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domenica 26 febbraio 2012
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american beauty - parte seconda.
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James è un giovane adolescente, che a differenza dei coetanei ha molte della caratteristiche che formano un uomo adulto. Ha la passione per l'arte, il cinema e la lettura, ama la solitudine e ha una propria idea ben formata sulla società e sul conformismo. A questo però si oppone la sua ricerca di un suo posto all'interno di questa società, e una migliore interazione con le altre persone, che però sono troppo all'infuori dei suoi schemi anticonformisti. Ad aiutare James con la caduta nella depressione esistenziale, si aggiunge la sua famiglia: la madre (una donna alla disperata ricerca di un'anima gemella a farle compagnia) e il padre (un uomo che si ferma alla superficialità delle apparenze e alla figura che la sua persona proietta sulle altre persone) sono separati e la sorella è una ragazza in realtà molto più adolescente del protagonista, che tenta la via del successo tramite la scrittura delle proprie memorie, avendo vissuto la vita piatta di un americano medio.
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James è un giovane adolescente, che a differenza dei coetanei ha molte della caratteristiche che formano un uomo adulto. Ha la passione per l'arte, il cinema e la lettura, ama la solitudine e ha una propria idea ben formata sulla società e sul conformismo. A questo però si oppone la sua ricerca di un suo posto all'interno di questa società, e una migliore interazione con le altre persone, che però sono troppo all'infuori dei suoi schemi anticonformisti. Ad aiutare James con la caduta nella depressione esistenziale, si aggiunge la sua famiglia: la madre (una donna alla disperata ricerca di un'anima gemella a farle compagnia) e il padre (un uomo che si ferma alla superficialità delle apparenze e alla figura che la sua persona proietta sulle altre persone) sono separati e la sorella è una ragazza in realtà molto più adolescente del protagonista, che tenta la via del successo tramite la scrittura delle proprie memorie, avendo vissuto la vita piatta di un americano medio. L'unica persona con cui James si trova in sintonia è la nonna, l'unica figura che tenta di indirizzare un ragazzo sperduto sulla retta via.
Ormai si sa che il cinema italiano è decaduto da un pezzo. Le pellicole italiane si ripetono ormai una identica all'altra, senza originalità, con sceneggiature che sfociano sempre nella banalità. Non è però il caso di questa pellicola che, forse grazie alla co-produzione con gli Stati Uniti, riesce ad offrire qualcosa di quasi fresco, che faccia riflettere su qualcosa di più insolito del "normale". Tutta la prima parte del film riesce ad intrattenere e a far riflettere sul significato di normalità e sul termine relativismo. Purtroppo il finale si lascia andare un po' alla banalità tipica delle commedie/dramma dei film italiani dell'ultimo periodo. Senza offrire spoiler basterà dire che scene e dialoghi verranno inevitabilmente previsti dallo spettatore qualche minuto prima che questi si susseguano sullo schermo. Effettivamente la pellicola ricorda molto quell'American Beauty che fu, a cui però vengono sostinuiti un cast d'attori stellare, senza nulla togliere alla buona recitazione degli attori di questo film, e una ventata d'aria fresca al genere commedia/dramma che ci aveva portato Kevin Spacey negli anni '90. Comunque la produzione funziona bene e riesce ad intrattenere per un'ora quaranta senza diventare pesante. La normalità non esiste, perchè ognuno è normale per se stesso; e quando le altre persone non capiscono quello che pensi e quello che provi, quando soffri immensamente per questo, allora sappi che "Un giorno questo dolore ti srà utile".
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jayan
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giovedì 1 marzo 2012
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un anticonformista alla ricerca dei veri valori
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Ecco un altro capolavoro del regista Roberto Faenza, tratto dal romanzo "Un giorno questo dolore ti sarà utile" (frase di Ovidio), bestseller dello scrittore americano Peter Cameron. Qui Faenza mostra la sua grande arte di regista. Narra la storia di James, un giovane che si ribella di aderire alle richieste dei genitori di andare all'università, lui vorrebbe fare l'artigiano, starsene tranquillo in una casa in campagna a lavorare e leggere tanti libri. E' stufo della città in cui vive: New York (Manhattan). Troppa gente che corre, che lavora per costruirsi un avvenire, per diventare avvocato o una celebrità. Si rifiuta di aderire alle tradizioni, al cieco correre dietro falsi ideali, in mondo troppo caotico e chiassoso.
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Ecco un altro capolavoro del regista Roberto Faenza, tratto dal romanzo "Un giorno questo dolore ti sarà utile" (frase di Ovidio), bestseller dello scrittore americano Peter Cameron. Qui Faenza mostra la sua grande arte di regista. Narra la storia di James, un giovane che si ribella di aderire alle richieste dei genitori di andare all'università, lui vorrebbe fare l'artigiano, starsene tranquillo in una casa in campagna a lavorare e leggere tanti libri. E' stufo della città in cui vive: New York (Manhattan). Troppa gente che corre, che lavora per costruirsi un avvenire, per diventare avvocato o una celebrità. Si rifiuta di aderire alle tradizioni, al cieco correre dietro falsi ideali, in mondo troppo caotico e chiassoso. In lui sente il silenzio, e per questa ragione che si apparta, gli piace vivere da solo, lontano dalle falsità e ipocrisie della vita moderna americana. Il romanzo è scritto in modo asciutto e freddo, con un certo cinismo, mentre Faenza lo rende più gradevole, togliendo il cinismo ma mantenendo un'ironia sottile, all'inglese, che lo rende ancora più bello. Ottima la direzione degli attori, in particolare l'interprete di James, ottima la fotografia e la musica, la sceneggiatura e il film nell'insieme. Da premio Oscar! Un film che può insegnare tanto ai giovani di oggi, spesso disorientati dalle attrazioni del mondo consumistico in cui vivono. "Tutti dicono che sono matto... ma forse i matti sono loro!" - dice James alla fine del film.
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(di slibedis)
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liver
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sabato 3 marzo 2012
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se io sono disadattato allora gli altri cosa sono?
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Non tutto è ciò che sembra. Niente di nuovo, per carità, ma l'invito a considerare con attenzione le diversità non solo evidenti (appunto i diversamente abili) ma anche borderline (e quindi molto più difficili da accettare in quanto prive di alibi). Io ero quasi così ... Aiuto? No grazie.
Discutibile l'accostamento a Salinger: l'inquietudine di James è molto più profonda e motivata di quella del giovane Holden, che secondo me esprimeva solo un disagio generazionale temporaneo.
un film originale, sano, equilibrato.
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stefano capasso
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venerdì 6 febbraio 2015
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la ricerca dell'identità
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James è un ragazzo che vive una vita diversa dai suoi coetanei. Ama stare da solo, non ha interesse a proseguire la carriera universitaria, come vorrebbe il padre, nè a frequentare amici per coltivare una vita sociale come vorrebbe la madre. I suoi genitori sono separati e se il papa ricorre spesso alla chirurgia estetica per mantenersi giovane e sentirsi a suo agio con le sue donne molto più giovani di lui, la madre colleziona matrimoni e diversi. Mentre la sorella più grande coltiva un improbabile relazione con un professore universitario sposato molto più grande di lei.
In questo ambiente che non dà le risposte desiderate James trova nella nonna l’unico sostegno e la spinta a proseguire nella sua personale ricerca dell’identità.
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James è un ragazzo che vive una vita diversa dai suoi coetanei. Ama stare da solo, non ha interesse a proseguire la carriera universitaria, come vorrebbe il padre, nè a frequentare amici per coltivare una vita sociale come vorrebbe la madre. I suoi genitori sono separati e se il papa ricorre spesso alla chirurgia estetica per mantenersi giovane e sentirsi a suo agio con le sue donne molto più giovani di lui, la madre colleziona matrimoni e diversi. Mentre la sorella più grande coltiva un improbabile relazione con un professore universitario sposato molto più grande di lei.
In questo ambiente che non dà le risposte desiderate James trova nella nonna l’unico sostegno e la spinta a proseguire nella sua personale ricerca dell’identità.
Roberto Faenza in un film di matrice tipicamente americana, una storia drammatica raccontata come una commedia, sulla ricerca dell’identità, sul concetto di normalità e sulla necessità di vivere comunque la vita in tutti i suoi aspetti per operare scelte che siano effettivamente formanti per la persona
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filippo catani
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mercoledì 29 febbraio 2012
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un giovane holden contemporaneo
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Un ragazzo di 17 anni è stretto in una serie di situazioni. Intanto fatica e non è molto interessato a tenere rapporti con i suoi coetanei. In famiglia la madre passa da un matrimonio fallito all'altro mentre il padre è un avvocato con la fissa per la chirurgia estetica, le belle macchine e le giovani ragazze. La sorella intrattiene una improbabile relazione con il suo professore di linguistica sposato e molto più anziano di lei. L'unica persona con cui il ragazzo pare avere un rapporto è l'anziana nonna che non ha superato il trauma per la perdita del marito e vive nei ricordi del passato.
Per chiunque abbia letto il giovane Holden è davvero facile fare dei paragoni con questo film tratto dall'omonimo romanzo.
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Un ragazzo di 17 anni è stretto in una serie di situazioni. Intanto fatica e non è molto interessato a tenere rapporti con i suoi coetanei. In famiglia la madre passa da un matrimonio fallito all'altro mentre il padre è un avvocato con la fissa per la chirurgia estetica, le belle macchine e le giovani ragazze. La sorella intrattiene una improbabile relazione con il suo professore di linguistica sposato e molto più anziano di lei. L'unica persona con cui il ragazzo pare avere un rapporto è l'anziana nonna che non ha superato il trauma per la perdita del marito e vive nei ricordi del passato.
Per chiunque abbia letto il giovane Holden è davvero facile fare dei paragoni con questo film tratto dall'omonimo romanzo. Resta che la storia è davvero molto particolare ma plausibile e quindi lo spettatore finisce con l'immedesimarsi con il protagonista alle prese con una difficile matassa da dipanare. Già l'età dell'adolescenza non è delle più facili poi se ti ritrovi senza quasi nessun solido punto di riferimento la frittata è dietro l'angolo. D'altra parte i genitori non vogliono (o non possono?) capire che le insicurezze del loro figlio nascono dalle loro (da una parte per la ricerca di mariti e l'altro per la costante ricerca dell'aspetto esteriore). Buon film e buon cast per questo film di formazione.
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amicinema
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giovedì 1 marzo 2012
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mediocre adattamento del libro di cameron
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Se esistesse una sorta di principio di induzione cinematografico potrei essere tentato di dire che tutti i film tratti da libri di Cameron sono destinati ad essere opere poco riuscite.
Dopo avere "Questa sera dorata" e soprattutto "Un giorno questo dolore ti sarà utile" questa mia idea mi sembra sempre piu' convincente.
Il film di Faenza mi e' sembrato un pastrocchio irrisolto, pieno di banalità, simile ad un pamphlet new age con un cast, teoricamente molto di qualità, sprecato in ruoli macchiettistici.
Quello che non mi piace proprio di Cameron e' che circonda i suoi protagonisti (qui il giovane Toni Regbo, Omar Metwally in quello precedente) di una specie di corte dei miracoli, tanti personaggi di contorno, ognuno caratterizzato in maniera eccentrica, ma privo di qualsiasi profondità.
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Se esistesse una sorta di principio di induzione cinematografico potrei essere tentato di dire che tutti i film tratti da libri di Cameron sono destinati ad essere opere poco riuscite.
Dopo avere "Questa sera dorata" e soprattutto "Un giorno questo dolore ti sarà utile" questa mia idea mi sembra sempre piu' convincente.
Il film di Faenza mi e' sembrato un pastrocchio irrisolto, pieno di banalità, simile ad un pamphlet new age con un cast, teoricamente molto di qualità, sprecato in ruoli macchiettistici.
Quello che non mi piace proprio di Cameron e' che circonda i suoi protagonisti (qui il giovane Toni Regbo, Omar Metwally in quello precedente) di una specie di corte dei miracoli, tanti personaggi di contorno, ognuno caratterizzato in maniera eccentrica, ma privo di qualsiasi profondità.
La pellicola purtroppo non riesce a rendere originale una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e nonostante qualche bella scena (la morte della nonna, i giri solitari di Regbo a Washington) non ha mai una identità forte a livello di immagine che possa riscattare la banalità del testo narrativo.
Bravo invece Toni Regbo che comunica con estrema naturalezza quella fittizia anormalità di essere perfino troppo normale in un mondo che ha perso di vista ormai i valori di riferimento e guarda solo ai propri problemi come se fossero la scala per misurare la vita.
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[+] film noioso
(di slibedis)
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