viper7
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martedì 30 settembre 2014
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"inconcludente"
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La parola che mi viene in mente per definire il film POSH è “inconcludente”. Nonostante tutti i presupposti quali; il cast giovane e avvenente, la location affascinante e d’altri tempi che una città come Oxford ti può fornire alla perfezione o la trama accattivante il regista non è riuscito a combinare tutti questi elementi in un film decente.
L’idea tuttavia di raccontare di un gruppo di rampolli inglesi ricchi e di bell’aspetto poteva sicuramente essere vincente, (se non altro al botteghino) se non fosse stata banalizzata e resa anche poco credibile dalle disparità degli attori.
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La parola che mi viene in mente per definire il film POSH è “inconcludente”. Nonostante tutti i presupposti quali; il cast giovane e avvenente, la location affascinante e d’altri tempi che una città come Oxford ti può fornire alla perfezione o la trama accattivante il regista non è riuscito a combinare tutti questi elementi in un film decente.
L’idea tuttavia di raccontare di un gruppo di rampolli inglesi ricchi e di bell’aspetto poteva sicuramente essere vincente, (se non altro al botteghino) se non fosse stata banalizzata e resa anche poco credibile dalle disparità degli attori. Il film infatti dovrebbe trattare di questo club segreto chiamato the “riot club” in cui le menti migliori frequentanti l’università di oxford si dovrebbero riunire per dare sfogo al più puro e sfrenato edonismo volto alla ricerca del maggior numero di soddisfazioni prima dell’inevitabile ingresso nel mondo del lavoro al termine del percorso di studi.
Ora tralasciando l’inadeguatezza di determinati attori rispetto ad altri (decisamente non belli e nemmeno di classe) ci sarebbero stati due modi per trattare l’argomento: il primo in modo tragico e serio mettendo in luce gli aspetti più scioccanti di questo ambiente (un po’ alla "eyes wide shut") oppure, un secondo, più comico e sfrenato (citerei film come “21" o "una notte da leoni") ma il regista non usa nessuno dei due o meglio tenta di usare il primo ma non ha successo in questo.
Lo spettatore vede quasi tutto tramite gli occhi di uno dei ragazzi per il quale tende anche a simpatizzare; quest’ultimo, è il classico bravo ragazzo che si vuole distaccare dalla famiglia interessata solo alle apparenze, intraprende anche una storia d’amore con una ragazza “povera" che però non ha quasi nessun tipo di svolgimento se non un breve episodio piuttosto raccapricciante dove la lascerebbe quasi prostituire ai suoi compagni. Accettato nel club partecipa alla cena di inizio anno ed è qua dove la follia si scatena, i partecipanti infatti si ubriacano, distruggono il locale e concludono con un pestaggio del proprietario che rimarrà quasi impunito poiché in teoria loro dovrebbero comprarsi tutto; anche l’unico che si prende la colpa, alla fine riceve una proposta di lavoro dallo zio di uno degli affiliati e il film si conclude proprio con il sorriso di questo ragazzo che tutto sommato se la cava anche dopo essersi preso la colpa perché a quanto pare una volta parte del club lo sei per sempre.
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jaylee
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martedì 30 settembre 2014
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il lato oscuro dei piccoli snob britannici
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Ambientato nella Oxford universitaria, Posh (in inglese snob, chic, fighetto) racconta delle gesta del Riot Club, un esclusivo gruppo goliardico dove si forgiano gli spiriti e le amicizie del futuro gruppo dirigente della nazione… Speriamo di no, altrimenti povera Inghilterra.
Inutile dire che i nostri goliardi sono dediti a tutto meno che allo studio, in particolare le passioni sono ubriacarsi fino allo sfinimento e distruggere tutto quello che possono. Evidentemente deve trattarsi di attività particolarmente ricercate, visto che entrare nel ristrettissimo club (esistente dal 18mo secolo) è pressochè il sogno di metà degli studenti (maschili) di Oxford. Infatti, il film (basato sull’omonima piece teatrale – e soprattutto la seconda parte lascia riconoscere la struttura “da interni” tipica del teatro), prende le mosse dall’iniziazione di due membri, Miles, intelligente e affabile, ed il cupo ed enigmatico Alistair, e si conclude nella cena di benvenuto, destinata a terminare in modo drammatico.
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Ambientato nella Oxford universitaria, Posh (in inglese snob, chic, fighetto) racconta delle gesta del Riot Club, un esclusivo gruppo goliardico dove si forgiano gli spiriti e le amicizie del futuro gruppo dirigente della nazione… Speriamo di no, altrimenti povera Inghilterra.
Inutile dire che i nostri goliardi sono dediti a tutto meno che allo studio, in particolare le passioni sono ubriacarsi fino allo sfinimento e distruggere tutto quello che possono. Evidentemente deve trattarsi di attività particolarmente ricercate, visto che entrare nel ristrettissimo club (esistente dal 18mo secolo) è pressochè il sogno di metà degli studenti (maschili) di Oxford. Infatti, il film (basato sull’omonima piece teatrale – e soprattutto la seconda parte lascia riconoscere la struttura “da interni” tipica del teatro), prende le mosse dall’iniziazione di due membri, Miles, intelligente e affabile, ed il cupo ed enigmatico Alistair, e si conclude nella cena di benvenuto, destinata a terminare in modo drammatico.
Per tanti versi, Posh sembrerebbe avere tutti i crismi per poter sfruttare la grande tradizione attoriale britannica, e le premesse ci sono tutte: seppur non originalissima l’idea delle confraternite universitarie dal lato oscuro (qualche anno fa, film pressochè analogo ma basato negli USA fu The Skulls, e di film simili la cinematografia a stelle e strisce dagli anni 80 in poi è piena zeppa), interpreti e ambientazioni di certo potevano valorizzare l’idea. Sfortunatamente la regista danese Lone Scherfig (già regista di An Education, sempre ambientato in UK) finisce con l’appiattire oltremodo la caratterizzazione dei personaggi, dando una lettura veramente bidimensionale del maschio universitario di buona società (il liberale dalle buone intenzioni, maun po’ vigliacco, il fascista frustrato, il gay decadente – che vive in vestaglia (!), il ricco straniero… una specie di galleria dell’ovvio) e peraltro rendendo poco credibile il club stesso, che a ben vedere sembra un vero e proprio club di sfigati: cene di soli uomini, un paio veramente nerd, che non fanno altro che mangiare, bere e tirare di coca… e perché uno vorrebbe mai passare la serata cosi? Date un’occhiata a The Social Network, per fare un esempio, e francamente lì si che ci si diverte… Un clichè per tutti: la musica di benvenuto al Riot Club è Wild Boys dei Duran Duran (che fantasia… per di più, una scelta poco credibile per dei 18-20enni).
Peccato perché il potenziale degli attori, soprattutto Sam Claflin, appare completamente non sfruttato. I dialoghi piatti, più che la trama non originalissima che lascia presagire un finale cupo, ma alla fine non troppo, sono in definitiva la parte debole del film, affossando una regia troppo tradizionale. Il lato di critica sociale, di una classe dirigente già marcia prima di diventare adulta, e che avrebbe senz’altro dato tutt’altro spessore al film, emerge didascalico e poco incisivo. Curioso che si tratti (sia nel caso della regista che della sceneggiatrice) di due donne, evidentemente questo non ha giovato al ritrarre la psicologia post adolescenziale maschile.
Quale è in definitiva il giudizio su Posh? in definitiva si tratta di un film destinato al pubblico giovanile (soprattutto femminile) ed è la commistione poco riuscita di The History Boys, Oxford Blues e Fight Club. Rimanendo in tema British, una ricetta che Gordon Ramsay definirebbe un polpettone insapore… anche per gli standard culinari di Oltremanica (www.versionekowalski.it).
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filippo catani
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martedì 30 settembre 2014
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ricca gioventù bruciata
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Oxford. Un gruppo di ricchi studenti compone il riot club; una sorta di confraternita dedita a ubriacarsi, distruggere e concedersi ogni genere di vizio che li porterà a commettere ogni sorta di nefandezze.
Eleganti, snob e sopra le righe. Ecco pressappoco la traduzione di Posh in italiano ed ecco le parole che meglio descrivono i protagonisti di questa pellicola. Sono i ragazzi viziati e arroganti della upper class inglese già sicuri di avere un bel posto all'interno della City e che sfruttano così la loro giovinezza per fare ciò che in futuro gli sarà proibito a causa del ruolo che ricopriranno. Impossibile non odiare e non provare disgusto per questi personaggi (davvero ben caratterizzati) pronti a fare un bonifico online in cambio di una prestazione sessuale svolta da una ragazza.
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Oxford. Un gruppo di ricchi studenti compone il riot club; una sorta di confraternita dedita a ubriacarsi, distruggere e concedersi ogni genere di vizio che li porterà a commettere ogni sorta di nefandezze.
Eleganti, snob e sopra le righe. Ecco pressappoco la traduzione di Posh in italiano ed ecco le parole che meglio descrivono i protagonisti di questa pellicola. Sono i ragazzi viziati e arroganti della upper class inglese già sicuri di avere un bel posto all'interno della City e che sfruttano così la loro giovinezza per fare ciò che in futuro gli sarà proibito a causa del ruolo che ricopriranno. Impossibile non odiare e non provare disgusto per questi personaggi (davvero ben caratterizzati) pronti a fare un bonifico online in cambio di una prestazione sessuale svolta da una ragazza. A nessuno importa della sua umiliazione e del suo degrado. Nonostante questo però i due nuovi affiliati non riescono a non subire il fascino del gruppo o per meglio dire del branco la cui forza trainante si trasforma spesso in violenza che finisce con il travolgere tutto e tutti. Ecco allora il povero e ingenuo proprietario di un pub a gestione familiare che vede nell'ospitare dei giovani ricchi l'occasione per consacrarsi e andrà invece incontro alla peggiore serata della sua vita. I due personaggi femminili sono però lì a ricordarci che ovviamente non tutti coloro che vanno all'università sono così ma ovviamente certi giovani ricchi, annoiati e viziati paiono averle sempre vinte. Ecco il difetto (in realtà non di poco conto) di questo film è il fatto che la primparte di eccessi e violenze appare troppo prolissa e un tantino già vista mentre invece la seconda parte che potenzialmente sarebbe la più interessante è portata avanti troppo sbrigativamente anche se con un discreto finale. Un plauso comunque all'intero cast di giovanissimi attori che danno vita ad un'ottima interpretazione.
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[+] roba politicamente corretta, quindi da ignoranti
(di misesjunior)
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lucreziabordi
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martedì 2 dicembre 2014
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posh - port out starboard home
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Ricchi, viziati, arroganti e spietati. Sono i protagonisti del film POSH di Lone Scherfig (an Education, One Day) e distribuito dalla Notorious Pictures.
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Ricchi, viziati, arroganti e spietati. Sono i protagonisti del film POSH di Lone Scherfig (an Education, One Day) e distribuito dalla Notorious Pictures. La pellicola, basata sull’omonima pièce teatrale di Laura Wade, ha fatto impazzire, ancor prima della sua uscita nelle sale, migliaia di giovani fan. Impossibile biasimarli visto il cast, tra cui spiccano giovanissimi talenti di Hollywood. Tra questi Douglas Booth (LOL, Romeo e Giulietta, Noah), Sam Claflin (The Hunger Games : La ragazza di fuoco, Biancaneve e il cacciatore) e Max Irons (The Host, Cappuccetto Rosso Sangue) interpreteranno alcuni dei più meritevoli studenti di Oxford ammessi al Riot Club, i cui membri furono sempre ricordati come leggende. Tra eccessi, caos ed ilarità, gli attori ci faranno entrare direttamente nel club più esclusivo dell’università.
“P.O.S.H.” ovvero Port Out Starboard Home, è un film che intende denunciare tutti i vizi tipici degli aristocratici, dei ricchi. Quegli eccessi che credono di poter compiere solo poiché possiedono soldi ed (apparentemente) potere. Protagonisti sono dieci giovani studenti dell’università “più famosa d’Inghilterra” nonché membri del famosissimo Riot Club (fondato nel 1776), un circolo all’interno del quale i ragazzi dovrebbero distinguersi per doti brillanti ed assicurarsi un futuro da celebrità. Ma è proprio il club che invece porta loro ad esagerare in tutto e spingersi fin troppo oltre i limiti, che dona quasi un senso di onnipotenza a chi ne fa parte. Complici alcool e droga, durante una serata uno spiacevole imprevisto sconvolgerà per sempre le loro vite : non esiste più un gruppo quando la posta in gioco è alta ed ognuno dovrà vedersela da solo. Sarà quindi soggettiva la scelta tra fingere che non sia accaduto nulla e restare con chi conta oppure di parlare ed essere per sempre estromessi e segnati.
Già nota per altri lavori candidati all’Oscar, Lone Scherfig, dirige con minuziosa attenzione la regia. “Le società segrete di Oxford sono affascinanti, vorresti sapere cosa si nasconde dietro tutte quelle guglie e quelle vetrate” dice in un’intervista. E’ proprio questo che si tenta di fare nel film, scavare tra i più remoti segreti degli studenti, studiare le loro vite, capire la gerarchia che regola le relazioni interpersonali, visitare quei luoghi in cui la gente definita normale non può arrivare. Ma una volta giunti in fondo, cosa accade ? Ciò che prova lo spettatore non è altro che tristezza, a volte disgusto, per questi giovani che credono poter far tutto ma altro non sono che adolescenti maleducati. Vale la pena trascurare i valori e diventare arroganti e presuntuosi solo per acquistare un po’ di popolarità ? A voi la parola, ma state pur certi che far parte dell’upper class non è come sembra. (myreviews.it)
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enzo70
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martedì 19 aprile 2016
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una buona opportunità colta solo in parte
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L’università di Oxford in termini di esclusività è nulla rispetto al Riot, un club di giovanissimi rampolli dell’aristocrazia britannica, cui nulla manca, denaro, potere, donne o opportunità. Ma il privilegio porta alla noia, al desiderio di rompere gli schemi, di trasgredire, tanto nulla potrà fermare chi può. E proprio dagli eccessi di una serata emergeranno le differenze individuali che incidono sui caratteri dei singoli anche se all’interno del branco. Certo è lo stesso tema di scent of woman di Al Pacino, a parte il discorso finale che da solo vale mille film, certo lì c’è un gruppo di ragazzi privilegiati che negozia il futuro di un ragazzo normale.
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L’università di Oxford in termini di esclusività è nulla rispetto al Riot, un club di giovanissimi rampolli dell’aristocrazia britannica, cui nulla manca, denaro, potere, donne o opportunità. Ma il privilegio porta alla noia, al desiderio di rompere gli schemi, di trasgredire, tanto nulla potrà fermare chi può. E proprio dagli eccessi di una serata emergeranno le differenze individuali che incidono sui caratteri dei singoli anche se all’interno del branco. Certo è lo stesso tema di scent of woman di Al Pacino, a parte il discorso finale che da solo vale mille film, certo lì c’è un gruppo di ragazzi privilegiati che negozia il futuro di un ragazzo normale. Ma il tema è sempre quello dei giovani che crescono in un mondo che li abitua a credere che tutto è possibile, che potrebbe essere anche declinato al di sotto di un club esclusivo come il Riot. Brava la regista Lone Scherlig a dare al film un tono quasi neutro nel racconto per esaltare i molti chiaroscuri di un problema sociale all’inverso. Posh è un film intenso ma non riesce ad uscire da un atteggiamento a volte eccessivamente composto che non gli consente di diventare un gran film. Nonostante le buone intenzioni.
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alile
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martedì 23 dicembre 2014
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poteva essere un gran bel film.
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Questo film è paragonabile ad un grosso diamante grezzo tagliato male. Poteva essere davvero un bel film se solo la sceneggiatura (che però non mi sembra proprio inedita) fosse stata plasmata con più cautela, attenzione e meno superficialità. I caratteri dei protagonisti, soprattutto facendo riferimento a quelli principali e fondamentali per la storia, sono davvero insignificanti, senza verve, insipidi. Il susseguirsi degli eventi poi, è davvero un collage inutile ed inconcludente di episodi di cui a malapena si ricordano le scene (anche a distanza di un minuto dall'epilogo). La cena, che sarebbe dovuta essere il culmine del film, la sua apoteosi, è invece un immenso flop. Probabilmente una conviviale riunione tra hooligans sarebbe stata più godibile.
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Questo film è paragonabile ad un grosso diamante grezzo tagliato male. Poteva essere davvero un bel film se solo la sceneggiatura (che però non mi sembra proprio inedita) fosse stata plasmata con più cautela, attenzione e meno superficialità. I caratteri dei protagonisti, soprattutto facendo riferimento a quelli principali e fondamentali per la storia, sono davvero insignificanti, senza verve, insipidi. Il susseguirsi degli eventi poi, è davvero un collage inutile ed inconcludente di episodi di cui a malapena si ricordano le scene (anche a distanza di un minuto dall'epilogo). La cena, che sarebbe dovuta essere il culmine del film, la sua apoteosi, è invece un immenso flop. Probabilmente una conviviale riunione tra hooligans sarebbe stata più godibile. Insomma, in questo film c'è violenza "da cameretta", incongruenza, superficialità e assoluta nullità comunicativa. Unica nota di merito: la scenografia ed i costumi. Peccato.
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eleonora panzeri
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domenica 6 dicembre 2015
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spoiler per risparmiarvi tempo e fatica
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Un gruppo di studenti universitari abbienti e (passatemi il termine) deficienti è parte di uno storico club segreto, il Riot Club. Durante la festa di iniziazione di due nuovi membri i ragazzi si ubriacano, devastano un bar e spediscono in ospedale il titolare del posto. Grazie alla loro posizione agevolata la fanno franca. Un film noioso, banale e fastidioso, i protagonisti restano per tutto il tempo dei perfetti sconosciuti, sfido a ricordare il nome di uno dei personaggi principali. Gli attori decisamente troppo vecchi per sembrare degli studenti universitari e a parte i tre bellocci su cui gira il film gli altri decisamente troppo sfigati per essere credibili.
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Un gruppo di studenti universitari abbienti e (passatemi il termine) deficienti è parte di uno storico club segreto, il Riot Club. Durante la festa di iniziazione di due nuovi membri i ragazzi si ubriacano, devastano un bar e spediscono in ospedale il titolare del posto. Grazie alla loro posizione agevolata la fanno franca. Un film noioso, banale e fastidioso, i protagonisti restano per tutto il tempo dei perfetti sconosciuti, sfido a ricordare il nome di uno dei personaggi principali. Gli attori decisamente troppo vecchi per sembrare degli studenti universitari e a parte i tre bellocci su cui gira il film gli altri decisamente troppo sfigati per essere credibili. L’unico merito che posso dare al film è quello di chiarire ancora una volta che l’élite del potere è composte da uomini misogini e idioti privi di etica e valori morali, altro che illuminati. Visto il messaggio chiave per cui i soldi comprano tutto, la regista avrebbe dovuto creare situazioni ancora più perverse ed ambigue. In pratica non succede niente di più che una zuffa in un bar, per cui i ragazzi con la coda tra le gambe si danno addosso l’uno contro l’altro al fine di non sporcare l’immacolata fedina penale.
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zepping
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lunedì 19 ottobre 2015
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un film decisamente frainteso
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Ho deciso di iscrivermi a Mymovies proprio oggi e solo dopo aver letto le critiche su "Posh".
Sono un assiduo frequentatore di Mymovies e di solito riesco sempre a trovare spunti di riflessione su un film. Ma oggi non ho trovato ció che cercavo, ed il dispiacere per la sola possibilità che qualcuno possa essere allontanato dalla visione di questo film per opinioni, rispettabilissime, ma distanti da ciò che io e mia moglie vi abbiamo trovato mi ha spinto ad uscire dal mio proverbiale letargo.
La trama: Un club esclusivo di Oxford, leggendario e qusi impossibile da intercettare è formato esclusivamente da 10 membri. I componenti di questo club sono automaticamente accompagnati verso il loro destino; comprendere d'essere l'elite della societá.
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Ho deciso di iscrivermi a Mymovies proprio oggi e solo dopo aver letto le critiche su "Posh".
Sono un assiduo frequentatore di Mymovies e di solito riesco sempre a trovare spunti di riflessione su un film. Ma oggi non ho trovato ció che cercavo, ed il dispiacere per la sola possibilità che qualcuno possa essere allontanato dalla visione di questo film per opinioni, rispettabilissime, ma distanti da ciò che io e mia moglie vi abbiamo trovato mi ha spinto ad uscire dal mio proverbiale letargo.
La trama: Un club esclusivo di Oxford, leggendario e qusi impossibile da intercettare è formato esclusivamente da 10 membri. I componenti di questo club sono automaticamente accompagnati verso il loro destino; comprendere d'essere l'elite della societá.
Per far ciò, la famiglia, le istituzioni, la societá sono tutte funzionali al percorso "spirituale" dei protagonisti.
Intanto, ogni film è come un paesaggio. Ce ne sono di meravigliosi, solari e mediterranei, piovosi e verdi, gotici ma poetici......ecc ecc
Posh è un paesaggio affascinate ed inquietante, l'inghilterra è perfetta, ricca come è di storia ma anche di "minimale modernità"....eppure essendo questa una metafora....questo paesaggio...è minato dalle esalazioni venefiche della discarica nucleare celato sotto di esso.
Scelta felicissima quella degli attori, tutti molto bravi, che avranno certamente deluso le fan urlanti e desiderose di godere di un ora e mezzo di qulcos'altro.
Questo film é veramente cattivo ma a più livelli, tossico, metafora di come i cattivi costumi di questa nostra societa siano scolpiti, plasmati, ed infine intrisi di un amido che una volta essiccato renderá gli abiti dei nostri eroi sempre piú perfetti e per alcuni molto scomodi.
Ed è questo il punto. in questo film si finisce non per parteggiare per qualcuno, per gli avventori del pub in cui i giovani si danno appuntamento per celebrare la "liturgia della loro futura ed ancora in embrione vita", la fidanzata "normale" di uno dei nuovi adepti; si rimane intrappolati nell'iincubo di vite passate ed a seconda che noi si sia stati coraggiosi o pavidi, si prova o no disgusto per questo paesaggio.
Ed é difficile osservare la crescente angoscia che via via si manifesta in noi con leggerezza.......soprattutto se si voleva vedere altro in un bel paesaggio.
Non mi sorprendono
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staik�n
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giovedì 10 marzo 2016
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denaro = potere?
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Posh è sicuramente un film che ha fatto discutere. Molti lo criticano portando come motivazioni una sceneggiatura debole, e una caratterizzazione dei personaggi praticamente assente. Ma forse è opportuno contestualizzare il tutto per dare un giudizio almeno un po' più oggettivo.
Il Riot Club è un gruppo di 10 studenti dell'università di Oxford, la più esclusiva al mondo. Un club che esiste soltanto in nome dell'autocelebrazione dei suoi membri, dediti ad ogni tipo di vizio: tracannare litri di vino (ma solo dalle bottiglie più costose), mangiare fino a vomitare, affitare prostitute, sniffare cocaina...
Il club all'inizio dell'anno accademico si ritrova in deficit di due membri, che vanno assolutamente reclutati prima della cena, un evento annuale a cui il club al completo deve partecipare.
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Posh è sicuramente un film che ha fatto discutere. Molti lo criticano portando come motivazioni una sceneggiatura debole, e una caratterizzazione dei personaggi praticamente assente. Ma forse è opportuno contestualizzare il tutto per dare un giudizio almeno un po' più oggettivo.
Il Riot Club è un gruppo di 10 studenti dell'università di Oxford, la più esclusiva al mondo. Un club che esiste soltanto in nome dell'autocelebrazione dei suoi membri, dediti ad ogni tipo di vizio: tracannare litri di vino (ma solo dalle bottiglie più costose), mangiare fino a vomitare, affitare prostitute, sniffare cocaina...
Il club all'inizio dell'anno accademico si ritrova in deficit di due membri, che vanno assolutamente reclutati prima della cena, un evento annuale a cui il club al completo deve partecipare. E i due fortunati saranno due matricole di Oxford, Alistair e Miles, appena entrati all'università. Attratti da questo mondo esclusivo, i due accetteranno di entrare nel club, non pienamente consci di cosa effettivamente il club significhi. Tutta la parte successiva della trama è imperniata sulla cena appunto, che ha luogo in un pittoresco pub inglese.
Posh fa arrabbiare. I dialoghi tra i personaggi (e i monologhi di Alistair soprattutto), il loro atteggiamento verso chiunque non appartenga al club, il loro modo di pensare... tutto è estremamente fastidioso. Un dipinto di un'intera classe sociale a colori accesissimi, che fanno male agli occhi. E' vero, la caratterizzazione dei personaggi è carente, eccezion fatta per i due "protagonisti", Alistair e Miles. Ma dietro a questa apparente scarsa attenzione c'è in realtà un'attenzione ancora più grande, che viene svelata in un dialogo tra il proprietario del pub (su un letto d'ospedale) e sua figlia:
"Papà, ricordi chi ti ha colpito?" - "No, non ricordo... erano tutti uguali...".
Perchè i ragazzi di Posh sono davvero tutti uguali. Ognuno di loro è ciò che è esclusivamente sulla base dei suoi soldi e dei suoi vizi; ma i soldi sono soldi, e i vizi sono vizi. Potremmo prendere un ragazzo a caso del club e, se non fosse per l'aspetto, non riusciremmo a distinguerlo da un altro.
Posh assume, sotto quest'ottica, un'aria non tanto da film criticone, ma da film che mette davanti allo spettatore, seppur volutamente esagerando (anche se non troppo), la realtà. Perchè al mondo persone come quelle descritte nel film esistono eccome. Persone che ritengono che il denaro possa comprare ogni cosa, dall'alcool alla dignità di una donna o di un uomo; persone che si pongono al di sopra di qualsiasi regola o legge in nome del potere che deriva dal proprio denaro. Perchè alla fine questo è quello che Posh fa vedere: l'equivalenza tra potere e denaro, che una società come la nostra fatica a ripudiare.
Il finale riempie il cuore ancor più di amarezza, ma dirò solo questo per non spoilerare.
In conclusione, il film non è certamente un capolavoro; tuttavia è capace di lanciare un messaggio sociale (e anche umano) non così leggero, che merita di essere ascoltato e ponderato.
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