Wild |
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Un film di Jean-Marc Vallée.
Con Reese Witherspoon, Laura Dern, Thomas Sadoski, Michiel Huisman, Gaby Hoffmann.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 115 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 2 aprile 2015.
MYMONETRO
Wild
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Wild ma non troppodi allaroundtheworldFeedback: |
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lunedì 1 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se si ha già visto Into the wild - Nelle terre selvaggie non so quanto sia facile apprezzare questo film. Io non ci sono riuscita. Entrambe tratte da delle biografie, ma se c'è un Sean Penn alla regia e dietro la sceneggiatura, spiacente ma ne esce tutta un'altra cosa. Wild è una imbarazzante replica al femminile, con una Reese Witherspoon abbastanza insipida, che suscita ben poca empatia. Il titolo sembra più avvicinarsi ad una descrizione di quella che diventa l'esistenza della protagonista dopo la morte della madre più che evocare una sua "resurrezione" grazie all'isolamento e al contatto con la natura (... punti già qui discuibili...). In questo la scena d'apertura è d'effetto e descrive bene lo stato selvatico di Cheryl Strayed, dallo stile di vita allo stato brado tra sesso e droga. Il bello è che questa similitudine dura fino alla presentazione del titolo, quindi forse cinque minuti, anche meno. Da qui in poi quel sentore di selvatico, di selvaggio, viene sempre meno. Accompagnamo Cheryl tra i pericoli della natura (un serpente che se ne sta per i fatti suoi, e con gli ampi spazi che la circondano Cheryl esita mooooolto a lungo prima di aggirarlo di un metro o poco più....) e i suoi inconvenienti (non sapere come far funzionare un fornello, non avere le scarpe adatte....e notiamo come ogni volta incontri sempre qualcuno che finisca con il darle una mano), oltre che ai pericoli "umani" (OGNI volta che Cheryl incontra uno sconosciuto nel bel mezzo del nulla, ovviamente si tratta sempre di uomini e si fa di tutto per farci credere che lei stia per essere stuprata). Lungo il percorso si alternano flashback sulla sua vita, dalla madre alle pseudo-relazioni, ecc: non si può dire sia proprio una "trovata" registica originale, anche perché la vera linea narrativa finisce col seguire il passato di Cheryl e non il suo presente, al punto che alla fine del film lei si dice finalmente rinata... ma non si capisce in che modo esattamente arrampicarsi sulle rocce e marciare nella neve l'abbiano cambiata. Non percepiamo una sua completa fusione con l'ambiente, non c'è un vero contatto con la natura. Non è neanche un vero ritiro dal mondo il suo, vista la quantità di gente che attraversa sul cammino. Si ha più l'impressione che, mentre lei sta percorrendo il suo sentiero di rinascita interiore, noi ripercorriamo la strada che l'ha condotta alla depressione. E ci ritroviamo infine dal fondo alla cima confusionati, con la sensazione di esserci persi l'intera salita. E uscendo dalla sala, non abbiamo l'impressione ci sia rimasto qualcosa. E' difficile persino provare ammirazione o compassione. Se la pseudo-ricerca interiore c'è stata, non vi siamo stati molto partecipi. E se non c'è stata, forse a Cheryl invece che 1.600 km bastava un giro intorno all'isolato per trovare sé stessa.
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