La tenerezza |
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Un film di Gianni Amelio.
Con Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- Italia 2017.
- 01 Distribution
uscita lunedì 24 aprile 2017.
MYMONETRO
La tenerezza
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una difficile catarsidi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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martedì 25 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al centro di questo bel film tutto giocato sull’interiorità e sui sentimenti è una grande sceneggiatura (Gianni Amelio e Alberto Taraglio). Sullo sfondo di eventi casuali, banali e quotidiani, o improvvisi e drammatici, il regista isola di volta in volta i suoi personaggi, come se una macchina di ripresa sbadata si soffermasse casualmente su questo o su quello. All’inizio siamo disorientati, non ne sappiamo niente, appena qualcosa affiora sul loro modo di essere, o sulle relazioni che li legano. Dal protagonista principale, Lorenzo, un avvocato in pensione dalla dubbia carriera (un grande Renato Carpentieri), ai suoi due figli, alla giovane coppia (Michela e Fabio) con due bambini che viene a istallarsi vicino all’avvocato, tutti hanno dentro qualcosa di profondamente irrisolto e sono testardamente impegnati piuttosto a seppellirlo sempre più in fondo a loro stessi che a rivelarlo. In un clima di tensione e attenzione tesa e continua, il regista ci conduce alla scoperta dei suoi personaggi attraverso un dialogo di grande impatto, pieno di echi nella sua trasandata normalità, nelle osservazioni improvvise, quasi lapsus, dove significativi silenzi, reazioni inaspettate, una domanda, un rifiuto aprono squarci improvvisi sui problemi irrisolti, sui demoni nascosti, su un bisogno d’amore compresso per troppi tradimenti ed errori. Un percorso complicato che si riflette visivamente negli aggrovigliati labirinti di troppo bui o troppo accecanti interni ed esterni napoletani. In questo groviglio un’eccezione è Michela (Micaela Ramazzotti), la moglie nella giovane coppia, sbadata e sbandata, ma soprattutto aperta, affettuosa, semplicemente decisa ad amare chiunque senza arrière pensées, capace di azzardare un’interpretazione profonda (una e una sola) solo dopo un bicchiere di vino. Sarà lei a creare a cerchi concentrici intorno a sé uno stupore nuovo, una speranza di tenerezza dimenticata. Una catarsi non ovvia, non facile, che richiederà un dramma estremo per consumarsi, come nelle tragedie greche, ma che alla fine ci sarà. L’equilibrio tra realtà e simbolo, tra parola e immagine, una bellissima fotografia, una recitazione senza enfasi e sentimentalismi fa di questo film, nonostante qualche sbavatura (non particolarmente efficace l’intermezzo della madre di Fabio) qualcosa che non si dimentica.
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