di Rob Reiner con Jack Nicholson e Dustin Hoffman, non c’entra nulla anche se Wayne Roberts, autore di Katie Says Goodbye, nel suo ultimo lavoro al cinema: Arrivederci professore, sembra essersi ispirato molto a quel genere di cancer-movie che ha caratterizzato molta cinematografia passata
Protagonista è Johnny Depp che svestiti i panni del pirata dei caraibi, si ritrova a impersonare un routinario accademico del New England, che scopre, appunto, all’inizio del film di avere un tumore e essere prossimo alla fine dei suoi giorni.
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Ricevere una notizia ferale, un cancro che ci avvisa che l’arcobaleno della vita è prossimo, può lasciar sconvolti ma al tempo stesso, lasciarci riflettere, comprendere come quell’esistenza sinora condotta con irreprensibilità debba essere portata a termine sino in fondo perchè niente sarà più come prima.
E quindi, “facciamo quello che non si deve fare", inneggiando alla vita e non pensando alla fine prossima perchè non è mai troppo tardi.
Il film di Rob Reiner con Jack Nicholson e Dustin Hoffman, non c’entra nulla anche se Wayne Roberts, autore di Katie Says Goodbye, nel suo ultimo lavoro al cinema: Arrivederci professore, sembra essersi ispirato molto a quel genere di cancer-movie che ha caratterizzato molta cinematografia passata
Protagonista è Johnny Depp che svestiti i panni del pirata dei caraibi, si ritrova a impersonare un routinario accademico del New England, che scopre, appunto, all’inizio del film di avere un tumore e essere prossimo alla fine dei suoi giorni. Al posto di cercar di salvarsi in qualche modo con terapie o altre cure che potrebbero prolungare, pur se per pochi giorni, una fine certa, rompe ogni convenzione sociale, invitando i suoi studenti a riscoprire la vita e soprattutto rimettendo in discussione il proprio sistema di valori e i rapporti familiari: quelli con una moglie che ha una tresca con il rettore dell’università, cosa di cui è ben conscio e di una figlia lesbica che non sa gestire.
In sei capitoli con un’appendice da romanzo ottocentesco, Wayne Roberts, inanella una serie di atti d’accusa nei confronti di una società bigotta e conformista facendo recitare al suo professore istanze di puro nichilismo, permeate da un’ironia pungente oltre il politicamente corretto (vedi l’anti-me-too al bar con i superstiti degli iscritti al suo corso di letteratura dopo la sua filippica), anticulturale e dispotico.
I riferimenti sono illustri: basta andare alla memoria a esattamente trent’anni fa in cui il grande Robin Williams in Seize the day, L’attimo fuggente invitava i suoi studenti ad agire secondo il loro intelletto, senza fare uso di condizionamenti, dogmi o fittizie imposizioni. Qualcosa di simile avviene in Arrivederci professore ma il taglio è decisamente più superficiale e assai poco profondo, traducendosi in un epigono fuori luogo dove Johnny Depp lasciandosi andare a diversi eccessi tra cui droghe leggere, sesso e alcool, non riesce a cogliere quella drammaticità che renderebbe plausibile la tragedia di un uomo votato al suo destino.
Conseguentemente ciò che resta di questo film è un insieme di tanti siparietti incollati dal gigionismo di un (ex) divo hollywoodiano che trasmette mai quella necessaria empatia al suo personaggio finendo per risultare kitsch e grottesco nei confronti di una società a cui apparteneva fino alla ferale notizia.
Certo ci sono alcune scene simpatiche come il rabbioso rapporto con la moglie e la sbronza con l’amico (interpretato da un bravo Danny Houston) ma il sarcasmo caustico di fondo non incide mai, scevro da ogni possibile rinascita. Quella di un attore che non si rassegna alla perdita; quella di un regista cui va dato atto di non indugiar sulla retorica di fondo, anche se nelle sue profondità non si cela un filone d’oro ma semplice pirite.
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antonella
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venerdì 5 luglio 2019
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inutile tributo al tema
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Assolutamente un tributo artistico trascurabile nel panorama cinematografico culturale, per non parlare di quello umanistico/esperenziale. Chiunque abbia avuto, per sua sfortuna, un confronto reale con il delicatissimo tema trattato, non può che riscontrare con amarezza l’inattendibilità della trama, l’inconsistenza psicologica dei personaggi, la spettacolarizzazione stessa della mortalita’ umana.
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Assolutamente un tributo artistico trascurabile nel panorama cinematografico culturale, per non parlare di quello umanistico/esperenziale. Chiunque abbia avuto, per sua sfortuna, un confronto reale con il delicatissimo tema trattato, non può che riscontrare con amarezza l’inattendibilità della trama, l’inconsistenza psicologica dei personaggi, la spettacolarizzazione stessa della mortalita’ umana. L’apparente saggezza del protagonista dentro una prematura ed inaspettata terminalita’ di vita, si riduce in una qualche caratterizzazione macchiettistica del Se’, per poi “evolvere” in uno stadio decisionale solipsistico dove la profondità dello scambio umano si risolve in rapporti sessuali occasionali colti al volo per fare incetta di vita; in dichiarate ed assolte incomprensioni relazionali di coppia, senza nessuna necessità di trasformazione; in abbracci amicali o genitoriali scambiati per poco tempo, in un dichiarato taboo che la tenerezza crei ancora più dolore anziché scioglierlo; in fughe dal reale, alla ricerca di un “chissà che” fuori di se, eliminando una volta per tutte la possibilità di costruire dentro di se’ una solidità emotiva adulta che lasci in eredità saggezze ed aiuti concreti a chi resterà dopo in vita. Se la mortalità dovesse rappresentare solo questo triste e macchiettistico epilogo di giorni vuoti, temo davvero si farebbe bene scegliere di farsi accompagnare unicamente da un adorabile cagnolino nel percorso degli ultimi giorni. Di sicuro gli animali conservano per istinto all’accettazione di un reciproco scambio vita/morte. Scambio che alla cultura occidentale sfugge completamente e che dunque limita il regista, dentro quell’immenso dolore, a negare ogni parte reale d’incontro su tema.
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francesco zennaro
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martedì 2 luglio 2019
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film insuperabile...
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Film insuperabile.
Insuperabile per banalità: dice niente, insegna nulla, non apporta morali o insegnamenti. Con un SOGGETTO così, si potevano "inventare" cento messaggi.
Insuperabile per recitazione inguardabile. Un esempio tra tutti: la recitazione della moglie di lui, alla notizia del Cancro del marito. E la postura di lei, quando lui se ne va.
Ovunque lo si guardi, tutto - in questo filmaccio - trasuda mediocrità e banalità assolute.
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amarolucano
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lunedì 1 luglio 2019
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film volgare
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spiace vedere Johnny Depp recitare in film così insulsi, è un film che non regala nè sorrisi nè tristezza, l'unico sentimento provato è il fastidio. Tanti luoghi comuni, personaggi sterotipati, scene senza senso, una presa in giro all'arte dell'insegnare e una presa in gira a chi soffre veramente di questi mali.
Non ha nulla a che spartire con la poetica dell' "attimo fuggente" e nemmeno con il cinismo di "american beauty".
Mi chiedo come si possano produrre e distribuire film come questi senza che nessuno si renda conto che non è cinema ma immondizia.
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angelo umana
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domenica 30 giugno 2019
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la mortalità da tener presente (mò me lo segno)
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“Vegliate dunque perché non sapete né il giorno né l'ora” fu detto in altro campo, ed il bello di vivere è sapere che la morte verrà ma chissà quando, abbiamo tempo, forse mai, intanto viviamo e tutto faremo andare come và oggi, dominiamo le cose (…?), intanto vediamo la morte e funerali altrui. A sapere il giorno e l'ora forse vivremmo come si sarebbe sempre voluto. Quanto a Richard (Johnny Depp), professore universitario nel pieno dei suoi brillanti 50 anni, viene diagnosticato un cancro che gli lascia 6 mesi di vita, o 12 al massimo, gli succede un senso di annichilimento, poi l'urlo di protesta, ma un bagno di ribellione nello stagno coi vestiti addosso non basta.
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“Vegliate dunque perché non sapete né il giorno né l'ora” fu detto in altro campo, ed il bello di vivere è sapere che la morte verrà ma chissà quando, abbiamo tempo, forse mai, intanto viviamo e tutto faremo andare come và oggi, dominiamo le cose (…?), intanto vediamo la morte e funerali altrui. A sapere il giorno e l'ora forse vivremmo come si sarebbe sempre voluto. Quanto a Richard (Johnny Depp), professore universitario nel pieno dei suoi brillanti 50 anni, viene diagnosticato un cancro che gli lascia 6 mesi di vita, o 12 al massimo, gli succede un senso di annichilimento, poi l'urlo di protesta, ma un bagno di ribellione nello stagno coi vestiti addosso non basta. Decide di vivere liberamente il tempo che gli resta, fuori dall'”ordine costituito” e dalla compassatezza professorale, il contegno del ruolo non conta più, come nel caso di molti che invece galleggiano sulla vita senza vivere. Perciò ci rivelerà che è sbagliato non apprezzare la mortalità, se l'avessimo sempre presente vivremmo più appieno e che il dovere più importante è una vita ricca di esperienze. Ogni fottuto respiro và festeggiato. Non arrendetevi alla mediocrità.
Coi suoi allievi diventa un simil-despota, caccia via dalla classe tutti coloro che non rispondono a certi (incomprensibili) parametri. Con la decina di studenti che gli resta sovverte l'organizzazione delle lezioni, che non sono più lezioni scolastiche, quanto più lezioni di vita sparate qua e là, come di chi ha capito tutto e rivela saccente il vero senso delle cose, tra “lezioni” in giardino, pub canne e sesso. Capta naturalmente la relatività delle cose, ne coglie il giusto peso, la sua notizia personale fa sembrare leggera la rivelazione della figlia, di amare un'amica di amore saffico, riuniti a tavola e con la moglie che trasecola. Eppure gli resta il tempo e la ricerca dell'occasione per vendicarsi con la moglie, a lei si rivolge sprezzante ed al suo amante, un regolamento di conti rivelatorio e fatto pubblicamente in extremis.
C'è spazio nel film, meno male, per mettere in rilievo la bontà di certi rapporti, con l'amico Peter ad esempio, che Richard stesso consola, non essendo propenso lui malato a ricevere compassione. O con la figlia a cui, sola altra persona, rivela il suo destino. Dolce e accorato il saluto tra lei sull'uscio di casa e il padre, che parte in auto e col suo cane, diretto chissà dove, verso un suicidio probabilmente.
Interessanti le note lette di un vero critico cinematografico (sconosciuto), qui ricopiate: “la scuola come fucina da liberare dal giogo delle convenzioni … (Richard) toglie il velo della finzione sulla sua vita pubblica e privata... è il primo a riscrivere le regole, a non piegarsi davanti all'autorità, per spingere poi i suoi allievi a ritrovare la propria voce... esprimersi con il cuore, secondo le proprie passioni... rinascita e liberazione... opporsi all'uniformità del pensiero e vivere i propri giorni tra il politicamente scorretto e la dolcezza dei sentimenti ritrovati”.
Vien da chiedersi perché mai Richard abbia compreso tutto questo solo quando ha vicina la propria morte, anche prima è possibile! Non si capisce poi se i suoi ragazzi abbiano fatto propri questi insegnamenti, al film importano i pronunciamenti del protagonista. L'impressione sul film, scoppiettante di eventi e di massime forse letterarie, è che non basti un Johnny Depp a renderlo memorabile. Gli americani si dànno spesso all'epopea, ma questo hanno e questo ci servono, spesso, non sempre per fortuna.
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