Roberto Nepoti
La Repubblica
Il film comincia con una citazione, su fondo nero, tratta dall' Origine della specie di Charles Darwin. La sua originalità, a partire da un (ennesimo) episodio realmente accaduto, consiste nel contaminare l' heist movie (il film di rapina) col saggio antropologico. Più interessato al secondo aspetto che al primo, anzi, il giovane regista britannico Bart Layton focalizza sull' individualismo, il culto dell'apparire, la confusione mediatica tra realtà e finzione nel tratteggiare le psicologie dei suoi personaggi. Warren e Spencer studiano all'università di Lexington, Kentuky ma considerano banali le loro vite e vogliono compiere un gesto che li emancipi dalla mediocrità. Decidono così di rubare un raro e prezioso libro antico conservato nell'ateneo. Già autore di un pregevole documentario, The Imposter, Layton adotta sia le convenzioni del cinema di fiction sia quelle del film di realtà, inserendo anche brani d'intervista ai veri protagonisti dell'episodio. Tuttavia pone un'estrema cura nelle immagini, tanto da usare l'inquadratura come un autentico criterio etico. E il suo film è pieno di omaggi ai maestri del cinema di diverse epoche: dal Kubrick di Rapina a mano armata al Tarantino delle Iene.
Da La Repubblica, 6 giugno 2019
di Roberto Nepoti, 6 giugno 2019
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