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giovedì 29 giugno 2023
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ottimo
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asdlkasdlkm
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lunedì 8 luglio 2019
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la fiera delle banalità!
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Per chi ama i bei film ed il buon cinema, questo è semplicemente un film da evitare. Avevo grandi aspettative vista la presenza di Valerio Mastandrea, ma purtroppo questo film è stata una totale perdita di tempo! Una serie di cliché uno più scontato dell'altro che ne fanno un film non all'altezza di un b-movie per bambini.
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capsicum
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lunedì 17 giugno 2019
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per poliglotti
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Quasi tutto il film è recitato in inglese e in napoletano, quanti conoscono contemporaneamente le due lingue?
La fatica nel seguire le, seppur scarse, battute lo relega nel novero dei film contemporanei italiani che, per cercare di acquisire una nota di cultura internazionale, mascherano un provincialismo da salotto.
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rob8
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mercoledì 22 agosto 2018
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un film poetico ed ironico
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Ancora una convincente prova di quella nuova generazione di cineasti, alla ricerca di orizzonti diversi per il cinema itaiano, attraverso la coniugazione della storia del cinema e dei suoi generi con la dimensione della contempraneità.
È il caso di questo film poetico ed ironico, che rendendo omaggio ai temi (e più alle raffigurazioni che agli effetti speciali) dei capolavori della fantascienza, da 2001 Odissea nello spazio a E.T., fino agli Incontri ravvicinati del terzo tipo esplicitamente omaggiati nel finale, declina con originalità e leggerezza, ma mai con superficialità, i temi “universali” dei sentimenti degli umani e del loro anelito al contatto con l’ignoto e con l’aldilà.
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Ancora una convincente prova di quella nuova generazione di cineasti, alla ricerca di orizzonti diversi per il cinema itaiano, attraverso la coniugazione della storia del cinema e dei suoi generi con la dimensione della contempraneità.
È il caso di questo film poetico ed ironico, che rendendo omaggio ai temi (e più alle raffigurazioni che agli effetti speciali) dei capolavori della fantascienza, da 2001 Odissea nello spazio a E.T., fino agli Incontri ravvicinati del terzo tipo esplicitamente omaggiati nel finale, declina con originalità e leggerezza, ma mai con superficialità, i temi “universali” dei sentimenti degli umani e del loro anelito al contatto con l’ignoto e con l’aldilà.
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emanuele1968
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lunedì 23 luglio 2018
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deve piacere
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Lutti famigliari, anche se si è giovani, insomma è dura, così è la vita. Pare un film italo/americano, forse più americano che italo.
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udiego
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giovedì 5 luglio 2018
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tito e gli alieni
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Paola Randi, già autrice dell’apprezzato “Into Paradiso”, porta sul grande schermo con “Tito e gli Alieni” un film dalle diverse sfaccettature. I personaggi, tutti, non mancano di trasmettere le loro emozioni e di liberarle senza particolari freni. In questo lavoro troviamo come tematica principale la rielaborazione del lutto, ma anche sofferenza, gioia, rabbia, dolcezza e sogni non mancheranno di accompagnarci nel corso della visione.
Il film poggia principalmente le sue basi sullo sviluppo, con tutte le componenti che lo permettono, del personaggio del professore, interpretato da un sempre bravo Valerio Mastandrea.
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Paola Randi, già autrice dell’apprezzato “Into Paradiso”, porta sul grande schermo con “Tito e gli Alieni” un film dalle diverse sfaccettature. I personaggi, tutti, non mancano di trasmettere le loro emozioni e di liberarle senza particolari freni. In questo lavoro troviamo come tematica principale la rielaborazione del lutto, ma anche sofferenza, gioia, rabbia, dolcezza e sogni non mancheranno di accompagnarci nel corso della visione.
Il film poggia principalmente le sue basi sullo sviluppo, con tutte le componenti che lo permettono, del personaggio del professore, interpretato da un sempre bravo Valerio Mastandrea. Il protagonista passa dal vivere in questo circolo vizioso di malessere perenne, dove la speranza di trovare qualcosa di prezioso, ma ormai smarrito da tempo, è alimentata solo dalla squallida routine giornaliera, ad una vita dove la voglia di sognare, sperare e combattere viene alimentata dalla ventata di freschezza e originalità che i piccoli nipoti porteranno nella sua vita. Ora il professore non può più limitarsi a veder trascorrere le sue giornate in balia del proprio dolore, ma è costretto a farsi forza per badare a due bambini che ormai dipendono da lui e che non vogliono smettere di crederci.
Il tutto scorre in maniera veramente gradevole, grazie ad una sceneggiatura capace di mantenersi fresca come i suoi protagonisti. Non mancano i momenti divertenti, come quelli più riflessivi; tutti rappresentati in modo dolce e delicato dalla regista milanese. “Tito e gli Alieni” è un film che ci accompagna all’accettazione della sofferenza per la perdita delle persone care attraverso la vita, con alcune forzature, per carità, ma lo fa sempre in modo non ridondante o superficiale.
Paola Randi ci guida in questo percorso sì complesso, ma che se vissuto con serenità, può permetterci di attraversare il dolore uscendone rinforzati, buttando un occhio sempre oltre la sofferenza, mantenendo la vita e ciò che di bello ha da offrirci al centro delle nostre attenzioni.
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flyanto
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mercoledì 20 giugno 2018
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uscire dalla sofferenza
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“Tito e gli Alieni” della regista Paola Randi è una sorta di favola lunare che vede coinvolti un uomo (Valerio Mastandrea) , il quale come scienziato si è rifugiato nel deserto del Nevada a studiare lo spazio ed una possibile esistenza degli alieni in esso ed a cui è morta la moglie, anch’ella scienziata, ed i suoi due nipoti (una ragazzina adolescente ed il fratellino minore), figli del fratello, i quali, essendo ormai rimasti orfani di entrambi i genitori, sono stati affidati a lui in quanto parente più prossimo. Vivendo da tempo solitario e profondamente in crisi per la mancanza della moglie (egli vive con il di lei ricordo e comunica solo con una giovane e bizzarra donna che gli fa da autista e, a volte, quando contattato, con il centro di ricerca per cui lavora) l’uomo non è avvezzo e, pertanto, è incapace di occuparsi dei due nipoti che, nel contempo, soffrono anch’essi per la morte recente del proprio genitore e, così, la loro convivenza risulta all’inizio un poco difficile.
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“Tito e gli Alieni” della regista Paola Randi è una sorta di favola lunare che vede coinvolti un uomo (Valerio Mastandrea) , il quale come scienziato si è rifugiato nel deserto del Nevada a studiare lo spazio ed una possibile esistenza degli alieni in esso ed a cui è morta la moglie, anch’ella scienziata, ed i suoi due nipoti (una ragazzina adolescente ed il fratellino minore), figli del fratello, i quali, essendo ormai rimasti orfani di entrambi i genitori, sono stati affidati a lui in quanto parente più prossimo. Vivendo da tempo solitario e profondamente in crisi per la mancanza della moglie (egli vive con il di lei ricordo e comunica solo con una giovane e bizzarra donna che gli fa da autista e, a volte, quando contattato, con il centro di ricerca per cui lavora) l’uomo non è avvezzo e, pertanto, è incapace di occuparsi dei due nipoti che, nel contempo, soffrono anch’essi per la morte recente del proprio genitore e, così, la loro convivenza risulta all’inizio un poco difficile. Riusciranno dopo un pò di tempo a trovare una sorta di complicità e di legame profondo e vivere, così riuniti, più serenamente un futuro insieme.
Una storia senza alcun dubbio fantastica, piena di buoni sentimenti e poco aderente alla realtà per ciò che riguarda lo svolgimento della storia ma non il suo contenuto. In chiave, infatti, un pò surreale “Tito e gli Alieni” affronta la tematica dell’elaborazione lunga e difficile del lutto e degli affetti e della loro nascita e rinsaldamento. Pur uniti da legami di sangue, i tre protagonisti all’inizio della vicenda non si conoscono nemmeno, gli uni sono degli estranei per l’altro, infatti. Il protagonista accoglie i nipoti più per un dovere morale ma proprio da questa convivenza ‘impostagli’ egli imparerà ad affezionarsi ai due giovani e nel contempo a liberarsi dal fantasma della moglie defunta prematuramente che lo ha gettato in uno stato di depressione e di torpore immenso. E lo stesso, più o meno, vale per i nipoti che, pieni di dolore per il recente lutto (il fratello piccolo è però quello che maggiormente soffre la mancanza del padre), sono stati costretti a lasciare la propria città natale di Napoli per raggiungere uno zio che mai hanno visto e conosciuto. E la nascita di questo legame forte e profondo viene dalla Randi molto ben rappresentato sullo schermo attraverso una forma quanto mai originale e, cioè, con il ricorso alla presenza di creature sconosciute od ormai decedute provenienti dallo spazio e fungenti da trait d’union per i protagonisti.
Interessante.
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domenica 17 giugno 2018
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fiction italiana v/s americana
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Senza entrare nel merito dei contenuti, commentati da altri amici cinefili, meglio di qualche solone critico di professione, mi piace soltanto constatare come certi film di "science fiction" italiani ( mi viene in mente Jeeg Robot, supereroe, anche se meno appariscente dell'uomo ragno ....ma ce ne sono altri) possano ammaliare tanto quanto tante altre guerre stellari, più ricche di roboanti effetti speciali, ma molto meno di significati ed effetti che toccano l'anima...
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domenica 17 giugno 2018
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un grande ed encomiabile sforzo
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Ci avrei giurato che la regista fosse una donna, una poesie infinita, mi è piaciuto tantissimo, impossibile non commuoversi e mi ha lasciato un grande senso di tenerezza, che grande regalo sarebbe poter rivedere anche se per pochi istanti una persona cara, ho negli occhi i visi di tutti i soldati durante quei moment......, il dubbio è se non sia ancora peggio,visto che poi bisogna per forza tornare alla dura realtà, un bacio grande infatti al mio papà, 5 anni dopo sempre nel mio cuore.
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joecondor
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lunedì 11 giugno 2018
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bella storia...bravissimi mastandrea e i bambini
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Finalmente un bel film fuori dai schemi....una bella storia che ti avvolge....la vita e la morte qui presenti....non dico altro solo "Andatelo a vedere".Brava la Randi complimenti per un piccolo ma grande bel film....diciamo pure un film sui sentimenti.Dei protagonisti strepitosi Mastandrea ed i bambini come pure la Poesy.Un bel film italiano fuori dai soliti schemi.
Andate a vedere questo film non Loro di Sorrentino.
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