woody62
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sabato 11 febbraio 2017
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un batman 2.0 che piace a grandi e piccini
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Chi da bambino non ha giocato almeno una volta con i mattoncini colorati, provando quella fantastica sensazione di poter “creare” qualunque cosa, con l'unico limite dato dalla propria fantasia? Pure gli adulti, durante corsi di aggiornamento manageriale, da anni utilizzano il metodo Lego Serious Play, dove il mattoncino e il gioco si rivela un insieme sistematico di principi relativi alle dinamiche di gruppo e un insieme di tecniche di comunicazione e linguaggio. Ritroviamo questa duplice lettura anche nel film d'animazione “LEGO Batman” naturalmente pensato per un pubblico di bambini, ma che è destinato a piacere – e molto – anche agli adulti.
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Chi da bambino non ha giocato almeno una volta con i mattoncini colorati, provando quella fantastica sensazione di poter “creare” qualunque cosa, con l'unico limite dato dalla propria fantasia? Pure gli adulti, durante corsi di aggiornamento manageriale, da anni utilizzano il metodo Lego Serious Play, dove il mattoncino e il gioco si rivela un insieme sistematico di principi relativi alle dinamiche di gruppo e un insieme di tecniche di comunicazione e linguaggio. Ritroviamo questa duplice lettura anche nel film d'animazione “LEGO Batman” naturalmente pensato per un pubblico di bambini, ma che è destinato a piacere – e molto – anche agli adulti. Intanto va riconosciuto al regista Chris McKay e ai suoi collaboratori, di aver realizzato un film di animazione di qualità assoluta. La bellezza delle scene, dei colori e degli effetti speciali – resa ancor più spettacolare dalla visione in 3D -, fa dimenticare il fatto che siamo partiti dai mattoncini colorati (ce lo ricorda solo qualche particolare, come la struttura degli edifici o il guardiano della “Zona Fantasma”); i dialoghi poi sono scritti benissimo: ricchi di humour, ironia, battute, riferimenti e citazioni al mondo pop, della musica e del fumetto. E va dato atto ai doppiatori italiani, in primis Claudio Santamaria per Batman e Geppy Cucciari per Barbara, di aver reso alla perfezione l'intensità dei personaggi. Entrando nel merito della storia, la doppia chiave di lettura indica ai più piccoli l'importanza della collaborazione e del gioco di squadra: nemmeno il fortissimo Batman può ostinarsi a combattere il male da solo e quindi formerà una sorta di “Fantastici quattro”, assieme a Robin, Barbara e perfino il maggiordomo Alfred. Per gli adulti invece la lettura del personaggio si addentra nel suo intimo e nelle sue paure. Wayne/Batman non vuole instaurare relazioni – nemmeno con il nemico Jocker - , non vuole avere una famiglia perchè ha paura del dolore dato dalla perdita della persona cara o dall'abbandono. Alla fine però dovrà ricredersi riscoprendo i valori dell'amicizia e dell'amore. Già l'amore. Nella chiave di lettura adulta c'è anche la nota questione sull'orientamento ambiguo di Batman, nata dai primi tempi dei fumetti anni'40 e trascinatasi nei telefilm degli anni '60, fino ai lungometraggi più recenti. Diciamo che la questione resta irrisolta. Di certo c'è che qui Robin, il giovane orfano Dick Grayson, è il figlio adottivo di Wayne/Batman. Barbara Gordon/Batgirl, che pur suscita in Batman un certo interesse, viene definita “amica platonica ed ottima compagna di squadra”. Sta a vedere che il rapporto più strano è proprio quello con l'odiato Jocker che in questo film assume un ruolo più centrale e significativo. In ultima analisi un film riuscito, con il tempo che trascorre senza che ce ne accorgiamo, come quando da bambini giocavamo con il Lego.
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[+] “lego batman”, un'esperienza esaltante
(di tom87)
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alberto
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venerdì 19 maggio 2017
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batman secondo i lego
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Una gustosa parodia dell'estrema serietà che alberga nelle pellicole sul Cavaliere Oscuro di Nolan ma anche nell'ultima di Snyder. Un concentrato di ironia e di rimandi pop che farà felici sia i grandi che i piccini, ma soprattutto i cinefili incalliti, tra cattivoni di altri film e citazioni esplicite anche della serie di Batman degli anni '60 con Adam West. Il tutto "costruito" con i mattoncini Lego, con la tecnica dello stop motion ed esilaranti sparatorie in cui il rumore dello sparo è riprodotto direttamente dalla voce ("piu piu").
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Una gustosa parodia dell'estrema serietà che alberga nelle pellicole sul Cavaliere Oscuro di Nolan ma anche nell'ultima di Snyder. Un concentrato di ironia e di rimandi pop che farà felici sia i grandi che i piccini, ma soprattutto i cinefili incalliti, tra cattivoni di altri film e citazioni esplicite anche della serie di Batman degli anni '60 con Adam West. Il tutto "costruito" con i mattoncini Lego, con la tecnica dello stop motion ed esilaranti sparatorie in cui il rumore dello sparo è riprodotto direttamente dalla voce ("piu piu"). L'alter ego di Batman, Bruce Wayne, è qui al massimo della sua apatia, causata dalla perdita dei genitori, ma portata all'eccesso per ridicolizzare la tenebrosità del personaggio, tanto da non provare odio neanche per Joker, che giustamente ci rimane male e medita l'impossibile per diventare il nemico numero uno, e da non riuscire a pronunciare la parola orgoglio quando scopre il talento del ragazzo che ha adottato, Robin, che ha preso uno dei costumi dalla variegata collezione personale di abiti di Wayne, quello messicano. Molte trovate originali, ma anche qualche luogo comune di questo genere rivolto ai bambini, come nella sequenza in cui rappa insieme al suo pupillo. Le musiche di Lorne Balfe sono perfette e riprendono molte canzoni e sigle del supereroe. In camera di doppiaggio tra gli altri troviamo Claudio Santamaria, che accresce il "dark" e che ha già prestato la voce al protagonista nella trilogia del Cavaliere Oscuro, mentre la comica Geppi Cucciari, voce della figlia del commissario Gordon, non credo sia stata la scelta giusta: il personaggio è forte, ma non smorfioso come suggerirebbe il tono della cabarettista. Il regista, Chris Mckay, è abile e capace di regalare belle scene d'azione e spettacolari, e lo sceneggiatore di "Dark Shadows" e "Orgoglio, pregiudizio e zombie" è in grado di scrivere una storia/pretesto per riunire tutto il mondo non solo della Dc Comics, ma anche qualche vecchia conoscenza dei film più popolari (non solo di questo secolo), anche se ci sono un paio di dialoghi un pò superflui. Forse la durata, per un film del genere, non è molto lunga, ma il ritmo e la leggerezza sono davvero invidiabili. Lo spin-off di "The lego movie" offre di certo un'oretta e mezzo di spettacolo e risate, che accontenterà sia i nerd, sia i piccini, ma anche i genitori; del resto, queste tre "categorie" potrebbero appartenere anche ad un'unica persona, no?
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