carloalberto
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domenica 15 agosto 2021
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poco originale, incombe blade runner
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Film di fantascienza, senza fantasia, di un certo Rupert Sanders, con una scenografia tutta digitale che ricostruisce la città multirazziale del futuro, in cui è ambientato il plot, prendendo in prestito il modello e persino gli ologrammi che fungono da arredo urbano di Balde Runner.
Parimenti la sceneggiatura, pur rifacendosi ad un Manga dell’89, da cui è già stato tratto un film di animazione nel ’95, è in debito con il capolavoro di Scott, almeno per quanto riguarda il personaggio della protagonista, l’androide cibernetico, impersonato da una Scarlett Johansson perennemente in tutina aderente color carne, e non si sa perché, ma lo si intuisce, che ricorda da vicino la Rachael di Blade Runner.
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Film di fantascienza, senza fantasia, di un certo Rupert Sanders, con una scenografia tutta digitale che ricostruisce la città multirazziale del futuro, in cui è ambientato il plot, prendendo in prestito il modello e persino gli ologrammi che fungono da arredo urbano di Balde Runner.
Parimenti la sceneggiatura, pur rifacendosi ad un Manga dell’89, da cui è già stato tratto un film di animazione nel ’95, è in debito con il capolavoro di Scott, almeno per quanto riguarda il personaggio della protagonista, l’androide cibernetico, impersonato da una Scarlett Johansson perennemente in tutina aderente color carne, e non si sa perché, ma lo si intuisce, che ricorda da vicino la Rachael di Blade Runner. Quest’ultima era stata creata dalla società cibernetica Corporation ed era angosciata per non essere una donna vera, pur avendone l’aspetto, l’eroina di Sanders, invece, soffre per non essere del tutto umana, essendo il frutto di una più sofistica ingegnerizzazione che consente l’innesto della psiche in un robot dalle fattezze umane da parte di un’altra società privata specializzata nella produzione di umanoidi che si chiama Hanka Robotics.
Il film, pur non brillando per originalità, si lascia guardare grazie alla dovizia di effetti speciali ed alle numerose e movimentate scene da action movie, che intrattengono senza annoiare, e per la partecipazione di una Binochet che sembra un pesce fuor d’acqua nel contesto demenziale, simile a quegli ologrammi a forma di cernia che girano per la città.
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marco rossi
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venerdì 19 luglio 2019
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un guscio...vuoto
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Film abbastanza deludente anche per chi, come me, non ha mai letto il manga o visto l'anime. Fa di tutto per darsi un contegno da film d'autore tramite l'utilizzo di una fotografia cupa, un'ambientazione soffocante e una regia eccessivamente indugiante, ma ne viene fuori un film troppo lento per definirsi action e troppo tamarro per definirsi introspettivo. Sostanzialmente è un film che parla di continuo ma non racconta nulla.
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totybottalla
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lunedì 8 gennaio 2018
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povero frankenstein!
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Spettacolo di effetti al computer con pretesa di umanizzazione dei personaggi con continue fasi d'azione più consone a un cartoon, un Frankenstein futuristico che poco ha a che vedere col cinema vero, due stelle per le elaborazioni di trucchi e immagini in qualche modo suggestive. Saluti.
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mircosoft
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mercoledì 22 novembre 2017
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godibile, ma un po sotto tono.
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Film godibile, ma non eccezionale. L'idea è interessante ma poteva essere sviluppata meglio. Non conosco la famosa serie scritta, ma guardando il film un po sotto tono, sembra credibile l'opinione dei fan che ritengono che il film non rappresenti bene la storia originale.
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liuk!
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martedì 25 luglio 2017
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demodè
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Siamo alla fine degli anni '80 quando il manga Ghost In The Shell irrompe sulle scene di mezzo mondo, spopolando non solo in Giappone ma anche negli USA e, meno, in Europa.
Il cyberpunk è in voga, il ricordo di Blade Runner è più che vivo, Ghost in The Shell è perfetto per portare questo stile in oriente e per influenzare quelle che saranno le tematiche centrali di Matrix.
Oggi, nel 2017, tutto questo è già stato fatto e visto, le mode sono cambiate e portare un manga di questo tipo sul grande schermo con attori veri è sicuramente un grosso azzardo. Viene scelta una veterana di ruoli action come Scarlett Johansson che non sfigura, anzi si comporta egregiamente nonostante non raggiunga i livelli di Lucy.
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Siamo alla fine degli anni '80 quando il manga Ghost In The Shell irrompe sulle scene di mezzo mondo, spopolando non solo in Giappone ma anche negli USA e, meno, in Europa.
Il cyberpunk è in voga, il ricordo di Blade Runner è più che vivo, Ghost in The Shell è perfetto per portare questo stile in oriente e per influenzare quelle che saranno le tematiche centrali di Matrix.
Oggi, nel 2017, tutto questo è già stato fatto e visto, le mode sono cambiate e portare un manga di questo tipo sul grande schermo con attori veri è sicuramente un grosso azzardo. Viene scelta una veterana di ruoli action come Scarlett Johansson che non sfigura, anzi si comporta egregiamente nonostante non raggiunga i livelli di Lucy. Le ambientazioni ricalcano il manga, forse leggermente meno fumose e dark ma più colorate, il budget complessivo è elevato e la resa ottima.
Più debole, invece, è la storia a tratti confusa, come in effetti anche nel fumetto/cartone, con una narrazione poco dettagliata e lineare che potrebbe anche annoiare lo spettatore.
Il risultato complessivo è più che sufficiente, personalmente ho apprezzato la pellicola, ma in tutta onestà non so se ci fosse realmente il bisogno di questo sforzo.
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martedì 18 luglio 2017
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bellissimo
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capolavoro assoluto, cupo e pessimista con una piccola crepa di positività nel finale, tutti interpreti bravissimi, Johansson eccezionale, sembra che il film le sia cucito addosso.
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tmpsvita
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lunedì 24 aprile 2017
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tanto shell ma non molto ghost
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Parto con il presupposto di non aver visto né i vari anime né letto la serie manga, ma cercherò di provvedere a riguardo; quindi, ovviamente, non potrò fare paragoni.
Ero molto curioso di vedere questo film, ma non avevo grandi aspettative perché il trailer non mi aveva convinto del tutto.
In generale è un film che intrattiene e divertente nelle scene d'azione molto ben dirette e arricchite con effetti speciali molto realistici, nonostante il budget non esagerato (110 mln).
Molto brava e come sempre bellissima Scarlett Johansson.
Bellissima anche la scenografia molto coraggiosa e inusuale, così come tutta la storia in background, che però, e qui risiede il più grande difetto del film, non viene per niente sfruttata a dovere risultando così un normale film d'azione con una trama di base non molto originale nel quale manca l'interazione tra i personaggi e la storia principale con la scenografia e tutto il " mondo" straordinario e interessantissimo che c'è dietro a Ghost in the Shell.
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Parto con il presupposto di non aver visto né i vari anime né letto la serie manga, ma cercherò di provvedere a riguardo; quindi, ovviamente, non potrò fare paragoni.
Ero molto curioso di vedere questo film, ma non avevo grandi aspettative perché il trailer non mi aveva convinto del tutto.
In generale è un film che intrattiene e divertente nelle scene d'azione molto ben dirette e arricchite con effetti speciali molto realistici, nonostante il budget non esagerato (110 mln).
Molto brava e come sempre bellissima Scarlett Johansson.
Bellissima anche la scenografia molto coraggiosa e inusuale, così come tutta la storia in background, che però, e qui risiede il più grande difetto del film, non viene per niente sfruttata a dovere risultando così un normale film d'azione con una trama di base non molto originale nel quale manca l'interazione tra i personaggi e la storia principale con la scenografia e tutto il " mondo" straordinario e interessantissimo che c'è dietro a Ghost in the Shell.
VOTO: 6.5/10.
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andreagiostra
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domenica 16 aprile 2017
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un'anima imprigionata in un guscio!
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Il fantascientifico film di Sanders è un libero remake del “Ghost in the Shell” di Mamoru Oshii del 1995, presentato al Festival di Venezia di allora, e in concorso al Festival di Cannes del 2004 con il sequel“Innocence” (tradotto dalla distribuzione italiana con “Ghost in the Shell: L'Attacco dei Cyborg”), che vide una produzione nipponico-britannica. La sceneggiatura del ’95, porta la firma di Masamune Shirow e Kazunori Ito. Il Film, per certi versi, fu destrutturante nella rielaborazione dell’approccio cyber-punk occidentale e innescava nello spettatore elementi di riflessione sulla probabile evoluzione cibernetica futuristica dell’essere umano dell’anno 2029.
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Il fantascientifico film di Sanders è un libero remake del “Ghost in the Shell” di Mamoru Oshii del 1995, presentato al Festival di Venezia di allora, e in concorso al Festival di Cannes del 2004 con il sequel“Innocence” (tradotto dalla distribuzione italiana con “Ghost in the Shell: L'Attacco dei Cyborg”), che vide una produzione nipponico-britannica. La sceneggiatura del ’95, porta la firma di Masamune Shirow e Kazunori Ito. Il Film, per certi versi, fu destrutturante nella rielaborazione dell’approccio cyber-punk occidentale e innescava nello spettatore elementi di riflessione sulla probabile evoluzione cibernetica futuristica dell’essere umano dell’anno 2029.
La produzione statunitense del 2017 riprende proprio quell’importante concetto, lo fa proprio e pone allo spettatore, ovviamente in modo indiretto, una serie di domande interessanti ed inquietanti al contempo: Cosa succede se è l’intero corpo ad essere sostituito da un robot indistruttibile con all’interno un cervello umano perfettamente funzionante? Cosa si innesca nelle dinamiche soci-relazionali di questo essere imprigionato in uno shell (guscio) con poteri straordinari? Qual è l’evoluzione psicologica di un uomo-robot-cybernetico che prova emozioni e sentimenti (ghost) che non possono trovare corrispondenza e conforto negli altri esseri umani? Qual è la solitudine che si sperimenta e come la si può superare? Quali sono i margini di libertà che ad un essere di siffatta natura restano per esercitare il suo “libero arbitrio”?
Sono questi i dilemmi che scaturiscono dalla visione del film, che la sceneggiatura di Jonathan Herman e Jamie Moss, con la regia di Sanders, pongono allo spettatore.
L’interpretazione di Scarlett Johansson, il Maggiore, è eccellente. Quale membro operativo della Task Force Sezione 9, ha il compito di combattere il terrorismo di un mondo futuristico, già ben descritto da Ridley Scott con il suo meraviglioso Blade Runner del 1982. Il nemico principale, da trovare e da uccidere ad ogni costo, è il potente, indefinito e imprendibile Kuze (Michael Pitt), un misterioso terrorista che la Section 9, coordinata-operativamente proprio dal Maggiore, ha il compito di scovare ed eliminare. Quello che però emerge lentamente, è che Kuze non è altro che l’ultimo delle decine di esperimenti cybernetici condotti negli anni dalla scienziata Dott.ssa Quelet (Juliette Binoche) della Hanka Robotics, per riuscire alla fine a costruire l’essere perfetto e indistruttibile – il Maggiore appunto! - venduto al Governo per potenziare l’anti-terroristica Section 9 al cui comando c’è il potente e furbissimo Daisuke Aramaki (interpretato in lingua giapponese dal bravo Takeshi Kitano).
Ma è dall’imprevedibile ed improbabile incontro tra il Maggiore e Kuze che viene svelata la loro vera natura e tutto quello che c’è dietro alla Section 9 e i relativi esperimenti della Hanka Robotics. Ma tutto questo lo spettatore lo vedrà al cinema!
Il film, con la sua interessante narrazione cinematografica, sviluppa una serie di elementi che arricchiscono la visione rendendo indubbiamente affascinante ed attraente la visione per gli amanti cinefili del genere fanta-scientifico condito con componenti futuristici, sperimentali, riflessivi, robotici, cybernetici, ma anche psico-dinamici e introspettivi.
Con “Ghost in the Shell” del 2017 è iniziato un nuovo sequel fantascientifico? Lo vedremo negli anni a venire. Quello che è certo, è che la produzione statunitense non ha badato a spese e all’utilizzo di innovative e costosissime tecnologie informatiche cinematografiche per riuscire a creare un prodotto di alta qualità che certamente sarà apprezzato da chi ama questo genere filmico.
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lucavon95
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venerdì 14 aprile 2017
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un film senza palle
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inizio questa recensione facendo una piccola premessa. io ho amato l'anime di Oshii del 1995 e non lo dico perchè devo fare il fan di roba popolare e basta come fa la maggior parte, io l'ho amato davvero perchè sono un amante di quella fantascienza cyberpunk dove il vecchio si mescola con il nuovo, dove non si sa più chi sia il vero essere umano e chi no, un punto dove l'equilibrio tra uomo e macchina si fa sottilissimo, come matrix,blade runner, il quinto elemento,terminator... ecco dopo questa piccola premessa posso dirlo, il film americano di Ghost in the shell è un film senza palle. il problema principale qui non è il fatto di essere fedeli al opera originale perchè in questo film sono stati fin troppo fedeli e sinceramente non avrei apprezzato molto se avessero fatto una copia carbone del anime.
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inizio questa recensione facendo una piccola premessa. io ho amato l'anime di Oshii del 1995 e non lo dico perchè devo fare il fan di roba popolare e basta come fa la maggior parte, io l'ho amato davvero perchè sono un amante di quella fantascienza cyberpunk dove il vecchio si mescola con il nuovo, dove non si sa più chi sia il vero essere umano e chi no, un punto dove l'equilibrio tra uomo e macchina si fa sottilissimo, come matrix,blade runner, il quinto elemento,terminator... ecco dopo questa piccola premessa posso dirlo, il film americano di Ghost in the shell è un film senza palle. il problema principale qui non è il fatto di essere fedeli al opera originale perchè in questo film sono stati fin troppo fedeli e sinceramente non avrei apprezzato molto se avessero fatto una copia carbone del anime. Non si tratta nemmeno della protagonista asiatica o caucasica anzi è l'ultimo dei problemi, qui il vero problema è che questo film non parla di nulla e non trasmette nulla, sembra di guardare una stupenda casa dal esterno ma quando entri scopri che dentro non cè niente solo un enorme cratere e questo film è uguale, punta tutto sul estetica , sugli effetti speciali che sono realizzati molto bene (anche se in alcuni momenti la CGI mostra tanti difetti), anche qui tutto molto bello ma manca di sostanza, manca una direzione artistica forte, infatti non basta riempire di ologrammi giganteschi una città simile a Hong Kong per farla sembrare futuristica in stile cyberpunk, non basta nemmeno far vedere tante persone con parti bioniche, qui a mancare è proprio la voglia di sorprendere lo spettatore! a livello recitativo anche qui siamo ad un punto senza infamia e senza lode. Scarlett Johansson sembra non volere a pieno il suo ruolo infatti è goffa nelle scene d'azione e non è credibile come cyborg, non da nessuna enfasi al suo personaggio, Michael Pitt invece che è un attore della madonna con un enorme talenti , qui interpreta un personaggio veramente insulso per quanto è vuoto e mal scritto ma nonostante questo riesce a rubare la scena il problema anche qui è che lo vediamo due volte in tutto il film . la storia poi è la banalità più totale! ruba quanto può dal ghost in the shell originale e cerca di mischiare il tutto, anche qui il problema sta nel fatto che non cè equilibrio,in tutto il film sembra di vedere scene sconnesse tra di loro, non cè una tematica che viene affrontata del tutto, mentre il concetto fondamentale del anime viene banalizzato in 3 minuti dal inizio e qui arriviamo al problema fondamentale del film che ha scatenato la maggior parte delle critiche, a me va bene che vuoi discostarti dal anime e dire qualcosa di nuovo come è giusto che sia, d'altronde si chiama rilettura e adattamento di un opera esistente, ma tra tutte le tematiche interessanti vai a prendere la tematica stra abusata e vista e rivista dei ricordi cancellati e che ci definiscono?? sul serio?? e non riesci manco ad andare affondo in questa?? allora per fare un film così non farlo, perchè questo è un film che è nato già senza palle. per lo spettatore medio che si accontenta e non conosce l'opera originale sicuramente questo gli sembrerà un bel film , ma per chi pretende un intrattenimento di qualità o per lo meno decente dovrà guardarsi l'anime originale perchè è l'unico che merita di essere chiamato Ghost in the shell.
ps . vi voglio dare un consiglio , a tutte le persone che leggeranno questa lunghissima recensione: pretendete di più dai film che vedete, non accontentatevi mai di vedere il vostro attore preferito o un effetto figo, non accontentatevi di un film senza anima, desiderate sempre di essere intrattenuti in modo decente e di guardare qualcosa che veramente vi lascia qualcosa, che veramente vi ha emozionato. non andate a dire che un film vi ha emozionato e invece non ricordate nemmeno comè iniziato. PRETENDETE SEMPRE , perchè voi siete il pubblico pagante e meritate la qualità del cinema, perchè il cinema è emozione,arte e divertimento e senza di esse non cè niente.
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ratzo
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giovedì 13 aprile 2017
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mediocre , non per gli appassionati
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Il film di per se scorre fluido e regala momenti di speranza per il genere umano.... gli effetti speciali sono azzeccati e lei, la protagonista, è perfetta nella parte , allora? Allora stiamo guardando Ghost in the shell , non Robocop! La fama e la gloria della protagonista sono tali per un paio di ragioni : _non si sa chi sia ne da dove arrivi _deciderà di evolvere il proprio spirito umano fondendolo con uno spirito completamente artificiale (è l'individuo che farà evolvere il genere umano), liberandosi così dai vincoli legali e materiali che la obbligano al proprio corpo. Nel film tutto questo è preso e buttato nella spazzatura , per dare spazio ad un più rassicurante racconto dal lieto fine in stile "restiamo umani" cosa che probabilmente oggi va più di moda, rispetto ai tempi in cui venne concepito da Mamoru Oshii.
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Il film di per se scorre fluido e regala momenti di speranza per il genere umano.... gli effetti speciali sono azzeccati e lei, la protagonista, è perfetta nella parte , allora? Allora stiamo guardando Ghost in the shell , non Robocop! La fama e la gloria della protagonista sono tali per un paio di ragioni : _non si sa chi sia ne da dove arrivi _deciderà di evolvere il proprio spirito umano fondendolo con uno spirito completamente artificiale (è l'individuo che farà evolvere il genere umano), liberandosi così dai vincoli legali e materiali che la obbligano al proprio corpo. Nel film tutto questo è preso e buttato nella spazzatura , per dare spazio ad un più rassicurante racconto dal lieto fine in stile "restiamo umani" cosa che probabilmente oggi va più di moda, rispetto ai tempi in cui venne concepito da Mamoru Oshii. Non sono astioso nei confronti delle trame che stravolgono il racconto , ma qui si perde di senso quasi in toto. Se nel racconto di Oshii, il maggiore, è l'emblema del cyber femminismo, dell'abbatimento delle frontiere umane ed il tutto viene calato in un contesto completamente disilluso, menefreghista e sovrappopolato , nel film di Sanders la rilettura risulta ignorare lo spirito del racconto per accoglierne a piene mani solo il guscio e dandogli una veste più per le famiglie che per gli appassionati del genere. Il Maggiore Motoko Kusanagi consacra Mamoru Oshii fra quei mostri sacri della fantascienza cyberpunk come William Gibson, Katsuhiro Otomo, David Cronemberg ed altri , Sanders ricolloca Motoko fra le file degli X-men .... Come film poca roba lo salvano gli effetti speciali, ma c'è di meglio.....
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