Il film, per il tramite del piccolo Hugo Cabret, rimasto orfano e in difficoltà nella stazione di parigi, ci porta a conoscere la storia di Georges Méliès e del cinematografo. Il racconto è una fiaba e come tale va preso, solo che vuole anche raccontare la storia, quella vera, del dopoguerra e della nascita dei primi film muti. Peccato che il regista scorda di contestualizzare il tutto e vediamo nel film una Tour Effeil completamente illuminata, purtroppo allora non lo erase non per la pubblicità della Citroen, e la vediamo da una angolatura più in alto, ma la torre è stata per molto tempo la costruzione più alta di Parigi. Ora non indaghiamo sul resto della storia, ma se vogliamo fare cultura e raccontare qualcosa, soprattutto ai bambini, raccontiamo la verità: è un po' come mettere un SUV tra le carrozze. Non bastano gli occhi azzurri del bambino per fare un buon film. L'intenzione era buona, ma si è persa in un bicchiere d'acqua.
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