marvelman
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sabato 3 luglio 2010
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anticristo del cinema
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E' molto difficile fare un film più brutto di questo...forse solo dragonball evolution è così...ha incassato 490 milioni in tutto il mondo solo perchè è un film fatto puramente per il commercio, di una qualità che rasenta l'abisso del trash, anche grazie all'ausilio di un 3D fatto peggio che sui libri per i bambini e del fatto di essere il remake di un film di serie Z che può essere amato solamente dai fan...
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keanu
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venerdì 9 luglio 2010
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superficiale, piatto e noioso !!
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Mediocre e ridicolo, trama piatta, superficiale e scontata ...
Effetti speciali appena sufficienti. Buono il trucco. Discreti i costumi e la colonna sonora !
Regia scarsa.
Si può vedere, ma basta, non lascia nulla ...
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joker 91
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martedì 7 settembre 2010
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siamo alle solite
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un film distrutto dal troppo baccano degli effetti speciali,un cast eccellente di attori su tutti i mitici liam neeson ed ralph fiennes che sono sprecati totalmente in un lavoro dove si poteva davvero fare qualcosa di grande ma come al solito Hollywood ha rovinato tutto con i soliti effetti speciali tralasciando tutto il resto per far soldi,il risultato-250 milioni di dollari spesi per la realizzazzioni ed il film è andato pure malissimo a livello di critica e pubblico,solito blockbuster hollywoodiano inutile.
Spero in futuro a idee originali intelligenti,non i soliti film come questo che non insegnano nulla e che costato cifre astronomiche senza soddisfare.
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great steven
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mercoledì 16 ottobre 2013
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worthington veste il ruolo di un perseo deludente.
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SCONTRO TRA TITANI (USA/GREC/FR, 2010) di LOUIS LETERRIER con SAM WORTHINGTON – LIAM NEESON – RALPH FIENNES – GEMMA ARTERTON – JASON FLEMYNG – MADS MIKKELSEN – PETE POSTLETHWAITE - ALEXA DAVALOS – NICHOLAS HOULT § Bisogna sempre diffidare dei rifacimenti cinematografici dei miti antichi: 9 volte su 10 abusano di riferimenti artificiosi all’attualità e adattamenti per esigenze di copione pressoché inutili (si salva Gli Argonauti di Don Chaffey, 1963). Perseo, allevato da un’umile famiglia di pescatori, è in realtà nato dall’unione fra Zeus e una mortale. Recuperato dai marinai di Argo dopo un disastro navale, viene costretto dal re Acrisio a placare la furia degli dei, adirati con gli uomini perché non ne vengono rispettati.
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SCONTRO TRA TITANI (USA/GREC/FR, 2010) di LOUIS LETERRIER con SAM WORTHINGTON – LIAM NEESON – RALPH FIENNES – GEMMA ARTERTON – JASON FLEMYNG – MADS MIKKELSEN – PETE POSTLETHWAITE - ALEXA DAVALOS – NICHOLAS HOULT § Bisogna sempre diffidare dei rifacimenti cinematografici dei miti antichi: 9 volte su 10 abusano di riferimenti artificiosi all’attualità e adattamenti per esigenze di copione pressoché inutili (si salva Gli Argonauti di Don Chaffey, 1963). Perseo, allevato da un’umile famiglia di pescatori, è in realtà nato dall’unione fra Zeus e una mortale. Recuperato dai marinai di Argo dopo un disastro navale, viene costretto dal re Acrisio a placare la furia degli dei, adirati con gli uomini perché non ne vengono rispettati. Questi vuole in realtà che Perseo salvi la figlia Andromeda, che gli dei hanno costretto ad offrirsi come vittima al Kraken, gigantesco mostro acquatico. Nel frattempo, sul monte Olimpo, il dio degli inferi Ade mira a detronizzare il fratello Zeus, e quindi dà al semiumano Calibos l’incarico di eliminare Perseo. Troppa violenza cruda e intimidatoria che colpisce subito gli occhi dello spettatore per un film di soli 90 minuti, e dei colori troppo accesi e superbi che si sovrappongono, dando un’idea di falso gigantismo. Il 37enne francese Leterrier, se aveva voglia di fare baccano, ha sicuramente realizzato il suo obiettivo, ma se invece si prefiggeva di dare una rilettura avventurosa o avvincente di un classico della mitologia greca, ha fatto quasi pena. Allenatosi meticolosamente per il ruolo e indossante pesanti armature, Worthington è plausibile fin dove il copione glielo permette e la palestratissima Arterton non è soltanto bella.
Mitologico: giudizio personale: 6 (sufficiente)
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darkenry
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martedì 24 maggio 2011
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un buon film
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Questo è un normale film. Non è uno di quei capolavori che ti rimangono impressi, ma neanche un fallimento. Gli effetti speciali sono buoni, gli attori se la cavano bene nelle loro parti, il trucco invece è la cosa più ruscita del film. Niente di che.
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(di fabian t.)
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dragonia
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sabato 12 maggio 2012
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scontro...con ade
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Già quando l'ho visto al cinema mi ha intrattenuto a dovere, e ora, a riguardarmelo, non me la sento proprio di bocciarlo: a parte l'equivoco generato dal titolo (non vedo alcun titano, a meno che il termine non sia inteso in senso figurato), e qualche passaggio della sceneggiatura un po' forzato, i difetti di questo film sono ben pochi. Tutti gli attori fanno il loro dovere, a livello tecnico, sia effetti speciali che scenografie, per non parlare dei costumi, siamo a livelli strabilianti (poi, scusate tanto: vi lamentate di come sono vestiti gli dei qui, vi lamentate di come sono vestiti in Immortals...come diavolo volete che siano vestiti? In giacca e cravatta forse?).
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Già quando l'ho visto al cinema mi ha intrattenuto a dovere, e ora, a riguardarmelo, non me la sento proprio di bocciarlo: a parte l'equivoco generato dal titolo (non vedo alcun titano, a meno che il termine non sia inteso in senso figurato), e qualche passaggio della sceneggiatura un po' forzato, i difetti di questo film sono ben pochi. Tutti gli attori fanno il loro dovere, a livello tecnico, sia effetti speciali che scenografie, per non parlare dei costumi, siamo a livelli strabilianti (poi, scusate tanto: vi lamentate di come sono vestiti gli dei qui, vi lamentate di come sono vestiti in Immortals...come diavolo volete che siano vestiti? In giacca e cravatta forse?). Inoltre, Leterrier si dimostra assai capace come regista di sequenze d'azione, davvero ben fatte. Ma quello che mi sorprende di più è il fatto che i numerosi miti ripresi ed amalgamati nella storia (la nascita di Perseo, la vanità di Cassiopea, il sacrificio di Andromeda), anche se adattati per esigenze di entertainment, non sono del tutto stravolti, anzi, in più occasioni gli restano fedeli (posso dichiararlo dopo aver tradotto innumerevoli versioni di greco al riguardo). Notevoli, infine, le musiche, evocative, e in certi punti quasi epiche. Dunque, alla luce di questo fatto, cosa c'è che non va? Perché tutte queste stroncature? Forse per il fatto che la gente si aspettava una cosa simile per confezione e contenuti al Signore degli Anelli, cosa che proprio non capisco: questo film vuole solo intrattenere, niente di più. E se lo fa bene, allora è il benvenuto nella mia videoteca e merita un buon voto.
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spleen
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martedì 4 settembre 2012
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rovinare la mitologia non è mai stato così costoso
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Beh, da dove cominciare con questo film? Partiamo dal titolo: Scontro fra Titani. Ora, anche all'osservatore meno esperto sarà sembrato evidente che nella pellicola compaiono dei, semidei, uomini e varie creature mitologiche, ma proprio dei titani non si vede nemmeno l'ombra! Come potrebbero mai scontrarsi questi titani se il film è ambientato in un'epoca in cui questi sono già stati sconfitti e esiliati dagli dei? Ma lo scempio cinematografico è solo all'inizio; tra le tante creature fantastiche di cui dispone l'avvincente mitologia greca, per quale assurdo motivo Perseo dovrebbe combattere contro un kraken, di risapute origini nordiche? Perchè inserire un elemento tanto dissonante tra tutte le altre figure? Tra l'altro, volendo proprio essere precisi, il kraken dovrebbe avere la forma di una piovra gigante, non di una specie di gigante dalla testa di serpente! Ma sorvolando sulla dubbia esattezza dei miti ripresi, il film fa acqua da tutte le parti anche a livello stilistico; l'intera attenzione del regista sembra essersi concentrata sugli effetti speciali, che per quanto possano suscitare stupore nello spettatore, non potranno certo compensare alla mancanza di spessore di cui soffrono i personaggi, figure mostrate, prive di identità e di carattere, che vengono poi liquidate o riprese solo per rendere la trama meno scarna, come ad esempio i due fratelli cacciatori che ad Argo si uniscono alla spedizione di Perseo: rimasti nell'anonimato per tutto il film, ad eccezione della scena della consegna dello scudo in cui uno chiama l'altro "Kokuk", combattono i scorpioni giganti, si ritirano dopo la profezia per poi ricomparire alla fine del film a cavallo di uno scorpione, occupando la scena per meno di 5 secondi; l'introspezione dello stesso protagonista è ai livelli minimi, un protagonista che più che venire investito dell'aura di aulicità propria degli eroi della mitologia greca viene mostrato come l'ennesimo duro del cinema d'azione contemporaneo che impugna un'arma ed è pronto a far fuori quanti più nemici è possibile.
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Beh, da dove cominciare con questo film? Partiamo dal titolo: Scontro fra Titani. Ora, anche all'osservatore meno esperto sarà sembrato evidente che nella pellicola compaiono dei, semidei, uomini e varie creature mitologiche, ma proprio dei titani non si vede nemmeno l'ombra! Come potrebbero mai scontrarsi questi titani se il film è ambientato in un'epoca in cui questi sono già stati sconfitti e esiliati dagli dei? Ma lo scempio cinematografico è solo all'inizio; tra le tante creature fantastiche di cui dispone l'avvincente mitologia greca, per quale assurdo motivo Perseo dovrebbe combattere contro un kraken, di risapute origini nordiche? Perchè inserire un elemento tanto dissonante tra tutte le altre figure? Tra l'altro, volendo proprio essere precisi, il kraken dovrebbe avere la forma di una piovra gigante, non di una specie di gigante dalla testa di serpente! Ma sorvolando sulla dubbia esattezza dei miti ripresi, il film fa acqua da tutte le parti anche a livello stilistico; l'intera attenzione del regista sembra essersi concentrata sugli effetti speciali, che per quanto possano suscitare stupore nello spettatore, non potranno certo compensare alla mancanza di spessore di cui soffrono i personaggi, figure mostrate, prive di identità e di carattere, che vengono poi liquidate o riprese solo per rendere la trama meno scarna, come ad esempio i due fratelli cacciatori che ad Argo si uniscono alla spedizione di Perseo: rimasti nell'anonimato per tutto il film, ad eccezione della scena della consegna dello scudo in cui uno chiama l'altro "Kokuk", combattono i scorpioni giganti, si ritirano dopo la profezia per poi ricomparire alla fine del film a cavallo di uno scorpione, occupando la scena per meno di 5 secondi; l'introspezione dello stesso protagonista è ai livelli minimi, un protagonista che più che venire investito dell'aura di aulicità propria degli eroi della mitologia greca viene mostrato come l'ennesimo duro del cinema d'azione contemporaneo che impugna un'arma ed è pronto a far fuori quanti più nemici è possibile.
Insomma, mitologia maltrattata, personaggi solo accennati e trama insipida fanno di "Scontro tra Titani" uno di quei film che lasciano allo spettatore un senso di insoddisfazione e di vuoto. L'unico punto a favore del regista è sicuramente la scelta di attori del calibro di Liam Neeson e Ralph Fiennes, rispettivamente Zeus e Ade nel film, che risollevano sensibilmente il livello del film, senza tuttavia portarlo a livelli di sufficienza.
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lucalip
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venerdì 27 maggio 2011
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piacevole
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Qualche effetto speciale di troppo. Tuttavia il film è decente. La mitologia va un pò a farsi benedire, ma la trama è abbastanza avvincente e il personaggio di Perseo abbastanza credibile. Ottimi Neeson e Phinnies nei ruoli di Zeus e Ade. Piacevole
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ferdinando
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giovedì 22 aprile 2010
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scontro tra titani e l’autonomia del mito
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Per uno storico del mito greco il film sarebbe da stroncare poiché il mito di Perseo è presente solo in modo alquanto telefonato –il termine calcistico rende l’immediatezza dell’idea proprio come è prerogativa per il mito-, tuttavia per chi ravvede una contraddizione nel parlare di storicità del mito il tema è già diverso, il tema non è né Perseo, né i Titani ma, appunto, il mito e il titolo del film è solo una necessità atta a suggerire un nesso di continuità in divenire con l’ultimo film mitologico firmato Ray Harryhausen, necessità rafforzata dalla bella e nostalgica apparizione della sua civetta meccanica tratta dal film del 1981 di Desmond Davis, un divenire che viene applicato anche alla tradizione mitologica greca e che utilizza, integrandoli o trasformandoli sapientemente, anche temi mitologici diversi per epoca e circostanze e che tuttavia contrassegnano la nostra epoca sempre in attesa di un eroe che la salvi definitivamente dai suoi cracken.
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Per uno storico del mito greco il film sarebbe da stroncare poiché il mito di Perseo è presente solo in modo alquanto telefonato –il termine calcistico rende l’immediatezza dell’idea proprio come è prerogativa per il mito-, tuttavia per chi ravvede una contraddizione nel parlare di storicità del mito il tema è già diverso, il tema non è né Perseo, né i Titani ma, appunto, il mito e il titolo del film è solo una necessità atta a suggerire un nesso di continuità in divenire con l’ultimo film mitologico firmato Ray Harryhausen, necessità rafforzata dalla bella e nostalgica apparizione della sua civetta meccanica tratta dal film del 1981 di Desmond Davis, un divenire che viene applicato anche alla tradizione mitologica greca e che utilizza, integrandoli o trasformandoli sapientemente, anche temi mitologici diversi per epoca e circostanze e che tuttavia contrassegnano la nostra epoca sempre in attesa di un eroe che la salvi definitivamente dai suoi cracken. Assolvo dunque il regista, il mito non è una forma statica e neppure è storia, il mito è arte che si autoalimenta come la musica autoalimenta se stessa, quasi svincolandosi dal suo compositore che dall’idea trae gli elementi per controllare i tempi e i modi dell’armonica reazione a catena. In un mondo che ha <> (cito Karoly Kerényi ricercatore e studioso sulla religione greca), ben vengano film come questo che aprono il mito al suo vero senso di movimento, ove la verosimiglianza con l’originale ha il valore di un tramonto vero, ove il tempo si dispiega sulle ali di Pegaso, rispetto ad un tramonto dipinto che fissa il tempo –quest’immagine me la suggerisce il film nella splendida e brevissima inquadratura in campo lungo di Perseo che cavalca Pegaso lungo una spiaggia, ove il sole è al tramonto sull’orizzonte del mare.
Lasciamo che attraverso i nostri occhi le belle immagini del film vibrino insieme a noi per espanderci verso orizzonti misteriosi di conoscenza che recuperino al positivismo dello spirito scientifico il senso di quell’ingenuità che rivela la creatività nell’arte e nell’artista; <>, la cinematografia si avvale della scienza e in ciò dà il proprio contributo alle attese che sono nell’espressione di Karoly Kerényi. Ritorni dunque Perseo a decapitare la gorgonea ottusità di chi ferma le immagini sulla retina per proiettarle in un passato che non è più, essa è l’immagine riflessa di Medusa sullo scudo di Perseo, per questo si finisce decapitati con Medusa, imprigionati nell’attimo dell’oggi che contempla un passato di pietra.
In quest’ottica, tralasciando la perfettibilità del 3D e la sola delusione della manieristica e poco convincente ricostruzione dell'Olimpo, il film respira, è ben confezionato, ci accompagna sui sentieri propri alla cinematografia, che non sono quelli della semplice riproduzione del reale, e fa riflettere sul profondo significato dell’autonomia del mito greco e del mito in genere che risorge reinterpretato in quel di Hollywood e gli esempi sono molti.
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