fexy96
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martedì 31 dicembre 2013
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finalmente
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Premetto che non sono un amante del genere, però questo film mi è piaciuto molto. Fantastici i due ragazzi(soprattutto Elle Flanning) e poi in gran forma J.J. Abrams e Steven Spielberg. Una strioa non solo di fantascienza, ma anche di vita, sogni, ricordi ed emozioni. Davvero bello e consigliato.
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_cobra_
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martedì 3 dicembre 2013
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mahhh ???
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Un film pompato ma abbastanza ridicolo e per bambinetti da 11-12 anni.
Molto meglio un cult degli anni 80 come i GOONIES...per altro stracopiato da questo film !!
Mancava il fratello "Sloth" poi era perfetto!
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fede81
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domenica 3 febbraio 2013
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super 8
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Si respira aria di grande cinema in questo piccolo film: il primo Spielberg, Robert Zemeckis, Joe Dante, il Reiner di Stand By Me... Un ricordo affettuoso e divertito di un'età della vita (la preadolescenza) e del passato recente di una nazione (gli USA a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta). Recitato, sceneggiato e girato con grande passione, oltre che con perfetta padronanza tecnica. Assolutamente consigliato.
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(di emmy90watsonn)
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alexcross
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sabato 29 dicembre 2012
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il solito alieno....
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il mistero e l'atmosfera della prima parte lasciano presto il passo ad un finale che ha i connotati del classico film americano con l'esercito e il solito alieno a farla da padroni....insomma le aspettative ci sono tutte ma è mai possibile che si debba ogni volte trascendere nella banalità e rovinare un copione che banale non era ?
film per ragazzi max 14 anni....
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elycosty
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martedì 13 novembre 2012
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un revival di nostalgia
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Vedere un film di fantascienza come questo quando ne sei totalmente a digiuno, un po' per disinteresse e un po' per mancanza di tempo, è sempre una piacevole scoperta. Ti fa tornare indietro nel tempo, a una filmografia celebre come quella di Spielberg. Ma ti fa rivivere anche la nostalgia per i suoi capolavori, primo fra tutti ET; sarà perché è stato lui il capostipite di un modo di fare cinema che ora sembra tramontato, ma che è sempre più bello e più vero da ritrovare sullo schermo. Seguire poi quattro ragazzini molto svegli con la passione per la cinepresa, che passano il tempo a girare scene di una pellicola amatoriale giorno e notte, nei posti più impensabili della loro piccola cittadina di provincia, ti dà persino il quadro di una bella gioventù; negli anni '80 ci si sapeva ancora arrangiare con ciò che si aveva in casa per divertirsi, mescolando ancora il sogno con la vita, senza la televisione o i videogiochi a fare da intermediari.
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Vedere un film di fantascienza come questo quando ne sei totalmente a digiuno, un po' per disinteresse e un po' per mancanza di tempo, è sempre una piacevole scoperta. Ti fa tornare indietro nel tempo, a una filmografia celebre come quella di Spielberg. Ma ti fa rivivere anche la nostalgia per i suoi capolavori, primo fra tutti ET; sarà perché è stato lui il capostipite di un modo di fare cinema che ora sembra tramontato, ma che è sempre più bello e più vero da ritrovare sullo schermo. Seguire poi quattro ragazzini molto svegli con la passione per la cinepresa, che passano il tempo a girare scene di una pellicola amatoriale giorno e notte, nei posti più impensabili della loro piccola cittadina di provincia, ti dà persino il quadro di una bella gioventù; negli anni '80 ci si sapeva ancora arrangiare con ciò che si aveva in casa per divertirsi, mescolando ancora il sogno con la vita, senza la televisione o i videogiochi a fare da intermediari. Eppure qualcosa è cambiato nel film di J.J. Abrams, così come oggi sono cambiati i tempi dagli anni '80: gli alieni non sono più creature buone in grado di mettersi in contatto con gli umani, di stabilire dei sinceri rapporti di amicizia, perché sono uguali ai loro "persecutori", agli uomini perversi che li sfruttano come cavie per i loro esperimenti scientifici, e non li lasciano tornare a casa. Quindi, in una città devastata da un alieno che è riuscito a scappare dalle forze dell'esercito americano, troviamo riflessa tutta la debolezza e la paura dell'uomo quando, disperato, si trasforma in una scheggia impazzita, prima di evadere per sempre dalla realtà.
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marco chiappetta
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mercoledì 26 settembre 2012
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adolesceza anni 80' e tanta passione per il cinema
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1979, nella provincia Americana sei adolescenti cercano di girare un film, in Super 8, per un concorso cinematografico per ragazzi. Durante le riprese notturne in una stazione però, i sei ragazzi assistono ad un disastro ferroviario causato da un pick-up. L'incidente risulta da subito velato da un alone di mistero, confermato dal fatto che sul posto piomba l'esercito in massa, non permettendo ai cittadini, nonchè alle autorità locali, di avvicinarsi alla zona del disastro. Nel paese, intanto, si susseguono strani avvenimenti come la scomparsa dei cani e dei cavi dell'elettricità. I ragazzi scopriranno ben presto che la risposta alle loro domande è contenuta nel nastro della loro telecamera, rimasta accesa durante l'incidente.
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1979, nella provincia Americana sei adolescenti cercano di girare un film, in Super 8, per un concorso cinematografico per ragazzi. Durante le riprese notturne in una stazione però, i sei ragazzi assistono ad un disastro ferroviario causato da un pick-up. L'incidente risulta da subito velato da un alone di mistero, confermato dal fatto che sul posto piomba l'esercito in massa, non permettendo ai cittadini, nonchè alle autorità locali, di avvicinarsi alla zona del disastro. Nel paese, intanto, si susseguono strani avvenimenti come la scomparsa dei cani e dei cavi dell'elettricità. I ragazzi scopriranno ben presto che la risposta alle loro domande è contenuta nel nastro della loro telecamera, rimasta accesa durante l'incidente. Il regista J.J. Abrams ci regala una pellicola che racchiude in se il fascino della fantascienza anni '80, unita ad una passione smisurata per il cinema stesso. Il mistero che ruota intorno alla vicenda lascia lo allo spettatore una leggera suspance soprattutto nella prima parte del film. La vicenda parallela della realizzazione del film dei ragazzi, unita alla tenera storia d'amore tra i due protagonisti, ci regala una certa nostalgia degli anni adolescenziali. A livello tecnico il film è ben girato, con gli ormai famosi riflessi di luce alla Abrams, e lascia l'idea nel pubblico di star visionando un film di qualche decennio fa. Forse in tutto ciò stona la complessità tecnologica della figura dell'alieno, inoltre nella seconda parte del film, ossia dopo che il mistero è stato svelato, la trama perde un po' di spessore fino ad arrivare ad un finale, a mio avviso, non eccelso. Un ottimo film comunque a cui manca qualcosa per essere un capolavoro alla Spielberg! P.S. Molto simpatico il mini film dei ragazzini mostrato durante i titoli di coda.
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fr3nk_90
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venerdì 14 settembre 2012
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amore per il cinema + fantascienza = super 8
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Estate 1979. Un gruppo di ragazzini decide di girare un piccolo film dell’orrore per partecipare ad un festival provinciale. Mentre stanno girando una scena presso la fermata locale dei treni, assistono e si trovano a loro malgrado coinvolti in un disastroso incidente ferroviario che viene ripreso dalla loro macchina da presa. I ragazzini riescono, fortunatamente, ad uscire indenni dall’incidente, ma uno di loro viene attratto dallo strano rumore proveniente da uno dei vagoni deragliati, riuscendo ad intravedere qualcosa che fuoriesce. Immediatamente sul luogo arrivano dei militari e questo costringe il gruppo a fuggire. Il giorno dopo ritornano sulla scena del disastro per poter continuare a filmare la loro scena, ma trovano sul posto numerosi militari della USAF.
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Estate 1979. Un gruppo di ragazzini decide di girare un piccolo film dell’orrore per partecipare ad un festival provinciale. Mentre stanno girando una scena presso la fermata locale dei treni, assistono e si trovano a loro malgrado coinvolti in un disastroso incidente ferroviario che viene ripreso dalla loro macchina da presa. I ragazzini riescono, fortunatamente, ad uscire indenni dall’incidente, ma uno di loro viene attratto dallo strano rumore proveniente da uno dei vagoni deragliati, riuscendo ad intravedere qualcosa che fuoriesce. Immediatamente sul luogo arrivano dei militari e questo costringe il gruppo a fuggire. Il giorno dopo ritornano sulla scena del disastro per poter continuare a filmare la loro scena, ma trovano sul posto numerosi militari della USAF. Con l’arrivo dei militari nella loro piccola cittadina e il verificarsi di fatti inspiegabili come sparizioni di oggetti e persone, il gruppo di amici comincia a capire che qualcosa di anormale si sta verificando, non sapendo che nel filmato da loro girato, oltre lo spaventoso incidente, si intravede la misteriosa “cosa” che fugge dal vagone. In principio fu Steven Spielberg, nel 1982, con il suo E.T. a donare al cinema tutta la purezza e la semplicità dei bambini come protagonisti. Nel 1986 Rob Reiner cercò di bissare il successo Spielberghiano portando sul grande schermo Stand by me – Ricordo di un’estate, un racconto di formazione con protagonisti assoluti quattro ragazzini. Ora, a distanza di trent’anni, è J. J. Abrams a portare sul grande schermo (con la benedizione di Spielberg come produttore) un film con dei ragazzini come protagonisti principali; questo film è Super 8. Super 8 è l’esatto connubio tra la fantascienza di E.T. e l’avventura drammatica di Stand by me, poiché dal primo ne riprende l’alieno tramutandolo in una versione arrabbiata e cattiva, mentre dal secondo ne prende il saldo gruppo di amici adolescenti. Ma Abrams non si accontenta solo di questo, poiché riprende dai due precursori quelle che erano le tematiche principali come la vita nelle cittadine di provincia, l’amicizia, il mondo visto con gli occhi dei ragazzini, i conflitti con i propri genitori, l’incontro con il diverso, il contatto con la morte e soprattutto quella perdita di innocenza che segna il passaggio definitivo dall’adolescenza al mondo degli adulti. Quest’ultimo evento si verifica perché toccherà proprio ai ragazzini salvare la propria cittadina dalla minaccia aliena e dall’ottusaggine dei militari che cercano di risolvere il tutto con gli insabbiamenti e l’uso della violenza. Tutti questi elementi vengono uniti dal regista grazie ad un unico filo conduttore: l’amore per il cinema. Amore che trasuda fin dal titolo stesso (Super 8 era il formato delle pellicole delle cineprese portatili di allora), amore che viene espresso dalle numerose citazioni di cui è cosparso il film (le scene che rimandano a E.T., Incontri ravvicinati del terzo tipo, Stand by me, le locandine di film degli anni 70’, come Halloween di Carpenter, Zombi di Romero e Guerre Stellari di Lucas), ma soprattutto tutto il suo amore per il cinema ci viene mostrato nella sua forma più pura dal gruppo di ragazzini disposti a tutto pur di realizzare il proprio film. Il risultato di questo “esperimento” è quello di un puro esempio di cinema nel cinema, quel metacinema che suscita nello spettatore sorpresa ma anche nostalgia. Nostalgia per un periodo del cinema che sembrava ormai dimenticato, ma soprattutto nostalgia per il periodo magico che si vive solo una volta nella vita…periodo conosciuto con il nome di adolescenza che, grazie all’ottima recitazione dei giovani attori, riusciamo a rivivere. Super 8 è un film che va dritto al cuore e alla mente dello spettatore, mostrando di avere tutte le carte in regola per affermarsi come un piccolo capolavoro e forse, installandosi nelle conoscenze cinematografiche delle future generazioni potrà anch’esso “crescere” e diventare un grande capolavoro, così come gli adolescenti diventano adulti.
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trofio
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lunedì 20 agosto 2012
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un omaggio di j.j. al cinema di steven
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Non piacerà ai fan dei film di fantascienza, anche se la fantascienza nel film c'è.
Ma è solo un pretesto per raccontare una storia di ragazzini delle medie. In particolare quei ragazzini delle medie di fine settanta, primi anni ottanta di provincia; in giro in ciclo dalla mattina alla sera con gli amici a caccia di avventure.
Quell'età stramba in cui non si è ne carne ne pesce e si vivono le cose con grande partecipazione ma poca, pochissima comprensione. L'ho trovato molto più vicino a Stand by Me che a Cloverfield e per questo, credo, ha deluso molta gente che è andata a vederlo.
Il protagonista non è l'alieno ma i ragazzini, anzi a ben pensarci neanche tanto loro in particolare, quanto proprio l'età che va dagli 11 ai 14 anni (un feticcio di Spielberg).
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Non piacerà ai fan dei film di fantascienza, anche se la fantascienza nel film c'è.
Ma è solo un pretesto per raccontare una storia di ragazzini delle medie. In particolare quei ragazzini delle medie di fine settanta, primi anni ottanta di provincia; in giro in ciclo dalla mattina alla sera con gli amici a caccia di avventure.
Quell'età stramba in cui non si è ne carne ne pesce e si vivono le cose con grande partecipazione ma poca, pochissima comprensione. L'ho trovato molto più vicino a Stand by Me che a Cloverfield e per questo, credo, ha deluso molta gente che è andata a vederlo.
Il protagonista non è l'alieno ma i ragazzini, anzi a ben pensarci neanche tanto loro in particolare, quanto proprio l'età che va dagli 11 ai 14 anni (un feticcio di Spielberg).
J.J. aggiunge a questa struttura narrativa pian piano il suo marchio di fabbrica, indizi narrativi, crescendo di tensione, filmini esplicativi "alla Lost" in maniera intelligente.
La ricostruzione storica di quel periodo (che ho vissuto in prima persona) è fenomenale, le pellicole per il super8, il walkman e tutta l'oggettistica sono fantastici (del resto già con Lost, che era solo un telefilm, Abrams ha dimostrato di essere uno preciso in queste cose).
Il cast è perfetto e i ragazzini caratterizzati in maniera egregia.
Mi sono immedesimato nel loro scorrazzare per la cittadina in bici e nelle dispute sulla ragazza carina del gruppo e in alcuni momenti ho rivissuto sensazioni di quel periodo della mia vita... se non è la magia del cinema questa!
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franny_
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lunedì 6 agosto 2012
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film ben fatto, ma senza troppe pretese
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E' sicuramente un bel film, con un cast adolescente e una storia già conosciuta. Inizia anche bene, facendo credere allo spettatore che ci sia un oscuro segreto dietro al deragliamento del treno ma mano a mano che si va avanti perde tutto consistenza e ci si ritrova con un finale molto banale, anche se i temi trattati almeno personalmente, non stancano mai.
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