paolo corto
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sabato 28 marzo 2015
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una regista che continua sul solco della novità
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E' una felice conferma il nuovo film - il secondo dopo l'ottimo esordio in "Amiche da morire" - di Giorgia Farina, "Ho ucciso Napoleone". Trovo per questo molto fuori luogo e non intellettualmente onesta la recensione per MYmovies scritta da Paola Casella. Recensire un'opera del genere come se fosse estranea al contesto cinematografico italiano e soprattutto alle modestissime prove offerte nel campo dei film-commedia, porta ad un analisi troppo severa e non in grado di cogliere l'apprezzabile stile innovativo della regista.
Infatti il film è veramente una sorpresa, porta nella commedia italiana di oggi una ventata di "internazionalità", lontana dalla volgarità e dal facile sentimentalismo che imprigionano spesso la nostra cinematografia, proprio perché la definizione "commedia" per quest'opera esibisce quell'ampia valenza e multiformità insita invece nelle produzioni straniere.
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E' una felice conferma il nuovo film - il secondo dopo l'ottimo esordio in "Amiche da morire" - di Giorgia Farina, "Ho ucciso Napoleone". Trovo per questo molto fuori luogo e non intellettualmente onesta la recensione per MYmovies scritta da Paola Casella. Recensire un'opera del genere come se fosse estranea al contesto cinematografico italiano e soprattutto alle modestissime prove offerte nel campo dei film-commedia, porta ad un analisi troppo severa e non in grado di cogliere l'apprezzabile stile innovativo della regista.
Infatti il film è veramente una sorpresa, porta nella commedia italiana di oggi una ventata di "internazionalità", lontana dalla volgarità e dal facile sentimentalismo che imprigionano spesso la nostra cinematografia, proprio perché la definizione "commedia" per quest'opera esibisce quell'ampia valenza e multiformità insita invece nelle produzioni straniere. Gli attori - una brava Micaela Ramazzotti lontana dai soliti ruoli in cui troppe volte la incontriamo, ma soprattutto un formidabile Libero Di Rienzo - sono inseriti dentro a un flusso in continua trasformazione, dal ritmo serrato, in grado di fargli esprimere grazie alle categorie del grottesco e dello stereotipo tutta la loro bravura nell'arte della recitazione. In questo film infatti nulla possiamo dare per scontato e mai possiamo annoiarci. Un cast corale, impreziosito dalle prove di Tommaso Ragno e Pamela Villoresi, ci permette con efficaci sketch dal sapore "pulp" di accompagnare la visione dell'opera con quella vena comica che equilibra la storia cinica ed egoistica su cui si impernia la sceneggiatura del film.
I punti forti del film di Giorgia Farina in definitiva potremmo elencarli così: colonna sonora riuscitissima, con ogni canzone quasi osmotica alla regia; definizione chiara delle personalità dei personaggi principali e del loro percorso trasformativo; ottima fotografia che supporta una regia talentuosa; alcune scene veramente strepitose, in particolare modo come non citare il labirintico ingresso di Biagio-Libero Di Rienzo nell'ospedale.
Per non aggiungere altro rischiando di svelare l'intero film, non c'è altro da consigliere che andarlo a vedere nei cinema.
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sabrina lanzillotti
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domenica 29 marzo 2015
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un’originale commedia dark
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Anita è una donna in carriera autoritaria, intraprendente e ambiziosa che negli anni ha imparato a rimanere “fredda come un sofficino surgelato”. Ciò che però ancora non sa, è che un uragano sta per travolgerla spazzando via tutte le sue certezze. Nell'arco di ventiquattr'ore, infatti, riceve una promozione, scopre di aspettare un bambino e viene licenziata. Abbandonata anche da Paride, suo amante e capo, Anita, aiutata da tre donne a dir poco problematiche, metterà in atto la sua vendetta contro i suoi datori di lavoro e contro chiunque provi a metterle i bastoni tra le ruote.
A due anni dal suo primo film “Amiche da morire”, Giorgia Farina porta sullo schermo una commedia ironica e pungente, un’opera corale al femminile che si ripropone di rovesciare un sistema maschilista arcaico e non sempre funzionale.
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Anita è una donna in carriera autoritaria, intraprendente e ambiziosa che negli anni ha imparato a rimanere “fredda come un sofficino surgelato”. Ciò che però ancora non sa, è che un uragano sta per travolgerla spazzando via tutte le sue certezze. Nell'arco di ventiquattr'ore, infatti, riceve una promozione, scopre di aspettare un bambino e viene licenziata. Abbandonata anche da Paride, suo amante e capo, Anita, aiutata da tre donne a dir poco problematiche, metterà in atto la sua vendetta contro i suoi datori di lavoro e contro chiunque provi a metterle i bastoni tra le ruote.
A due anni dal suo primo film “Amiche da morire”, Giorgia Farina porta sullo schermo una commedia ironica e pungente, un’opera corale al femminile che si ripropone di rovesciare un sistema maschilista arcaico e non sempre funzionale.
In “Ho ucciso Napoleone” Farina si serve di alcuni stereotipi della commedia contemporanea senza mai diventare banale, dando alla sua opera una sfumatura dark e un’intrigante aura di mistero.
Ciò che funziona è la fusione tra la problematica estremamente reale di un gruppo di donne che perdono il posto di lavoro e non trovano nessuno disposte ad assumerle e le azioni folli che le stesse compiono per riprendersi il proprio posto nella società.
Traspare però un dislivello nella sceneggiatura, accentuato dalla regia sovraccarica di rabbia. Ciò che serve è un maggior controllo da parte della regista della sua espressività.
Notevole è la crescita del personaggio di Anita nel corso della storia, trasformandosi da donna di ghiaccio a compagna amorevole, senza abbandonare però quel pizzico di acidità che la rende insopportabile ma, allo stesso tempo, è parte integrante del suo fascino.
Il ruolo della protagonista è affidato a Micaela Ramazzotti che per la prima volta interpreta un personaggio femminile grintoso e anticonvenzionale, una donna determinata che da vittima si trasforma in carnefice, pronta a risollevarsi dopo ogni caduta.
A completare il cast ricco e decisamente affiato ci pensano Elena Sofia Ricci, nei panni di un’ex segretaria di un medico che per sopravvivere vende nel parco medicinali a signore disperate, Adriano Giannini, l’ex amante di Anita e padre del suo bambino e Libero De Rienzo, che qui è Biagio, un timido avvocato che sembra essere innamorato della protagonista e che afferma di essere disposto a tutto pur di aiutarla.
La particolarità di “Ho ucciso Napoleone” è il fatto di essere un film fatto dalle donne ma che non si rivolge solo alle donne e di essere una commedia diversa da quelle presenti nel panorama nazionale.
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franciarallo
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venerdì 27 marzo 2015
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una boccata di aria fresca
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Una boccata di aria fresca nello stantio panorama delle commedie made in Italy. E' un film che guarda con occhio divertito al mondo manageriale delle varie company all’amatriciana nazionali, senza pretese etico-moralistiche. Con svariate “licenze letterarie” disseminate nel corso della trama, un ottimo gruppo di attori caratterizza i vari personaggi, mai prendendosi sul serio e rendendo il tutto davvero godibile, a patto di non cercare nel film alcuna denuncia sociale e rivelazione dei disastri del mondo lavorativo d’oggi. Del resto abbondano i film seriosi di denuncia sociale, per una volta ci può stare che ci si diverta per un’oretta e mezza, senza necessità alcuna di uscire dalla sala “arricchiti” culturalmente.
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Una boccata di aria fresca nello stantio panorama delle commedie made in Italy. E' un film che guarda con occhio divertito al mondo manageriale delle varie company all’amatriciana nazionali, senza pretese etico-moralistiche. Con svariate “licenze letterarie” disseminate nel corso della trama, un ottimo gruppo di attori caratterizza i vari personaggi, mai prendendosi sul serio e rendendo il tutto davvero godibile, a patto di non cercare nel film alcuna denuncia sociale e rivelazione dei disastri del mondo lavorativo d’oggi. Del resto abbondano i film seriosi di denuncia sociale, per una volta ci può stare che ci si diverta per un’oretta e mezza, senza necessità alcuna di uscire dalla sala “arricchiti” culturalmente. Ciò non toglie che il tratto leggero dell’autrice/regista riesca comunque a rappresentare un ambiente di manager/squali, impegnatissimi ad azzannare chiunque gli capiti a portata di dentatura. Molto divertente è anche la personalissima tecnica di ripresa, con inquadrature insolite che, non disturbando la confezione complessiva del film, gli danno un taglio un po’ thriller che né la storia, né i personaggi hanno.
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franciarallo
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venerdì 27 marzo 2015
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una boccata di aria fresca
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Una boccata di aria fresca nello stantio panorama delle commedie made in Italy. E' un film che guarda con occhio divertito al mondo manageriale delle varie company all’amatriciana nazionali, senza pretese etico-moralistiche. Con svariate “licenze letterarie” disseminate nel corso della trama, un ottimo gruppo di attori caratterizza i vari personaggi, mai prendendosi sul serio e rendendo il tutto davvero godibile, a patto di non cercare nel film alcuna denuncia sociale e rivelazione dei disastri del mondo lavorativo d’oggi. Del resto abbondano i film seriosi di denuncia sociale, per una volta ci può stare che ci si diverta per un’oretta e mezza, senza necessità alcuna di uscire dalla sala “arricchiti” culturalmente.
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Una boccata di aria fresca nello stantio panorama delle commedie made in Italy. E' un film che guarda con occhio divertito al mondo manageriale delle varie company all’amatriciana nazionali, senza pretese etico-moralistiche. Con svariate “licenze letterarie” disseminate nel corso della trama, un ottimo gruppo di attori caratterizza i vari personaggi, mai prendendosi sul serio e rendendo il tutto davvero godibile, a patto di non cercare nel film alcuna denuncia sociale e rivelazione dei disastri del mondo lavorativo d’oggi. Del resto abbondano i film seriosi di denuncia sociale, per una volta ci può stare che ci si diverta per un’oretta e mezza, senza necessità alcuna di uscire dalla sala “arricchiti” culturalmente. Ciò non toglie che il tratto leggero dell’autrice/regista riesca comunque a rappresentare un ambiente di manager/squali, impegnatissimi ad azzannare chiunque gli capiti a portata di dentatura. Molto divertente è anche la personalissima tecnica di ripresa, con inquadrature insolite che, non disturbando la confezione complessiva del film, gli danno un taglio un po’ thriller che né la storia, né i personaggi hanno.
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maurizio meres
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domenica 12 aprile 2015
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una donna
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Discreto film dove le intenzioni erano positive : ottimi attori ,brava regista ,buone ambientazione ma con una sceneggiatura che si perde con delle falle temporali e varie assurdità e dove la storia molto ingarbugliata diventa una specie di situation comedy ,la fluidità di un tema interessantissimo non si sviluppa ,con il risultato di catapultare lo spettatore nella visione grottesca di situazioni di quotidianità senza peso sociale e far rientrare il film in una comicità semplice non incisiva.
Comunque il film in alcuni tratti è molto piacevole anche perché il cast è ben nutrito ,con una sempre brava Ramazzotti ,così come tutti gli altri diretti da una promettente regista.
Il tema del film improntato sulla situazione lavorativa delle donne rimarca le tematiche precedenti della regista ,sicuramente e lo spero vivamente e che continui magari con una sceneggiatura più scorrevole e socialmente più reale e sempre con un tocco di umorismo.
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Discreto film dove le intenzioni erano positive : ottimi attori ,brava regista ,buone ambientazione ma con una sceneggiatura che si perde con delle falle temporali e varie assurdità e dove la storia molto ingarbugliata diventa una specie di situation comedy ,la fluidità di un tema interessantissimo non si sviluppa ,con il risultato di catapultare lo spettatore nella visione grottesca di situazioni di quotidianità senza peso sociale e far rientrare il film in una comicità semplice non incisiva.
Comunque il film in alcuni tratti è molto piacevole anche perché il cast è ben nutrito ,con una sempre brava Ramazzotti ,così come tutti gli altri diretti da una promettente regista.
Il tema del film improntato sulla situazione lavorativa delle donne rimarca le tematiche precedenti della regista ,sicuramente e lo spero vivamente e che continui magari con una sceneggiatura più scorrevole e socialmente più reale e sempre con un tocco di umorismo.
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enzo70
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lunedì 21 novembre 2016
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film carino e intelligente
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Una intelligente e intrigante commedia in cui in continuo scambio di ruoli il buono diventa cattivo, fino a trasformare il primo cattivo in quello buono. Anita, ma quanto è bella la Ramazzotti, è una dirigente d’azienda fredda e, all’apparenza, insensibile. E’ incinta del superiore regolarmente sposato che per scrollarsi il problema da dosso la nomina dirigente ed il giorno dopo la licenzia. Entra a questo punto in campo Biagio un giovane avvocato, all’apparenza timido ed impacciato che si allea con Anita per mettere in difficoltà l’ex amante.
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Una intelligente e intrigante commedia in cui in continuo scambio di ruoli il buono diventa cattivo, fino a trasformare il primo cattivo in quello buono. Anita, ma quanto è bella la Ramazzotti, è una dirigente d’azienda fredda e, all’apparenza, insensibile. E’ incinta del superiore regolarmente sposato che per scrollarsi il problema da dosso la nomina dirigente ed il giorno dopo la licenzia. Entra a questo punto in campo Biagio un giovane avvocato, all’apparenza timido ed impacciato che si allea con Anita per mettere in difficoltà l’ex amante. Ma alla fine Biagio rivela la sua vera scura anima, tentando di annullare i ogni senso Anita. Il film si trasforma nel corso della narrazione, all’inizio quasi monocorde, per poi assumere il carattere di una vera commedia all’italiana. Alla fine ne esce un film gradevole.
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flyanto
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martedì 31 marzo 2015
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la riscossa di una donna per riconquinstarsi tutto
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Film in cui si racconta di una giovane donna (Micaela Ramazzotti) la quale in brevissimo tempo si trova incinta del suo capo sposato ad un'altra donna, invisa a tutti i colleghi e senza più il lavoro. Ella reagirà a tutto ciò non senza grosse sorprese....
Questa commedia un poco surreale costituisce la seconda opera della giovane regista Giorgia Farina che ancora una volta, dopo il suo precedente "Amiche da Moririe" focalizza la vicenda su di una figura femminile, qui, più precisamente sul ritratto di una donna fredda, altera e molto determinata a cui improvvisamente cambia tutta l'esistenza (in peggio) e che, per non soccombere definitivamente, si trova costretta a reagire duramente e senza troppi scrupoli al fine di riacquistare la propria dignità nonchè posizione professionale.
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Film in cui si racconta di una giovane donna (Micaela Ramazzotti) la quale in brevissimo tempo si trova incinta del suo capo sposato ad un'altra donna, invisa a tutti i colleghi e senza più il lavoro. Ella reagirà a tutto ciò non senza grosse sorprese....
Questa commedia un poco surreale costituisce la seconda opera della giovane regista Giorgia Farina che ancora una volta, dopo il suo precedente "Amiche da Moririe" focalizza la vicenda su di una figura femminile, qui, più precisamente sul ritratto di una donna fredda, altera e molto determinata a cui improvvisamente cambia tutta l'esistenza (in peggio) e che, per non soccombere definitivamente, si trova costretta a reagire duramente e senza troppi scrupoli al fine di riacquistare la propria dignità nonchè posizione professionale. Sicuramente quello che descrive la Farina risulta un poco esagerato e poco probabile nella realtà, ma il tema della "riscossa" e del lottare nonostante le avversità viene molto bene presentato ed, anzi, molto caldamente evidenziato e sostenuto. In un mondo ordito continuamente da complotti avversi e cattiverie e meschinerie di ogni sorta, per la Farina, sembrerebbe, non vi sia altro che non abbattersi e soprattutto che ricorrere all'uso delle stesse "armi" poco lecite. E' palese che l'intera pellicola è stata ideata e confezionata "ad hoc" per la bella Micaela Ramazzotti (i ruoli maschili infatti, peraltro ben rivestiti da Libero Di Rienzo, da Adriano Giannini, da Bebo Storti, sono marginali) che qui ottimamente interpreta un personaggio sinora per lei inusuale e, cioè, di una donna molto forte di carattere e senza alcun tipo di scrupolo, caratteristiche che peraltro vengono marcate molto efficacemente da un'espressione fortemente ed appropriatamente indurita del volto.
Insomam, un'opera particolare sebbene non eccelsa.
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tim_darkshadows
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martedì 17 novembre 2015
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qualcosa di nuovo sotto il sole
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Di commedie italiane se ne vedono uscire parecchie, ma davvero poche sono degne di nota, e raramente sono capaci di fotografare con originalità la situazione attuale del nostro Paese, senza necessariamente dover toccare il discorso della crisi economica per parlare al cuore dello spettatore, qualità che per fortuna ritroviamo tutte nella seconda opera di Giorgia Farina, che con uno stile irriverente e diverso per il nostro cinema, ci pone davanti una commedia spesso esilarante, ricca di sfumature, colpi di scena, che racconta di un'antieroina con la quale si riesce ad entrare subito in empatia, a cui dà le fattezze una incredibile Micaela Ramazzotti, attrice intensissima, che qui da prova della sua versatilità rivelandosi una scelta più azzeccata, affiancata da un gruppo di interpreti di supporto con i quali riesce a crere perfette alchimie.
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Di commedie italiane se ne vedono uscire parecchie, ma davvero poche sono degne di nota, e raramente sono capaci di fotografare con originalità la situazione attuale del nostro Paese, senza necessariamente dover toccare il discorso della crisi economica per parlare al cuore dello spettatore, qualità che per fortuna ritroviamo tutte nella seconda opera di Giorgia Farina, che con uno stile irriverente e diverso per il nostro cinema, ci pone davanti una commedia spesso esilarante, ricca di sfumature, colpi di scena, che racconta di un'antieroina con la quale si riesce ad entrare subito in empatia, a cui dà le fattezze una incredibile Micaela Ramazzotti, attrice intensissima, che qui da prova della sua versatilità rivelandosi una scelta più azzeccata, affiancata da un gruppo di interpreti di supporto con i quali riesce a crere perfette alchimie.
Giorgia Farina, dopo "Amiche da morire" cerca di parlare nuovamente della donna moderna e delle sue sfaccettature, ma abbandonando il contesto del Sud Italia dove era ambientato il suo precedente e divertente lavoro. Qui inquadra la donna nella società lavorativa di oggi, confrontando le prospettive femminili e maschili su questo piano, riuscendo a parlare di tutto ciò dipigendo un meraviglioso ritratto di una donna dalla seducente freddezza - notevole è il lavoro di costumi e trucco fatto per costruire visivamente il personaggio - che affascina sempre di più con lo scorrere dei minuti del film, a cui basta meno di un'ora e mezza per fare un concentrato di nuove e riuscite emozioni.
Mai vittima di personaggi superflui o macchiettistici, cadute di tono, stereotipi tipici, bensì ricco di tempi comici azzeccati, "Ho ucciso Napoleone" diverte con intelligenza e stile, riuscendo a staccarsi dal recente filone della commedia italiana, ma non per questo rivelandosi meno ricco di contenuti e di acute riflessioni.
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