American Animals |
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Un film di Bart Layton.
Con Evan Peters, Barry Keoghan, Jared Abrahamson, Blake Jenner.
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Titolo originale American Animals.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2018.
- Teodora Film
uscita giovedì 6 giugno 2019.
MYMONETRO
American Animals
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Come improvvisarsi ladri per amore del cinema
di Emiliano Morreale La Repubblica
Ci sono geni del crimine, mestieranti, artigiani ("soliti ignoti", diremmo in Italia) e semplici dilettanti. Nel 2003 due studenti americani tentarono insieme ad altri due complici il furto di un prezioso volume illustrato dalla biblioteca del loro college. Ovviamente, furono beccati subito. E la loro storia di per sé non sembrerebbe di quelle da annali del crimine, tale da ispirare versioni romanzate al cinema. Ma proprio questo è il punto: lungi dall'essere una storia "da farci un film", il colpo dei ragazzi del Kentucky è "una storia che voleva essere un film". O così, con intelligenza, ha scelto di raccontarla Bart Layton, al suo primo film di finzione dopo il documentario L'impostore, su una storia altrettanto singolare. Spencer e Warren decidono di fare il colpo per noia, insoddisfazione esistenziale o voglia di riuscire nella vita; alle loro spalle c'è un'idea di successo e lotta per la vita che ne fa dei perfetti animali americani, come recita il titolo (ribadito con una citazione da Darwin in apertura). Ma le modalità e lo spirito con cui lo progettano e, si fa per dire, lo eseguono, sono invece un puro ricalco di quello che hanno visto al cinema e in tv. Senza motivo si danno i nomi di colori, come in Le Iene (mr. Pink, mr. Black eccetera): nel film di Tarantino i complici ignoravano le rispettive identità e quindi usavano degli pseudonimi, mentre qui i quattro si conoscono benissimo. Vediamo come immaginano il colpo, e se lo immaginano appunto come un film, con corredo di musiche e montaggi un po' rétro, come uno Scorsese o un Ocean's Eleven. Schiavi del demone dell'imitazione, somigliano a certi registi sfigati schiacciati dai modelli del cinema hollywoodiano. Uno dei rapinatori avventizi, leggiamo alla fine, si è messo a studiare cinema per fare il regista; un altro cerca fortuna come scrittore. In realtà era già quello che avevano cercato di fare con il loro colpo maldestro, ma quel film lo scrissero male e lo misero in scena peggio. L'intelligenza del regista è di condurre il tutto a sua volta come un film di quel genere, con tanto di interviste frontali ai veri protagonisti della vicenda, e solo dopo un po' ci si accorge che il tutto è una sottile parodia. A sua volta, poi, gioca con lo spettatore infilando piccole citazioni (una da C'era una volta il West). Il gioco è forse tirato un po' per le lunghe, ma si tiene anche sugli interpreti, a cominciare dal volto giovane più sinistro, ai limiti della ripugnanza, del cinema d'oggi, Barry Keoghan.
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