Caro Davide Stanzione, il tuo commento è arguto, anche se davvero troppo, troppo ridondante, oltretutto vessato da parentesi e virgole appiccicate alle parole senza rispettare lo spazio e dunque di faticosissima lettura. Però, a parte il divertente eclipsiamoci così senza pudore, devo dire che la tua esemplificazione tra il ragazzo che abbaia ma non morde e quello che non abbaia ma morde eccome è davvero geniale, tanto è calzante, felice e lapalissiana al punto che non ci aveva mai pensato nessuno prima, ed è la dimostrazione che in un cervello sveglio e funzionante tutto si tiene e si connette in modo da poter spremere un significato interessante e divertente anche in un'operina letteraria gradevole ma secondaria e, come dici tu, esangue, come la Twilight Saga. Comunque, da ridondante a ridondante, ti dico: sei forte!
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davidestanzione
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venerdì 2 luglio 2010
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grazie hollygoli
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Grazie Hollygoli ;-)..sì sulla ridondanza hai pienamente ragione..vedi nella mia (autarchica, per dirla alla Nanni Moretti, e personalissima) idea di linguaggio cinematografico l'artificiosità o la ridondanza linguistica non è altro che un mezzo (metacinematografico) per ricreare (si fa per dire) le sfaccettate sensazioni che derivano dalla visione di un'opera cinematografica, la cui essenza creativa (ora per non vorrei fare filosofia ontologica però..) per me è altrettanto artificiosa. Anche se mi rendo conto che appiccicare virgole e parentesi (per assenza di spazio;-)) può costituire un serio ostacolo alla lettura, così come gli incisi di lunghezza assassina..sto lavorando per commercializzare la mia prosa sai, per ridurne la prolissa ridondanza, e credo di esserci riuscito tutto sommato anche se ogni tanto mi concedo (per Twilight ne valeva la pena;-)) delle digressioni, come un megabigné al cioccolato dopo un trimestre di cioccolatini formato mignon.
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Grazie Hollygoli ;-)..sì sulla ridondanza hai pienamente ragione..vedi nella mia (autarchica, per dirla alla Nanni Moretti, e personalissima) idea di linguaggio cinematografico l'artificiosità o la ridondanza linguistica non è altro che un mezzo (metacinematografico) per ricreare (si fa per dire) le sfaccettate sensazioni che derivano dalla visione di un'opera cinematografica, la cui essenza creativa (ora per non vorrei fare filosofia ontologica però..) per me è altrettanto artificiosa. Anche se mi rendo conto che appiccicare virgole e parentesi (per assenza di spazio;-)) può costituire un serio ostacolo alla lettura, così come gli incisi di lunghezza assassina..sto lavorando per commercializzare la mia prosa sai, per ridurne la prolissa ridondanza, e credo di esserci riuscito tutto sommato anche se ogni tanto mi concedo (per Twilight ne valeva la pena;-)) delle digressioni, come un megabigné al cioccolato dopo un trimestre di cioccolatini formato mignon. Se ti va puoi seguire il mio salotto cinematografico su facebook:mi trovi come Dave Bullet.
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hollygoli
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sabato 3 luglio 2010
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lo farò senz'altro
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non appena mia figlia avrà finito di completarmi il profilo... Anzi, le dico di cercarti con il suo: noi siamo una famiglia di cinefili, la sua mail allude a mae west, il suo avatar è Audrey Hepburn...Sulla ridondanza, l'artificiosità e la sfaccettatura del linguaggio filmico mi trovi d'accordissimo. E mi piace scrivere, e leggere, prose barocche, ricche, lussureggianti, anche se ogni tanto invidio quelli che, colti da improvvise illuminazioni, riescono, con una sintesi fulminea, a sfiorare la pura poesia.Comunque ti aspetto alla prossima, spassosissima recensione!Holly Golightly
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