Il medico di campagna |
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Un film di Thomas Lilti.
Con François Cluzet, Marianne Denicourt, Christophe Odent, Patrick Descamps, Guy Faucher, Margaux Fabre.
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Titolo originale Médecin de campagne.
Commedia drammatica,
durata 102 min.
- Francia 2016.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 22 dicembre 2016.
MYMONETRO
Il medico di campagna ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Una storia autentica
di ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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giovedì 29 dicembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film gentile e malinconico, tutto giocato sui mezzi toni, sull’intuìto più che sul detto, sull’implicito più che sull’esplicito, sull’accenno rapido subito sorvolato, sul pudore dei sentimenti, sull’immersione dell’io nel molecolare quotidiano come cifra di vita e consonanza con il proprio orizzonte di riferimento. In tutto questo, uno sdegnoso rifiuto della drammatizzazione. Così, sullo sfondo un po’ chiassoso, un po’ sempliciotto, un po’ piatto di una campagna che non ha nulla di letterario, il medico Jean-Pierre, pur non essendo vecchio, incarna al suo meglio la figura del medico di famiglia alla vecchia maniera, conosciuto da tutti e che di tutti conosce vita morte e miracoli, coscienzioso, indispensabile, sempre disponibile, abbastanza disincantato da vedere le miserie che lo circondano, e tuttavia devotissimo alla sua missione, amato, rispettato e perfettamente integrato nel suo ambiente. Un tumore al cervello lo mette nella per lui penosa necessità di valersi dell’aiuto di una giovane dottoressa. Il film è la storia del loro incontro/scontro quotidiano, di un equilibrio di vita rotto che fatica a ricomporsi, del riconoscersi di due solitudini che non cercano facili conforti, del nascere lento di un’intesa che è prima riluttante stima e poi ammirazione inconfessata e poi comprensione umana e infine imprevisto e confortante rischiararsi di orizzonte. Storia semplice e autentica raccontata in modo semplice, senza effetti speciali di alcun tipo. La macchina da presa gioca tra grigi paesaggi, intensi primi piani, pagine sanguigne di vita di campagna, freddi interni ambulatoriali e ospedalieri, pennellate espressionistiche. Quel che manca all’eccellenza è forse una maggiore fusione tra tutte queste tinte, un più deciso elemento unificante.
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