lu pichi
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giovedì 20 giugno 2024
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bel film, assolutamente da vedere.
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Film bellissimo assolutamente da vedere, per certi versi mi ricorda la storia di Rigopiano e quello che è successo a molti genitori, film interpretato e girato benissimo l'unica cosa negativa è la traduzione del titolo come al solito noi italiani quando si parla di cinema siamo sempre quelli che devono metterci l'ultima parola se poi un film è bello non scappa:
"Vertigo" è diventato La donna che visse due volte
"La società dei poeti estinti" è stato tradotto in L'attimo fuggente
"Il superficiale Hal" è diventato Amore a prima svista
"Ci sarà del sangue" si è trasformato ne il Petroliere
"Maiali selvatici" è diventato Svalvolati on the road
"il Gallo della fortuna" è diventato Non per soldi.
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Film bellissimo assolutamente da vedere, per certi versi mi ricorda la storia di Rigopiano e quello che è successo a molti genitori, film interpretato e girato benissimo l'unica cosa negativa è la traduzione del titolo come al solito noi italiani quando si parla di cinema siamo sempre quelli che devono metterci l'ultima parola se poi un film è bello non scappa:
"Vertigo" è diventato La donna che visse due volte
"La società dei poeti estinti" è stato tradotto in L'attimo fuggente
"Il superficiale Hal" è diventato Amore a prima svista
"Ci sarà del sangue" si è trasformato ne il Petroliere
"Maiali selvatici" è diventato Svalvolati on the road
"il Gallo della fortuna" è diventato Non per soldi... ma per denaro
"i produttori" è stato tradotto in Per favore non toccate le vecchiette. Povero Mel Brooks
"Sporco Harry" è diventato L'Ispettore Callagham: il caso scorpio è tuo
"Richiamo totale" Atto di Forza
"Dr. NO" in Agente 007: licenza di uccidere
"Intollerante Crudeltà" in Prima ti sposo poi ti rovino, potrei finire domani ma mi fermo qui, il titolo originale è "La caccia" ed era molto più appropriato se rimaneva cosi, "il Sospetto" punta l'attenzione sugli indizi e le responsabilità del protagonista mentre "la caccia" punta l'attenzione su quello che gli succede e il finale con l'ultimo minuto rende il giusto omaggio al titolo, a parte questo è da vedere è fatto, interpretato, girato benissimo.
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realfake
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sabato 8 maggio 2021
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ma i bambini non dicevano sempre la verità?
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Il film ruota dietro un assunto fondamentale:
Le maschere che ognuno di noi porta nella comunità in cui vive e che rappresentano un gioco di ruoli tra le parti.
Lucas maestro, uomo modello, stimato, amico sincero, dolce con i bambini, delicato nei rapporti interpersonali con le donne.
Kara una bambina con difficoltà, lasciata un po' a se stessa. I genitori litigano per accompagnarla, la trascurano e Lucas da amico di famiglia, come un padrino la tiene sotto la sua ala protettiva.
Da qui una serie di eventi che ribaltano il ruolo di Lucas, ora non più uomo modello, ma psicopatico, pedofilo, feccia, bestia da umiliare e calpestare.
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Il film ruota dietro un assunto fondamentale:
Le maschere che ognuno di noi porta nella comunità in cui vive e che rappresentano un gioco di ruoli tra le parti.
Lucas maestro, uomo modello, stimato, amico sincero, dolce con i bambini, delicato nei rapporti interpersonali con le donne.
Kara una bambina con difficoltà, lasciata un po' a se stessa. I genitori litigano per accompagnarla, la trascurano e Lucas da amico di famiglia, come un padrino la tiene sotto la sua ala protettiva.
Da qui una serie di eventi che ribaltano il ruolo di Lucas, ora non più uomo modello, ma psicopatico, pedofilo, feccia, bestia da umiliare e calpestare.
E così l'uomo che tutti amavano è la bestia a cui dare la caccia.
La falsità della comunità è asfissiante, impermea il film . Un uomo che la legge riconosce innocente, viene invece condannato per facciata dal popolo. "Non puoi fare la spesa qui, ci vengono altre persone" così i diritti vengono soppressi in favore di una maschera, della facciata.
E così Lucas viene sbranato dalle vere belve, i lupi della comunità, che si dimostrano bestie feroci quando ripetono "i bambini non possono dire bugie" per giustificare le proprie crudeltà.
La loro falsità e meschinità si scopre quando la bambina che prima aveva accusato Lucas ritorna sui suoi passi, dichiara che tutto ciò che ha detto era una finzione, ma nessuno le crede.
Ma i bambini non dicevano sempre la verità?
L'unico modo da cui si viene fuori da questo film è il disgusto e l'amara constatazione che ciò che rappresenta è vero.
Ultima considerazione, nel finale Lucas, dopo il tentato omicidio, si rialza con fierezza, non urla, non tenta di sparare al suo aggressore, ma accetta con fierezza il suo destino. Ormai rappresenta l'uomo che sta al di sopra, il super uomo, non ha più legami con chi lo circonda, ha scoperto le maschere di coloro che lo circondano e per questo sa che sarà sempre braccato.
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fabio 3121
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giovedì 25 marzo 2021
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il calvario per una infondata accusa di pedofilia
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il film del regista e sceneggiatore danese Thomas Vinterberg racconta il dramma ed il calvario subito dall'insegnante di asilo Lucas (Mads Mikkelsen) nei cui confronti l'intera comunità di un piccolo paesino danese lo addita come "pervertito" a seguito di una infamante accusa di pedofilia. La direttrice dell'asilo Grethe, ascoltato il racconto della piccola Klara, anziché pensare ad un fatto frutto dell'immaginazione della bambina, prima convoca uno psicologo poi i genitori degli alunni dopodiché denuncia il reato alla polizia nonostante l'insegnante neghi assolutamente di aver toccato la minore. Ad avere quindi il sospetto che Lucas abbia effettivamente abusato di Klara e degli altri bambini sono non solo i loro genitori ma anche i suoi amici, tra cui Theo - padre della bimba - nonchè il proprietario e i dipendenti del supermercato dove Lucas viene brutalmente aggredito.
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il film del regista e sceneggiatore danese Thomas Vinterberg racconta il dramma ed il calvario subito dall'insegnante di asilo Lucas (Mads Mikkelsen) nei cui confronti l'intera comunità di un piccolo paesino danese lo addita come "pervertito" a seguito di una infamante accusa di pedofilia. La direttrice dell'asilo Grethe, ascoltato il racconto della piccola Klara, anziché pensare ad un fatto frutto dell'immaginazione della bambina, prima convoca uno psicologo poi i genitori degli alunni dopodiché denuncia il reato alla polizia nonostante l'insegnante neghi assolutamente di aver toccato la minore. Ad avere quindi il sospetto che Lucas abbia effettivamente abusato di Klara e degli altri bambini sono non solo i loro genitori ma anche i suoi amici, tra cui Theo - padre della bimba - nonchè il proprietario e i dipendenti del supermercato dove Lucas viene brutalmente aggredito. Inoltre anche la nuova compagna Nadja, sua collega, mostra dei dubbi sulla integrità morale di Lucas che si ritroverà pertanto isolato ed infine arrestato. Non essendovi però alcuna prova a suo carico, Lucas viene rilasciato e fà ritorno a casa ma nei suoi sguardi si percepisce il turbamento di un uomo che pur essendo innocente sente ancora su di sé i pregiudizi per tutto quanto accaduto. Il film è davvero bello pur in tutta la sua reale drammaticità e, forte di una valida sceneggiatura, rappresenta l'escalation di violenza fisica e psicologica che una persona può subire a causa di un'accusa infondata. Buona la prova di tutto il cast di attori; eccellente la performance di Mads Mikkelsen il cui premio come miglior attore maschile al Festival di Cannes è stato del tutto meritato. Molto suggestive le scene iniziali e finali della caccia al cervo girate nei boschi danesi. Voto: 8/10.
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mimmo fvcg
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martedì 15 settembre 2020
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straordinario
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Un film emozionate , toccante , straordinario .Come la fantasia di una bambina e la cattiveria di una vecchia arpia rovinare la vita di un essere umano
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silvia peterlana
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domenica 15 dicembre 2019
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curiosità
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Ciao donatus. Ho visto anch'io questo film e mi sono chiesta anch'io chi avesse sparato. Però non si vede.
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jacopo
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lunedì 7 gennaio 2019
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i rischi della superficialità e ipocrisia
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Film ben girato (tempi lenti e ambientazioni naturali, classici delle pellicole danesi). La qualità del film è data soprattutto alla bravura del protagonista, capace di vestire perfettamente il ruolo di “vittima” della situazione. Ottimo il tema portato all’attenzione poiché vicino alla realtà e troppo spesso poco discusso: la superficialità e l’ipocrisia del giorno d’oggi portano spesso a giungere a conclusioni frettolose senza pensare che il rischio è quello di rovinare irrimediabilmente la vita di persone di vero valore.
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ennio
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giovedì 15 novembre 2018
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la caccia alle streghe del xxi secolo
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Lo stile di Vinterberg è riconoscibile in questo film molto nordico nella caratterizzazione dei personaggi, così come in "Festen".
E' invece un film molto globale nella rappresentazione di una realtà collettiva che può diventare un incubo per l'individuo comune privo di difese. L'isteria di massa della società moderna si manifesta in maniera apparentemente gentile, senza forconi e fascine per roghi, ma i suoi meccanismi rimangono quelli dei secoli passati, e conducono l'individuo bersaglio di quest'isteria, se non alla morte violenta, all'isolamento e all'impotenza.
Il film risulta via via più angosciante e rimane quindi ben impreso nella mente dello spettatore, ed è impreziosito dalle ottime recitazioni del protagonista e di alcuni comprimari.
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Lo stile di Vinterberg è riconoscibile in questo film molto nordico nella caratterizzazione dei personaggi, così come in "Festen".
E' invece un film molto globale nella rappresentazione di una realtà collettiva che può diventare un incubo per l'individuo comune privo di difese. L'isteria di massa della società moderna si manifesta in maniera apparentemente gentile, senza forconi e fascine per roghi, ma i suoi meccanismi rimangono quelli dei secoli passati, e conducono l'individuo bersaglio di quest'isteria, se non alla morte violenta, all'isolamento e all'impotenza.
Il film risulta via via più angosciante e rimane quindi ben impreso nella mente dello spettatore, ed è impreziosito dalle ottime recitazioni del protagonista e di alcuni comprimari.
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laurence316
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giovedì 7 settembre 2017
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il tribunale popolare: un sospetto è già colpevole
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L'ex-enfant prodige del cinema danese alla Dogma 95 (che ha diretto un film, Festen, che è molto più apprezzabile di tanti polpettoni sfornati dal più famoso Lars Von Trier), dirige questo Il sospetto (La caccia, in originale) che è probabilmente il suo film più riuscito da quel lontano 1998.
Come quel film, anche questa sua ultima fatica ha a che fare con gli abusi sui minori, ma in maniera differente. Qui, infatti, non si tratta di un uomo che denuncia le violenza subite da bambino (senza essere particolarmente creduto), ma di una bambina che allude a degli abusi nei suoi confronti (a cui tutti credono, sulla base del presupposto che "i bambini non mentono mai").
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L'ex-enfant prodige del cinema danese alla Dogma 95 (che ha diretto un film, Festen, che è molto più apprezzabile di tanti polpettoni sfornati dal più famoso Lars Von Trier), dirige questo Il sospetto (La caccia, in originale) che è probabilmente il suo film più riuscito da quel lontano 1998.
Come quel film, anche questa sua ultima fatica ha a che fare con gli abusi sui minori, ma in maniera differente. Qui, infatti, non si tratta di un uomo che denuncia le violenza subite da bambino (senza essere particolarmente creduto), ma di una bambina che allude a degli abusi nei suoi confronti (a cui tutti credono, sulla base del presupposto che "i bambini non mentono mai").
Inoltre, lo spettatore è messo sin da subito nella condizione di sapere che Lucas, il protagonista, è del tutto innocente. Ma questo non toglie assolutamente forza ad un film, diretto con stile preciso e rigoroso da Vinterberg, fondamentalmente inquietante e capace di far riflettere (merce sempre più rara negli ultimi tempi). In barba al concetto di "presunzione d'innocenza", tutta la comunità (salvo poche eccezioni) finisce ben presto per credere Lucas colpevole, a dispetto dell'evidenza, ed è rapida a crescere una sorta di isteria e paranoia collettiva che porta anche tanti altri genitori, sull'onda della suggestione, a denunciare presunti maltrattamenti nei confronti dei propri figli. E questo concorre (insieme alla descrizione delle reazioni via via sempre più violente dei concittadini) a disegnare un quadro agghiacciante e terribile della debolezza umana, della fragilità dei valori borghesi e dell'idea di unione, comunità e fratellanza, che viene rapidamente spazzata via più che dall'insinuarsi del sospetto, dal formarsi dell’idea collettiva che considera certamente colpevole un uomo che da amico e benvoluto da tutti diventa improvvisamente un mostro a cui è lecito riservare i trattamenti più disumani (di cui fanno le spese anche il figlio e la cagnetta).
Il sospetto è un film amaro e desolante, non particolarmente originale, ma potente e coinvolgente, che riserva una conclusione da vero pungo nello stomaco, nonostante la breve (ed illusoria) parentesi di riconciliazione quasi idilliaca. Eccellente prova di Mikkelsen (premiato a Cannes). Presentato al suddetto festival francese e candidato all’Oscar per il miglior film straniero, gli viene preferito l’italico La grande bellezza di Paolo Sorrentino (ingiustamente).
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iaoquinti
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venerdì 25 agosto 2017
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notevole coinvolgimento emotivo.
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Film estremamente coinvolgente che trascina lo spettatore in un lungo percorso pieno di sofferenza e frustrazione.
Un caso raro e sconvolgente, il quale purtoppo si verifica anche nel mondo reale, che nessuno di noi si meriterebbe di affrontare.
Per una persona così sensibile ed emotiva, è veramente difficile rimanere a galla in un mare di accuse infondate, soprattutto se queste vengono lanciate come lame affilate da quelli che ,una volta, erano amici e compagni di caccia.
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biso93
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venerdì 5 maggio 2017
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non si torna mai indietro
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Il sospetto é un film del 2012 diretto da Thomas Vintemberg. Un film che tratta in modo intelligente ed equilibrato un tema caldo e potente come la pedofilia. Vintemberg si concentra sulle disastrose conseguenze Delle dicerie, Delle chiacchiere e Delle bugie. Come diceva il protagonista di old boy" un granello di sabbia e un sasso nell' acqua affondano allo stesso modo. L'analisi di questo concetto viene sviluppata in un piccolo paese danese, teatro perfetto per il contagio del pettegolezzo. Allo stesso tempo il film parla dell' infinita cattiveria e crudeltà che l'uomo può sviluppare in varie forme e nature. Non c'è giudizio nella storia.
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Il sospetto é un film del 2012 diretto da Thomas Vintemberg. Un film che tratta in modo intelligente ed equilibrato un tema caldo e potente come la pedofilia. Vintemberg si concentra sulle disastrose conseguenze Delle dicerie, Delle chiacchiere e Delle bugie. Come diceva il protagonista di old boy" un granello di sabbia e un sasso nell' acqua affondano allo stesso modo. L'analisi di questo concetto viene sviluppata in un piccolo paese danese, teatro perfetto per il contagio del pettegolezzo. Allo stesso tempo il film parla dell' infinita cattiveria e crudeltà che l'uomo può sviluppare in varie forme e nature. Non c'è giudizio nella storia., Ma la dimostrazione della pericolosità che possono avere le parole. Film lento che scorre terribilmente bene, sceneggiatura e fotografia di ottima fattura, una regia quadrata e un ottima recitazione, il film guadagna due punti in più grazie alla incredibile performance del grande Mads Mikkelsen. Consigliatissimo
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