Titolo originale | Médecin de campagne |
Titolo internazionale | Irreplaceable |
Anno | 2016 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Francia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Thomas Lilti |
Attori | François Cluzet, Marianne Denicourt, Christophe Odent, Patrick Descamps, Guy Faucher, Margaux Fabre Julien Lucas, Yohann Goetzmann, Josée Laprun, Philippe Bertin, Géraldine Schitter, Isabelle Sadoyan, Félix Moati, Michel Charrel, Lismène Joseph, Merwan Baghdadi. |
Uscita | giovedì 22 dicembre 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,94 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 giugno 2017
Un medico amato da tutti si ammala e deve affidarsi alle cure di una giovane dottoressa. Riuscirà ad accettare il fatto di essere 'sostituibile'? Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Il medico di campagna ha incassato 1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Di giorno e di notte, col buono e il cattivo tempo, Jean-Pierre Werner percorre le strade sterrate di campagna per raggiungere i suoi pazienti. Medico devoto alla professione e ai piccoli o grandi malati della sua comunità rurale, gli viene diagnosticato un cancro al cervello e consigliato di trovare alla svelta un assistente. Reticente ad affidare i suoi pazienti a terzi, Jean-Pierre accetta controvoglia l'aiuto di Nathalie Delezia, un'ex infermiera che ha terminato da poco gli studi. La collaborazione si rivela presto difficile ma Nathalie ha carattere e incassa bene le bizzarrie che Jean-Pierre impone al suo tirocinio. Paziente dopo paziente, chilometro dopo chilometro, la rivalità cederà il posto alla fiducia e a un sentimento indeterminato tra solidarietà e desiderio.
Dopo il grande successo di Hippocrate, racconto di formazione in corsia, Thomas Lilti torna di nuovo a parlare di medicina puntando lo sguardo sulla provincia francese, trascurata dai servizi pubblici e disorientata dagli effetti della globalizzazione. Ex internista, l'autore francese prosegue la sua riflessione sul corpo medico passando dalla città alla campagna, dai medici ospedalieri ai cavalieri solitari delle zone rurali. E solitario è pure il suo protagonista, medico di campagna infaticabile che lavora sette giorni su sette fino allo sfinimento e fino a quando un cancro non lo obbliga a fermarsi. Una pausa che converte il medico in malato e permette al regista di insistere sul legame che esiste tra medico e paziente, confrontando due distinti approcci alla medicina: uno tradizionale ed empirico, l'altro metodico e scientifico.
Lilti sottolinea daccapo l'importanza della parola, quella officinale che i protagonisti rivolgono a una giovane donna incinta, a un bambino in ambasce, a un vecchio uomo moribondo. Ambasciatore, sullo schermo e negli ambulatori, di una medicina narrativa che fortifica la pratica clinica e migliora l'efficacia della cura, l'autore colma le lacune (emozionali) della scienza accomodando al cuore della storia due medici votati al paziente che si spostano, ascoltano, auscultano, confortano, alleviano, sostengono, accompagnano dimostrando una conoscenza intima dei loro assistiti, forgiata da una relazione di fiducia e prossimità. Confidenti di momenti difficili, sovente ultima risorsa, sono la luce nella notte degli afflitti.
Secondo film autobiografico per Thomas Lilti, Il medico di campagna ribadisce il discorso di Hippocrate dentro un quadro più artificioso che, pur rinnovando l'onestà del suo proposito, perde lucidità nel passaggio conflittuale tra un vecchio medico gravato e nascosto dietro un eroismo ordinario e una nuova generazione esuberante, dissimulata dietro l'aura del mistero. Nondimeno, Lilti, esigente, divorante ed essenziale come il suo protagonista, disegna un ritratto credibile di un generalista à la ronde negli angoli isolati della nazione, indefesso lungo le strade infangate o dentro il brusio confuso di una sala d'attesa sempre affollatissima.
Il medico di François Cluzet, mélange di sollecitudine e autorità che governa parola e stetoscopio, è il filo rosso del tessuto sociale. E il film, umanista e solare, partecipa della relazione 'terapeutica' che Jean-Pierre intrattiene con la sua comunità, vivace e umile galleria di ritratti genuini. Thomas Lilti si conferma in sostanza cronista sensibile del proprio mestiere, dell'apprendistato e della sua trasmissione.
Storia di opposti, quest’ultima fatica di Thomas Lilti, ex medico votatosi al cinema senza dimenticare la prima vocazione. Opposti una volta tanto risolti: tra città e campagna, tra oltranzismo terapeutico e morte dignitosa “il Medico di Campagna” non ha dubbi. Il non più giovane Jean Pierre (François Cluzet) esercita con devozione d’altri tempi [...] Vai alla recensione »
Film gentile e malinconico, tutto giocato sui mezzi toni, sull’intuìto più che sul detto, sull’implicito più che sull’esplicito, sull’accenno rapido subito sorvolato, sul pudore dei sentimenti, sull’immersione dell’io nel molecolare quotidiano come cifra di vita e consonanza con il proprio orizzonte di riferimento.
Una sagoma femminile sbuca dalla nebbia una sera e il passo deciso delle lunghe gambe ci dicono che sarà una donna fatale, una che lascerà un’impronta, qualcosa di nuovo nell’aria di paese. Viene ricevuta nello studio da Jean-Pierre, il paraplegico François Cluzet di Quasi Amici che ora è un medico di campagna.
Siamo a Chaussy, una piccolissima cittadina di neanche 700 anime nella Val-d’Oise, al confine con la Normandia. Jean-Pierre Werner (un bravissimo François Cluzet) è un medico condotto si occupa da solo di tutti i malati della zona, di cui molti seguiti a domicilio. Quindi, oltre all’orario di ambulatorio, deve percorrere parecchi chilometri per raggiungere tutti i suoi pazienti.
L'impronta è inequivocabilmente quella del buon cinema francese, che a mio avviso ha una marcia in più. Non sarebbe corretto affermare che si tratta di un film dai buoni sentimenti in quanto varrebbe a sminuirlo. In realtà si tratta di un film studiato, impegnato ma cortese, delicato ma non certo privo dell'obbligo di riflettere sui temi trattati. Uno scorcio sul paese di provincia e la tematica degli [...] Vai alla recensione »
Invogliato da un trailer molto promettente e da alcuni titoli che ne facevano l'ideale seguito della famiglia Belier per la sua ambientazione rurale sono andato a vedere questo film pensando di passare due ore divertenti. Ma così non è stato. Nonostante le lodevoli iniziative che toccano temi importanti come l'arroganza dell'esperto nei confronti della neofita condita di maschilism [...] Vai alla recensione »
Non farà gridare al capolavoro, ma temo che questo piccolo gioiello che ci viene regalato da questa produzione profontamente ed intimamente francese sia un po' sottovalutato dal pubblico italiano, col palato anestetizzato dalle produzioni nostrane di questo periodo. Perchè se un merito va ascritto alla filmografia francese contemporanea è di perseguire con profonda onestà [...] Vai alla recensione »
È in una umanità legata alla scoperta d’essere mortali e della necessità di fare squadra nei momenti di difficoltà che risiedono le scene più belle e delicate de Il medico di campagna. Scene ben portate avanti dalla recitazione di Fronçois Cluzet, eppure esageratamente soffocate dal mestiere, dalle visite, dalla serie di pazienti.
Un’eccellente interpretazione maschile illumina questo film, prodotto medio francese che in Italia –Ma perché,poi ?- sarebbe irrealizzabile. Chi non conosca, piuttosto bene, la realtà di certi paesi francofoni non potrà coglierne fino in fondo il messaggio: in Belgio, infatti –ma anche in Francia, evidentemente- questa figura rischia di scomparire, ma un tempo il “medico di campagna” era più diffuso, [...] Vai alla recensione »
In questo periodo natalizio è fortunatamente uscita nelle sale cinematografiche la pellicola francese "Il Medico di Campagna", evidente esempio di cinema all'insegna della delicatezza e della sensibilità. La storia ruota tutta intorno al suddetto protagonista (Francois Cluzet) che svolge, appunto, l'attività di medico in una località di campagna, [...] Vai alla recensione »
Quando riceve la diagnosi di cancro al cervello, Jean Pierre sembra non fare una piega. Continua col suo lavoro di medico di campagna, che lo porta ad un continuo andirivieni tra fattorie e case di persone anziane. Sempre coi suoi principi etici improntati alla massima attenzione verso l’uomo, incurante della tecnologia e di tutto quello che può essere moderno e nuovo.
Jean Pierre è medico di base in un piccolo villaggio del nord della Francia. Una sorta di missionario che cura non solo il corpo dei pazienti ma anche la mente e l'anima: ascolta i suoi assistiti e ne prende a cuore le sorti. Un maieuta, un burbero eroe civile in una ordinaria comunità, un silente professionista disponibile sette giorni su sette.
Il medico di famiglia di un piccolo paese francese deve iniziare un ciclo di chemioterapia e verrà quindi affiancato da una nuova dottoressa proveniente dalla città che dovrà fare i conti non solo con il burbero collega ma anche e soprattutto con i suoi nuovi pazienti. Il film mette in scena direi alla perfezione quello che è il mestiere del medico di famiglia specialmente [...] Vai alla recensione »
Va bene che hanno fatto il giuramento di Ippocrate.....ma i due medici protagonisti di questo film mi sembrano estratti da un racconto del libro Cuore. Il primo maturo medico di campagna gravemente malato, si dedica H24 ai suoi pazienti campagnoli correndo come un disperato per la landa francese. La seconda, una bella e malinconica dottoressa dagli occhi languidi, inviata a dare una mano al medico [...] Vai alla recensione »
Ancora un film francese che da' una visione molto umana ,altruista di medici che svolgono il loro lavoro non solo con grande professionalita'ma anche con grande partecipazione umana alla vita ed ai problemi dei loro pazienti di una sperduta zona di campagna . Il film coinvolge emotivamente e da' la certezza che nel genere umano prevalgono sentimenti di solidarieta'. &n [...] Vai alla recensione »
En esto"Le medicin de Champagne"/Thoas Liti, 2016)la referencia al medico y a la medicina es continua, donde el medico de campo muy querido de todos y todas queire preservar de manera total su privacy, en particular en relacion a la collega que el collega del hospital manda en los pueblos para darle ajuda cuando vee que su enfermedad es bastante grave.
È in una umanità legata alla scoperta d’essere mortali e della necessità di fare squadra nei momenti di difficoltà che risiedono le scene più belle e delicate de Il medico di campagna. Scene ben portate avanti dalla recitazione di Fronçois Cluzet, eppure esageratamente soffocate dal mestiere, dalle visite, dalla serie di pazienti.
Una brava Marianne Dénicourt dà vita ad un personaggio di infermiera fumatrice. Politicamente scorretta, o poco professionale, secondo l'ottica.
La regia è fantastica :leggera veloce mai patetica. La tematica è drammatica ma viene affrontato in maniera solare e concreta. La trama affronta delle tematiche che toccano nel profondo chi svolge una professione d'aiuto. A parte lo Yoga della risata che a quanto pare so nota parecchio diffusa, il film è tanto bello. Consigliato.
Perfetto caso di pubblicità ingannevole. Guardate la locandina, cosa c'è scritto? "La famiglia Belier vi ha emozionato, questo film vi sorprenderà". Ora siccome è vero, la famiglia Belier mi aveva emozionato e molto, sono andato di corsa a vedere "il medico di campagna", convinto che fosse frutto del lavoro dello stesso regista.
«Il medico di campagna» è uno di quei film tutto mezzi toni narrativi che sia pure non trascinando lo spettatore in alcun momento, alla fine gli lasciano un retrogusto dignitoso. Merito soprattutto del protagonista Cluzet, l'ennesimo ottimo esponente della scuola d'oltralpe che v'interpreta il ruolo del medico di base Pierre dedito da anni ai propri pazienti dell'appartata e ruvida comunità di Chaussy, [...] Vai alla recensione »
Eccellente commedia francese, che scava nei sentimenti con grande sensibilità. Come sgobba il medico condotto Jean-Pierre. Poi gli trovano un tumore al cervello. Fermarmi? Prenderò un assistente. Ecco l'ex infermiera Nathalie, fresca dl laurea. Caro dottore, che brutto carattere, ma ce la faremo. Evitate le temute lacrime e, ancora più saggiamente, la banalità di una love story tra i due magnifici [...] Vai alla recensione »
Il 50enneJean-Pierre è dottore alla vecchia maniera: cura i malati ventiquattro ore al dì. Si considera insostituibile; ma quando scopre di avere un cancro, deve accettare l'aiuto di Nathalie, dottoressa neolaureata (però con una solida esperienza da infermiera). Anche se non vorrebbe cederle neppure un palmo del suo potere, che confina spesso con quello di vita o di morte.
Sarà un caso, sarà un segno dei tempi, ma mentre il mondo si robotizza al cinema esplode la bellezza dei vecchi mestieri, la nobiltà del contatto umano, la forza del fatto a mano. Ieri Sully, oggi questo Medico di campagna, seconda abilissima regia con accenti quasi western di un ex-dottore lanciato dal programmatico Hyppocrate. Nel ruolo del titolo l'ostinato Cluzet, che oltre al cuore nasconde un [...] Vai alla recensione »
Beati i francesi che possono ancora contare sullo scrupolo e l'impegno di medici di famiglia tenaci e umanisti (da noi ci sono, ma li fanno a pezzi). Rude, preciso, inserito nel contesto sociale rurale, Wemer (un Cluzet prodigo di dettagli) deve accettare per malattia la collaborazione di un'ex infermiera fresca di laurea (la brava Denicourt del teatro di Chereau).
Nord della Francia rurale: il S0enne Jean-Pierre Werner (Cluzet, Quasi amici) è il medico del paese, i pazienti sono ormai amici, la routine è inevitabile, ma la disponibilità costante. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, tutto cambia. A cominciare dall'arrivo di Nathalie Delezia, neo-laureata in medicina chiamata a dargli una mano: lui orso, lei accomodante, dovranno imparare a relazionar [...] Vai alla recensione »