gianleo67
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giovedì 18 dicembre 2014
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di cosa parliamo quando parliamo d'amore
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Dean è un giovane ragazzo sradicato che ha trovato lavoro in una ditta di traslochi; Cindy è una bella ragazza che studia medicina e soffre per la separazione dei genitori. Si conoscono quasi per caso, si innamorano quasi subito e lui accetta perfino di sposarla sapendo che la bimba che porta in grembo non è la sua. Anni dopo il loro matrimonio è ormai naufragato nella routine e nel disamore di lei. La separazione, per quanto dolorosa, è ormai inevitabile. Una freccia di cupido scagliata nel cuore dolente dell'America; è questo il senso del primo vero lungometraggio del giovane Cinafrance (il primo non è stato proprio distribuito) e segna l'incursione nei territori misconosciuti di un dramma sentimentale intimista e minimalista insieme che sembra guardare tanto al lirismo appassionato di Terence Malick quanto a quel microcosmo umano contrassegnato dagli inevitabili fallimenti con cui si può declinare la parola 'amore' secondo le mutevoli accezioni care a Raymond Carver ('Di cosa parliamo quando parliamo d'amore').
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Dean è un giovane ragazzo sradicato che ha trovato lavoro in una ditta di traslochi; Cindy è una bella ragazza che studia medicina e soffre per la separazione dei genitori. Si conoscono quasi per caso, si innamorano quasi subito e lui accetta perfino di sposarla sapendo che la bimba che porta in grembo non è la sua. Anni dopo il loro matrimonio è ormai naufragato nella routine e nel disamore di lei. La separazione, per quanto dolorosa, è ormai inevitabile. Una freccia di cupido scagliata nel cuore dolente dell'America; è questo il senso del primo vero lungometraggio del giovane Cinafrance (il primo non è stato proprio distribuito) e segna l'incursione nei territori misconosciuti di un dramma sentimentale intimista e minimalista insieme che sembra guardare tanto al lirismo appassionato di Terence Malick quanto a quel microcosmo umano contrassegnato dagli inevitabili fallimenti con cui si può declinare la parola 'amore' secondo le mutevoli accezioni care a Raymond Carver ('Di cosa parliamo quando parliamo d'amore'). Le pagine di questo percorso umano e sentimentale fatto di gente semplice che cerca di trovare la giusta misura con cui guardare alla vita (un lavoro precario, una indecisione sentimentale, una gravidanza non voluta, un aborto 'abortito', un matrimonio che non dà garanzie per il futuro) sembrano snodarsi tra un prima fatto di scelte sofferte e un dopo di decisioni obbligate, nello straniante parallelo tra un presente improbabile e un passato plausibile e dove si stenta a riconoscere agli stessi personaggi le stesse motivazioni e lo stesso trasporto che ne ha fatto incrociare i percorsi individuali alla ricerca di quella realtà mutevole e infingarda con cui hanno barattato la loro libertà per l'incerto ideale di una improbabile unità familiare. Le persone cambiano e con loro i sentimenti; questo sembra volerci dire Cianfrance rivelando il magistero di una sorprendente saggezza che sembra volere fare un torto alla sua giovane età, laddove un linguaggio che alterna uno sguardo di dolente prossimità ai suoi giovani protagonisti e la sommessa colonna sonora di un San Valentino di strazianti separazioni (almento tanto quanto erano stati sofferti i dolci sussurri dei primi momenti) ci parla con i codici imperscrutabili di una verità dei sentimenti che riesce a trovare nel mistero dell'esistenza individuale la sua vera ragione d'essere ('You and me' della soul band 'Penny and the quarters' ripesca un repertorio blues che suona come il triste paradigma di una fragilità del rapporto a due che non regge alla prova del tempo). Un'America profonda e vera, quale realistica cornice entro cui tratteggiare i sofferti contorni ed il senso di quel difficile mestiere che è la vita, fatta di ragazzi che non hanno finito la scuola e di ragazze madri che hanno sacrificato le proprie ambizioni per una imperdonbabile leggerezza, di nonni ormai abbandonati a morire negli ospizi e di bambini destinati a crescere senza un padre, di una storia d'amore condannata a spegnersi lentamente come il fuoco della passione da cui era nata. Un Ryan Gosling invecchiato e spelacchiato che richiama anche fisiognomicamente l'alter ego del Derek Cianfrance che lo dirige e una straordinaria Michelle Williams quale nuova crocerossina d'America, bionda e graziosa, destinata al camice da (para)medico già indossato nel 'Mammoth' di Lucas Moodysson sono gli indovinati protagonisti di questa epica minimalista dei sentimenti presentata al Sundance di Redford e che ha valso a quest'ultima la nomination come migliore attrice in un film drammatico agli Oscar ed ai Golden Globe 2011.
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samn97
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lunedì 12 gennaio 2015
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la deriva di un amore meraviglioso
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La forza di Blue Valentine sta nel raccontare non solo una meravigliosa storia d'amore con eleganza, intelletto e esercizio di virtù registica, ma soprattutto nell'unire questi elementi, paradossalmente, con la rottura. Blue Valentine infatti non racconta una storia d'amore, racconta la deriva di una storia d'amore, senza nemmeno dare troppe spiegazioni - non ce n'è bisogno. Brevi istanti di felicità, vita quotidiana, ricordi sparsi si susseguono continuamente, per il semplice motivo che l'unico modo di far rivivere un amore ormai finito è ricordare ciò che lo ha reso felice. I protagonisti di questa storia sono due persone come tutte, senza nulla di più, ma anzi forse qualcosa di meno.
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La forza di Blue Valentine sta nel raccontare non solo una meravigliosa storia d'amore con eleganza, intelletto e esercizio di virtù registica, ma soprattutto nell'unire questi elementi, paradossalmente, con la rottura. Blue Valentine infatti non racconta una storia d'amore, racconta la deriva di una storia d'amore, senza nemmeno dare troppe spiegazioni - non ce n'è bisogno. Brevi istanti di felicità, vita quotidiana, ricordi sparsi si susseguono continuamente, per il semplice motivo che l'unico modo di far rivivere un amore ormai finito è ricordare ciò che lo ha reso felice. I protagonisti di questa storia sono due persone come tutte, senza nulla di più, ma anzi forse qualcosa di meno. Entrambi hanno punti di forza e debolezza complementari, ma è proprio la loro diversità ad unirli in un amore meraviglioso come pochi altri. Ma allora ci chiediamo cosa li ha portati ad una simile usura? Perchè questo amore è finito così? Non lo si sa, forse il tempo, forse qualcosa che solo Cindy e Dean sanno. Noi dobbiamo accontentarci di vedere la loro deriva, e di godere con loro - quell'ultima sera al motel "Stanza Futuro" - dei passati momenti di felicità. Non ci sono tragedie immani, ma il dramma della relazione incrinata è costante e sottile, accentuato dal contrasto con i ricordi. Non c'è nessuna cattiveria, nessun torto eccessivo, solo una fine inesorabile: perchè quando un corpo rifiuta l'altro solo di quello può trattarsi. Ogni scena è memorabile, ogni sequenza costituisce una piccola perla di stile e non c'è spazio per i clichè romantici (che anche laddove utilizzati, sono proposti in maniera visionaria e originale).
La coppia di attori è formidabile, intensa e credibile fino in fondo. A colpire soprattutto è Michelle Williams, che dimostra di avere nell'intensità delle sue espressioni la forza di un uragano, gestendo peraltro meravigliosamente i flashback, che grazie alla sua bravura non appaiono minimamente contaminati dalla morte dell'amore che costituisce i momenti "presenti". In ogni suo gesto del "presente", in ogni piccola mossa, fa capire categoricamente che, pur essendone dispiaciuta alla disperazione e pur fuggendo la cosa, no: non prova più amore per Dean. Anche Ryan Gosling da parte sua delinea con grande effetto il cinismo e la sincerità del suo personaggio, che invece alla fine tenta in ogni modo di salvare la relazione.
Film meraviglioso, sprigiona mille emozioni ed è catartico e visionario: un prodotto di nicchia per un pubblico raffinatissimo.
Michelle Williams candidata all'Oscar come Miglior Attrice per la sua interpretazione straordinaria.
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ile97
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domenica 20 settembre 2015
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"blue valentine", disturbante perché reale
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#BlueValentine.
Questo film di Derek Cianfrance lascia veramente un segno senza raccontare una storia troppo particolare.
È la storia di Cindy e Dean,due giovani ragazzi alle prese con i soliti problemi della loro età. Si innamorano,si sposano,Dean resta vicino a Cindy durante l'attesa e la crescita di una bambina che non è sua figlia. Mentre all'inizio il loro amore si presenta come vivo e passionale,pian piano qualcosa comincia a rompersi,si spegne lentamente.
"Blue Valentine" è una storia semplice,ma proprio per la sua semplicità è diversa da tutte le altre.
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#BlueValentine.
Questo film di Derek Cianfrance lascia veramente un segno senza raccontare una storia troppo particolare.
È la storia di Cindy e Dean,due giovani ragazzi alle prese con i soliti problemi della loro età. Si innamorano,si sposano,Dean resta vicino a Cindy durante l'attesa e la crescita di una bambina che non è sua figlia. Mentre all'inizio il loro amore si presenta come vivo e passionale,pian piano qualcosa comincia a rompersi,si spegne lentamente.
"Blue Valentine" è una storia semplice,ma proprio per la sua semplicità è diversa da tutte le altre. Evita le sdolcinatezze per raccontare finalmente che cosa comportano l'amore e la vita di coppia. Si cresce insieme,ma si cambia anche insieme arrivando talvolta a non sapere più con chi si abbia a che fare. Ed è in questa confusione che si comincia a perdere non solo l'altro,ma anche se stessi.
Magnifiche le interpretazione dei due attori principali,Ryan Gosling e Michelle Williams,che riescono a trasmettere perfettamente tutti i sentimenti e tutti i cambiamenti dei personaggi che interpretano pur dovendo trasformarsi completamente dalle scene di flashback a quelle del presente.
Insomma,"Blue Valentine" disturba perché rappresenta la realtà bruscamente,senza girarci intorno.
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matteo manganelli
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giovedì 29 agosto 2013
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l'amore è una cosa semplice
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Chi ha amato e perso almeno una volta nella propria vita non potrà rimanere indifferente a questo film.
Blue Valentine non è niente di nuovo, soffre di tutti i difetti tipici dei registi inesperti e ha una trama ridotta all'osso. Distrutta da un doppiaggio dozzinale fino all'inverosimile, la pellicola tratta 2 fasi della vita di Dean e Cindy: il loro innamoramento e la loro crisi, una decina di anni dopo. Blue Valentine non ha pretese: mette in scena numerosi attimi di una storia d'amore, dai più felici ai più complessi da superare.
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Chi ha amato e perso almeno una volta nella propria vita non potrà rimanere indifferente a questo film.
Blue Valentine non è niente di nuovo, soffre di tutti i difetti tipici dei registi inesperti e ha una trama ridotta all'osso. Distrutta da un doppiaggio dozzinale fino all'inverosimile, la pellicola tratta 2 fasi della vita di Dean e Cindy: il loro innamoramento e la loro crisi, una decina di anni dopo. Blue Valentine non ha pretese: mette in scena numerosi attimi di una storia d'amore, dai più felici ai più complessi da superare.
Ryan Gosling è bravissimo e anche l'insopportabile Michelle Williams, mi tocca dirlo, è perfetta. Un dramma moderno ben calibrato, da vedere assolutamente se si ha una passione per le storie d'amore.
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balunzen
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martedì 16 settembre 2014
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nella stessa sera ho visitato 2 mondi
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Stasera ho visto Blue Valentine. Non sono un recensore esperto, perciò mi limito ad apprezzare la performance dei due protagonisti (soprattutto la ingiustamente poco nota [a me] Michelle Williams)
e a rilevare quanto pesante sia il film. Pesante! non solo e non necessariamente perché, come tanti dicono, "non succede granché".
Pesante a causa dell'angoscia che trasmette, angoscia che mi ha schiacciato per tutta la durata della pellicola.
Neanche i frequenti flash-back sui primi tempi felici mi alleggerivano la visione e mi permettevano la rielaborazione dei significati e della sostanza, che non ho colto (o che non c'erano...)
Tutto questo non mi è nuovo: di film U.
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Stasera ho visto Blue Valentine. Non sono un recensore esperto, perciò mi limito ad apprezzare la performance dei due protagonisti (soprattutto la ingiustamente poco nota [a me] Michelle Williams)
e a rilevare quanto pesante sia il film. Pesante! non solo e non necessariamente perché, come tanti dicono, "non succede granché".
Pesante a causa dell'angoscia che trasmette, angoscia che mi ha schiacciato per tutta la durata della pellicola.
Neanche i frequenti flash-back sui primi tempi felici mi alleggerivano la visione e mi permettevano la rielaborazione dei significati e della sostanza, che non ho colto (o che non c'erano...)
Tutto questo non mi è nuovo: di film U.S.A. intrisi di pessimismo esistenziale, di fatica di vivere, di nichilismo, troppi ne ho visti!
E allora sapete cosa ho fatto? Sono passato in Gran Bretagna a vedere "Love actually" e mi sono passate tutte le "paturnie".
Lo humour inglese, a volte sguaiato come nelle moine di Hugh Grant, altre volte compresso nella faccia di cemento di Colin Firth .
Certo, il film è leggerino, non ha grosse pretese ecc. ecc. ma, come dice all'inizio la voce narrante:
" Per me l'amore è dappertutto, magari non è particolarmente nobile o degno di nota, ma comunque c'è.
Io ho la strana sensazione che l'amore, se lo cerchi, è...dappertutto". Mi associo.
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no_data
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domenica 17 febbraio 2013
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la scelta delle donne
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è lo spaccato della realtà di coppia, e di come è quasi sempre la donna che guida la stessa e mai come in questo caso sceglie di formare una famiglia con l'uomo sbagliato,lei che ama il rapporto con uomini violenti e determinati,finisce con scegliere un uomo fantoccio senza prospettive....il finale purtroppo è l'epilogo troppo spesso incontrato nella vita comune,la famiglia finisce ad essere formata da un solo elemento e il più delle volte è la madre,ma non è detto che sia sempre la scelta giusta e sopratutto non è quasi mai quella dei figli.
Un ottimo film che mette in evidenza i problemi della società in cui viviamo,nati proprio nella famiglia dalla famiglia con la famiglia,suggerendoci che forse in moltissimi casi converrebbe astenersi dal voler perforza procreare, per consolidare una coppia che non può reggere nel futuro.
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è lo spaccato della realtà di coppia, e di come è quasi sempre la donna che guida la stessa e mai come in questo caso sceglie di formare una famiglia con l'uomo sbagliato,lei che ama il rapporto con uomini violenti e determinati,finisce con scegliere un uomo fantoccio senza prospettive....il finale purtroppo è l'epilogo troppo spesso incontrato nella vita comune,la famiglia finisce ad essere formata da un solo elemento e il più delle volte è la madre,ma non è detto che sia sempre la scelta giusta e sopratutto non è quasi mai quella dei figli.
Un ottimo film che mette in evidenza i problemi della società in cui viviamo,nati proprio nella famiglia dalla famiglia con la famiglia,suggerendoci che forse in moltissimi casi converrebbe astenersi dal voler perforza procreare, per consolidare una coppia che non può reggere nel futuro.
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donni romani
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martedì 5 febbraio 2013
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struggente e sincera fine di un amore
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Quando si può dire che un amore è finito? Quando la consapevolezza del fallimento può superare i sentimenti che ancora ci legano al passato? Quando il dolore della perdita diventa accettabile? E' tutto in queste semplici domande - e nelle impossibili risposte - il bellissimo e doloroso film di Cianfrance che a distanza di tre anni dalla distribuzione internazionale - e dalla nomination agli Oscar per la Williams - esce anche in Italia. Dean e Cindy sono sposati, hanno una figlia, e si stanno faticosamente allontanando.
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Quando si può dire che un amore è finito? Quando la consapevolezza del fallimento può superare i sentimenti che ancora ci legano al passato? Quando il dolore della perdita diventa accettabile? E' tutto in queste semplici domande - e nelle impossibili risposte - il bellissimo e doloroso film di Cianfrance che a distanza di tre anni dalla distribuzione internazionale - e dalla nomination agli Oscar per la Williams - esce anche in Italia. Dean e Cindy sono sposati, hanno una figlia, e si stanno faticosamente allontanando. A loro insaputa talvolta, loro malgrado, a dispetto dei ricordi e dell'affetto che ancora li lega, in uno spazio temporale - ed emotivo - affollato di flashback che ci fanno assistere ai loro primi incontri, all'innamoramento, alla nascita di Frankie, ai problemi economici e di lavoro, ma soprattutto ci raccontano in modo straordinariamente naturale - e per questo tanto più struggente - del loro lento andare alla deriva, due continenti che crescendo si separano, ognuno incapace di raggiungere l'altro, pur desiderandolo ancora. La parte centrale del film, in cui i due tentano un'ultima riconciliazione in un albergo freddo e anonimo, è il cuore ferito del film, e del loro amore, incapace di superare il dolore, e incapace anche di lasciarsi alle spalle quel sentimento che li ha uniti. Si soffre nel vedere Dean commettere errori su errori nel tentativo disperato di non perdere la moglie, e vedere Cindy irrigidirsi per paura di soffrire, e ci si accorge che quegli sguardi appartengono a tutti coloro che hanno amato, e che nella sommessa fatica quotidiana dell'allontanarsi c'è un pathos assoluto, uno strappo autentico, che si sente nello stomaco e nel cuore. La scelta di Cianfrance di rimanere incollato agli sguardi, ai gesti e ai silenzi dei due protagonisti - magistrali per intensità e per sincerità Gosling e la Williams - è ciò che fa di "Blue Valentine" un film intenso e autentico, calibrato sul dolore vero, quello che spezza e che non lascia neanche la forza di reagire. Si assiste con un senso di frustrazione e di sofferenza inaudita alla scena finale, si vorrebbe quasi essere di fronte ad uno di quei film ruffiani in cui un improbabile lieto fine viene garantito per contratto, perchè l'amore di Dean e Cindy meriterebbe un'altra chance, ma la vita vera è altra, ed è tutta nel corpo ripiegato di Dean mentre saluta la figlia e nello sguardo disperato di Cindy mentre la abbraccia, e nei rimpianti che avranno, e che avremo per loro, e con loro lasciando la sala con un groppo in gola e la consapevolezza che il cinema indipendente ha ancora e sempre un coraggio, una poesia e una bellezza che le grandi majors non hanno e non possono avere.
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